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Frozen - Regno di ghiaccio: intervista agli animatori Lino DiSalvo e Alessandro Jacomini

Intervista a a cura di Sarah Passacantilli con la collaborazione di Andrea Fiamma.

Domani, 19 dicembre 2013, farà il suo esordio nei cinema italiani Frozen - Il Regno di Ghiaccio (sito ufficiale), nuovo classico Disney diretto da Chris Buck (Tarzan, Surf’s Up) e Jennifer Lee (sceneggiatore di Ralph Spaccatutto).
In Frozen – Il regno di ghiaccio, Anna, valorosa e ottimista, intraprende insieme al coraggioso uomo di montagna Kristoff e alla sua assistente renna Sven, un viaggio epico, durante il quale incontrerà creature fantastiche, un buffo pupazzo di neve di nome Olaf, montagne alte come l’Everest e magia dietro ogni angolo. Un’avventura da brivido alla ricerca della sorella Elsa, per salvare il regno di Arendelle da un inverno senza fine.

Per l'occasione, Comicus ha intervistato due animatori di origine italiana, Lino DiSalvo e Alessandro Jacomini, che ci hanno parlato della nuova pellicola e di molto altro ancora...

Buona lettura!

Intervista a Lino DiSalvo

disalvoSu Frozen - Il regno di ghiaccio hai svolto il ruolo di Head of Animation (che immaginiamo sia il supervisore alle animazioni). Ci spieghi in cosa consiste il tuo lavoro

Noi supervisori alle animazioni siamo un po' come i direttori di un'orchestra. Lavoriamo a stretto contatto con gli animatori, ed ovviamente anche con i registi. Il nostro lavoro consiste nell'esaminare e rivedere le scelte effettuate sulla recitazione dei personaggi ed assicurarci che, da questo punto di vista, si riesca a conferire la migliore qualità possibile a un film. Gli animatori con cui ho lavorato hanno del talento da vendere, in questo mi sento davvero fortunato. Ho lavorato su questo film sin dai suoi stadi iniziali - i personaggi devono essere all'altezza della storia narrata, ed anche riuscire a combinare certe scene del film a un determinato tipo di musica fa parte del mio lavoro. Ad esempio, aiuto gli animatori a conferire una determinata espressione ai personaggi, a rendere una scena divertente, o se deve essere triste a renderla il più triste possibile, e così via.

Al contrario di molta forza lavoro Disney, non hai studiato alla CalArts (la scuola d'animazione fondata da Walt Disney), ma provieni dalla Vancouver Film School; pensi che questo diverso retroterra abbia influenzato il tuo stile e il tuo modo di lavorare. Se sì, come?
Ho iniziato a lavorare nel settore dell'animazione grazie alla recitazione. Adoro i film, adoro guardar recitare grandi attori, e per me un film di animazione dovrebbe avere queste stesse caratteristiche - è quello che mi piace di più realizzare. Quindi frequentare dei corsi di recitazione - cosa che tutt'oggi faccio, insieme a mia moglie - mi ha portato a lavorare con un acting coach, con la quale ho poi collaborato anche per Frozen. A dire il vero è venuta allo studio ed ha lavorato fianco a fianco con gli animatori. La cosa più importante, per me, è essere capaci di creare delle performance credibili. Sono davvero convinto che un'ottima recitazione equivalga al creare un ottimo film di animazione, e viceversa. Per cui se riesci a perderti nella performance dei personaggi del film, dimenticando che si tratta in realtà di personaggi animati, mi fa sentire come se avessi raggiunto il mio scopo. Per me questo è ciò che rende i film della Disney e della Pixar così unici. Il nostro approccio alla recitazione è molto serio, così come rendere le emozioni dei personaggi realistiche. Vogliamo che questo aspetto sia perfetto: sarebbe facile per noi rendere ogni film, o addirittura ogni scena, troppo da cartone animato, solo perché ne abbiamo i mezzi. Invece credo che al contrario siamo molto sofisticati e delicati nel modo in cui animiamo i personaggi, e alla fine far sì che il pubblico si perda nella bellezza del film è la cosa che mi entusiasma di più.

