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Raffaele Caporaso

Raffaele Caporaso

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Gli Avengers in Italia: location e novità (anche su Batman Vs. Superman)

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La pre-produzione dei due cinecomic più attesi per gli anni a venire, Avengers: Age of Ultron e Batman Vs. Superman, procede spedita. Oggi, giungono dettagli sulle location nelle quali saranno girati i due film.

Grazie a BadTaste.it apprendiamo che il sequel di The Avengers sarà girato anche in Italia, precisamente in Val d’Aosta. Lo ha annunciato il presidente della Regione, Augusto Rollandin, affermando che molte scene del film saranno girate presso il Forte di Bard, Donnas, Point-Saint-Martin e Verrès. Ben 1500 persone saranno coinvolte nelle riprese, con circa 500 comparse, il cui casting inizierà a breve. Volendo speculare, è probabile che queste zone così suggestive saranno il luogo di nascita e residenza dei personaggi di Scarlet Witch e Quicksilver.

Inoltre, il regista Joss Whedon è tornato a parlare del film con Allocine (via CBM):
“Gli eventi di Captain America: The Winter Soldier influenzeranno decisamente il mondo di Avengers: Age of Ultron. Ma devo anche tener conto che molta gente che ha visto solo il primo capitolo, o neanche quello, vada al cinema a vedere il sequel. La stella cometa che mi guida per la realizzazione di questo film è Il Padrino: Parte II, che è un film a sé stante e comprensibile, anche se prima sono accadute tante cose: è un film differente, con una struttura inedita che lo rende più oscuro”.

HenryCavillOnline ha scovato, invece, un certo numero di tweet e immagini del regista Zack Snyder presso il Campus Michigan State, situato a East Lansing, Michigan. Anche se non vi è conferma ufficiale, alcune fonti riferiscono che il regista sembra aver puntato l’Eli and Edythe Broad Art Museum come uno dei luoghi delle riprese.

Samuel L. Jackson e Dominic Cooper parlano dei loro ruoli Marvel

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Samuel L. Jackson e Dominic Cooper, Nick Fury e Howard Stark dell’universo cinematografico Marvel, hanno lavorato assieme nel film Reasonable Doubt, e in occasione di un’intervista congiunta con Fandango hanno parlato dei loro ruoli nei cinecomic.

Ha iniziato Cooper, che ha manifestato la speranza di tornare a interpretare il padre di Tony Stark:
“Penso sia inutile starci a pensare troppo, spero però che possano trovare un modo per fai rispuntare Stark da qualche parte. Non so come, perché è un personaggio del passato, so solo che è davvero divertente da interpretare, un vero e proprio playboy all’antica”.

Ha preso poi la parola Jackson che ha parlato della durata del suo contratto e del destino del suo personaggio:
“Non so cosa ci sarà in serbo per lui dopo Avengers: Age of Ultron. So solo che l’universo Marvel è lì, che ci sono cose in divenire e che ho tre film rimasti da fare nel mio contratto di nove film. Questo è ciò che so, ne ho fatti sei, e sto per fare il settimo, e poi avrò finito, a meno che non decidano di estenderlo". E alla domanda se fosse disposto a farne altri nove, risponde: "Diavolo, sì! Perché non dovrei?".

Arrow 2: aggiornamenti

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Diffusi sinossi, promo e clip per il dodicesimo episodio della seconda stagione di Arrow, intitolato “Tremors”, che andrà in onda mercoledì 29 gennaio su The CW. Ve li proponiamo di seguito.

“Arrow si offre di allenare Roy così che possa controllare la sua nuova super-forza. Purtroppo, Roy è uno studente ribelle e si rifiuta di ascoltare Arrow fino a che questi non rivelerà la sua identità, cosa che Oliver si rifiuta di fare. Nel frattempo, Bronze Tiger evade dalla prigione e ruba la macchina in grado di generare terremoti di Malcom per venderla al miglior offerente. Oliver, Diggle e Felicity provano a fermarlo, ma Roy si mette in mezzo, esponendo tutti ad un grave pericolo. Laurel viene radiata dall’albo e perde ogni controllo. Moira viene sorpresa dall’invito a cena da parte di Walter e dalla motivazione dell’invito. Thea incoraggia la madre a riconciliarsi con Walter”.

Diffusa anche la sinossi del tredicesimo episodio, intitolato “Heir to the Demon”, che andrà in onda mercoledì 5 febbraio. Vi ricordiamo che nell’episodio farà il suo esordio Nyssa al Ghul, figlia di R’as, interpretata da Katrina Law.

“Mentre Laurel continua a sprofondare, Oliver e Lance provano a convincere Sara a restare a Starling City e riunirsi finalmente con Laurel e Dinah. Purtroppo Nyssa, membro della Lega degli Assassini alla quale apparteneva anche Sara, giunge in città per riportarla all’ovile, ma quando quest’ultima rifiuta, Nyssa rapisce Dinah. Realizzando di esporre la sua famiglia al pericolo restando in città, Sara valuta di ritornare a far parte della Lega”.

In una recente intervista, l’attore Stephen Amell, che interpreta il protagonista della serie, ha dichiarato:
“C’è la possibilità, in uno dei prossimi episodi, che io possa menzionare un personaggio DC molto famoso, ed ero così eccitato nel dire il suo nome che incasinavo tutte le mie restanti battute”.
Di chi potrebbe trattarsi? Non ci resta che attendere. Di seguito il video dell’intervista.

