Sergio Stivaletti, “mago” degli effetti speciali cinematografici e regista di pellicole di tema orrorifico, approda al fumetto con questa serie scritta insieme a Luca Cerretti, collaboratore della rivista Horror Show diretta dallo stesso Dario Gulli che coordina le testate dell’editoriale perugina.

In questo primo albo vengono presentati quelli che appaiono come i character principali di Factor-V: il tormentato ricercatore universitario Sebastian, l’umorale studentessa Violaine, il misterioso Newton e il “prete ammazza vampiri”. Un po’ tortuose le interazioni per una sceneggiatura poco fluida e senza intuizioni di rilievo.
Lo scenario dell’azione è la cittadina di Red Mountain, poco originale come pure l’intreccio, che paga dazio al proliferare di storie sul tema vampiresco.

Le matite di Daniele Statella sono oneste e funzionali, mentre il ripasso a china di Matteo Bussola denota diverse pecche stilistiche virando l’insieme sulla mediocrità.
Un numero ancora acerbo dove vengono gettati i semi di una storia forse ancora da assestare.

Un manga di Mitsuru Adachi non a sfondo scolastico e sportivo?
Questo è il primo pensiero che attraversa la mente sfogliando Arcobaleno di Spezie, ultima opera del famoso autore a uscire in Italia per la Flashbook.

Protagonisti sono sette fratelli orfani di madre ma figli dello stesso, misterioso, padre che vivono in una Terra alternativa simile alla nostra, in un futuro imprecisato ma stranamente somigliante al periodo Edo Giapponese.
 
Se all’inizio si può rimanere spiazzati dall’ambientazione diversa, dopo poche pagine si riscoprono i tratti caratteristici dell’autore: dallo stile di disegno, alla maniera di raccontare utilizzando i silenzi carichi di pathos.
In questo primo volume facciamo la conoscenza dei personaggi principali, e iniziamo a prendere familiarità con quella che si annuncia essere l’opera più divertente e fantasiosa del maestro giapponese.

La confezione del volume e l’adattamento italiano sono ottimi. Unica pecca, il lato redazionale e di approfondimento, solitamente punto di forza della Flashbook, ma che qui pesa per la sua assenza.

Fig è una giovane architetto che, inseguita da due misteriose figure sovrannaturali, varca la porta di un bar ritrovandosi in una magione chiamata La Casa del Mistero: un luogo al di fuori del tempo e crocevia di numerose realtà alternative che, dotata di propria volontà, è in grado di modificare i suoi spazi, ospitando una locanda frequentata da personaggi bizzarri che a turno raccontano una storia.

Ispirandosi al Sandman di Neil Gaiman, gli autori Matthew Sturges e Bill Willingham, coadiuvati dai disegni taglienti e dettagliati di Luca Rossi, rilanciano una vecchia serie antologica della DC attraverso una trama lineare, impostata su toni narrativi leggeri ed arricchita dalla presenza di brevi racconti spazianti tra l’horror, il noir ed il fantasy.

Fig, il barista Henry, l’acida Cressida, il Poeta e la donna corsaro Ann (i quali, a differenza degli avventori del bar, non possono lasciare la casa), sono personaggi caratterizzati in maniera attenta e non scontata, le cui interrelazioni fanno da leit-motiv alla serie, intrigante anche per vari misteri da approfondire (il rapporto tra Fig e la casa, il mondo che c’è fuori da essa e l’arcana figura del vetturino).

Nel lontano 1988, durante il ciclo “Morte & Distruzione” di Chris Claremont, gli X-Men si finsero morti lasciando indietro i compagni Nightcrawler, Kitty Pryde e Rachel Summers. I tre decisero di perseguire il sogno di Xavier fondando insieme a Capitan Bretagna e la fidanzata mutaforma Meggan il gruppo inglese Excalibur.

Questa serie spin-off è uno dei migliori comics di sempre della Marvel, con Claremont che compie un esercizio stilistico raffinatissimo, coniugando tematiche supereroistiche, fantasy ed umoristiche. Kitty e Nightcrawler sono i personaggi centrali della serie, venendo definiti in maniera molto più approfondita rispetto al passato, accanto ad altre caratterizzazioni indovinate come quelle del sardonico draghetto Lookheed o la candida Meggan o gli spassosi (e letali) Warwolves.

Esplode anche l’estro di Alan Davis, autore di tavole di grande eleganza, con figure morbide ed ambientazioni curatissime nei dettagli.
Discreta quanto asciutta l’edizione della ristampa, con il one shot pilota e i primi 5 numeri della serie, gallery delle copertine, biografie ed un’introduzione di Massimiliano Brighel.