Bone - la principessa Rose
- Scritto da Redazione Comicus
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Bone è l’opera omnia di Jeff Smith, nata nel 1991, sviluppatasi in 55 numeri e terminata nel 2004.
L’epopea fantasy che ruota attorno a Fone, Phoney e Smiley Bone ha ricevuto numerosi premi e vanta schiere di fan in tutto il mondo, Italia compresa.
Al pubblico italico, però, fino ad ora è stata richiesta una dose di pazienza notevole per godere delle avventure dei tre cugini Bone.
Se per seguire la storia principale si è dovuto fare slalom tra almeno tre case editrici aspettando tempi biblici tra un volume e il successivo, per recuperare i due spin-off/ prequel, Stupide, stupide, code di ratto e Rose, si era costretti a sborsare cifre astronomiche o accontentarsi di edizioni che si fatica a definire povere.
Rose, infatti, è già stata pubblicata in Italia dalla Star Comics nei numeri 3 e 4 dell’effimera collana Star Books, che aveva almeno il pregio di presentare la storia al pubblico italiano.
Fortunatamente è arrivata in soccorso dell’appassionato la Bao Publishing che ristampa il racconto scritto da Jeff Smith e dipinto da Charles Vess in un’edizione di lusso che farà bella mostra di sé nelle nostre biblioteche.
Rose è ambientato molti anni prima dell’arrivo dei cugini Bone nella valle, e narra del ritorno del signore delle locuste e del ruolo svolto in esso dalle due principesse del regno di Atheia Rose (nonna Ben di Bone) e Briar.
Il tipo di pubblico che può avvicinarsi a Bone – La principessa Rose, può essere suddiviso in tre categorie:
-persone che non conoscono né Bone né Jeff Smith
-persone che conoscono Bone ma non l’hanno mai letto
-persone che conoscono e hanno letto Bone.
Ebbene, Rose è adatto a tutte e tre queste tipologie di lettori.
Se fate parte del primo gruppo, sarete immediatamente catapultati all’interno della storia dal breve ma esauriente prologo, vi troverete di fronte ad una fiaba ben scritta e sceneggiata, ambientata in un mondo di fantasia ben strutturato con personaggi dalla psicologia complessa e non banali e con un cattivo subdolo e tentatore, abile tessitore di trame malvagie finalizzate alla conquista del potere. Il finale della storia è ben realizzato e appagante pur contenendo, inevitabilmente, numerosi punti aperti che troveranno compimento e risposta solo nella trama di Bone.
Il che ci porta alla seconda tipologia di lettore; Rose è il punto di partenza ideale della serie e ha l’unico difetto di anticipare personaggi e ruoli che nella saga principale sono presentati in una fase della trama avanzata. Ciò comunque non toglie la gioia della lettura; semplicemente sarete a conoscenza di fatti che i cugini Bone ancora devono apprendere.
Se invece, come me, leggete La principessa Rose dopo aver già terminato Bone ritroverete personaggi conosciuti e amati come Rose/nonna Ben (che non potrà non ricordare la nipote Thorn), il misterioso grande Drago Rosso o Lucius quando ancora era giovane e aitante. Importanti tasselli della guerra con il signore delle locuste ci saranno svelati e al termine della lettura si avrà voglia di rileggere l’intera saga pur avendo ben presente la trama sin dall’inizio.
Charles Vess non si limita a fornire la sua arte in maniera sterile al racconto; fa sua la prosa e i layout di Jeff Smith, li elabora e li arricchisce con i propri pennelli donando all’intero racconto un tocco onirico e mitologico che si rivela perfetti allo scopo (il disegnatore ha vinto un Eisner proprio per questo lavoro).
È già stato dimostrato, comunque, che valida sceneggiatura e valide tavole non sono sufficienti se unite a edizioni povere o incapaci di valorizzare a dovere il materiale a disposizione.
Ebbene, da questo punto di vista Bao Publishing non delude: edizione cartonata con sovraccoperta e logo in rilievo, un formato grande che ben valorizza le tavole e una traduzione nuova di zecca di Michele Foschini, che si differenzia dalla precedente di Luca Loletti per l’uso di toni più leggeri e scorrevoli che si amalgamano in maniera migliore con il tono utilizzato originariamente da Jeff Smith.
L’unico appunto che si può fare all’edizione è l’assenza di sketchbook o extra non presenti, però, nemmeno nella recente edizione americana Scholastic, che è il punto di partenza per questo volume.
La casa editrice meneghina, comunque, si fa perdonare con un albetto promozionale allegato a Mega n° 159 contenente una breve introduzione al volume e disegni preparatori, studi di base e work in progress di Charles Vess dimostrando di credere fermamente nel valore di quest’opera e dell’appeal che può avere, pur non essendo del tutto inedita.
Questa è la prima collaborazione tra Bao e Jeff Smith, ci si augura che i prossimi titoli mantengano lo stesso livello qualitativo dato che ci sono altri titoli che gli appassionati attendono e Bone – La principessa Rose è un ottimo biglietto da visita.
