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Daniele Croci

Daniele Croci

È morto Franco Urru

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franco-urru-anteprima-420x615-820240Una notizia triste per il mondo del fumetto italiano, un'altra in questo anno funestato da numerosi lutti. Dopo una breve malattia si è spento il disegnatore italiano Franco Urru, poco noto in patria e conosciuto per lo più negli States per il suo lavoro alla casa editrice IDW.

A darne la notizia è proprio l'editor in chief della IDW, Chris Ryall, che con un commosso tweet l'ha definito una "persona meravigliosa" e un "caro amico". Urru aveva lavorato principalmente sulle serie a fumetti legate all'universo narrativo del telefilm Buffy, come Spike: Asylum e Angel: After the Fall, edite in italia da Italycomics.

Non ci resta che rivolgere le nostre più sentite condoglianze alla famiglia del fumettista.

La mia vita è assolutamente affascinante

Dopo la ricezione positiva della raccolta di strisce Joséphine e del successivo Un amore di cadavere (edito però da Rizzoli/Lizard) la casa editrice Hop ritorna a proporre l’autrice francese Pénélope Bagieu e il suo La mia vita è assolutamente affascinante. Non si tratta tuttavia di un vero e proprio ritorno: il volume, pubblicato in Francia nel 2008, è in realtà l’opera di debutto della giovane autrice parigina e rappresenta una selezione delle migliori vignette realizzate per il suo blog Pénélope Joliceur, un successo che conta più di 30.000 visite al giorno.

Lo stile e le tematiche anticipano fortemente quello che l’autrice realizzerà con la strip Joséphine, uno spaccato ironico e caricaturale di una trentenne francese in un contesto lavorativo competitivo e nelle piccole difficoltà della vita quotidiana. Ponendo se stessa come protagonista, ritrae “les petits riens” di una ragazza di città che si destreggia fra affetti, shopping e lavoro. Come accennato, neLa mia vita è assolutamente affascinante l’autrice utilizza la forma vignetta, accompagnando a un disegno un piccolo dialogo o una didascalia di commento. Sì può dire subito che il risultato finale è meno riuscito delle strip apparse in Joséphine, dove una serie di vignette indirizzava maggiormente il lettore alla battuta finale. I contenuti inoltre sono segnati da una certa ripetitività di fondo e ripropongono più o meno le stesse tematiche: le gioie dello shopping, la noia del lavoro e della gestione della casa (pulizie in primis), la (mancanza di) autostima. Un ritratto volutamente superficiale e monodimensionale (che non tutti/e potrebbero apprezzare) di una giovane donna di oggi la cui esistenza sembra davvero ruotare intorno a un modello di borsa o all’abbronzatura, neanche fosse stato scritto da un uomo che ha calcato la mano con gli stereotipi.

A parte queste considerazioni, bisogna ammettere che stile di disegno simpatico, caricaturale e colorato (anche se meno colorato di Joséphine) insieme con qualche battuta veramente azzeccata rende questo volume una lettura tutto sommato piacevole, magari più adatta alle pagine di un blog che a un libro di 100 pagine, ma pur sempre piacevole e capace di strappare qualche sorriso.

Un polpo alla gola

Chi ha seguito un po' il fumettomondo italiano nell'ultimo anno è impossibile che non abbia mai sentito parlare di Michele Rech, in arte Zerocalcare. Romano, classe 1983, con un passato – e un presente – da fumettista underground, legato anche all'ambiente punk capitolino e a quello dei centri sociali, ha iniziato a farsi conoscere collaborando con la rivista Internazionale e con il Canemucco di Makkox; è proprio sotto l'ala di quest'ultimo che realizza il suo primo albo a fumetti, prima autoprodotto e poi ristampato – a colori – da Bao Publishing, La Profezia dell'Armadillo: è subito successo, grazie anche al seguitissimo blog www.zerocalcare.it. Lo stile ironico, caricaturale, fortemente citazionista e altrettanto autoreferenziale fanno sì che intorno al giovane Michele si sia creato un movimento di adepti votati al culto di Zerocalcare e delle sue avventure fumettistiche che, ricordiamolo per i due o tre che ancora non lo conoscono, hanno per protagonista proprio lo stesso autore e la sua visione del mondo fortemente mediata dal suo vissuto e dall'adolescenza tipicamente nerd.

