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Cris Tridello

Cris Tridello

Riccioli d’oro e i sette orsi nani

Vostro figlio vi chiede di raccontargli una favola, ma non ne ricordate nessuna in maniera completa, in testa avete solo frammenti confusi dei racconti ascoltati da piccino. Non vi date per vinti, assemblate i vostri ricordi alla rinfusa e cominciate: “C’erano una volta sette piccoli orsetti che, tornando affamati dalla miniera, si accorsero che a casa loro era entrato qualcuno. La dispensa era stata saccheggiata e in camera giaceva una gigantessa dai capelli dorati...”.
Émile Bravo pesca a piene mani dai classici (tra cui Biancaneve, Ammazzasette, Ricciolidoro e i tre orsi) e confeziona una fiaba nuova, leggera e divertente, con grandi tavole dai colori caldi e personaggi tondeggianti che risultano simpatici al primo sguardo.

Il volume BAO è ottimo e in linea con tutti i libricini per l’infanzia che troviamo nelle librerie; allineato è anche il prezzo, sproporzionato per il numero di pagine offerte e il tempo di lettura basso.
Una storia che si legge velocemente, adatta a tutte le età e che non stanca mai.
Come le fiabe della nostra infanzia.

La Nebbia e il Granito - Come ho tentato di diventare Altiero Spinelli

Altiero Spinelli fu uno dei padri fondatori dell’Europa e nel corso della propria vita si impegnò attivamente affinché si creasse una Federazione Europea; morì nel 1986 e non vide mai la concretizzazione dei suoi sforzi.
Nel 2010 Torino è stata la Capitale Europea dei Giovani e la 001 Edizioni ha dato alle stampe questo volume La Nebbia e il Granito - Come ho tentato di diventare Altiero Spinelli, in modo da rendere omaggio, e cercare di avvicinare le nuove generazioni, a questo personaggio e alle sue idee rivoluzionarie.
Non una biografia completa del personaggio politico, bensì una sorta di genesi ed elaborazione del pensiero di Spinelli, che abbraccia gli ideali comunisti, negli anni dell’adolescenza, per poi abbandonarli dopo un percorso mentale svolto negli anni di prigionia. Spinelli pensò che l’unica maniera per garantire una vera unione a livello Europeo fosse l’istituzione di un organo governativo che comprendesse tutti gli stati europei e fosse governata in maniera trasversale ai partiti dei singoli stati (che, poiché insediati a livello nazionale, non possono che pensare al bene del loro singolo paese).

Davide G.G. Caci e Fulvio Gambotto, ai testi, e Mattia Surroz, ai disegni, con questo volume, si prendono carico dell’arduo compito di tradurre in immagini la transizione di pensiero che porta le convinzioni comuniste di Spinelli a crollare, quando vede che queste presentano le stesse applicazioni fallimentari del fascismo, se applicate da regimi dittatoriali. Dette convinzioni sono simboleggiate da una metaforica cattedrale di nebbia e granito, eretta mentalmente da Spinelli nel momento in cui abbraccia la “fede” comunista: solidità di pensiero unita a vuoti di conoscenza che sarebbero stati colmati, per poi divenire anch’essi granito, con lo studio e la totale dedizione ai dogmi che il partito imponeva.

