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Daniele Croci

Daniele Croci

Arriva il Fury di Steranko

  • Pubblicato in News

5166221_1I fan che l'hanno richiesto a gran voce per anni possono stare tranquilli: il famigerato omnibus sul Nick Fury di Jim Steranko uscirà a settembre.

Questo è infatti quello che il direttore editoriale Panini Comics/Marvel Italia Marco M. Lupoi ha pubblicato qualche giorno fa sulla propria pagina Twitter. Come potete vedere poco è stato rivelato, ma l'annuncio dell'alta foliazione (800 pagine) lascia presagire che si tratterà di una ristampa integrale dei tre masterworks americani, cioè delle storie che Steranko realizzò alla fine degli anni 60 prima con Jack Kirby, Stan Lee e Roy Thomas e poi da solo su Strage Tales e su Nick Fury: Agent of S.H.I.E.L.D.: storie che sono una pietra miliare del fumetto mondiale, e che faranno sicuramente gola agli appassionati.

Restate sintonizzati per conoscere i dettagli che verranno rivelati nel prossimo periodo.

Chaos Head - Blue Complex 1-2

Il manga Chaos Head – Blue Complex, scritto e disegnato dall'autrice Nagako Sakaki e originariamente pubblicato su Monthly Comic Alive nel 2008, è parte di un franchise che, similmente a quanto accaduto anni fa con Ghost in the Shell o .hack, si articola su diversi media; nella fattispecie, si compone di un videogioco del genere visual novel (PC e X360), una serie anime e tre diverse serie manga: di tutto ciò Blue Complex è, per ora, l'unico prodotto uscito nel nostro paese.

La vicenda si esaurisce in solo due numeri, e si articola intorno una coppia di ragazze, liceali di Shibuya (Tokio) dotate di particolari superpoteri (tra cui evocare dal nulla una grossa spada), e la loro battaglia con una misteriosa “organizzazione” intrinsecamente malvagia; sullo sfondo, un'altrettanto misteriosa serie di efferati omicidi che sconvolgono la città.

I pochi capitoli che compongono la serie mettono molta carne sul fuoco: il lettore è investito da una grande quantità di termini, situazioni e personaggi e finisce per sentirsi alquanto estraniato. È pertanto evidente che, seguendo le intenzioni degli autori, la trama debba essere seguita sui diversi media per essere compresa nella sua interezza: nel secondo volume i curatori dell'edizione italiana sono stati costretti a consistenti note esplicative per spiegare i riferimenti al videogioco, inedito in Italia. Tornando alla vicenda del manga, nonostante non sia assente una buona dose di mistero e di combattimenti che potrebbero spingere il lettore a proseguire la lettura, la sensazione di già visto e di già sperimentato è molto forte: si sentono riecheggiare altri manga di successo (Sailor Moon?Claymore?) e anche il character design non brilla affatto per originalità. Peggio di tutto è la caratterizzazione psicologica dei personaggi, stereotipati oltre quanto dovrebbe essere normalmente consentito dai canoni shonen manga: anche il timido tentativo di riflessione sul concetto di bene e male, presente verso la fine, non arricchisce minimamente l'esperienza.

Il comparto grafico, per quanto non sgradevole in termini assoluti, rimane piuttosto ordinario e privo di soluzioni particolarmente originali, con tutti i consolidati canoni estetici dello shonen di combattimento con personaggi di genere femminile.

Per quanto riguarda l'adattamento, ci troviamo di fronte a un'onesta versione da 5,90€ con sovracoperta, con le onomatopee tradotte e nessuna pagina a colori. Allo stesso prezzo, la GP Publishing pubblica I Am a Hero che è dotato di un formato più grande e pagine colorate.
In conclusione, Chaos Head
– Blue Complex è consigliato a chi vuole leggere shonen “gastronomico” senza alcuna pretesa ma, tutto sommato, vagamente godibile, oppure a chi è ha avuto la possibilità di seguire il franchise su gli altri media tramite l'import; chi cerca emozioni nuove (o anche solo “emozioni”) farà meglio a rivolgersi altrove.

Lost Seven 1-2

Lost Seven è un manga in 4 volumi del 2008 che ha ottenuto un discreto successo di pubblico e critica in Giappone e in Corea, i paesi da dove provengono i due autori: i disegni sono infatti del coreano Ko Yasung, già noto per il manwa Redrum 327, mentre i testi sono a opera di Kazuji Nakashima, già sceneggiatore di una delle serie animate nipponiche di maggior successo degli ultimi anni, "Sfondamento dei Cieli Gurren Lagann".

