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Redazione Comicus

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L'Éternel 1 - Le Saint

L'Éternel 1 - Le SaintThomas Landon è uno storico incaricato dal Vaticano di raccogliere prove della santità dei candidati alla canonizzazione, ma è anche coinvolto in una ricerca esoterica ostile alla Curia Romana su S. Scutaire, che si dice sia stato immortale. In effetti ci sarebbero tracce della sua esistenza dalla Roma pre-cristiana alla Francia dell’occupazione nazista. Lo studioso viene sottoposto a pressioni esterne anche perché le piste sono misteriose e contrastate per interessi di diversa origine.

Dietro una somiglianza con le tematiche del Codice Da Vinci e del Triangolo Segreto, Laurent Bidot costruisce una storia scorrevole che soddisfa appieno i palati più disparati: dall’appassionato di avventure esoteriche al fan del thriller classico. Molto bene la rappresentazione grafica e una colorazione appropriata per un unicum di qualità eccellente.

L’Éternel è un dittico che segue una serie dello stesso autore, Le Linceu. Il prossimo tomo (“Le Sang du Martyr”) concluderà un primo ciclo di avventure.


Giovanni La Mantia

L'Uomo Ragno 485

L'Uomo Ragno 485Nelle mani di J.M. Straczynski, il Ragno diventa finalmente nero.

Nel suo momento più buio, devastato da una saga inutile e insipida come "Back in Black" e appesantito da una quindicinalità che lo riempie necessariamente di scarti, L'Uomo Ragno risorge grazie al mestiere di un autore vero, che rende Peter Parker vivo anche nel suo momento più innaturale, vale a dire dark.
Straczynski è stato, a tutti gli effetti, un salvatore.
Il salvatore di un personaggio ormai logoro, che negli ultimi anni aveva poco da dire e che solo ora, con l'uscita italiana di One More Day, verrà – si spera – rivitalizzato.
E poco importa se il finale è un po' forzato o eccessivamente buonista, o se Ron Garney – che pure è ispirato, espressivo e leggibile come poche altre volte – adotta in certi casi delle soluzioni grafiche un po' azzardate.

Questo numero del Ragno spicca sopra le recenti e impalpabili uscite come un diamante in mezzo alla polvere: è semplicemente un numero curato, riuscito, prezioso.

Ora incrociamo le dita.


Luca Baboni

Thor e i Nuovi Vendicatori 110

Thor e i Nuovi Vendicatori 110Torna dopo anni il dio del tuono, ma senza tanto rumore. Un ritorno silenzioso ma significativo come solo J.M. Straczynski sarebbe stato in grado di fare. Miscelando elementi à la Neil Gaiman con una trama semplice e dialoghi sostanziosi, lo scrittore riporta in scena non solo Thor, ma anche la sua più famosa controparte umana. Alle matite, un gustosissimo Olivier Coipel. La storia ancora non entra nel vivo, ma, in attesa di Asgard, promette bene.

A promettere tanto è anche Brian Bendis con i suoi Nuovi Vendicatori, grazie a una storia in cui i misteri si infittiscono al punto che neanche il lettore sa proprio più di chi potersi fidare. E nonostante l’episodio sia di fatto un lungo dialogo, Leinil Yu contribuisce con tavole di grande efficacia al clima di sfiducia.

Chiudono l’albo il sempre intrigante Capitan America di Ed Brubaker e Steve Epting, e la frizzante Miss Marvel di Brian Reed e Aaron Lopresti, rovinata tuttavia dalla solita, insensata storia pubblicata a metà. Neanche il tempo di farci la bocca.



Valerio Coppola

Jon Rohner, marinaio

Jon Rohner, marinaioSpesso considerata un’opera minore dell’autore catalano, Jon Rohner è una godibile storia che riprende le tematiche avventurose di grandi scrittori quali Stevenson e London.

All’inizio il personaggio era Jann Polynesia, dove Alfonso Font adattava due racconti dei citati romanzieri. poi si cambiò nome e attitudine in quello che dà il titolo al volume che raccoglie la saga creata su richiesta dell’editore italiano del tempo. Si passa così da un character sopra le righe come Polynesia ad uno realista e serio qual è Rohner.
Una sorta di cronaca quotidiana dettagliata della vita nelle isole Samoa così come raccontata da Stevenson nei reportage che scriveva per il New York Sun.

Una critica sollevata al tempo della prima pubblicazione accusava Rohner di essere una copia di Corto Maltese, ma nella lettura ciò non risulta: è un “racconto dei mari del sud” correlato all’opera stevensoniana, e con le tematiche prattiane ha poco in comune.
Una lettura disimpegnata ben realizzata da un artista versatile.


Giovanni La Mantia
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