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Diabolik, le origini del mito 1-2

Per il fumetto italiano, il '68 è iniziato sei anni prima. Probabilmente questa frase può essere letta come una provocazione, ma l'uscita del primo numero di Diabolik nelle edicole italiane (inizialmente solo in determinate zone del nord) diede inizio ad una vera e propria rivoluzione.
Una rivoluzione per il fumetto: mai era esistito un personaggio, protagonista di una serie, dalla personalità decisamente perversa e negativa come Diabolik. Ed è probabile che lui sprigioni i nostri istinti più repressi, altrimenti non riusciremmo a spiegarci come sia possibile parteggiare per l'incarnazione della malvagità umana. Per le stesse autrici del fumetto, Diabolik non è altro che la personificazione di un mondo alla deriva, dove l'importante è l'accumulare, l'avere, e le sue azioni sono mirate a sgretolare questo piccolo mondo che ci sfugge dalle mani.

Da quel numero uno il panorama fumettistico mutò considerevolmente, non solo dando vita a una miriade di personaggi del tutto distanti dai classici canoni in vigore, ma modificando il dna stesso del fumetto. Forse è stato proprio Diabolik (e lo è di sicuro per l'Italia) ad uccidere l'innocenza del fumetto. Ed è strano come oggi questo fumetto sia visto quasi con diffidenza, con superficialità da una buona fetta di lettori, nonostante la sua storia, nonostante il successo. Si dà la sua presenza in edicola quasi per scontata, ma la rivoluzione di Diabolik fu anche un fatto culturale. L'Italia dei primi anni '60 rimase letteralmente scandalizzata da questo fenomeno in anticipo sui tempi, e partirono vere e proprie crociate giudiziarie nei confronti della grande kappa e dei suoi epigoni.
E forse non è un caso che artefici di questa rivoluzione siano due donne, Angela e Luciana Giussani, che da sole riusciranno a costruire un vero e proprio impero.

Grazie alla ristampa in splendidi cartonati allegati alla Gazzetta dello Sport, anche le nuove generazioni possono ora non solo leggere le origini e la nascita di questo personaggio, ma anche apprendere i motivi della sua innovazione.

"Il re del terrore", prima avventura di Diabolik, con disegni di Zarcone, esce nel novembre del 1962. La voglia di creare un fumetto adulto, adatto per una veloce lettura in treno, fa sì che già dal primo numero Angela Giussani imposti una struttura che, seppur ancora in via di definizione, si appresta a diventare il modello per tutte le successive avventure del criminale grazie alla costruzione di una giallo dalle forti tinte.
Lo scopo di Diabolik è quello di impossessarsi, a tutti i costi, delle ricchezze della famiglia De Semily grazie alla messa in atto di un piano ai limiti della perfezione, ma la presenza dell'ispettore Ginko mette a serio repentaglio i progetti del criminale.
La tensione emanata dal racconto è, ancora oggi, palpabile, e la scelta di presentare Diabolik, continuamente citato dai vari personaggi, a metà albo, con i suoi temibili occhi di ghiaccio, tiene il lettore col fiato in gola.

Le molteplici ingenuità ed una trama tirata rendono il secondo episodio, "L'inafferrabile criminale", sottotono rispetto al primo. Non aiuta una realizzazione grafica, ad opera di Kalissa, alquanto infelice. C'è di positivo che, da questo momento, la serie potrà fregiarsi di sceneggiature sempre più accorte e di tavole sempre più curate.

Potremmo dire, in effetti, che i primi due numeri della serie, dal sapore quasi underground, possano definirsi preparatori, spianando la strada per il fondamentale "L'Arresto di Diabolik", terzo episodio della serie che vede alle matite Luigi Marchesi.
L'importanza del terzo numero è, però, dovuta sopratutto all'esordio della futura compagna di vita di Diabolik, Eva Kant, co-protagonista a tutti gli effetti della serie. Eva è un personaggio affascinante, emancipato, ben distante dal modello classico delle eterne fidanzate dei fumetti. La Kant non vive di riflesso, non è seconda a Diabolik e anzi, brilla per la sua astuzia riuscendo a volte ad essere persino più perfida dello stesso compagno. Ma, sopratutto, l'amore incondizionato fra i due riesce a rendere umani i protagonisti agli occhi dei lettori ed equilibra l'elevata dose di atrocità sprigionata dalla serie.

Nei primi due numeri, Diabolik conosce Elisabeth, detta Tina, donna affascinante ma ingenua che non sospetta della doppia vita del proprio amato. L'incontro fra Diabolik ed Eva è fulminante e, quando Tina scopre e denuncia le attività illecite del criminale, è solo grazie all'azione risoluta della bionda Lady che il re del terrore riuscirà ad evitare la pena capitale.
E così, in "Atroce vendetta", sempre per le matite di Marchesi, Diabolik, con la complicità della sua nuova compagna, infligge la sua terribile punizione alla donna che l'ha tradito.

Da questi primi episodi è evidente come alcune ingenuità ci offrano un Diabolik ancora incerto ed una Eva ancora insicura, lontani dai personaggi perfetti che saranno in futuro. Si potrebbe vedere, in una visione idealistica, una sorta di maturazione dei protagonisti all'interno della serie nel corso degli anni. In realtà questa tetralogia di storie ci mostra un quadro ancora in via di sviluppo ma, al tempo stesso, fondamentale per la storia del personaggio perché getta le basi per la trasformazione della serie in quella alchimia meccanica che rende ancora oggi Diabolik un personaggio unico.
Una lettura assolutamente consigliata ad ogni cultore del fumetto.

Dati del volume

  • Editore: Panini Comics
  • Autori: testi di Angela e Luciana Giussani, disegni di Zarcone, Kalissa e Luigi Marchesi
  • Formato: cartonato, 256 pagine in b/n cad.
  • Prezzo: € 6,99 cad.
  • Voto della redazione: 8
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