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Panini Comics presenta la collana Marvel Legends

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Come annunciato a Lucca Comics & Games 2017, la Panini lancerà una collana di ristampe anastatiche dal titolo Marvel Legends che proporrà, ogni 15 giorni, alcuni degli albi più importanti della Marvel. Il primo numero uscirà a marzo, come annunciato su Anteprima 316, e riproporrà il celebre Amazing Fantasy 15. Il costo sarà di 2,99€. La seconda, Fantastic Four #1 costerà 3,99€, dalla terza il prezzo sarà di 5,99€. Oltre al fumetto, una placca di metallo che riproduce la copertina dell'albo.

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Le novità Panini-Disney di marzo

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Marzo sarà un mese davvero ricco di novità per i fan Disney. Con la diffusione del catalogo Anteprima, scopriamo tutte le nuove uscite Panini annunciate.

- Su Topolino partirà la nuova avventura di PK realizzata da Francesco Artibani e Lorenzo Pastrovicchio dal titolo "Pk - L'orizzonte degli eventi". La saga, più lunga rispetto alle precedenti, avrà anche una variant cover in uscita a Cartoomics.

- Parte la collana Disney Remake con la prima uscita intitolata "Paperi sul Monto Orso" che ristamperà, in formato cartonato, le avventure "Il Natale di Paperino sul Monte Orso" di Carl Barks, "Zio Paperone e un altro Natale sul Monte Orso" di Lars Bergström, Tom Anderson e Daniel Branca, e "Zio Paperone in... un altro Natale sul Monte Orso" di Tito Faraci e Giorgio Cavazzano.

- Topo Goal 21 presenterà la raccolta completa de "Le Cronache del Regno dei due laghi" di Tito Faraci e Silvia Ziche.

- Dopo i 6 numeri dedicati a Giorgio Cavazzano, Tesori Made in Italy ne dedicherà 4 a Massimo De Vita.

- L'altro Topo dedicherà un volume all'Arte con le storie di Roberto Gagnor e Stefano Zanchi.

- Definitive Collection ristamperà le Storie della P.I.A. partendo da quella di Carlo Chendi e Giovan Battista Carpi.

- Topolino Deluxe Edition 16 raccoglie le tre parodie disneyana sui personaggi Bonelli nel volume Trilogia Dylan Top, Bumwiller, Ciccio Never.

- Topolino Deluxe Edition 17, invece, ristamperà "Ducks on the road" di Teresa Radice e Stefano Turconi.

- Parte una nuova ristampa lussuosa di Witch che avrà cover inedite realizzate da Mirka Andolfo. La prima uscita, prevista per Cartoomics, avrà il prezzo speciale di 9,90€.

- Parodie Disney Collection 3 si intitolerà "Twin Pipps" e conterrà la storia “Topolino e i dolci segreti di Twin Pipps” di Mario Volta e Roberto Marini.

- Tesori Disney International riparte da 1 con albi dedicati alle opere degli artisti italiani nel mondo. Il primo volume è dedicato a Marco Rota.

- In arrivo The Best of Paperopoli 2018 con le storie migliori dell'anno apparse su Topolino.

- Lo storico mensile anni '90 PaperFantasy verrà ristampato a partire dal numero 1.

Nella gallery in basso trovate tutte le immagini degli annunci.

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Daredevil Collection 15: Sognatore Americano, recensione: quando Ann Nocenti prese il posto di Frank Miller

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La storia della arti è ricca di successioni ed avvicendamenti creativi rischiosi sulla carta ma che in seguito si sono rivelati felici. In ambito musicale se ne contano svariati esempi, basti pensare alla fuoriuscita di Roger Waters dai Pink Floyd, che proseguirono il loro percorso sotto la guida di David Gilmour, straordinario chitarrista ma fino a quel momento “gregario” di lusso. Ancora più clamoroso fu la defezione di Peter Gabriel dai Genesis, gruppo del cui successo era stato il principale artefice, con la promozione di Phil Collins al ruolo di leader: se i Genesis di Gabriel erano stati tra i maggiori esponenti del rock progressive e di una musica colta e concettuale, quelli di Collins diventarono una band rock – pop da primo posto in classifica, capace di riempire gli stadi e di sfornare hit irresistibili. In entrambi i casi, un artista amato e rispettato abbandonava la sua creatura all’apice del successo, lasciando grosse incognite per il futuro. Tornando al fumetto, un caso similare fu la partenza di Jack Kirby dalla Marvel verso la DC nel 1970, evento che gettò nel panico Stan Lee e l’intero staff redazionale della Casa delle Idee: John Romita, che pure non era un novellino ma il rinomato disegnatore di Amazing Spider-Man, ancora oggi racconta dell’ansia che lo colse quando Lee gli comunicò di averlo scelto come successore del "King" sulle pagine di Fantastic Four.