Sei alla Disney dai tempi di Chicken Little. Hai notato dei cambiamenti - nel modo di lavorare, nell'approccio dopo l'arrivo di Lasseter - nel corso degli anni? A oggi, come giudichi la Disney rispetto al panorama animato statunitense e mondiale?
Come supervisore alle animazioni, lavorare così a stretto contatto con John Lasseter, far sì che si fidasse di me per quel che riguarda il lavoro sullo stile della recitazione dei personaggi e sulle loro performance è un sogno diventato realtà. Essere qui in uno studio che lavora con l'animazione così bene, e poi pensare di lavorare insieme a John Lasseter su Frozen, avere un rapporto di lavoro così magnifico con lui, vedere quanto si fidi delle nostre scelte, e quanto creda in me, è di sicuro il punto più alto della mia carriera. Il fatto è che per me John Lasseter è stato l'inventore dell'animazione in CGI, il creatore di personaggi come Buzz Lightyear, di film come Toy Story, e se faccio quel che faccio oggi è grazie a quello che ha iniziato lui. Quindici anni più tardi, lavorare ad un film come Frozen insieme a lui mi fa pensare "Che altro vorresti dalla vita?". È una sensazione meravigliosa, e i miei amici e la mia famiglia sono tanto entusiasti quanto me. Il mio telefono non ha smesso di trillare per giorni! Mia sorella ha chiamato alcuni miei cugini in Sicilia, ed anche loro erano emozionati per il film. È stato un viaggio incredibile.

Hai lavorato come animatore anche negli effetti speciali? Qual è la differenza tra animare dei personaggi e il lavoro con gli effetti speciali?
Sì, la differenza è che quando stai lavorando con gli effetti speciali - come quando ho iniziato alla Disney lavorando su La carica dei 102, o Il regno del fuoco - stai facendo delle cose che sono quasi invisibili al pubblico, ed il tuo lavoro viene svolto alla fine della creazione del film. Quindi, ad esempio, per La carica dei 102 abbiamo animato dei cuccioli generati al computer, ma se stai facendo bene il tuo lavoro, il pubblico non si accorgerà che ci sono dei cuccioli animati e non veri nel film. Al contrario, in questi film animati partecipi proprio alla creazione del film stesso. Il tuo lavoro inizia dal principio - ad esempio, per Frozen il mio coinvolgimento è iniziato due anni fa, quindi sin dalla stesura della sceneggiatura. Quindi in questo caso stai realizzando il film per intero con il team, non è un lavoro di post-produzione. In film di animazione come Chicken Little o Bolt, o Rapunzel, o Frozen, stai anche creando i personaggi, le scene, aiutando nella scelta del design e del tipo di stile da acquisire. Sento che questo è davvero il mio posto.

Hai avuto modo di vedere gli ultimi sforzi dell'animazione italiana (Pinocchio, Gladiatori di Roma, i due film delle Winx)? Cosa ne pensi, anche dal punto di vista tecnico?
Vederne qualcuno mi ha emozionato, e come al solito la parte che guardo maggiormente è il modo in cui è trattata la parte recitativa dei personaggi. Gli Italiani sono persone molto appassionate ed intense, tant'è che sono orgoglioso di essere figlio di immigrati italiani! Torno in Italia ogni estate, e sarebbe bello poter visitare qualche studio di animazione ed essere coinvolto maggiormente nei progressi fatti dall'animazione italiana. Sento questa connessione con l'Italia che è molto forte!

Glen Keane ha affermato di non gradire particolarmente il lavoro di regista e che preferisce limitarsi a fare ciò che gli riesce meglio, l'animatore. Sei dello stesso avviso o ti piacerebbe prendere controllo di un progetto e realizzarlo alla tua maniera, visto che un animatore è comunque legato al volere del regista?
Credo che lavorare così a contatto con Glen Keane mi abbia influenzato moltissimo nel corso della mia carriera, e la soddisfazione che ricevo nel lavorare con gli animatori è grandissima, per cui non ne sono sicuro. Se trovassi una storia che mi attiri molto forse un giorno potrei dirigere un film, ma la mia esperienza con Frozen ed il piacere che provo nell'animare e vedere il modo in cui il pubblico reagisce a quel che ho creato mi rende molto felice in questo momento. Adoro il mio lavoro, adoro essere il supervisore alle animazioni, così come adoro lavorare con un acting coach e con gli attori. La mia soddisfazione più grande è essere in grado di ricreare la migliore performance possibile dei personaggi insieme agli animatori.

Tra i tutti i tuoi ingaggi, qual è quello a cui sei più affezionato o del quale hai un ricordo migliore?
Facile, è Frozen. Ho supervisionato il lavoro degli animatori per Rapunzel, ed ho anche animato parecchie sequenze con Flynn. Sono particolarmente affezionato a quelle scene perché per me è come se Rapunzel mi abbia aiutato a vedere alcuni aspetti del mio lavoro in maniera più chiara. Poi, come ho detto, lavorare con Glen Keane è stato fantastico. Mi ha aiutato moltissimo nel mostrarmi il modo in cui animare un personaggio per raggiungere delle performance credibili, per cui ho voluto che Frozen fosse un po' come il punto d'inizio del mio lavoro dopo tutte queste esperienze. Lavorare insieme a John Lasseter ed esaminare le animazioni con lui, dargli idee, raggiungere delle decisioni dal punto di vista creativo e lavorare con registi come Chris Buck e Jennifer Lee che hanno creduto molto in me, è semplicemente soddisfacente.

