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Alfredo Goffredi

Alfredo Goffredi

Erotico Nero

Da un team di autori più o meno noti arriva quella che, per l’attuale mercato italiano, si può considerare una novità. Erotico Nero raccoglie tre racconti che si rapportano all’erotismo in modo non convenzionale, spaziando tra il cupo fiabesco e la tortura, passando per il macabro e il deforme.

Proserpina e il Principe Nero apre le danze con una storia di cupa seduzione d’ambientazione fantasy. Per salvare la vita al fratello, erede al trono e vittima di una maledizione, Proserpina si reca alla corte del regno delle Terre Oscure in cerca di un rimedio. Fa qui la conoscenza del Principe Nero, la cui presenza nel viaggio di ritorno andrà oltre quanto prospettato dalla giovane.
Il registro tipico delle fiabe, usato da Susanna Raule nelle didascalie, accompagna una narrazione che affonda sempre più nel cupo e nel sensuale, creando uno scarto  tra quello che il lettore vede e quello che legge, che rende molto gradevole un racconto solo apparentemente fine a se stesso. È proprio dalle flessioni e dalle ripetizioni della voce narrante che emerge come tutta la vicenda, dall'inizio mai narrato all'amaro epilogo, sia vettore di ben altre questioni più vicine alla situazione della donna contemporanea. Nelle mani della Raule, quindi, il fantasy non è fuga dal quotidiano ma tuffo dentro il quotidiano, o meglio verso i risvolti più spiacevoli della quotidianità.
A dar vita alla storia di Proserpina è Simone Buonfantino, disegnatore esordiente non certo privo di sbavature e imprecisioni (volti e anatomie cadono, talvolta, in una rigidità innaturale), ma che complessivamente offre una valida prima prova, specie per quanto riguarda la sua creazione degli ambienti.

Proserpina conduce in punta di piedi il lettore all’interno dell’antologia, scaraventandolo in un’atmosfera più contemporanea e deviata. Paolo e Francescaè mette in scena l’amore tra un ragazzo focomelico e una lapdancer, e dell’oscuro patto che il giovane stringe con il Marchese per ottenere un fisico prestante. Ogni patto, tuttavia, ha un suo costo, che porterà ad un finale per niente lieto, dallo scioglimento cinico e realistico.
Valentino Sergi prende due personaggi ai margini e li fa letteralmente scontrare in una storia che, già dall’inizio, presenta elementi disturbanti e che ben presto precipita (non a caso dopo un’inquadratura di Paolo che si guarda allo specchio) nell’incubo e nell’amoralità , punto di svolta di una situazione frustrante. Il personaggio del Marchese è un ricettacolo di simboli e citazioni, caratterizzato molto bene sia da Dario Viotti, per quanto riguarda l’aspetto grafico e distorto, sia dalle battute scritte per lui da Sergi, che lo rendono un personaggio guizzante, aggressivo e morbosamente triviale.
Le anatomie di Viotti, alleggerite ed essenziali, attingono ad un immaginario noto alla maggioranza dei lettori, fornendo un sottotesto ai personaggi, e aumentandone, al contempo, l’effetto grottesco.
Il finale circolare, anche se introdotto un po’ bruscamente, fornisce grande coesione e solidità al racconto.

Chiude il volume Tipologie di un’amore fantasma: Lydia Schneemann, storia cruda e brutale, costruita sulla deviazione, sull’incertezza e sul sottile gioco tra realtà e finzione.Adriano BaroneValentino Biagetti mettono in scena l’interrogatorio/intervista di Lydia Schneemann, in prigione per la scomparsa di un uomo avvistato per l’ultima volta in un film/snuff da lei prodotto; il racconto di Lydia viene alternato a scene della suddetta pellicola, in cui la donna sottopone il malcapitato Adam Baron a qualsivoglia tipo di tortura sessuale.
Una  storia che ragiona su reale e immaginario, sui limiti della pellicola, della carta, del corpo e della verità, attraverso quello che si potrebbe definire il percorso di illuminazione proposto da Lydia per la donna. 
Barone espande il faldone “Tipologia di un’amore fantasma” con questo nuovo tassello decisamente diretto e privo da ogni vincolo o remora. 
Alle matite Valentino Biagetti, dalle fisionomie che ricordano Tom Raney ai tempi di Stormwatch, ottimo nel dare forma all’eccesso della narrazione e alla visionarietà di alcune sequenze, nonché nell’organizzare tavole che non fanno sconti e non concedono al lettore la gentilezza del sottinteso. 
Una storia che, più che aprire gli occhi, li fa sbarrare e davanti alle cui tavole è difficile rimanere impassibili.