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Un’ansia con cui fece i conti anche l’allora semisconosciuta Ann Nocenti quando, nel novembre del 1986, succedette a Frank Miller sulle pagine di Daredevil, nel il periodo più fulgido della carriera del cartoonist del Maryland. Dopo aver ridefinito il personaggio di Batman con The Dark Knight Returns, opera dalla portata rivoluzionaria di cui si interessano anche organi di stampa non specializzata, Miller torna alla Marvel per chiudere i punti lasciati in sospeso con la sua innovativa gestione di Daredevil, che ne aveva lanciato la carriera tra la fine degli anni ’70 e i primi ’80. E lo fa con una tripletta straordinaria: gli audaci e sperimentali Daredevil: Love & War e Elektra: Assassin, in coppia con Bill Sienkiewicz e, soprattutto, Daredevil: Born Again per le matite di David Mazzucchelli. In quest’ultima, Miller faceva ritorno sulla serie regolare del Diavolo Rosso per raccontare la caduta in disgrazia di Matt Murdock orchestrata da Kingpin, venuto casualmente a conoscenza dell’identità segreta dell’eroe. La storia, ritenuta all’unanimità un capolavoro dell’arte sequenziale, univa alla consueta componente noir e hard-boiled con la quale Miller aveva reinventato il personaggio di Daredevil una forte dimensione spirituale, grazie all’uso di simboli religiosi e del cattolicesimo in particolare, confessione al quale l’eroe è devoto. Salutato da pubblico e critica come una pietra miliare del genere, al pari de Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, Rinascita divenne un classico istantaneo, da tutti ritenuta come la storia definitiva di Daredevil. Conclusa la saga, Miller si congedò nuovamente da Matt Murdock, diretto verso altri lidi. Si apriva quindi il problema della successione, una bella gatta da pelare con la quale pochi avevano voglia di confrontarsi. Steve Englehart, sceneggiatore veterano di Marvel e DC, nonché erede designato di Miller, si tirò presto indietro per divergenze creative. L’editor Ralph Macchio optò quindi per una soluzione “interna” e apparentemente di ripiego, rappresentata da Ann Nocenti. La Nocenti, a sua volta editor delle collane mutanti Uncanny X-Men e New Mutants, due tra i maggiori successi del decennio della casa editrice, è una delle personalità più interessanti nella lunghissima lista dei creativi che hanno collaborato con la Marvel. Giornalista e scrittrice dalle influenze colte, entra nello staff della Casa delle Idee agli inizi degli anni ’80, rispondendo ad un annuncio sul Village Voice. Pur non avendo mai letto fumetti di supereroi, dei quali anzi disprezzava l’immagina stereotipata con la quale venivano rappresentate le donne, viene comunque catturata dall’energia creativa, che lei definirà psichedelica, che viene rilasciata negli uffici dell’editore. Da li in poi il debutto come autrice è cosa breve, con titoli minori come Spider-Woman e Doctor Strange, fino ad arrivare alla miniserie dedicata a Longshot, l’eroe “fortunello” co-creato con Arthur Adams. Conscia di dover succedere ad un mostro sacro come Miller, la Nocenti si accomoda al timone di Daredevil con la stato d’animo di chi non ha nulla da perdere. Ne uscirà invece uno dei cicli più influenti e significativi di quel periodo.

