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La Repubblica del Catch di Nicolas De Crécy, anteprima

Riceviamo e pubblichiamo:

La Repubblica del Catch di Nicolas De Crécy

L’ultimo grande capolavoro del maestro del fumetto francese Nicolas de Crécy, uno straordinario ibrido a cavallo tra bande dessinée e manga.

 A meno di un anno dall’uscita in Italia de Il celestiale bibendum, premio Attilio Micheluzzi al Comicon 2016 come miglior fumetto straniero, Eris edizioni è lieta di presentare al pubblico italiano un’altra straordinaria e commovente creazione del genio di Nicolas de Crécy. In uscita a giugno 2016, La repubblica del catch sancisce il grande ritorno di questo artista dopo una lunga pausa di riflessione.

Invitato in Giappone a realizzare un proprio manga, tra i pochi occidentali ad aver avuto questo onore, Nicolas de Crécy si concentra sulle possibilità espressive della bd francese e sulle esigenze produttive del mercato giapponese, creando un’opera capace di mescolare le atmosfere del suo inconfondibile stile grafico con la velocità di narrazione del manga. L’immaginario dell’autore si fonde con alcuni elementi della cultura tradizionale giapponese, come gli spettri/yokai: il risultato è una storia surreale, magica, poetica che tocca una delle vette più alte del lirismo della sua carriera.

La repubblica del catch uscì originariamente a puntate sulla rivista Ultra Jump tra il 2014 e il 2015 per essere poi raccolta in un’edizione integrale pubblicata contemporaneamente in Giappone e in Francia da Shueisha e Casterman.

Il protagonista del graphic novel è Mario, un piccolo e goffo ometto che vive in solitudine, gestendo un negozio di pianoforti che ha ereditato dai suoi genitori. Si sente solo, non ha mai baciato una donna e nella capitale del catch, lo «sport più elegante che ci sia» con «la forza, la prestanza, i costumi rossi e oro», egli si ritrova senza le giuste qualità per farsi amare. La sua routine quotidiana è spezzata solo dal suo amico pinguino, un eccezionale pianista in grado di far muovere i pianoforti suonandoli. Ma sta per scoppiare una guerra in città, e lui sembra doverne fare parte in qualche modo, perché il resto della sua famiglia, i suoi amati e odiati cugini, sono il clan mafioso che gestisce la città e ogni suo traffico, compresi gli incontri di catch e i suoi lottatori.

Per Mario e la sua famiglia, siciliani sulla carta, de Crécy si è ispirato più alla yakuza che all’occidente, esattamente come per il terzo elemento della trama, uno strano esercito di spettri che si lega più alla tradizione shintoista che ai fantasmi “nostrani”.

Questo graphic novel è la storia poetica e amara di come la debolezza assoluta possa trasformarsi in arma in un mondo di violenza bruta e forza fisica, sullo sfondo di una città che tanto assomiglia a una New York-sur-Loire più cupa e misteriosa. Il bianco e nero scelto per quest’opera, obbligatorio per le tempistiche produttive di un manga, si perde in infinite e morbide tonalità di grigio, una tecnica elaborata ad hoc per il pubblico giapponese che ha già fatto letteralmente impazzire il pubblico europeo che da più di vent’anni segue il lavoro di de Crécy.

La repubblica del catch è l’ultimo grande esempio del lavoro di questo genio visionario, capace di innovarsi ed evolversi a ogni opera, restando però sempre fedele al suo universo creativo, mescolando nella stessa storia, tavola dopo tavola, il lirico e il grottesco, la dolcezza con la crudeltà, il reale con l’assurdo, in mondi fantastici dove tutto è possibile.

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