Il percorso accelerato nelle profondità più oscure dell’erotismo, a questo punto, giunge alla fine. Il volume si conclude in modo molto netto, ma il suo contenuto non è certo cosa superficiale. Erotico Nero è un volume che osa con coraggio, che cerca di rivitalizzare una nicchia ormai vuota con un set di storie curate e ragionate, conseguenza di un evidente processo di riflessione sul genere, sul linguaggio e sull’individuo. Il tutto senza mai permettersi la comodità del banale o del volgare fine a se stesso.

Verso il Nirvana: intervista a Emiliano Pagani e Daniele Caluri

nirvana_1"Gira la ruota e vivi un'altra vita", recita l'headline della nuova serie comica targata Panini.

Accanto a Rat-Man e alle ristampe di materiale celebre d'oltreoceano, da novembre, come molti di voi probabilmente già sanno, tra i volumi che Panini dedica alla comicità farà la sua comparsa la nuova Nirvana, frutto degli sforzi congiunti di Emiliano PaganiDaniele Caluri, già arcinoti per il loro lavoro su Don Zauker, o per alcune delle serie lanciate individualmente sulle pagine del Vernacoliere.

Nirvana racconterà le disavventure peripezie di Ramiro, un delinquentello prevaricato da tutti. Lo vediamo, assieme ai personaggi principali, sulle pagine di un numero 0 forse non all'altezza delle aspettative, ma funzionale a capire chi ci troveremo davanti nei prossimi mesi, quando il respiro più ampio delle 64 pagine darà a Pagani e Caluri il modo e lo spazio adeguato per raccontare la loro storia.

Sulle pagine di questo piccolo albo, in cui conosciamo per la prima volta Ramiro, la sua prevaricatrice fidanzata Cristy, il manesco ispettore Buddha e gli uomini di Carlos Ronson (Slobo e Golem), gli autori ironizzano su tante cose che da anni costruiscono la vita degli italiani, dall'ormai ubiquo Facebook, all'ossessione morbosa per il telefono cellulare sempre e dovunque fino alle rasoiate (poche ma energiche) portate alla situazione politica.
L'ingresso in scena di Ramiro è preparato dal lungo monologo telefonico di Cristy, che lascia poi spazio alla sua prima entrata in scena: appeso a testa in giù da una finestra dei piani alti e cosparso della propria orina. Un'entrata in scena che ha il sapore del cinema di vecchia data e l'odore... beh, non certo un'odore tra i più gradevoli.

E sul primo numero cosa spetterà a Ramiro? Se volete dare una sbirciata a quello che verrà, nella nostra gallery trovate un'anteprima in esclusiva (per la quale, ancora una volta, il nostro ringraziamento va a Panini Comics e Leonello Di Fava).
Noi lo abbiamo chiesto direttamente Emiliano Pagani e Daniele Caluri, che ci hanno concesso una lunga intervista su Nirvana.



Intervista a cura di Alfredo Goffredi, Cris Tridello e Valerio Coppola.

Ciao Emiliano, ciao Daniele. Benvenuti su Comicus! Allora, Nirvana è alle porte. Abbiamo già potuto fare un minimo di warm-up con il numero 0, ma la vera prova sarà l'imminente uscita del numero 1. Volete presentate brevemente Nirvana ai lettori? Cosa si deve aspettare chi vi conosce e chi non vi conosce?
Novità, coerenza, sfrontatezza, entusiasmo e generosità. Oltre alle risate, ovviamente.
Stiamo realizzando una serie d’evasione cercando di uscire da certe logiche che bloccano i fumetti umoristici in categorie ingessate. Non sappiamo dire se il risultato sarà qualcosa di nuovo, ma certo è che lo stiamo facendo senza astuzie, scorciatoie, o strizzatine d’occhio alle mode in voga. Puntiamo solo sull’entusiasmo di poterci imbarcare in un progetto che ci piace, senza badare a ricerche di mercato o ai possibili bacini d’utenza, ma soprattutto senza il pensiero letale di accontentare o disturbare qualcuno. E cercheremo di farlo sfruttando ogni singola pagina delle 64 che Panini mette a nostra disposizione.