Infine, TV Guide riporta che il personaggio della Cacciatrice, interpretato da Jessica De Gouw ritornerà in uno dei prossimi episodi, intitolato “Birds of Prey”, chiaro rimando al supergruppo al femminile dell’universo DC Comics. L’episodio andrà in onda il 26 marzo 2014.

Stephen Amell ritorna nei panni di Oliver Queen, insieme a David Ramsey (John Diggle), Katie Cassidy (Laurel Lance), Willa Holland (Thea Queen), Manu Bennett (Slade Wilson), Colton Haynes (Roy Harper), Emily Bett Rickards (Felicity Smoak), Susanna Thompson (Moira Queen) e Paul Blackthorne (Quentin Lance). Al cast della prima stagione si aggiungono Caity Lotz (Canary), Michael Jae White (Bronze Tiger), Kevin Alejandro (Sebastian Blood), Bex Taylor-Klaus (Sin) e Cynthia Addai-Robinson (Amanda Waller).
La seconda stagione di Arrow va in onda ogni mercoledì sul canale The CW.

Black Orchid

Cosa accade quando due giovani e geniali artisti inglesi, Neil Gaiman e Dave McKean, amici più che colleghi, si affacciano per la prima volta nell’universo DC Comics/Vertigo? Accade Black Orchid, miniserie di tre numeri edita, negli USA, a cavallo fra il 1988 e il 1989. Siamo quindi negli anni ’80, era di grande rinnovamento e revisionismo per il fumetto statunitense, basti pensare all’Animal Man o alla Doom Patrol di Grant Morrison, fra gli altri.

A Gaiman viene proposto di lavorare su un personaggio secondario, creato una decina di anni prima da Sheldon Mayer: Orchidea Nera, uno dei tanti giustizieri mascherati che bazzicavano a Gotham City o Metropolis.
L’autore, che si era già messo in luce con Violent Cases (sempre in duo con McKean), accetta la sfida e in una manciata di pagine del primo numero uccide la protagonista della sua storia, riplasmandola poi in maniera innovativa quanto differente dalla versione precedente: Black Orchid diventa così una vera e propria donna-pianta, creata in laboratorio e clonata in serie.

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Con il solo incipit della storia Neil Gaiman ha anche rovesciato lo stereotipo del fumetto supereroistico nel quale, alla fine, l’eroe riesce sempre a sconfiggere i cattivi, salvandosi da situazioni difficili grazie al suo ingegno. Qui no, qui l’eroe muore davvero in maniera, peraltro, brutale. Con questa mossa strategicamente impeccabile, lo scrittore si sgrava del passato e si pone nella condizione di poter dare spazio al suo estro creativo non lesinando, tra l’altro, una sottile critica alle storie degli eroi in costume, tutte molto simili fra loro. Il racconto inizia quindi con un vero e proprio anti-climax che lascia piacevolmente basiti e rovescia le regole del gioco.

Black Orchid, come tante storie, racconta di un viaggio, sia in senso fisico che interiore: la protagonista, oltre a dover scappare da una minaccia incombente, nella speranza di trovare un luogo ameno e sicuro, deve anche ricostruire il proprio passato e la propria identità basandosi su ricordi ondivaghi.

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Gaiman scrive Black Orchid in maniera introspettiva, adulta ed essenziale: pur mancando la liricità onirica che contraddistinguerà in seguito il suo Sandman, il racconto è dotato di buona intensità, anche grazie a una discreta dose di azione. Da evidenziare, inoltre, come l'autore non rifugga la violenza ma anzi la esalti e celebri, cosa inimmaginabile in un fumetto mainstream fino a pochi anni prima. Ciò consente al lettore di sentirsi coinvolto nella storia della sfortunata protagonista, alla ricerca di sé stessa e di un senso alla propria esistenza, quella di una pianta che si sente umana ma non così tanto da poter dimenticare le proprie… radici. Il finale della storia è aperto, cosa che lascia positivamente spiazzati.

Grande merito va all’autore per aver saputo collocare sapientemente la sua storia nel mondo dei personaggi DC: apprezzabili sono i camei di Poison Ivy, Swamp Thing e Batman, i quali impreziosiscono la storia in maniera funzionale, senza apparire mai di troppo.

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Se Black Orchid risulta un'ottima lettura, grande merito va anche alla parte grafica: le matite e i colori di Dave McKean donano vera e propria linfa vitale ad una storia che esplode in un orgasmo di colori. Lo stile pittorico dell’artista oscilla, sempre in maniera funzionale, da un realismo quasi fotografico a un impressionismo onirico. Conseguentemente, ciò consente alla narrazione di scorrere in maniera fluida e sorprendente,anche grazie a una costruzione della pagina molto accademica e chiara, ancora lontana dal delirio visivo di Arkham Asylum, che il disegnatore realizzerà poco tempo dopo assieme a Grant Morrison.

Black Orchid è una pagina apprezzabilissima del fumetto degli anni ottanta, pur mancando, volutamente, di particolare gravità: la mini è una storia figlia del tempo nel quale è stata scritta, densa di malinconia, in un periodo di incipiente cambiamento nel modo di “fare fumetto”.

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