Il volume sfrutta due diversi canali di comunicazione: il primo è quello della parola scritta con il racconto biografico in prima persona, il secondo è quello della narrazione per immagini che porta inevitabilmente il punto di vista dallo scrittore al lettore.
I due canali viaggiano paralleli nel primo capitolo, che narra la vita di Spinelli dall’infanzia alla carcerazione del 1927, per poi dividersi e proseguire su strade diverse già dal secondo capitolo. Nella terza e ultima parte della storia, coincidente con il trasferimento di Spinelli a Ventotene, le immagini fungono solo da corredo alle parole scritte, abbandonando il linguaggio del fumetto, per diventare una sorta di racconto illustrato.
La prosa e le immagini sono sempre presenti in modo alternato, l’uno quasi didascalia dell’altro, ed è questo il limite maggiore di questo volume. Troppo spesso, soprattutto nella seconda parte, la lettura inciampa in se stessa con descrizione a parole e immagini che non vanno di pari passo, generando un fastidioso effetto di asincrono. Va comunque detto che il lavoro di trasformazione dei complessi testi di Altiero Spinelli, operato da Caci e Gambotto, non è stato affatto facile; tradurre in immagini quello che è un processo mentale e filosofico, che l’autore ha impiegato anni a maturare, è un’impresa da far tremare i polsi, e i due sceneggiatori hanno fatto un lavoro di assoluto rispetto; quel che si nota è una scarsa dimestichezza nell’uso del medium fumetto, che si traduce in una mancanza di fiducia nelle possibilità, da questo offerto. Ed è un peccato, perché le immagini di Mattia Surroz dalle colloquiali tinte caffè, usate come fosse acquerello, e dall’aspetto antico come foto d’epoca, meritavano più considerazione e maggiore spazio di azione; nel lungo secondo capitolo, narrante il periodo di incarcerazione di Spinelli, anche il lavoro del disegnatore sembra subire un confinamento e possiamo immaginare gli sforzi necessari per variare la narrazione in quell’ambiente fatto solo di quattro mura, con i personaggi che parlano e pensano, mentre l’azione è ridotta ai minimi livelli.

Nonostante i difetti citati, però, lo scopo del volume può dirsi raggiunto. L’uso della sola parola scritta sarebbe di sicuro stato più adatto per descrivere le infinite sfumature e le tribolazioni mentali di uno Spinelli che vede fallire le sue convinzioni e si trova a mutare interiormente, per poi sostenere una nuova corrente di pensiero. Di contro si sarebbero perse quell’immediatezza e quella leggerezza che solo le immagini riescono a dare. Leggerezza e immediatezza assolutamente necessarie in questa lettura, molto impegnativa, complessa e certo non per tutti i palati.
Un volume, quindi, da premiare per il coraggio, l’impegno che tutti gli interessati hanno dimostrato per cercare di avvicinare i lettori, attraverso un linguaggio immediato come quello del fumetto, a una figura importante del secolo scorso come fu Altiero Spinelli.

The Surrogates e The Surrogates: Flesh and Bones

Nel 2054 l’intera umanità utilizza i surrogati, robot antropomorfi controllati comodamente da casa grazie ad apposite interfacce mnemoniche. Tutte le interazioni quotidiane sono recepite dal surrogato e trasferite al “padrone”, che tutto sente e vede dalla comodità della propria casa. Vivere attraverso il surrogato è meglio: si può avere l’aspetto e il sesso che si vuole, tutti gli eccessi sono permessi e perdonati, e il tasso di omicidi e incidenti alle persone è ai minimi storici.
Tutti sono più contenti, tutti eccetto un misterioso individuo che gira per Central Georgia Metropolis, distruggendo le protesi umanoidi, non prima di averne esortato i proprietari a vivere realmente la loro vita. Il detective Greer, trovatosi durante l’indagine a dover rinunciare all’uso del proprio alter-ego robotico, si riabitua alle gioie della vita vera, e capisce che, forse, il criminale che sta cacciando non ha tutti i torti.

Questa la trama del primo volume di The Surrogates, sorprendente racconto di fantascienza creato da Robert Venditti, che all’epoca della pubblicazione di questo lavoro era un assoluto esordiente. La prima storyline, ha avuto talmente successo, in patria, da essere trasposta in un (trascurabile) film con Bruce Willis e godendo anche di una seconda miniserie, The Surrogates: Flesh and Bone, che funge da prequel agli eventi narrati nel primo volume.