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Sognatore americano, quindicesimo volume della collana Daredevil Collection, raccoglie la parte iniziale della lunga run della Nocenti, che si concluderà solo nell’Aprile del 1991. Se la porzione più celebre del ciclo nocentiano coincide con l’arrivo di John Romita Jr. alle matite e con l’inizio della saga di Typhoid Mary, questo volume ci dà l’occasione di riscoprire, a più di 25 anni dalla prima edizione italiana, storie che hanno lasciato un solco indelebile nella storia del personaggio e nella memoria dei lettori. Già con queste prime prove, l’autrice dimostra una spiccata propensione per le tematiche a sfondo sociale e politico, con un trasporto inedito per il fumetto mainstream. Il protagonista indiscusso è Hell’s Kitchen, il quartiere degradato dove Matt Murdock è nato e dove fa ritorno insieme a Karen Page alla fine di Rinascita, per iniziare una nuova vita insieme al suo grande amore perduto e ritrovato. Daredevil è quasi una presenza di contorno, un espediente narrativo necessario per conferire azione e dinamicità alla trama, che si confonde all’umanità varia che popola il quartiere. Reduci di guerra che faticano a ritrovare un posto nella società come Jack Hazzard, il protagonista della struggente storia d’apertura che dà il titolo alla raccolta, risposta della Nocenti alla retorica militaresca dell’era Reagan, già criticata da Bruce Springsteen con quella magistrale seduta di psicanalisi travestita da fanfara trionfante che era Born in the U.S.A.; assassini come Marciume, nati dalla paranoia di un possibile contagio da parte del prossimo visto solo come veicolo di infezione e da un’educazione materna fobica ed opprimente; oppure Joe, operaio che in uno scatto d’ira uccide il titolare della sua fabbrica, dedito ad ingozzarsi di caviale mentre si fa gioco delle giuste rivendicazioni dei suoi dipendenti. Ribattezzato il Killer del Caviale, sarà sfruttato da un giornalista senza scrupoli per fare carriera.

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La Nocenti, che non ha mai fatto mistero delle sue simpatie politiche tendenti a sinistra, portò nella serie dell’Uomo Senza Paura temi forti che mai erano stati trattati prima in un fumetto di supereroi, come il controllo dei media sugli individui all’alba della società delle comunicazioni di massa, o questioni sociali come la redistribuzione del reddito e il crescente inquinamento che rende le città invivibili. La passione e l’impegno civile di cui erano permeate le sue storie le attirarono non poche critiche, non ultima l’accusa di essere comunista (accusa che, negli anni successivi, avrebbe conosciuto nel nostro paese una buona dose di successo). Il comparto grafico del volume è assolutamente eterogeneo e composito, con il contributo di artisti molto diversi tra loro, a testimonianza della difficoltà riscontrate all'epoca nella ricerca di un degno successore di Miller e Mazzucchelli. Tra i nomi presenti spicca senza dubbio il maestro britannico Barry Windor-Smith, autore delle matite di Sognatore Americano, che all’epoca stava vivendo una seconda giovinezza (ricordiamo lo straordinario dittico di Vitamorte  e Lupo Ferito, suoi contributi coevi alla saga degli X-Men). Con il suo stile fortemente espressionista, l’autore cattura alla perfezione il dramma di Jack Hazzard, descritto con commossa partecipazione dalla prosa della Nocenti. Sfilano inoltre veterani come Sal Buscema, debuttanti alle prime armi ma destinati ad una fulgida carriera come Todd McFarlane, e mestieranti di lungo corso come Keith Pollard e Chuck Patton. La maggioranza delle storie è disegnata da Louis Williams, artista dalle matite stilizzate che non rubano l’occhio, ma che proprio per questo non distraggono il lettore dalla prosa lirica ed ispirata della Nocenti. Come detto in precedenza, la serie avrebbe presto accolto tra le sue pagine la star della matita John Romita Jr., destinato a formare con la scrittrice un connubio riuscitissimo. Ma questa è un’altra storia, che speriamo di raccontarvi presto.

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Il Mitico Thor, recensione: il ritorno del Dio del tuono di Jurgens e Romita Jr.

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Gli anni ’90 dei comics americani sono stati uno dei periodi più vivi e interessanti della sua storia, in particolare per chi ne studia Il processo evolutivo. Il decennio, infatti, partì sotto i migliori auspici: i fumetti avevano raggiunto cifre da capogiro, molte testate si avvicinavano al milione di copie vendute al mese, quando non le superavano addirittura. Giovani autori erano alla ribalta e, consci del loro potere, fondarono un’etichetta indipendente (la Image Comics) in grado di rivaleggiare e superare Marvel e DC. Ci fu anche una speculazione mai vista: variant, copertine speciali etc., generarono un mercato collezionistico che scatenò una vera e propria mania e cifre folli. La conseguenza fu una delle maggiori crisi del settore. La Marvel, su tutte, era sull’orlo del fallimento.

