Quando si parla di Giacomo Bevilacqua salta subito alla mente il suo più celebre personaggio, il simpatico Panda protagonista della serie a lui dedicata dal titolo A Panda Piace.
Questo personaggio ha portato il suo creatore, vignetta dopo vignetta, a diventare uno dei più conosciuti ideatori di fumetti Italiani: Bevilacqua non solo scrive le storie del simpatico Panda, ma le realizza anche graficamente e ne cura personalmente la pubblicazione dal sito pandalikes.
Dopo questa fortunatissima serie si sono aperte tante nuove opportunità per il romano papà del Panda, e l’autore le ha colte tutte al volo, non scoraggiandosi né chiudendosi nel guscio del suo primo personaggio. Dalla sua mente è nata la saga di Metamorphosis, che vede come protagonista la misteriosa venticinquenne Luna Mondschein.
Il soggetto della serie risulta interessante sotto molti punti di vista. Nota di particolare rilievo è la volontà dell’autore di ambientare l’intera saga, composta di tre atti, interamente a Roma.
La Città Eterna si sposa benissimo con il crescendo della storia e rappresenta quell’estensione emotiva dell’autore il quale vede nella sua città natale il palcoscenico ideale per creare un’opera concreta, di un certo peso e spessore, differente cioè con il mondo etereo a cui A Panda Piace appartiene.
La storia di Luna Mondschein muta da albo ad albo, riproponendo in parte quello che è un trilinguismo dantesto a livello grafico.
Il primo atto della storia infatti appare come un classico giallo dal forte spessore ma dalle tinte poco cupe, un giallo mediterraneo (se così vogliamo dire). Luna è una giovane scrittrice, diventata famosa grazie al suo blog (proprio come il suo Autore) che sta da poco affacciandosi al mondo dell’editoria vera e proprio grazie ad un suo primo libro. La ragazza però porta dentro di sé tanti segreti e misteri; si scoprirà durante il corso della storia il suo legame spezzato con un commissario delle forze dell’ordine, Daniel, che anni addietro l’ha incolpata della morte di sua madre e suo fratello. Quello tra Luna e Daniel è un legame complesso che offrirà interessanti sotto-aspetti alla trama della storia durante il suo svolgersi. Altro aspetto peculiare di Luna è quello di fare sogni molto particolari, sogni nei quali la madre ed il fratello defunti sono ancora vivi e reincarnati in figure mitologiche: Aracne (la madre), Narciso (il fratello).
Con l’andare avanti della storia, nel secondo atto della serie, le atmosfere cambiano e quello che appariva come un giallo avente come protagonista una visionaria sognatrice, diventa qualcos’altro: un fumetto psicologico, un racconto nel quale si capisce lo stato d’animo e lo smarrimento della protagonista che entra in contatto indiretto con l’assassino dei suoi familiari e che ancora non sa spiegarsi perché la sua vita è finita in questo incontrollabile vortice d’eventi.
Il terzo atto è ovviamente quello delle rivelazioni, improvvise e pungenti come un bagno freddo: Luna, si scoprirà, ha il potere di rendere concreto ciò che sogna. Il fantasma della madre e quello di suo fratello non sono quindi due trasposizioni del suo stato d’animo, ma le anime dei suoi familiari imprigionate dentro di lei. L’assassino (Zeus) è un visionario e folle ex insegnante di Luna, morto tempo addietro e molto legato alla ragazza. Il finale della serie è sorprendente e non è da rivelare (non lo faremo quindi), ma da scoprire. Stupisce, tra le altre cose, che per una chiusura di scena così forte ed efficace, Giacomo Bevilacqua abbia utilizzato solo tre albi, ognuno di 96 pagine.
Le novità non si fermano però all’ambientazione e alla storia. Metamorphosis è un fumetto che cattura dalle prime battute, attraverso dei dialoghi (il punto di forza dell’autore) diretti e ben strutturati: a parlare sono tutte le scene, tutte le atmosfere create e non solo i personaggi che entrano in gioco volta per volta e che comunque acquistano, sotto queste premesse, ancora più caratterizzazione.
Il disegno di Bevilacqua, in questo suo nuovo lavoro, risulta ben più complesso e strutturato rispetto a quello a cui l’autore stesso ci aveva abituato. I contorni ben delineati e il sottile spessore degli stessi conferiscono ai personaggi un particolare marchio di fabbrica, ben riconoscibile sia a livello stilistico sia a livello visivo. Il disegno realistico di Bevilacqua è un’amabile sorpresa per tutti quelli che lo conoscevano "solo" per il suo lavoro sul Panda e ben accompagna quest’opera.
Altro fatto rilevante è l’importanza che Giacomo “Keison” Bevilacqua dà al lavoro svolto dagli altri per la sua nuova creatura. Nell’interessante numero zero della serie, realizzato prima della messa sul mercato del trittico di storie, l'autore racconta della nascita di Luna e dei suoi Compagni d’avventura, confessando sia che l’idea gli frullava per la testa già da molto tempo sia che si deve la sua ben riuscita concretizzazione ai consigli del collega e amico Roberto Recchioni e all’assistenza di Giovanni Masi (che questa volta si è spogliato delle vesti di sceneggiatore per vestire quella di story editor della serie). Inoltre, pur essendo un disegnatore valido e completo, il Papà del Panda si è servito anche dell’assistenza al disegno di una promettente Sonia Aloi, la quale ha realizzato ad hoc delle tavole particolari comparse nella serie.
La grandezza di Bevilacqua sta anche in questo suo saper dividere e riconoscere i meriti non solo a se stesso, ma anche a tutti coloro che hanno creduto e collaborato per rendere tangibili le sue mirabili intuizioni di carta. Infine un grande merito va anche all’Editoriale Aurea, la casa editrice per la quale la (per ora) miniserie è apparsa in edicola. Il direttore Enzo Marino non si è lasciato condizionare dalla ridotta quantità di albi che la serie è stata in grado di offrire, puntando tutto sulla qualità e non sulla quantità di questa storia che, a ben vedere l’apprezzamento dimostrato dal pubblico di tutta Italia, ha pienamente ripagato il coraggio e la lungimiranza avuta.
Se si vuole muovere una sola critica alla serie, ci si deve appigliare alla qualità della stampa degli albi, anello debole dell’Editoriale Aurea da molto tempo, che però migliora numero dopo numero, scomparendo quasi del tutto con il terzo ed ultimo numero della serie, nel quale solo la bassa grammatura e qualità delle pagine interne sopravvive.