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Quebrada vol. 1 - La città delle maschere
- Pubblicato in Recensioni
Tutti noi indossiamo delle maschere. Sul posto di lavoro, nella vita di tutti i giorni, con gli sconosciuti, ma spesso anche in famiglia o con gli amici. È fisiologico cercare di apparire in un modo che non rispecchia quasi mai quello che in verità proviamo, quello che in verità siamo. Si cerca sempre di essere piuttosto ciò che si vorrebbe essere, ciò che si spera di essere o semplicemente ciò che crediamo sia meglio essere. Ma questo processo vizioso e inevitabile, connaturato in noi, è pericoloso, perché rischia di portare alla totale perdita di identità quando, rimossa anche l’ultima maschera, sotto non resta più niente. Lo scriveva Luigi Pirandello formulando la sua Teoria delle Maschere e la sua concezione di perdita dell’individualità. Ed è un po' da qui che parte in sintesi uno dei concetti fondanti di Quebrada vol. 1 - La città delle maschere, volume edito da Radium, il nuovo editore i cui progetti sono stati finanziati tramite crowdfunding, che ha trovato un distributore/partner in Saldapress. In questo volume però, viene raccolta una storia che in realtà risale agli anni '90, molto prima della nascita di Radium, ma è il titolo che fa da prequel ad uno dei progetti nati da poco, Quebrada – Seconda Caduta, di cui a breve sarà disponibile il primo capitolo per chi ha finanziato il progetto. Per questa nuova edizione è stato anche realizzata una bella storia inedita dal titolo La notte in cui tutto ebbe inizio, tra i capitoli più belli del volume assieme al ciclo di Pasión.
Quebrada quindi non è solo un normale fumetto action. È una storia di wrestling messicano e lotta per il potere solo se ci si ferma alla atmosfera prima che si respira, ma quello che emerge è anche una storia di affermazione d’identità, una lotta per imporre sé stessi in un mondo pittoresco, carnevalesco ad una prima occhiata, ma che rappresenta tutto per coloro che lo animano. Si parte dalla Lucha libre, la disciplina messicana che nella città di Quebrada è una vera e propria istituzione: è la società intera che gira attorno a questo sport, non viceversa, e per chi ne fa parte, per i luchador, è una religione, è l’essenza della vita stessa, e le maschere che indossano li definiscono, danno un’individualità unica, danno loro forza e fama, ma al contempo richiedendo totale devozione, imprigionando l’uomo che vi è dietro e annullandone l’esistenza, lasciando spazio sempre e solo alla máscara, dentro e fuori dal ring.
E quindi troviamo personaggi molto vari che si relazionano con questo punto fisso in maniera molto diversa: troviamo chi cambia per sempre dopo averla indossata, chi rinnega una maschera ereditaria per scegliere la propria via, chi ci trova conforto e chi disperazione, chi la usa in modo scorretto e chi è stanco di una vita passata dietro ad essa, qualcuno che vorrebbe finalmente liberarsi da tale peso.
In pochi sanno però che gli scontri che si vedono nelle arene, a cui il pubblico assiste in visibilio, sono in realtà una resa dei conti tra i principali Clan malavitosi che dominano la città, sempre in lotta tra loro e disposti a tutto pur di imporre il loro predominio. Eppure le cose stanno per cambiare a Quebrada perché la dominazione di Rey Negro sta venendo meno, messa in discussione dalle nuove leve, in particolare da Ultra Sombra, un malvagio lottatore senza scrupoli che mira al controllo dei traffici cittadini. Ma un altro personaggio cercherà di opporvisi, La Cruz, lottatore tornato in circolazione dopo un complotto ordito ai suoi danni per farlo allontanare dalle scene in quanto presenza scomoda, votato alla vendetta contro chi gli ha messo i bastoni tra le ruote. Con alleanze precarie e pericolose, la sorte di questo scontro è tutto fuorché stabilita.
Matteo Casali, ideatore della serie, opta per una narrazione molto varia, segmentata in capitoli che ci presentano in maniera abbastanza approfondita, ma lasciando sempre un alone di mistero, le figure principali di questa recita, dedicando un capitolo a ciascuna. In ognuno di essi, lo scrittore si approccia al personaggio in maniera differente: in alcuni fa parlare di più le immagini (fino all’esasperazione di Silencio in cui non c’è testo, lasciando a Mirko Grisendi l’arduo lavoro), in altri utilizza una voce narrante che si rivolge direttamente al personaggio, in altri ancora a farla da padrone sono i dialoghi tra i comprimari stessi che permettono di comprendere meglio le relazioni tra di essi e le loro personalità. Infine realizza alcuni capitoli in cui tutte le storie si mescolano in vista del grande match finale. Nella parte finale del volume invece troviamo, oltre al 13° che è una sorta di epilogo, anche una serie di capitoli in bianco e nero, con solo una punta di rosso, dedicati al personaggio di Pasión, un’incantevole luchadora sensuale e combattiva, figlia di Rey Negro ma vissuta sempre lontana dal suo genitore biologico.
Passando al lato artistico, la moltitudine di artisti che hanno lavorato a queste storie e la loro bravura, rendono sicuramente unica quest’opera. Dal tratto marcato e spesso di Andrea Accardi all’eccezionale sinergia tra le matite di Matteo Scalera e i colori di Claudia Palescandolo, dal tratto più duro e spigoloso di Grisendi a quello più morbido e sinuoso di Grazia Lobaccaro, per non citare l’ottimo lavoro di tutti gli altri disegnatori e coloristi che in generale in queste 144 pagine si rinnovano sempre ad ogni capitolo. Segnaliamo in particolare l’ottimo lavoro di Accardi sulle tavole di Venerdì, ore 22:15, seconda parte del racconto di Pasión, di Werther Dell’Edera nel capitolo finale e dello stile graffiante di Armando Rossi, adattissimo per la storia del vecchio Rey Còatl.
Quebrada risulta essere un fumetto molto vario e fresco, capace di mutare non sono dal punto di vista grafico ma anche da quello narrativo secondo le esigenze di sceneggiatura, proponendoci un affresco intenso dalle tinte messicane che conquista il lettore. Non possiamo che dirci felici che questo progetto possa continuare con Radium con la storia Seconda Caduta di prossima uscita.
L’edizione Saldapress è economica e curata come sempre, con una resa su carta dei colori e delle chine davvero molto piacevole.