Un Polpo alla Gola è il suo secondo volume a fumetti, pubblicato questa volta direttamente da Bao con due diverse edizioni variant. A differenza dei suoi lavori precedenti si tratta, però, di una storia unica di quasi duecento pagine, e cioè quello che viene normalmente definito un graphic novel. Il racconto inizia con uno spunto autobiografico risalente all'infanzia dell'autore, similmente a quanto accade con le storie brevi; tuttavia da tale spunto reale si dipana una storia di fiction sempre mantenendo il personaggio Zerocalcare come protagonista.

L'autore è riuscito a mantenere una certa linea di continuità con lo stile e le tematiche dei lavori più brevi che lo hanno fatto conoscere al pubblico, riuscendo nel difficile intento di adattarli a una narrazione dal respiro decisamente più ampio e che attinge a piene mani dalla crime story e dal racconto di formazione alla "Stand By Me". In altre parole, anche se non mancano comicità, gag e citazionismo pop (mai slegato dal contesto, e spesso coerente con quanto visto visto nel blog, vedi la madre/Lady Cocca), tali elementi vengono fusi con maestria a una struttura più forte, più studiata nel ritmo e capace di contenere anche momenti più seriosi. La prosa e la narrazione di Zerocalcare è, come sempre, fresca e scorrevole, anche se può lasciare spiazzati vedere bambini e ragazzi parlare con un lessico a volte eccessivamente forbito e ricercato, ancor più se mischiato a una giusta e doverosa dose di volgarità.
Il tratto è quello a cui siamo stati abituati, fortemente caricaturale e capace di tradurre appieno le suggestioni dell'autore e i deliri citazionistici della sceneggiatura, anche se si notano delle scelte compositive più adatte a lavori lunghi e articolati che a storie di pochissime vignette.

In conclusione, Un Polpo alla Gola è la conferma definitiva per uno degli autori più caldi di questi ultimi tempi, che ha anche dimostrato di sapere tessere con eleganza una storia più ambiziosa senza snaturarsi e perdere i tratti che lo hanno fatto amare al grande pubblico. Chi ha voglia di leggere qualcosa di leggero e divertente troverà sicuramente pane per i propri denti, in particolar modo se ha vissuto a cavallo tra gli anni '80 e i primi '90.
Dopo la lettura rimane, però, da chiedersi se l'autore, nei prossimi lavori, sarà capace di slegarsi dal binario della citazione e dall'autobiografismo, che costituisce ancora lo spunto necessario per le sue storie.

Lucca '12: Hazard Edizioni

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bann_fbVenerdì 2 novembre nella Sala Fanucchi della Camera di Commercio di Lucca si è tenuto l'incontro con il pubblico della casa editrice milanese Hazard Edizioni. Alla conferenza erano presenti il fondatore Gianni Miriantini nonché gli autori Paolo Cossi e Nazareno Giusti, i quali hanno presentato le loro ultime fatiche pubblicate da Hazard.

Paolo Cossi ha parlato della propria serie di volumi biografici dedicati a Hugo Pratt Un Gentiluomo di Fortuna, di cui recentemente è uscito il terzo volume A Passo di Tango, dopo Venexia (2011) e Visioni Africane (2009). Secondo le parole dell'autore, questa biografia di Pratt si pone il proposito di mischiare l'uomo con il personaggio, la vita reale con la fantasia, per fondere il vissuto con le suggestioni esotiche dei suoi fumetti. All'interno dei tre volumi la crescita e il cambiamento di Pratt sono accompagnati da un cambiamento nel segno e nell'uso del colore, che passa dall'ocra del deserto al rosso dell'Argentina.

Il giovanissimo Nazareno Giusti (classe 1989) ha parlato invece della sua opera in due volumi Non muoio neanche se mi ammazzano, una biografia a fumetti dello scrittore Giovannino Guareschi, noto ai più per aver scritto dal 1948 in poi i romanzi di Don Camillo e Peppone, poi adattati in una serie di film di successo. Nazareno Giusti - che, ci tiene a sottolineare, non fa il fumettista di professione - ha parlato della sua opera come una biografia non didascalica o enciclopedica, ma che procede per flash e racconta solo ciò che merita di essere raccontato. I romanzi di Don Camillo non sono affatto il tema centrale dell'opera, che si concentra infatti sull'uomo Guareschi e sulle contraddizioni che hanno caratterizzato la sua vita, tra cui l'esperienza della prigionia e il processo di diffamazione contro Alcide de Gasperi.

Dal 1° novembre le tavole originali di Cossi e Giusti sono in mostra al Museo del Fumetto di Lucca.

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