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Redazione Comicus

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Domo

DomoSimbolo della globalizzazione multimediale, Domo incarna l'intercambiabilità dei simboli all'interno dei media: da mascotte di una stazione tv, a testimonial di una bibita, fino ad esser protagonista di svariati cortometraggi e fumetti.

Questo manga "made in America" racconta, con un'atmosfera a metà tra Winnie the Pooh e Il Dr. Slump & Arale, delle favolette demenziali e non-sense.
Se fosse estate diremmo che è una lettura da ombrellone, essendo quasi inverno potremmo dire che è una lettura da caminetto. Anche perché, una volta terminato, potrete gettarlo nel fuoco senza rimorsi. Difficilmente lo rileggerete.

Come un libro di barzellette per bambini, potrebbe regalarvi qualche sorriso, ma niente di più.
Le coloratissime tavole appagheranno comunque la vostra voglia di tenerezza.
Conclude il volume un'intervista di Tito Faraci a Domo, un azzeccato incontro tra due icone moderne, o meglio tra un'icona del fumetto ed un'emoticon di Messenger.


Gianluca Reina

Manhattan Beach 1957

Manhattan Beach 1957 – Euramaster 106Secondo volume per la "Trilogia U.S.A." orchestrata dal duo Huppen costituito dal padre Hermann e dal figlio Yves Huppen.
In questa storia situata temporalmente in due fasi - il 1957, vero fulcro dell’avventura, e il 1976, dove i nodi si sciolgono - si narra la malinconica vicenda di John Haig e della giovane Daisy, suo malgrado protagonista di una sconcertante ed affatto consolatoria avventura sentimentale, con il fantasma di Elvis Presley sullo sfondo.

La ricerca della verità che viene a galla in maniera dolorosa annichilisce John fino a una conclusione circolare che lascia un gusto amarognolo sulle labbra.
Eccellente l’apporto grafico del maestro belga che in questo libro si sbizzarrisce in tagli registici originali, supportati da una colorazione efficace.

La storia approntata da Yves Huppen è tra le migliori da lui scritte: asciutta e per una volta bilanciata nei dialoghi che si alternano a vignette mute e suggestive.
Ottima l’edizione dell’editoriale romana: stampa, carta e rilegatura di buona fattura.
Eccellente il rapporto qualità-prezzo.


Giovanni La Mantia

Martin Hel anno XV n.3

Martin Hel anno XV n.3 - AkutamushiPer le vie di Parigi avvengono inquietanti mutazioni: persone comuni si trasformano all’improvviso in giganteschi scarafaggi, per poi venire eliminati senza pietà da misteriosi ninja. Martin Hel aiuta l’ispettore di polizia a venire a capo del mistero, scoprendo un’antica maledizione giapponese chiamata Akutamushi…

Ispirandosi apertamente alle atmosfere mistico-horror di pellicole orientali come Ringu (The Ring), con tanto di figura femminile dai terribili poteri, Nestor Barron scrive una sceneggiatura che non convince, con un meccanismo narrativo ripetitivo ed alcune situazioni riproposte ciclicamente. La minaccia arcana viene introdotta in maniera banale, con scarsa introspezione e credibilità. Gli sviluppi non appaiono funzionali all’evoluzione del racconto, bensì quasi pretestuosi, per estendere la durata della storia fino al termine dell’albo, con dialoghi raffazzonati ed una risoluzione poco efficace e pertinente.

I disegni, pur se nella media, presentano una struttura discontinua nella scansione temporale delle tavole, con invenzioni grafiche rozze e superate.


Paolo Pugliese

Blazer Drive 1

Blazer Drive 1In un futuro imprecisato le attuali fonti di energia saranno sostituite da un sistema rivoluzionario: i Mysticker, adesivi che applicati agli oggetti e azionati sprigionano l’ effetto per il quale sono stati studiati.
MAI applicare un Mysticker a un corpo umano, farlo porterebbe a delle conseguenze terribili per il malcapitato… sempre che questo non sia un Blazer, unici individui in grado di utilizzarli per potenziarsi.

Dopo 666 Satan, Seishi Kishimoto ritorna nelle edicole nostrane con questo shonen che sembra la versione cartacea di tanti RPG giapponesi, come Final Fantasy, Dragon Quest o Fantasy Star.

Non a caso contemporaneamente al manga è stato sviluppato un videogame per Nintendo DS dalla medesima ambientazione ma dal protagonista differente.

La trama è esile ma tutti gli stereotipi del genere sono mantenuti: personaggi strambi e vestiti in maniera inverosimile, poteri assurdi e sempre nuovi da sfruttare in combattimenti ipercinetici,  momenti d’azione e drammatici inframmezzati da parti comiche con i personaggi in stile deformed… insomma il classico manga d’azione per ragazzi, come ce ne sono tanti in giro ma non per questo da evitare a priori, soprattutto se non ne avete mai abbastanza di DragonBall, Naruto o One Piece.


Cris Tridello
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