Come sarà costruita la serie? Dobbiamo aspettarci una serialità dagli episodi concatenati o una, invece, più vecchio stile fatta di episodi scollegati?

Tutte e due le cose.
Nel senso che la trama di Nirvana e i suoi personaggi si svilupperanno nel corso di 6 episodi legati, almeno nelle nostre intenzioni, da una forte continuità, in modo da incuriosire il lettore per portarlo a voler scoprire le risposte ai vari interrogativi seminati qua e là. Ma, benché strettamente collegati tra loro, i singoli episodi saranno autoconclusivi e potranno essere apprezzati anche singolarmente.

Nei vostri piani Nirvana è pensata per essere una serie a tempo indeterminato,a tempo determinato o Co.Co.Co / Co.Co.pro?

Nirvana è pensata per essere una miniserie di 6 episodi con finale aperto.
Questo perché ci siamo lasciati la possibilità, se ci dovessero essere le condizioni, di poter continuare con eventuali stagioni successive, come per le serie tv.
Ma niente, almeno per noi, dovrebbe essere a tempo indeterminato. Tutte le cose devono finire e soggiacere al cambiamento; il tempo indeterminato porta al logoramento delle varie serie (prendete qualsiasi esempio tra i fumetti o le serie tv) oltre che della borsa dei coglioni.
Dei nostri, almeno.

Leggendo il numero 0 si respira una forte attinenza all'atmosfera di rabbia e stanchezza (pur filtrate dall'ironia) che caratterizzano in questo momento il nostro Paese. La vena satirica che percorre queste prime pagine della serie è dovuta anche alla necessità di dare espressione a questi sentimenti?

In questo momento?! Accidenti, e dove avete vissuto negli ultimi 20 anni? 
No, ci teniamo a dirlo perché non vogliamo passare da quelli che si permettono di alzare un pochino la testa soltanto adesso che sembra che i tempi stiano cambiando.
Noi facciamo più o meno le stesse cose, con lo stesso spirito da almeno 25 anni.
Allora, vi anticipiamo una cosa: nel numero 1 si fanno riferimenti a fatti di cronaca politica (se così si può chiamare) che sembrano ispirati dalle notizie di questi ultimi giorni. Ecco, noi il numero uno lo abbiamo realizzato esattamente un anno fa.
Per dire.
Comunque, sì, Nirvana sarà una serie prevalentemente comica, ma con una vena satirica molto importante nel suo sviluppo; diciamo un livello di lettura aggiuntivo. È il nostro modo di lavorare e un tentativo di aggiungere qualcosa in più al modo di fare fumetti seriali in Italia, e fortunatamente una larga fetta di lettori sembra apprezzarlo. Non ne possiamo più di leggere storie ambientate in una bolla spazio-temporale dove non c’è alcun riferimento alla realtà che ci circonda, per paura di contrariare qualcuno. La realtà che viviamo tutti i giorni ci influenza in quello che facciamo, in come viviamo le nostre vite e nei rapporti con le altre persone. E’ stupido e lasciarla fuori dal mondo dei fumetti. Anche per quest’aspetto è inutile lamentarsi che i fumetti vengano visti solo come un passatempo per bambini o rincoglioniti e non godano, al contrario di quel che succede negli altri Paesi, di pari dignità rispetto agli altri mezzi di comunicazione, tipo letteratura, cinema e tv.

Già a partire da questo numero introduttivo non vi trattenete dal portare a segno qualche stoccata sull'autorità, gli usi più recenti e la pochezza dell'italiano medio. Cosa dobbiamo aspettarci, quindi, con l'avvio della serie regolare?

