In occasione del 50° anniversario dalla nascita degli irriducibili galli ideati da René Goscinny e Albert Uderzo, esce questo albo celebrativo nel quale anche tutto il cast è impegnato nei festeggiamenti del compleanno di Asterix e Obelix. Oltre agli abitanti dell'ormai leggendario villaggio che resiste sempre all'invasore, sono presenti anche cameo di personaggi visti in tutte le precedenti storie; questi omaggi inizialmente sono simpatici e riportano alla memoria le numerose avventure del duo gallico, ma alla lunga diventano una carrellata piuttosto gratuita che penalizza la densità della vicenda.

Rimane un certo disappunto nel trovarsi non di fronte a una trama complessa ma a una raccolta di brevi scenette, immagini, scene tagliate e vignette collegate tra loro con l'espediente delle celebrazioni; sarebbe stata più gradita una nuova storia lunga poiché, escludendo Quando il cielo cadde sulla testa che è considerato da tutti i fan l'albo peggiore della serie, non esce un racconto più sviluppato ormai dal 2001.

Rimangono sempre piacevoli i disegni, per i quali Uderzo si avvale per la prima volta del supporto di due assistenti; forse il primo segnale di un futuro passaggio di consegne?

Kakeru è un ragazzo tranquillo e senza nessuna qualità, costretto a vivere sogni e avventure solo attraverso il computer. Rimasto a casa da solo, trova nella sua camera la proiezione astrale di una fanciulla che gli chiede di aiutarla a rientrare nel suo corpo, situato in una casa diroccata poco distante. Kakeru collabora con la ragazza, ma si ritroverà coinvolto in uno scontro tra due gruppi di esseri dotati di poteri ESP…

Il primo capitolo della storia presenta il protagonista attraverso una forma standard per molti manga, compreso qualche fanservice gratuito, imbranato quanto basta per renderlo simpatico. Subito dopo però l'autore sfodera in poco tempo una serie di nuovi personaggi introdotti frettolosamente, fin troppo simili come aspetto e atteggiamenti, messi al centro di combattimenti sovrannaturali ancor prima di avere una caratterizzazione decente.
Senza lode né infamia i disegni, che si rifanno ai canoni del fumetto giapponese ricordando lo stile di molti altri mangaka.

Un libro emozionale come sanno essere i racconti di vita vissuta. Marina Girardi, trentenne artista multimediale e autrice di questo volume, traccia la biografia di un popolo al quale è stata negata l’identità nazionale, costretto a una esistenza migrante.

Da uno spunto autobiografico, un viaggio da Creta a Patrasso, si intersecano microstorie ammantate di tristezza infinita tuttavia non prive di speranza, per una condanna imposta da eventi storici che dal tempo degli Ottomani si ripercuotono ancora adesso.

Un tratto non esattamente canonico però assai adatto a questo affresco contemporaneo, che narra vicende, usi e costumi di “uomini dagli occhi di petrolio”, dietro l’uso di differenti livelli di lettura.
Agli occhi di chi legge i cambi di ambientazione e temporali sottolineano ancor di più il senso di straniamento che permea il complesso dell’opera, nell’inevitabile riconoscimento di una colpa da espiare a livello internazionale in tempi brevi, perché questo e altri massacri non tornino a manifestarsi.

Henrik Lange sta in Svezia e fa fumetti umoristici.
Gli piace anche leggere libri e si rende conto che, in vita sua, non potrà mai leggerne quanti vorrebbe.
Allora gli viene un'idea fulminante: fare delle simpatiche mini-recensioni a fumetti rigorosamente di una pagina (quattro vignette) sui classici della letteratura mondiale.
Così come facciamo noi con il suo libro, però in quattro frasi.