È arrivato il momento dell’addio: con questo numero si chiude la serie regolare della saga western a tinte fosche ideata da Gianfranco Manfredi e realizzata graficamente da uno stuolo di artisti cristallini di respiro internazionale, in attesa dell’annunciato numero speciale che sarà pubblicato a novembre.

Ned Ellis, ex soldato dell’esercito americano e sciamano Lakota col dono delle visioni spirituali, appende idealmente le armi al chiodo al termine di un albo intenso e assai movimentato dove non fanno difetto colpi di scena, ma dal finale forse accelerato e lievemente sotto le aspettative, secondo chi scrive.
Sfilano i personaggi cardine della serie, in particolare del percorso terminale (Victorio, Henry Task, Julio de Santa Ana, Poe, Hogan, Cavallo Zoppo, Estrella), in un turbinio di situazioni controverse ma risolte grazie alla forza della mente e dello spirito del character titolare.

Tredici anni di storia editoriale, trame avvincenti – sovente intersecate con la storia reale dell’Ottocento nordamericano – tavole illustrate in maniera impeccabile e avvincente.

Magico Vento ci mancherà e il ricordo della collana a lui dedicata sarà sempre indulgente per la qualità espressa.

Con il primo di due volumetti, torna a portar scompiglio Pollon, la figlia dell’Olimpo e della parodia.
La piccola peste è protagonista di una dozzina di episodi autoconclusivi (più qualche extra), che riprendono in tono umoristico e caricaturale vari miti greci.

La percezione del risultato può variare con i punti di vista. I lettori cresciuti con l’anime e spinti dall’effetto nostalgia possono vivere il piacere di rincontrare personaggi conosciuti e amati; tuttavia, mentre a livello di contenuti queste storie sono pressoché identiche al cartone animato, la forma del fumetto fa perdere qualcosa che l’animazione portava in termini di divertimento.

Chi invece non potesse o non volesse fare confronti, troverà delle simpatiche storielle umoristiche con annessa morale finale, di lettura veloce e raffigurazione stilizzata e dinamica. Hideo Azuma non si preoccupa certo della fedeltà al mito originale, innestando anzi a piene mani elementi del tutto decontestualizzati, che però, dato il tono parodistico, non stonano.

Ultimo appuntamento con la lista dei buoni propositi di Norman Osborn, riarrangiata da Panini per evitare anticipazioni ai suoi lettori.

L’episodio dei Vendicatori è interamente dedicato a Clint Barton, desideroso di porre fine in modo drastico e definitivo ai piani di Osborn. Brian Bendis si interroga sull’etica dell’eroe e sui suoi limiti e sulle sue intenzioni. Una storia ben costruita, la cui risoluzione risulta tuttavia troppo frettolosa e casuale; forse a Bendis sarebbe servita qualche pagina di più. Marko Djurdjevic, dal canto suo, fa un buon lavoro, adatto ai toni cupi e occultati.

Segue una storia incentrata su Nick Fury. Proprio come Barton è Fury a cercare Osborn, per una “questione di sicurezza nazionale”. Jonathan Hickman e Ed McGuinness costruiscono un racconto di alto livello, sia per trama e dialoghi che per sviluppo visivo. Tavole ritmate da azioni concitate, dettagli e sequenze quasi congelate danno vita ad una storia di spionaggio vecchio stile e decisamente piacevole.