Dovete aspettarvi che osiamo, decisamente sopra la media delle cose fatte per la grande distribuzione e che, con sicurezza, continuiamo dritti su quella strada.
Ma l’obiettivo non è solo quello. 
Intendiamoci, Nirvana sarà un fumetto comico-grottesco a tutti gli effetti, un carrozzone con una sua trama del tutto inventata, suoi personaggi e sue dinamiche. Le stoccate, come dite voi, sugli usi e costumi dell’italiano medio (quindi anche nostri, per carità) sono solo un aspetto laterale, inserito, come detto prima, per arricchire e aumentare i livelli di lettura di tutta l’opera.

Quali sono state le influenze, narrative e non, che hanno contribuito (e che contribuiranno) alla realizzazione di Nirvana?

Mah... Lo sguardo fuori dalla finestra. Come dice quel troiaio di spot: “Tutto è intorno a te”.
Se invece ti riferisci agli stimoli dati da opere di fantasia, bah… abbiamo gusti molto simili e può darsi che qualcosa che abbiamo letto o guardato al cinema o in tv ci abbia influenzato, però al momento non sappiamo dire se ci sono state influenze dirette.
Ci piacciono Garth Ennis, i Simpson, Asterix, Fantozzi, i Monty Python, Torpedo, Monicelli, Lupin III, i Pink Floyd, il mare, Tex Avery, i totani ripieni e mille altre cose (ma mille davvero). Sinceramente non sappiamo dire quali e quante ci abbiano influenzato per la realizzazione di Nirvana
Forse tutte.

Quali sono le differenze fondamentali tra NirvanaDon Zauker?

Tante. E nonostante ciò, i due mondi hanno sorprendenti punti di contatto, perché fanno parte di uno stesso discorso che, in forme e modi diversi, portiamo avanti da anni. Alla fine i fumetti, il sito, gli spettacoli, i video, non sono che i veicoli di una personale visione delle cose che proponiamo agli altri. 
Ad ogni modo, la differenza più immediata fra le due serie sta forse nel tratto. Quello di Nirvana abbandona i toni di grigio e il realismo grottesco di Don Zauker, per spostarsi su forme e linee pupazzettistiche. La scelta è provocatoria: nonostante vi siano decine di esempi che dimostrino che non è vero, la maggior parte delle persone collega istintivamente alle forme pupazzettistiche un umorismo innocente a tutti i costi, perbene, magari con la morale in coda. E’ ovvio che in Nirvana, invece, troveranno tutt’altro.
La seconda differenza sta nel ribaltamento delle parti fra personaggio e contesto: a parità di difetti e meschinità, se Don Zauker è un farabutto che prevarica sui poveri di spirito grazie alla sua tonaca-corazza; Ramiro è un coglione su cui prevaricano gli altri, dove per altri s’intendano sicari, sbirri e – non ultima – la sua fidanzata.
Ma la differenza più grande è sicuramente nelle realtà in cui i due si muovono. Don Zauker è una serie incentrata su un unico personaggio, che si sposta nella nostra realtà ma senza alcun comprimario (se escludiamo Papa Razzo 16). In Nirvana abbiamo voluto creare un contesto più corale, fatto di luoghi e personaggi che hanno quasi lo stesso peso del protagonista. Questo ci ha permesso di sperimentare maggiormente nelle relazioni fra i vari personaggi, nell’intreccio e soprattutto nel montaggio delle sequenze. 
Insomma, la prima è un one-man-show, la seconda no. Avremmo potuto dirla così e l’avremmo fatta meno pallosa, no?

Come è stato immaginato il personaggio di Ramiro Tango, anche in termini di influenze? E come mai in un'ambientazione marcatamente italiana avete scelto un protagonista che invece, almeno nel nome, richiama altri contesti?

Ci piacciono i personaggi ai margini e disprezziamo gli eroi belli e vincenti, per questo abbiamo pensato ad un gitano venuto da chissà dove, uno di cui non si sa niente, che potrebbe nascondere mille avventure nel proprio passato, abituato ad arrangiarsi anche perché da sempre discriminato in tutti i Paesi e sotto tutti i governi.
Ramiro è stato immaginato come un ciarlatano, un imbroglione senza rispetto per niente con una parlantina fulminante in ogni ruolo che si ostini a ricoprire ma alquanto improbabile a causa della sua cialtroneria. E gli eventuali debiti nei confronti di figure precedenti, boh, sinceramente non sappiamo. I lettori sapranno individuare sicuramente modelli di riferimento, a volte anche indovinandoci.