Hai altri progetti in arrivo?
Ne ho, e vorrei poterne parlare, ma non è possibile. Però spero di poter accennare qualcosa presto. Posso solo dire che sono emozionatissimo a riguardo e non vedo l'ora che scopriate cosa la Disney ha in serbo per voi per i prossimi anni. Sarà fantastico!

Intervista ad Alessandro Jacomini

jacominiPer iniziare, puoi parlarci del tuo lavoro per la Disney e, naturalmente, su Frozen - Il regno di ghiaccio, soffermandoti sui suoi aspetti più tecnici?
Ho iniziato a collaborare con la Disney sedici anni fa, con il film Dinosauri. Poi, ho avuto la fortuna ed il privilegio di lavorare su diversi film: gli ultimi sono stati Chicken Little, Bolt, Rapunzel e Frozen - Il regno di ghiaccio, sempre con la mansione di Lighting supervisor, che è appunto, come suggerisce il nome, il supervisore delle luci e dell'aspetto visivo di una scena. Questa è stata anche la mia mansione su Frozen - Il regno di ghiaccio, un'esperienza bellissima, ed ho avuto la possibilità di lavorare su tutte le sequenze con l'Ice Palace, il Palazzo di Ghiaccio del film.

Rapunzel presentava difficoltà a livello tecnico nella resa dei capelli della protagonista, Frozen - Il regno di ghiaccio è stato altrettanto complesso? Quali sono state le sfide maggiori?
La sfida di Frozen - Il regno di ghiaccio è stata sicuramente la resa visiva della neve e del ghiaccio. Ne avevamo già esperienza, ma non avevamo mai realizzato un film con neve e ghiaccio quasi come co-protagonisti, in cui avessero così tanto risalto. In particolare, la complessità non è stata solo nel cercare di creare un tipo di neve o di ghiaccio che fossero fotorealistici - infatti, siamo andati a fare dello scouting in Québec, in un Ice hotel molto bello che ha reso possibile fotografare e filmare il ghiaccio sotto condizioni di luci molto particolari -  ma anche e soprattutto nel cercare di controllare quanto più possibile quell'aspetto ottico. Non potevamo permetterci che un personaggio passasse dietro una lastra di ghiaccio senza che la scena fosse realistica o fotogenica. Per cui abbiamo passato molto del nostro tempo non solo a renderlo fotorealistico, ma anche ad aspirare ad un livello superiore cercando di controllare la rifrazione, i riflessi, l'aspetto di diffusione della luce per cercare di avvicinarci il più possibile all'Art direction, che era il nostro obiettivo. C'è un aspetto legato proprio allo studio dei materiali, sia del ghiaccio in sé che del suo aspetto ottico, ossia come la luce si trasmette sulla sua superficie. Per materiali intendo gli shader, e tutto quel linguaggio tecnico che si usa per far sì che un software di rendering interpreti una superficie e faccia sì che sia trasparente, o che abbia una certa opacità, imperfezione, ecc.

Sei alla Disney dai tempi di Dinosauri, primo film al computer per la compagnia. Come è cambiato il tuo lavoro da allora?
È stato un viaggio bellissimo, impegnativo ma affascinante, perché lo studio è cambiato radicalmente. Intanto la Disney è famosissima per l'animazione tradizionale, ed introdurre la computer grafica fu un esperimento in tempi in cui c'era molta curiosità ma anche in cui si facevano inevitabilmente dei paragoni. Ricordo che negli anni '90 la Disney aveva avuto dei grossi successi con dei film in animazione tradizionale, come Il Re Leone, Aladdin, La Sirenetta, e così via, e per primi avevano intrapreso questa ricerca. Diciamo che con l'acquisizione della Pixar e col fatto che John Lasseter ed Edwin Catmull hanno reso possibile che si abbracciasse in maniera totale questa realtà, hanno compreso come il talento presente nel team dovesse essere diretto in maniera più efficace in modo che lo storytelling diventasse il fulcro principale, e da questa intuizione sono nate delle bellissime esperienze. Credo che negli ultimi due o tre film si vedano bene i risultati di questo grande contributo di Lasseter.