La trama e le ambientazioni di Lost Seven rientrano negli stilemi del fantasy medievale, seppur con qualche elemento caratterizzante che vedremo fra poco. Nelle primissime battute la vicenda sembra caratterizzarsi come una versione moderna della fiaba di "Biancaneve e i Sette Nani", anche se un repentino salto temporale fa prendere agli eventi una piega inaspettata già dal secondo capitolo.
La sceneggiatura dei primi due numeri procede senza scossoni negli affermati binari dello shonen di combattimento; una lettura piuttosto piacevole che però soffre l'assenza di un valido motore della narrazione: in altre parole, le motivazioni che spingono i protagonisti all'azione sono un po' deboli e, per ora, poco approfondite. I “sette” del titolo risentono anche di una caratterizzazione psicologica poco delineata e vengono diversificati quasi unicamente per l'abbigliamento o l'arma portata; anche il character design, in alcuni casi, avrebbe giovato di scelte un po' meno canoniche. La parte più apprezzabile dell'intero manga è l'ambientazione che è realizzata tramite un pregevole pastiche grafico e letterario in cui si mischiano, come già accennato, suggestioni tipiche del fantasy medievale, della fiaba europea (si riconosce anche "La Bella Addormentata nel Bosco"), delle storie di samurai e, nel secondo volume, persino dello steampunk.

Il disegnatore svolge il proprio compito senza particolari esagerazioni ne sperimentazioni ma mantenendosi, comunque, su una resa decisamente buona soprattutto se rapportata con i canoni dello shonen manga. Si segnala solo qualche tavolarealizzata troppo velocemente e qualche combattimento un po' troppo confusionario dal punto di vista visivo e in cui l'estrema dinamicità degli scontri risulta un po' controproducente.

In definitiva Lost Seven è una lettura onesta e piacevole, complice anche il fatto che riesce a non prendersi troppo sul serio e a smorzare i toni con qualche gag efficace. Un manga che piacerà sicuramente agli amanti del fantasy e del fiabesco.

Comics Factory 12 - Zombie

Il dodicesimo numero di Comics Factory è, come si nota dal titolo, interamente dedicato ai non morti, agli zombie, ai morti viventi che, anche grazie alla serie The Walking Dead sono tornati decisamente alla ribalta nel fumetto-mondo degli ultimi anni. Comics Factory è la rivista\fanzine autoprodotta e trimestrale del gruppo Cyrano Comics, associazione culturale veronese attiva dal 2008, che oltre a CF ha pubblicato anche altri lavori monografici, come Ars Regia o Noêin.

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Come per gli altri numeri, Comics Factory Zombie presenta una nutrita selezione di storie a fumetti inedite di autori emergenti, corredate da varie rubriche come approfondimenti, due racconti in prosa e persino un'intervista al disegnatore di Marvel Zombies Andrea Mutti. Data l'estrema eterogeneità delle brevi storie a fumetti, vediamole una per una:

2 Tragici Destini (b/n), scritta e disegnata da Enrico Bante: storia molto divertente realizzata con un efficace stile caricaturale
La Peggior Puntata
(toni di grigio), scritta da Elia Raffaella Di Liso e disegnata da Sara Caloi è un'interessante e divertente esperimento metanarrativo.
L'Oro di Drake
(b/n), scritta da Sergio Lingeri e disegnata da Elena Corsi è una storia di quattro pagine a tema piratesco che lasciano decisamente poco.
Dark Room
(b/n), di Andrea Sbrogiò è gustosa storia sull'imprenditoria non-morta.
Lux Æterna (toni di grigio), di Nachtblummer e Tristam Strauss: racconto poco ispirato disegnato in stile manga.
Deathdog
(grigio), di Nachtblummer, Sanzio Helleborus e Diego Mazzo, decisamente incompleta dal punto di vista grafico
Tristan Blake – Lo Spirito del Santo (b/n) scritta da Enrico Nebbioso e disegnata da Nicola Bernardelli, è la storia più lunga del volume ma è decisamente confusa sia dal punto di vista dei disegni sia dal punto di vista della sceneggiatura.
La Partenza
(b/n), sempre di Nicola Bernardelli, quattro tavole e una buona idea.
Infine Il Bel Calcio del Tempo che Fu (grigio), di Enrico Martini e Tommaso Tenca è un'altra buona idea, ma realizzata in modo piuttosto approssimativo.

In definitiva, Comics Factory, anche nell'inedita veste zombie, rappresenta un'opportunità per autori “underground” o comunque emergenti di avere una certa visibilità a livello nazionale, e dimostra, inoltre, che quella dell'autoproduzione è una strada percorribile. Anche se il livello non è ancora altissimo, ci sono degli spunti decisamente interessanti che lasciano ben sperare per il futuro di questi giovani artisti.

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