L'ispettore Buddha, tanto nell'aspetto quanto nel nome, è un chiaro richiamo a Bud Spencer: un omaggio fine a se stesso o c'è qualche ragione in più?

Pensavamo che, chiamandosi la serie Nirvana sarebbe stato divertente chiamare Buddha l’ispettore che si occupa, tra mille insidie, di condurre il protagonista verso la salvezza. Ma Buddha non ci stava tanto come nome per cui... Buddha... Buddha... ecco, poteva essere una variazione per cui l’ispettore, che doveva essere grande, grosso e manesco, poteva chiamarsi Bud!
E la scelta è ancora una volta dissacratoria. Ci ha sempre un po’ sgomentato la mania, per tante serie italiane, di dare il volto di un attore o attrice famosi al personaggio principale e spesso anche ai comprimari. In genere si tratta di divi di Hollywood belli, eleganti, trendy e affascinanti.
Ecco, per noi è Bud Spencer.
E’ ovviamente anche un omaggio a una figura che ha accompagnato l’infanzia della nostra generazione e per cui proviamo affetto sincero. Un omaggio che, contrariamente a ciò che accadrà in Italia, preferiamo fargli da vivo.

Nel numero 0 avete presentato i personaggi principali. Ce ne saranno altri? A chi vi ispirerete?

Oh, sì, tantissimi! In ogni numero ci saranno nuovi personaggi a giocarsi la scena con quelli principali e saranno tutti caratterizzati, sia graficamente che come personalità, in modo che ognuno possa brillare di luce propria e lasciare il suo segno nella miniserie. Ma non avranno i tratti di personaggi reali.

Don Zauker è il fumetto che vi ha consacrati (ahah, perdonate il gioco di parole), anche se il suo successo è arrivato lentamente. Di Nirvana si parla da mesi prima della sua uscita. Che effetto fa? E, nello specifico, quali sono le vostre aspettative?

Intendi una cosa tipo ansia da prestazione?
Sì, un pochino c’è, lo ammettiamo. Ma non per noi. Noi siamo stracontenti dell’occasione che ci è stata data e del lavoro svolto finora (e siamo lettori alquanto esigenti, sappiatelo) quindi, no, non ci sono problemi. Ci piacerebbe però che Nirvana avesse una buona risposta di pubblico principalmente per due motivi.
Il primo: per premiare il coraggio che ha avuto Panini (in particolare Sara MattioliMarco M. LupoiSimon Bisi) ad affidare la creazione di un’intera serie a dei cani sciolti come noi, senza porci nessun vincolo di sorta per quanto riguarda la parte creativa. Ché poi dovrebbe essere una cosa normale, no? 
Il secondo: per creare un precedente. Sia per gli editori che per gli autori. Perché altri editori possano trovare il coraggio di osare e dare la possibilità anche ad autori indipendenti, non esattamente in linea con la maggioranza, di poter proporre qualcosa di diverso.

Come è avvenuto il vostro approdo in Panini?

Come ci siamo incontrati, intendi?
Semplicemente cercando dei fumetti allo stand Panini al Napoli Comicon 2010 e ritrovandoci a parlare con Sara Mattioli, che avevamo conosciuto a Mantova Comics quando, nello stesso anno, vincemmo il Comicus Prize per Don Zauker. Era da tempo che seguivano e apprezzavano i nostri lavori, e così a Napoli ci hanno proposto di pensare ad un progetto totalmente nuovo per loro. Siamo andati un paio di volte a Modena per illustrare quello che avevamo in mente ed è stato un “buona la prima”.

La domanda sorge spontanea: quanto questo passaggio vi è costato in termini di libertà di linguaggio e argomenti?

