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Redazione Comicus

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Dark Reign – The Hood

Dark Reign – The HoodTorna il personaggio creato da Brian K. Vaughan e Kyle Hotz in una miniserie personale, questa volta in continuity con gli avvenimenti del Marvel Universe.
Cinque capitoli che vanno a toccare sia la vita privata di Parker Robbins che quella “pubblica” di Hood, costruendo un intreccio di situazioni che sembra porre un punto fermo su numerose questioni. Il rapporto con Dormammu, tra tutti, e quello con la famiglia, la moglie Sara e la figlia Breeanne; ancora, la necessità di rafforzare il comando sul il sindacato del crimine e sulla frangia contestatrice guidata dal Controllore, la relazione con la madre, il cugino e braccio destro John King, e la misteriosa Zanna Bianca.

Una storia che porta avanti il processo di scavo all’interno di un personaggio cardine della House of Ideas, ben calibrata tanto nei momenti di azione quanto in quelli “in borghese”, in quelli più cupi come in quelli (ben più rari) di gioia, grazie anche al buon lavoro svolto da Hotz alle matite.


Alfredo Goffredi

Pets

PetsPer qualcuno sono soltanto uno svago, un rimedio contro la solitudine. Ma per Alice gli animali sono molto di più. Amici di cui prendersi cura, ma anche piccoli eroi pelosi che desiderano il meglio per lei.

Prima teenager, poi una ragazza alle porte della vita adulta. In Pets, Lucia Biagi ripercorre l’adolescenza di Alice proponendo uno spaccato autentico dell’essere giovani. Tra i piccoli grandi problemi di tutti i giorni e le indecisioni di sempre, lei si sente soffocare. La vita diventa panico. Ma una squadra di criceti, un piccolo gruppo paramilitare che ricorda i pinguini di Madagascar, cercherà di indicarle la strada per dare una svolta alla sua vita.

Tra il reale e il surreale, Lucia Biagi racconta l’età acerba in modo acerbo. Parla di cose profonde in modo frivolo. Pets guadagna credibilità attraverso mille scene quotidiane, in un percorso lineare ma non troppo. Netto e senza fronzoli sia nel tratto che nel racconto. Concedendosi qualche ingenuità,  ma arrivando dritta al cuore dell’adolescenza.


Simone Celli

Raise the Dead 1

Raise the dead 1Una tavola calda cinta d’assedio da un’orda di zombie è l’inizio standardizzato di una storia che proseguirà inevitabilmente con lo scontro tra i superstiti e i morti viventi, la fuga e la resistenza, nel tentativo di scoprire cosa è successo e, se possibile, porvi fine.

Il tandem John Reppion/Leah Moore propone una storia di zombie “classica”, il cui limite è  forse proprio la grande passione di Reppion per gli zombie. Il canone viene infatti ricopiato senza alcuna aggiunta a quanto già raccontato dalla sterminata produzione fumettistica, cinematografica, letteraria e videoludica sul tema. Azione pura e piattezza dei personaggi, stereotipati e minimamente tratteggiati da deboli flashback.
I disegni di Hugo Petrus, tutto sommato discreti, vengono appiattiti e resi statici da una colorazione digitale mediocre.
L’unica cosa meritevole dell’albo è la copertina di Arthur Suydam, che tuttavia non vale il prezzo del volume.

Nell’ottica della collana Z, Raise the dead sembra fuori posto, tra un Walking dead che spadroneggia e altri lavori “minori” ma di gran lunga più interessanti (si pensi a un Fragile o a un ancora inedito ma annunciato Gli zombie che divorarono il mondo).


Alfredo Goffredi

Labyrinth

LabyrinthIn un futuro prossimo in cui il Giappone è stata devastato da un evento catastrofico, Tokyo è diventata una cittadina in preda al degrado piombata in una sorta di post-apocalisse vittoriana. In questo originale paesaggio il giovane Mayuki Hyuga si impegna a risolvere, grazie al suo intuito, casi di omicidio che vengono catalogati come paranormali a causa delle circostanze impossibili nelle quali vengono uccise le vittime.

Un manga che ha per protagonista un bambino dalle spiccate doti deduttive non può non far pensare al più celebre Detective Conan; nel fumetto in esame però il processo di risoluzione dei casi è meno strutturato, limitandosi all'intuizione di una situazione bizzarra invece che dover ricostruire un delitto sulla base di indizi e interrogatori. Il protagonista e i suoi collaboratori risultano simpatici nonostante una caratterizzazione abbastanza superficiale, mentre la particolare ambientazione appare come un'idea ispirata ma non sfruttata al meglio.


Carlo Alberto "Deboroh" Montori
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