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Redazione Comicus

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Batman 12

Batman 12L'anticristo biblico calato in un ipotetico (?) futuro in cui Bruce Wayne è morto e il Cavaliere Oscuro è impersonato da suo figlio Damian, un gatto (rigorosamente) nero di nome Alfred, la malavita di Gotham assediata: Grant Morrison onora così il numero 666 della serie americana, e l'anniversario italiano dello spillato Planeta.

E poi ancora un misterioso assassino seriale che sembra intenzionato a decimare il Club degli Eroi, un gruppo di emuli del Cavaliere Oscuro risalente agli anni cinquanta che si trova ora pericolosamente riunito in una sperduta magione, con Batman ospite d'onore.

Senza stupire, Morrison richiama gli stilemi classici dell'horror e li inserisce con abilità in continuity, divertendo(si) senza rinunciare a essere sofisticato.

Dispiace che Andy Kubert se ne vada proprio ora che comincia ad assestarsi sui livelli che gli competono (ma forse non è un caso), mentre J. H. Williams III è raffinato e sperimentale come pochi.

Un anniversario impeccabile.



Luca Baboni

Shadowpact 1

Shadowpact 1Nata come preludio a Crisi Infinita, Il giorno della Vendetta è una miniserie di circa due anni fa che si lascia ricordare per la freschezza dei testi e per la grande simpatia dei protagonisti. È in quell’occasione che abbiamo preso contatto con i componenti dello Shadowpact, promiscuo gruppo di eroi che opera nella periferia magica della DC Comics.

L’esordio della serie che li vede titolari fatica, però, ad avere lo stesso impatto di quel felice debutto. Nonostante dietro le quinte vi siano ancora la mente e la penna di Bill Willingham, questo primo volume soffre l’assenza di una trama energica. Si parte bene, ma poi ci si perde in digressioni che danno l’idea che si sia finiti a parlare d’altro.

In Shadowpact 1, il lettore si deve accontentare delle bizzarrie immaginifiche che la natura dei personaggi e il pretesto della magia non possono fare a meno di creare. Una frivolezza che è forse una scelta di stile, amplificata dai disegni di Cory Walzer, Steve Scott, Tom Derenick, Shawn McManus e dello stesso Willingham, ma che per fortuna non sfocia mai nella banalità.


Simone Celli

The Exterminators: Vita da Scarafaggi

The Exterminators: Vita da ScarafaggiUn ex galeotto appena assunto come disinfestatore, alcune situazioni surreali e anomale, tanti, tanti scarafaggi: il menu di Exterminators sembra gustoso, almeno di primo acchito.

Il debuttante Simon Oliver riprende il tema dell'impetuosa rivolta della natura contro l'uomo, ma annacqua l'idea iniziale in una sceneggiatura eccessivamente lenta, verbosa, costruita su personaggi insipidi e banali anche quando vogliono essere eccentrici, e dialoghi troppo spesso anonimi.
Oliver paga la sua inesperienza in ambito fumettistico: la gestione delle ventiquattro tavole sembra spesso sofferta, e l'idea di base non aggiunge nulla a un tema che Alfred Hitchcock, ben prima di Oliver, aveva già sviscerato in modo più suggestivo e simbolico con il suo "Uccelli".

Tony Moore ricorda Romita Jr., e stupisce per spettacolarità e attenzione al dettaglio, anche se non eccelle nello storytelling.

Il giudizio finale su Exterminators risente delle aspettative mancate, di ciò che avrebbe potuto essere più che delle sue intrinseche debolezze.
Per ora, tanta noia.


Luca Baboni

Fantastici Quattro 283

Fantastici Quattro 283Non griderete certo al miracolo leggendo Fantastici Quattro 283, ma vi divertirete: l'albo non si gioca tanto sulla solidità delle trame o dei personaggi, quanto su un gradevole mix di nonsense, classicismo e gag surreali.

La trama imbastita da Dwayne McDuffie per la serie regolare del quartetto è semplice, lineare, banale se vogliamo, ma ha il grande merito di rispolverare con delicato entusiasmo quei classici stilemi che hanno fatto la fortuna del genere supereroistico: la Donna Invisibile in mano ai Terribili Quattro, una trappola mortale sulla navetta di Richards, un duello all'ultimo sangue tra due gruppi speculari.
È il medium che riscopre le sue vecchie ingenuità e le ricorda con nostalgia.

Reginald Hudlin trascura invece il plot per descrivere situazioni grottesche e surreali, in un mondo in cui i Marvel Zombies si sono mangiati pure Galactus e vogliono fare man bassa del quartetto.
She-Hulk di Dan Slott, poi, è sempre sopra le righe ma raffinata.

Aspettando Mark Millar e Brian Hitch, questa è la calma prima della tempesta.


Luca Baboni
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