Ci credereste se vi dicessimo che non ci è costato niente?
In verità con Panini c’era già una sorta di reciproco corteggiamento che andava avanti dal 2007: gli piaceva Don Zauker e si fecero avanti per pubblicarne storie nuove per loro. Sia chiaro, avremmo ucciso perché la cosa andasse in porto, ma la casa editrice imponeva alcuni limiti e paletti che secondo noi avrebbero snaturato il personaggio e il senso della serie. Quindi rifiutammo eroicamente, salvo poi andare poi a piangere in cima al Monte Nedo, sotto la tormenta di neve.
Ecco, forse è stato proprio questa nostra decisione a rendere tutto più facile. Loro ci hanno invitato a pensare a un progetto nuovo, noi lo abbiamo fatto chiedendo in cambio totale libertà espressiva, di contenuti e perfino di gestione della composizione interna di ogni albo. E il bello è che non abbiamo neanche dovuto insistere.
Vabbé, se non ci credete, leggete il secondo numero e ve ne renderete conto.
No, non tanto il primo, il secondo.

Quanto sarebbe stato diverso Nirvana se fosse approdata sul Vernacoliere o su un'autoproduzione?

Sarebbe stato uguale, salvo forse qualche espressione gergale in più, ma ne abbiamo usate anche per Nirvana. La cura e l’attenzione profuse nella creazione di questa miniserie sono le stesse che vi avremmo impiegato se lo avessimo autoprodotto.
Adesso sappiamo già che molti storceranno la bocca, dicendo che se lo avessimo fatto col Vernacoliere sarebbe stato più pesante e più cattivo.
No.
E non è una questione di libertà, è una questione di registri.
Nirvana è principalmente un fumetto e come tale lo abbiamo realizzato. L’aspetto satirico c’è ed è importante, ma non meno della trama, dei personaggi, delle gag fini a se stesse e di tutte le altre cose che troverete leggendolo.

Avete in mente un tipo di pubblico particolare, nel pensare e realizzare queste storie?

Sì: noi.
Noi solitamente scriviamo e realizziamo le storie e i fumetti che ci piacerebbe leggere e che sempre più raramente riusciamo a trovare.
Tutto qui. 
Siamo fumettisti per disperazione.

Infine la domanda che tutti vorrebbero farvi ma nessuno ha il coraggio di pronunciare: leggeremo mai un crossover con Don Zauker?

Intanto sulla copertina di Anteprima del mese di novembre ci saranno appunto Ramiro e Don Zauker in una sorta di passaggio di consegne, con benedizione, poi... boh? certo, sono due tipi di fumetto molto diversi, però una mezza idea per una comparsata di Don Zauker nel mondo di Nirvana c’è.
Ma se ne parlerà in eventuali future stagioni.

Lateral apre all'umorismo

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LateralurzLe novità lucchesi targate Lateral Publish non si fermeranno a quanto raccontatoci da Alessandro Vitti alcune settimane fa.

Da una nuova conversazione, è infatti emersa quella che sarà l'ultima novità che il giovane studio porterà alla fiera in quella che sarà, di fatto, il proprio battesimo del fuoco. Si tratta di una collana umoristica a cadenza semestrale che ospiterà URZ!, il personaggio creato dalla mente e dalla mano di Simone Paolonie che fino ad ora ha sempre vissuto in rete.

"Il personaggio - ha spiegato Vitti - è divertente, caratterizzato in maniera impressionante. A me ha sempre colpito". Una scelta che nasce ancora una volta da un gusto personale: "Tutto è successo al Pordenone Comics, a cui lui e Simone e Alessandro Micelli mi invitarono. In quell'occasione vidi Simone Paoloni disegnare urz e vidi il personaggio prender vita con semplicità e naturalezza. Mi sorprese il modo in cui gli veniva naturale disegnare questo personaggo... ogni illustrazione di URZ!, in azioni e contesti completamente diversi, nella sua testa era già finita e così lui la faceva... riusciva da un disegno all'altro a farlo vivere sempre a suo agio".

URZ! è il primo esperimento di pensiero laterale applicato al fumetto in cui la piccola etichetta ha deciso di lanciarsi; "Ci siamo immedesimati tantissimo nel personaggio fin dal disegno che Simone mi ha dedicato personalmente a Pordenone e che ha rappresentato l'idea dello Studio Lateral" (e che potete vedere qui a fianco).