L’epopea fantasy che ruota attorno a Fone, Phoney e Smiley Bone ha ricevuto numerosi premi e vanta schiere di fan in tutto il mondo, Italia compresa.
Al pubblico italico, però, fino ad ora è stata richiesta una dose di pazienza notevole per godere delle avventure dei tre cugini Bone.
Se per seguire la storia principale si è dovuto fare slalom tra almeno tre case editrici aspettando tempi biblici tra un volume e il successivo, per recuperare i due spin-off/ prequel, Stupide, stupide, code di ratto e Rose, si era costretti a sborsare cifre astronomiche o accontentarsi di edizioni che si fatica a definire povere.
Rose, infatti, è già stata pubblicata in Italia dalla Star Comics nei numeri 3 e 4 dell’effimera collana Star Books, che aveva almeno il pregio di presentare la storia al pubblico italiano.
Fortunatamente è arrivata in soccorso dell’appassionato la Bao Publishing che ristampa il racconto scritto da Jeff Smith e dipinto da Charles Vess in un’edizione di lusso che farà bella mostra di sé nelle nostre biblioteche.
Rose è ambientato molti anni prima dell’arrivo dei cugini Bone nella valle, e narra del ritorno del signore delle locuste e del ruolo svolto in esso dalle due principesse del regno di Atheia Rose (nonna Ben di Bone) e Briar.
Il tipo di pubblico che può avvicinarsi a Bone – La principessa Rose, può essere suddiviso in tre categorie:
-persone che non conoscono né Bone né Jeff Smith
-persone che conoscono Bone ma non l’hanno mai letto
-persone che conoscono e hanno letto Bone.
Ebbene, Rose è adatto a tutte e tre queste tipologie di lettori.
Se fate parte del primo gruppo, sarete immediatamente catapultati all’interno della storia dal breve ma esauriente prologo, vi troverete di fronte ad una fiaba ben scritta e sceneggiata, ambientata in un mondo di fantasia ben strutturato con personaggi dalla psicologia complessa e non banali e con un cattivo subdolo e tentatore, abile tessitore di trame malvagie finalizzate alla conquista del potere. Il finale della storia è ben realizzato e appagante pur contenendo, inevitabilmente, numerosi punti aperti che troveranno compimento e risposta solo nella trama di Bone.
Il che ci porta alla seconda tipologia di lettore; Rose è il punto di partenza ideale della serie e ha l’unico difetto di anticipare personaggi e ruoli che nella saga principale sono presentati in una fase della trama avanzata. Ciò comunque non toglie la gioia della lettura; semplicemente sarete a conoscenza di fatti che i cugini Bone ancora devono apprendere.
Se invece, come me, leggete La principessa Rose dopo aver già terminato Bone ritroverete personaggi conosciuti e amati come Rose/nonna Ben (che non potrà non ricordare la nipote Thorn), il misterioso grande Drago Rosso o Lucius quando ancora era giovane e aitante. Importanti tasselli della guerra con il signore delle locuste ci saranno svelati e al termine della lettura si avrà voglia di rileggere l’intera saga pur avendo ben presente la trama sin dall’inizio.
Charles Vess non si limita a fornire la sua arte in maniera sterile al racconto; fa sua la prosa e i layout di Jeff Smith, li elabora e li arricchisce con i propri pennelli donando all’intero racconto un tocco onirico e mitologico che si rivela perfetti allo scopo (il disegnatore ha vinto un Eisner proprio per questo lavoro).
È già stato dimostrato, comunque, che valida sceneggiatura e valide tavole non sono sufficienti se unite a edizioni povere o incapaci di valorizzare a dovere il materiale a disposizione.
Ebbene, da questo punto di vista Bao Publishing non delude: edizione cartonata con sovraccoperta e logo in rilievo, un formato grande che ben valorizza le tavole e una traduzione nuova di zecca di Michele Foschini, che si differenzia dalla precedente di Luca Loletti per l’uso di toni più leggeri e scorrevoli che si amalgamano in maniera migliore con il tono utilizzato originariamente da Jeff Smith.
L’unico appunto che si può fare all’edizione è l’assenza di sketchbook o extra non presenti, però, nemmeno nella recente edizione americana Scholastic, che è il punto di partenza per questo volume.
La casa editrice meneghina, comunque, si fa perdonare con un albetto promozionale allegato a Mega n° 159 contenente una breve introduzione al volume e disegni preparatori, studi di base e work in progress di Charles Vess dimostrando di credere fermamente nel valore di quest’opera e dell’appeal che può avere, pur non essendo del tutto inedita.
Questa è la prima collaborazione tra Bao e Jeff Smith, ci si augura che i prossimi titoli mantengano lo stesso livello qualitativo dato che ci sono altri titoli che gli appassionati attendono e Bone – La principessa Rose è un ottimo biglietto da visita.
Cris Tridello
Dati del volume
- Voto della redazione: 8