Durante il tuo lavoro vieni a contatto spesso con il regista? Se sì, tra quelli che hai conosciuto, quali sono stati quelli che ti hanno maggiormente colpito (per stile, indicazioni specifiche ecc..)? Qual è stato inoltre il ruolo di Lasseter nel tuo lavoro?
I registi di Frozen sono Chris Buck e Jennifer Lee, e la collaborazione è stata continua. Il bello di fare film di animazione è che si è estremamente collaborativi, sia che si stia a contatto con i registi che con gli Art director, i Production designer, e tutti gli attori dell'impresa, soprattutto quando si entra nella fase finale che praticamente nell'ultimo anno di lavorazione di un film è quotidiana. Questo è il momento in cui si mostra il lavoro fatto a tutto il team, in cui si hanno conversazioni, momenti di confronto. I registi sono anche presenti nella fase di ricerca in cui si raggiungono certi traguardi, ossia certi momenti chiave in cui si mostra il proprio lavoro. John Lasseter è presente nello studio periodicamente: viene ogni settimana per due o tre giorni ed è sempre in contatto con la produzione. Ama seguire ogni progetto sin dal suo concepimento e chiaramente più si avanza nello stato di produzione, più il suo coinvolgimento è presente ed è come una sorta di grande riferimento per tutti in quanto è sempre molto positivo, pieno di ottime idee, ha il talento di cogliere sempre l'aspetto che conta. Spesso ci chiediamo, "Perché non ci abbiam pensato noi?" Ecco, lui ha questo dono del buonsenso davvero unico.

In Rapunzel ci furono dei riferimenti a dei classici Disney, come ad esempio Cenerentola. Ve ne sono anche in quest'ultimo film?
Nei film Disney ci sono sempre riferimenti ai classici, nel senso che i classici sono sempre dei grandi spunti per idee e per un certo tipo di bellezza senza tempo. Cerchiamo quindi di rendere una storia che speriamo sia un classico in maniera anche contemporanea perché il pubblico è cambiato, ed è cambiato anche il modo in cui si vedono i film. Non c'è un film in particolare a cui ci siamo ispirati per Frozen, ma sicuramente è d'obbligo menzionare La bella addormentata per l'aspetto dell'eleganza. Può essere un buon riferimento, ma in generale tutti gli elementi di grande eleganza dei film del passato sono stati rivisti, e l'aspetto di un look elegante, raffinato è sempre stato l'obiettivo principale in qualsiasi conversazione avessimo. Per esempio credo che il livello di ricerca e di raffinatezza nello studio dei costumi dei personaggi sia raro da trovare in un film in computer grafica, perlomeno a questo livello. Sicuramente è stato un aspetto estremamente ricercato per quel che riguarda i personaggi.

Quanto è durato il tuo lavoro su Frozen - Il regno di ghiaccio?
Ho iniziato due anni e mezzo fa. Ho avuto la fortuna di cominciare durante i primi test e  la realizzazione dei primi studi. Diciamo che è un modo molto privilegiato di fare delle esperienze su un film, perché si ha la fortuna di seguire tutto l'aspetto non solo di esecuzione, ma anche di concepimento dello stesso, insieme a tutte le varie interazioni e per arrivare al prodotto finale, per le quali si effettuano tantissimi studi per quanto riguarda gli ambienti, i personaggi, le luci e il look. C'è tantissimo lavoro che poi in un certo senso viene distillato nel film, nel senso che non si vede a primo acchitto ma che poi nel prodotto finale ne cambia la resa in maniera fondamentale.

Qual è stata la sequenza più complessa da realizzare?
Ho avuto la fortuna di lavorare in tutte le sequenze con l'Ice Palace, che è stato sicuramente l'aspetto più complesso del film.  Devo dire che la canzone Let it go è stata un tour de force, ed in particolare l'ultima parte, quando Elsa costruisce l'Ice Palace. è stato un numero enorme di ore di lavoro e di persone che vi hanno collaborato, di tanti studi, di tanto sforzo ma anche molto gratificante alla fine, perché si percepisce, nel vederlo, che tante cose si sono allineate nel verso giusto.

Tra i tutti i tuoi ingaggi, qual è quello a cui sei più affezionato o del quale hai un ricordo migliore?
Solitamente è sempre l'ultimo, ma in particolare il lavoro su Frozen - Il regno di ghiaccio è stato eccezionale, perché dal punto di vista della complessità credo che sia tra i più articolati su cui abbiamo lavorato, se non il più complesso. Pensate che abbiamo avuto anche meno tempo rispetto ad altri film precedenti perché è un film che doveva uscire un anno più tardi, e invece è stato anticipato. Poi devo ripetere che lavorare su questi film che ricordano un po' i classici Disney è sempre una bella esperienza.
 
Hai altri progetti in arrivo?
In questo momento ci sono delle idee per il mio prossimo progetto, però è un po' prematuro parlarne. Posso solo dire che sarà un'altra bellissima produzione, per cui mi sento fortunato.

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