Un'estate italiana, recensione: un noir calcistico nell'Italia del '90
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Il gioco del calcio, in Italia, non è solo uno sport, è una passione bruciante. Per alcuni un sogno, per altri una vocazione. E tra questi c’è chi trasforma il proprio talento calcistico nel lavoro di una vita.
Da questa premessa inizia il graphic novel scritto da Enrico Brizzi e disegnato da Denis Medri.
Il protagonista è Yuri Salati, promessa del calcio italiano degli anni ’80 che, a causa di un disastroso infortunio ha dovuto riscrivere la propria carriera e riconsiderare la propria vita, scegliendo una strada pericolosa: nell’estate del 1990, proprio durante il Mondiale di Calcio, accompagnato da un ignaro amico d’infanzia, Flavio, ha un incarico come corriere di un pallone da calcio “particolare” per conto di un boss criminale. Ciò che quel torrido giorno d’estate ha in serbo per Yuri non potrà che essere tragicamente inaspettato.
Quella messa in piedi da Enrico Brizzi è un racconto di formazione dolorosa, a volte obbligata, a volte negata, spesso fraintesa. È la parabola ascendente e discendente di un uomo che, vuoi per il destino, vuoi per scelte sbagliate più o meno consapevoli, ha trasformato il sogno in incubo.
Il Mondiale di Italia ’90, per Brizzi è strumento per restituire un immaginario nostalgico, e, contemporaneamente, dare una chiave di lettura agli eventi, un commento e persino un ritmo all’evoluzione della trama. Un’estate italiana ha l’impronta del poliziottesco anni ’80 e la costruzione narrativa del noir.
Tre sono i principali piani temporali che si mescolano per ricostruire la storia: il presente, quel maledetto giorno della partita Argentina-Camerun, il passato da campione di Yuri, e il passato fondativo di quello che era solo un ragazzino alla ricerca di una propria dimensione nel mondo. Ogni temporalità serve a Brizzi per restituire non solo la complessità tragica della figura di Yuri, ma anche per ricostruire tre epoche diverse lontane nel tempo, ma estremamente vicine all’immaginario del lettore.
Complice fondamentale di questa ricostruzione è il disegno di Denis Medri. Con linee leggere, vezzi caricaturali e un'attenta ricostruzione iconica, il lavoro di Medri sorregge con forza il testo di Brizzi. Recuperando anche, con fare citazionista, le “immagini” dell’epoca (tra screen televisivi e figurine di calciatori) il disegnatore crea tavole stratificate ricche di dettagli, la cui gabbia “libera” gli permette di condensare più momenti e più sensazioni con grande efficacia narrativa.
Il volume edito dalla Panini Comics per la collana 9L è un cartonato di grande pregio, a partire la carta, la cui grammatura esalta le scelte coloristiche di Medri, sempre capaci, con il solo colpo d’occhio, di catturare l’atmosfera temporale ed emotiva dei personaggi.