Flesh and Bone è ambientato nel 2039; i punti cardine della trama sono già noti, ma le sorprese non mancano: tornano tutti i personaggi principali: dal detective Greer agli inizi di carriera, fino al Profeta e alla sua chiesa nascente, passando per il creatore dei surrogati e la fabbrica che li produce, la Virtual Self. L’uso dei surrogati è ancora una novità utilizzata da poche persone abbienti, che con i loro soldi possono permettersi di tutto, anche comprare la giustizia.

Entrambi i volumi sono stati pubblicati da Top Shelf negli USA e da Rizzoli/Lizard in Italia, e sono fruibili sia leggendoli in ordine di pubblicazione (e come l’autore li ha pensati), sia partendo dal prequel per finire con la storia ambientata nel 2054. In entrambi i casi, la lettura si rivelerà serrata e appassionante, a conferma della bontà dell'operato di Venditti.
La base di ogni buon racconto di fantascienza è la creazione di un mondo o di una situazione credibile, che parte dall’odierno per svilupparsi in scenari futuribili possibili o probabili, in cui il lettore sappia identificarsi. Il mondo di Surrogates è preciso in ogni dettaglio, e nulla è lasciato al caso. L’analisi dell’alienabilità di una vita vissuta virtualmente è spietata, lucida e soprattutto credibile. Il lavoro di pianificazione e documentazione creata dall’autore, per le sue prime storie, è impressionante, e indispensabili sono in tal senso gli inserti presenti tra i capitoli dei volumi, che approfondiscono non tanto la trama principale, ma il mondo circostante e il contesto storico e sociale in cui essa si svolge. Articoli fittizi, con tanto di collegamenti ipertestuali in evidenza; campagne pubblicitarie e brossure dei modelli in vendita della Virtual Self; interviste a persone di spicco, che nella storia hanno un ruolo primario; tutte cose di contorno che aumentano il coinvolgimento emotivo del lettore.

Parlando di coinvolgimento, è necessario lodare il lavoro dell’illustratore Brett Weldele, che con un efficace stile veloce e apparentemente abbozzato, non cerca il realismo ma la reazione emotiva. Grazie ad una colorazione essenziale e alle poche tinte utilizzate, alternate per ottenere tavole monocromatiche, e un sapiente uso di luci e texture funzionali, Weldele raggiunge lo scopo e completa un lavoro già di per sé notevole.

Con The Surrogates e The Surrogates: Flesh and Bone, Robert Venditti ha fatto il suo ingresso nel mondo dei comics, e ci ha fornito due volumi che ogni appassionato di fantascienza e del buon fumetto dovrebbe avere nella propria libreria.

Van Hamme cede i diritti di Thorgal

  • Pubblicato in News

vanhamme

Jean Van Hamme, il prolifico sceneggiatore di pietre miliari come I Maestri dell'Orzo, XIII, Largo Winch e, appunto, Thorgal, ha venduto i diritti di quest’ultimo a  Média-Participations, compagnia che ha al suo interno la casa editrice Lombard.
A darne la notizia è Actuabd: già dagli ultimi tre volumi la sceneggiatura di Thorgal era passata dalle mani del maestro a quelle di Yves Sente; e
Lombard ha dichiarato di avere ambiziosi progetti per l’eroe vichingo (tra cui uno spin-off, come vi abbiamo annunciato tempo fa); tali progetti, però, non interessavano più a Van Hamme, che era già in trattative per la cessione del personaggio dal 2009.

I motivi della vendita, che equivale a sette anni di diritti d’autore (con l’esclusione dei diritti derivati e audiovisivi), non sono noti, ma evidentemente le cose sono precipitate tanto che lo storico scrittore ha voluto concludere al più presto cedendo il suo personaggio direttamente a Média-Participations, invece che alla casa editrice Lombard, cosa che lascia intendere che i rapporti con la casa editrice non fossero prorpio sereni.

Ricordiamo che in Italia Thorgal è, attualmente, pubblicato da Panini Comics che, oltre alla serie regolare, sta presentando l'opera vichinga di Han Hamme in un'edizione cronologica che ristampa le prime storie, al ritmo di tre tomi originali per volume.

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