Da lì è arrivata, così, la proposta di svilupparlo a livello editoriale, cosa che inizialmente si dovette scontrare con la sua difficoltà di pensarlo in modo narrativo. "Disse - spiega Vitti - che ogni volta pensava a URZ! come un'esperienza diversa, che ogni volta era un prodotto diverso in un contesto diverso". Uno status in linea con l'idea e la realtà di quello che Lateral vuole essere: la volontà di non legarsi ad una convenzione o ad un prodotto editoriale fisso; la volontà di offrire la possibilità a chi fa parte dello studio (e non) di realizzare ciò che è suo in maniera libera e serena. "Massimo investimento sulle idee e massima libertà di espressione all'autore" dichara Vitti.

L'approdo di Simone Paoloni e URZ! all'etichetta Lateral si fonde con questa sorta di manifesto non scritto, proprio per la possibilità che l'etichetta ha dato all'autore di sviluppare il proprio progetto nella massima libertà grafica, narrativa e tipografica. 
"Sarà una sorpresa anche per noi" dice entusiasta Alessandro Vitti parlando del volume di prossima pubblicazione a Lucca, e di cui non può dirci di più perché lui stesso è all'oscuro di quello che conterrà tra le sue pagine. "Abbiamo detto Simone di sentirsi libero, di proporre il prodotto che più riterrà opportuno, e sarà così anche per le prossime uscite".

URZ! è un personaggio "scapestrato e ignorante - spiega preso dall'entusiasmo per il nuovo arrivo - fa tutto in maniera incosciente" fulcro di situazioni assurde in cui non sa nemmeno cosa si troverà davanti, come reagirà; "se fosse in vita - conclude ridendo - sarebbe da pigliare a sberle".
Parlando di Simone Paoloni, invece, lo ha definito un autore dotato di grande bontà e bravura stilistica, elogiandone l'uso del colore, della linea e l'espressività, che a suo parere meritano di essere viste. Paoloni, ha poi spiegato, è attualmente al lavoro sulle pagine che comporranno il prossimo numero della collana.

Vitti ci ha poi tenuto a fare una puntualizzazione: "Ho parlato non di fumetto umoristico, ma di collana umoristica"; nessun formato fisso e nessun tipologia di linguaggio (fumetto, strip, illustrazione) fisso. Libertà totale all'autore, insomma.

Questo nuovo inizio, nelle parole dell'autore, vuole poi essere da esempio per chi vorrà proporre qualcosa all'etichetta. "A partire da Lucca vorremmo invitare chiunque vorrà proporsi a noi di considerarci come un'ulteriore realtà editoriale, perché Lateral Publish non è solo Lateral Studio ma è chiunque voglia proporre qualcosa".

Dai giorni immediatamente successivi a Lucca, infine, sarà online e attivo in tutto e per tutto il sito del Lateral Studio che, oltre a mostrare le varie creazioni dei suoi membri, darà cronaca puntuale degli eventi Lateral.

Millar, Gibbons e Secret Service

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Secret_Service_CoverRicordate quando lo scorso aprile vi abbiamo parlato dei progetti futuri di Mark Millar?

Nella britannica cornice del Kapow! Comic Con Millar aveva rilasciato qualche dichiarazione circa una storia realizzata assieme a Dave Gibbons, in uscita per la fine dell'anno. Ora quelle parole si sono concretizzate nel triplo teaser che introduce ai lettori la prossima pubblicazione di The Secret Service, serie targata Icon e legata al fantomatico Millarworld, la cui uscita è prevista per febbraio 2012.

Nessun altro dettaglio del progetto, salvo il coinvolgimento dello scrittore Matthew Vaughn segnalato da Bleedingcool (che potrebbe significare una duplice intenzione legata alla storia, una a fumetti e una in pellicola),  è stato reso noto da Millar. Da quanto compare su Comic Book Resources, l'identità segreta del villain di turno verrà nuovamente messo all'asta, ma per ulteriori dettagli bisognerà attendere novembre, con l'uscita del numero 12 di CLiNT, che riporterà un'anteprima della serie. Tutto quello che possiamo aggiungere, dunque, è il teaser pubblicato in esclusiva sul sito statunitense.

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