Anche l’evoluzione stilistica sia visiva che narrativa portò a concepire gli eroi in maniera più dark, con corpi pompati al massimo, e con storie più cupe. Dopo che la Marvel tentò di riportare a sé alcuni talenti Image con l’operazione La Rinascita degli Eroi, arrivò la fase successiva denominata Il Ritorno degli Eroi che conciliava modernità a una visione più classica dei fumetti Marvel. In effetti l’operazione riuscì bene dando vita a serie interessanti con eccellenze come gli Avengers di Kurt Busiek e George Pérez o il Capitan America di Mark Waid, Ron Garney e Andy Kubert. All’appello, fra gli eroi, mancava però Thor di cui non si avevano più tracce.

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La Casa delle Idee fece tornare il Dio del Tuono qualche mese dopo gli altri eroi affidando la serie a Dan Jurgens, uno degli sceneggiatori/disegnatori più popolari dell’epoca che, proprio pochi anni prima, era salito agli onori della cronaca per il suo ciclo sulla morte di Superman. Jurgens, che per la Marvel aveva realizzato un breve ciclo di Sensational Spider-Man, si occuperà dei testi di Thor per ben 79 numeri e 6 anni e mezzo scrivendo un ciclo che è entrato nella storia del personaggio. Thor ritorna sulla Terra mentre Asgard è distrutta e gli dei scomparsi, Odino compreso. Nel suo lungo ciclo non solo vedremo il regno di Thor rinascere, ma assisteremo a eventi di vitale importanza quali la morte di Odino con Thor che ne prenderà il suo posto con conseguenze notevoli anche sulla sua personalità e sul suo ruolo, portando infine Asgard sopra i cieli di New York. Un ciclo, dunque, lungo e ben strutturato che porterà a pagine inedite e interessanti. Molte di queste cose, però, avverranno a run inoltrata, facciamo dunque un passo indietro.

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Al lancio della nuova serie, Jurgens viene affiancato da una superstar del fumetto Marvel: John Romita Jr. Il duo porta, in automatico, la testata in cima alla classifica di vendite. La coppia di fumettisti ha avuto il merito di coniugare gli elementi classici della serie, la mitologia cara a Jack Kirby e Walter Simonson, a un gusto moderno, soprattutto grazie alle matite esplosive di Romita Jr. che consegna una dimensione visiva di forte impatto esaltandosi negli scontri e nella definizione di Asgard.

Nell’omnibus edito da Panini Comics, dunque, sono riproposti i primi 25 numeri della testata, caratterizzati da tre grosse saghe, più i due annual 1999 e 2000 e gli albi che compongono il crossover L’Ottavo Giorno con Spider-Man e Iron Man. In questi albi facciamo conoscenza, innanzitutto, con Jake Olson, ovvero la nuova identità terrestre che lo sceneggiatore ha deciso di legare, in questa prima fase, a Thor. Olson è un paramedico che muore durante lo scontro fra i Vendicatori e il Distruttore, dove anche il Dio del Tuono ci rimette la pelle. I destini dei due, però, si intrecciano e ritornano in vita. Con Olson torna dunque anche l’ambiente ospedaliero presente nelle prime storie di Thor, quando il suo alter ego era Donald Blake, insieme al personaggio di Jane Foster.

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L’intreccio epico delle saghe, invece, vede Thor risolvere il mistero della sparizione degli dei, la battaglia con gli Dei Oscuri, la rinascita di Asgard, la battaglia con l’Incantatore e con Thanos. Jurgens è uno scrittore solido, non particolarmente introspettivo, ma capace di scrivere storie appassionanti senza perdersi in troppi fronzoli. La testata, pur partendo bene, propone però una certa ripetitività nelle saghe presentate e una lettura in sequenza non può che far risaltare quest’aspetto. Il ciclo parte dunque alla grande per poi calare d’intensità e offrire una lettura più che buona, ma tendenzialmente senza particolari guizzi e con una certa ripetitività che sparirà solo con le storie successive. Ad ogni modo, il Thor di Dan Jurgens e John Romita Jr. resta ancora oggi una lettura spettacolare e divertente che è entrata di diritto nella storia del personaggio e merita, per questo, una lettura.

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