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Redazione Comicus

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Iron Man e i Potenti Vendicatori 10

Iron Man e i Potenti Vendicatori 10Numero tutto Iron Man per la seconda rivista vendicativa targata Marvel. A parte il riempitivo costituito dalla conclusione di Giant-Size Avengers, nelle avventure del direttore dello S.H.I.E.L.D. si conclude l’arco narrativo che ha visto tornare in scena il Mandarino.

Una conclusione che sancisce in maniera definitiva il successo dell’operazione avviata dagli scrittori Daniel e Charles Knauf, capaci di inscenare un thriller d’azione che miscela felicemente spy story e supereroismo classico, riuscendo ad integrare in modo organico elementi importanti della mitologia di Iron Man con il nuovo assetto post-Civil War. Un plauso anche a Roberto De La Torre, che senza strafare realizza tavole curate, solide ed efficaci.

Chiusi i conti con il Mandarino, il Vendicatore in armatura viene subito catapultato in una nuova vicenda dal sapore più personale, sceneggiata questa volta da uno Stuart Moore a suo agio con il tono impresso alla serie dai Knauf. Alle matite, di nuovo De La Torre e Carlo Pagulayan, non allo stesso livello ma comunque piacevole.


Valerio Coppola

Princess Resurrection

Princess ResurrectionHiro, classico protagonista sfigato da Shonen Manga, muore mentre va a trovare la sorella che lavora in una tetra villa. Un principessa in abiti gotici lo riporta in vita con il proprio sangue e da quel momento il ragazzo è obbligato a diventare suo servitore, trovandosi coinvolto, suo malgrado, in scontri con creature sovrannaturali dove il suo nuovo stato da "immortale" viene messo a dura prova da sanguinose ferite.

Questo primo volume del manga cerca di presentare i personaggi e la storia, ma lo fa in maniera confusa, scandita da un umorismo spesso poco brillante e dalla totale assenza di tensione narrativa..
I personaggi sono caratterizzati in maniera approssimativa e difficilmente escono dal cliché di cui si fanno portatori. I singoli episodi hanno una struttura debole, che stenta ad ingranare e poi si conclude frettolosamente.

I disegni sono grezzi e risultano deboli soprattutto nelle molte scene d'azione, che l'autore non riesce a rendere al meglio. Inoltre, escludendo la principessa protagonista, il character design degli altri personaggi è abbastanza scialbo e privo di personalità.

Un inizio abbastanza fiacco per un manga che potrebbe migliorare strada facendo.


Gianluca Reina

Aquaman - La Spada di Atlantide

Aquaman - La Spada di Atlantide La Spada di Atlantide è il nuovo corso della serie di Aquaman dopo gli eventi di Infinity Crisis.

Kurt Busiek firma i testi e fa esordire un nuovo eroe: l’omonimo Arthur Kerry, un ragazzo dotato di branchie che prende il posto dell’Aquaman originale, misteriosamente scomparso.

Dispiace dirlo, ma Busiek firma un lavoro non molto convincente, recuperando ed aggiornando le origini dell’Aquaman degli anni ’60 che Peter David aveva (piacevolmente) stravolto tempo fa. L’operazione è farraginosa e gratuita, con il cammino del neo-Aquaman per diventare un eroe che costituisce una run anonima e statica a livello di direzione e sviluppi narrativi. Ad una caratterizzazione approssimativa e poco simpatica del protagonista si accompagnano però delle buone reinterpretazioni di personaggi come Mera, Re Squalo ed il Pescatore.

I disegnatori Butch Guice e Ricardo Villagran costituiscono una piacevole sorpresa, con uno stile poco sensazionalistico, ma realistico e curato, soprattutto nei particolari delle ambientazioni marine.



Paolo Pugliese

Ultimates 38

Ultimates 38Al loro secondo episodio, gli Ultimates di Jeph Loeb si scontrano con la Confraternita dei Mutanti; e già viene da chiedersi dov'è finito il Loeb di una volta, quello capace di emozionare senza scene caciarone e spettacolarità fine a se stessa.

Questi Ultimates sono solo delle macchiette schizofreniche, dei folli strafatti di steroidi, vuoti, piatti e buoni solo a menare. Ormai l'essenza Ultimate che con tanta arguzia Mark Millar aveva infuso nella serie è tutta affidata a un politicamente scorretto che lascia il tempo che trova, mentre molti dei protagonisti perdono del tutto la bussola della loro unicità.

A completare il disastro ci pensa un Joe Madureira ipertrofico che come unica espressione sembra conoscere il nervoso andante. Del tutto persa la dimensione realistica e funzionale regalata da Bryan Hitch. E la diversità di stile non è un alibi.

Chiude l’albo l’Ultimate Human (l’incontro Hulk/Iron Man) di un Warren Ellis non particolarmente ispirato, coadiuvato dai disegni di un Cary Nord che ci ricorda cos’è la bravura.



Valerio Coppola
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