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Rat-Man 81

Rat-Man 81 Rat-Man 81 Leo Ortolani

Dunque è vero: Rat-Man avrà una sua conclusione (che non significa fine). La promessa fatta dall’ottantunesimo albo della serie è chiara e coerente con quanto da tempo ripete il suo autore, Leo Ortolani. E il titolo della storia, “Sia questa, l’ultima battaglia!”, in qualche modo sembra essere programmatico.

L’ultima parte della cosiddetta “Esalogia di New York” non solo conclude la saga pubblicata nell’ultimo anno, ma segna un punto di svolta importante nell’intera biografia del personaggio. Così, se l’incontro a New York con i supereroi era stato un ritorno alle origini, a quel meta-luogo da cui tutto era partito, è proprio questo riflusso a porre le basi per un cambiamento che renderà impossibile qualsiasi altro ritorno. Da qui non si va che avanti, verso un orizzonte che però non può prevedere un’eterna autoriproduzione. Perché viaggiare all’infinito porta a perdersi, a snaturarsi, a diventare mostruose caricature di se stessi. Invece si deve avere la consapevolezza della propria parabola, le precise coordinate del proprio viaggio e soprattutto del proprio punto di arrivo. Sapersi fermare. Poi magari da lì potrà partire un nuovo viaggio, ma questa è un’altra storia.

Ciò che colpisce nella lettura dell’episodio è una constatazione sulla natura dell’intera serie: per apprezzare davvero Rat-Man come narrazione, lo si può leggere solo nella sua interezza come serie. Qualsiasi altro livello è parziale, non rende il senso di quel viaggio. Una sequenza, un singolo numero, una saga, possono essere divertenti o appassionanti. Ma presi a sé non dicono davvero. Si perde il senso del mutare, del compiere nuovi passi. E se le storie precedenti alla “Esalogia di New York” erano sembrate a tratti stanche, ripetitive, ricorsive e senza un’idea della direzione, oggi vediamo che quella non era altro che una precisa fase del viaggio: quella dello smarrimento, del procedere alla cieca senza rendersi conto di aver chiuso un arco. Quella stanchezza (voluta e raccontata) nelle storie era un trauma che si doveva attraversare per arrivare alla svolta di oggi.

Ecco che anche sotto questo profilo torna quella dimensione metafumettistica a cui Rat-Man ci ha abituati. Ancora una volta l’evoluzione della vicenda coincide con quella del personaggio, della serie e dell’autore. L’una racconta l’altra senza ordine causale, permettendo una lettura su più livelli che fornisce la storia di ulteriore prospettiva.
Ma oltre ai molteplici livelli, Ortolani si conferma un gran narratore anche nel sovrapporre registri diversi: umorismo, epica, intimità. Una pluralità di sensazioni che tuttavia fluisce e si amalgama in maniera organica pagina dopo pagina, in tavole realizzate in maniera magistrale, calibrate nei tempi (non solo comici) e sempre inevitabilmente debitrici nei confronti della potenza kirbyana.

Insomma, con il ritorno senza possibilità di ritorno rappresentato da questo numero, Rat-Man compie un nuovo passo significativo in quello che promette di essere un viaggio appassionante, ricco, ma soprattutto compiuto. E che a questo punto, se non dovesse vedere una propria conclusione, rimarrebbe un discorso al vento.

Dati del volume

  • Editore: Panini Comics
  • Autori: testi e disegni di Leo Ortolani
  • Formato: brossurato, 64 pagine in b/n
  • Prezzo: € 2,50
  • Voto della redazione: 9
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