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Hicksville

HICKSVILLE(brossurato, 272 pagine, b/n, euro 20,00, Black Velvet) testi e disegni di Dylan Horrocks VOTO 9/10

Il fumetto dimostra ormai così spesso la tendenza ad essere meta-fumetto, ad avere come oggetto e argomento della narrazione se stesso (difficile trovare qualcos’altro da raccontare?), che non stupisce più che tanto che il neozelandese Dylan Horrocks abbia scelto come protagonisti della propria opera alcuni immaginari lettori, autori e critici di fumetti. In un presente alternativo (ma non troppo), Dick Burger è considerato la personalità di maggior successo del comicdom americano. Come autore è semplicemente osannato, come editore è semplicemente ricchissimo: si permette di trattare con sufficienza gente del calibro di Stan Lee, e non si fa scrupolo a licenziare il suo matitista Todd McFarlane, se questi cerca di affermare la propria autonomia creativa. Dick Burger ha però un’ombra nel suo passato: qualcosa di misterioso e terribile è accaduto a Hicksville, lo sperduto paesino neozelandese dove è nato. Il giornalista Leonard Batts, nel tentativo di scoprire il segreto, raggiunge Hicksville, una cittadina apparentemente normale, se non fosse che nella sua piccola biblioteca è possibile prendere in prestito una copia di Action Comics #1, e che tutti gli abitanti, anche il postino, sono grandi esperti di fumetti. Il viaggio di Batts, fra svolte sempre più surreali, approderà infine al faro di Hicksville, il cui guardiano, un maori, custodisce un segreto fantastico e sconvolgente, in grado di ribaltare l’intera storia dei fumetti quale la conosciamo.
La strada percorsa da Leonard Batts, a dire il vero, è solo una delle tante che passano per Hicksville, strade che insieme disegnano la mappa di un romanzo corale, surreale nelle situazioni quanto realistico nel delineare la psicologia dei suoi molti personaggi. Il tratto di Horrocks, che sceglie un approccio non realistico a volti e fisionomie, potrebbe sembrare a prima vista poco curato. Impressione sbagliatissima, come il lettore comprende a viaggio iniziato: Horrocks disegna con un’efficacia incredibile malinconia, desideri ed affetti sui volti dei suoi personaggi, e il loro sentirsi sperduti si riflette in modo mirabile nei paesaggi desertici, misteriosi e cosmici della Nuova Zelanda.
Il lettore, nel suo viaggio, incontra una miriade di “fumetti nel fumetto”: alcuni, disegnati da Sam, un fumettista di Hicksville, hanno la funzione di chiarire la narrazione e presentarci i personaggi; altri, di provenienza misteriosa, hanno la funzione di ingarbugliare ancora di più la storia, di renderne indefiniti i confini e i punti cardinali. Fra questi, il misterioso racconto che vede un esploratore, presumibilmente il capitano Cook, tentare di disegnare la mappa impossibile di un paese la cui fisionomia cambia di giorno in giorno. Il tema della mappa ricorre come un leitmotiv in tutta l’opera, piena di mappe paradossali, la cui funzione principale è quella di permettere di perdersi a chi le consulta, per trovare le cose davvero importanti. Perché ad Hicksville, lo si capisce presto, ci si arriva o ci si torna dopo essersi persi; persi in una vita senza amore, o persi nel cinismo dell’editoria fumettistica americana. Ad Hicksville, magico luogo dell’anima, si ritrovano gli affetti abbandonati e si ritrova l’amore puro e incondizionato per l’arte sequenziale.
Il linguaggio stesso del fumetto, come suggerisce Emil Kópen, altro immaginario disegnatore creato da Horrocks, è fatto per disegnare mappe. Vignetta dopo vignetta, il fumetto crea una mappa degli avvenimenti del tempo; eppure, paradossalmente, all’interno di ogni vignetta, è lo spazio a rimanere cristallizzato, in una dimensione magica in grado di suggerire relazioni più emozionali che reali fra i corpi disegnati. Anche il fumetto è una mappa magica, fatta per permetterci di perdere la nostra usuale percezione del mondo, e per andare in cerca di altre visioni, più profonde e misteriose.
Forza, l’aereo per la Nuova Zelanda sta partendo: la compagnia di volo è la Black Velvet, e il biglietto costa 20 euro. Non fatevi scoraggiare dal prezzo: Hicksville è il luogo che ogni appassionato di fumetti deve visitare.


Alessandro Scalmani
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