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Panini Comics ha annunciato un aumento del prezzo dei fumetti

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Con un comunicato sulle proprie pagine social, Panini Comics ha annunciato un aumento dei prezzi dei propri fumetti previsto per i prossimi mesi. Le motivazioni sono legate all'assenza di materie prime create dall'emergenza sanitaria. Sul prossimo Anteprima dovrebbero essere disponibili maggiori dettagli dell'annuncio. Intanto, vi riportiamo il messaggio diffuso dall'editore:

"Cari lettori e lettrici,
la situazione di grande difficoltà di questi ultimi due anni ha determinato, come ormai ben saprete, una serie di problemi legati all'approvvigionamento di materie prime, nonché sensibili rincari sulla carta e più in generale sui costi di produzione, ormai non più sostenibili, dei nostri libri e fumetti. Queste circostanze porteranno all'aumento di prezzo di alcune nostre pubblicazioni, a partire dai prossimi mesi.
Nell'affrontare questa pesante ondata di rincari delle materie prime, sarà tuttavia nostra premura limitare il più possibile l'entità di questi aumenti."

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Eterni: Solo la morte è eterna, recensione: Kieron Gillen ed Esad Ribić ridanno vita agli immortali di Jack Kirby

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Nei suoi sessant’anni di storia (più di ottanta, in realtà, se consideriamo anche la Timely e l’Atlas) la Marvel ha dato vita a tantissimi personaggi, pochi dei quali, tuttavia, hanno goduto di una popolarità immediata. Ci sono voluti la Disney e l’abilità di un produttore lungimirante come Kevin Feige per portare all’attenzione del grande pubblico un patrimonio che pareva essere destinato a rimanere confinato nella piccola schiera degli appassionati di fumetti. Oltretutto, il successo del Marvel Cinematic Universe ha portato con sé la possibilità di valorizzare alcuni character che la stessa Casa delle Idee ha sempre considerato marginali o poco appetibili per i propri lettori. Di questo gruppo estremamente eterogeneo fanno parte pure i semidei noti come Eterni, ideati da Jack Kirby a metà degli anni Settanta, al suo rientro alla Marvel, dopo un breve periodo trascorso alla DC, a seguito dei suoi continui dissidi con Stan Lee.

Gli abitanti della città segreta di Olympia rappresentavano per il Re la possibilità di continuare sotto altre vesti i concetti elaborati per il Quarto Mondo, una saga rivoluzionaria in cui, grazie all’autonomia quasi illimitata concessagli dalla casa editrice di Superman e Batman, l’autore di origine ebraica era riuscito a dare libero sfogo alla sua grande passione per mitologia e fantascienza, che solo a tratti aveva trovato spazio sulle collane della Marvel. Malgrado ciò, benché simili nei loro contenuti di base, il Quarto Mondo e gli Eterni hanno avuto una “carriera” fumettistica molto diversa, tanto che, pur non riscuotendo nell’immediato il successo sperato, Darkseid e i Nuovi Dei si sono successivamente imposti come autentici protagonisti dell’Universo DC, mentre Ikaris e compagni, al contrario, non sono mai entrati nel cuore dei fan. Non è un caso, pertanto, che i brevi momenti di popolarità vissuti da questi ultimi siano rimasti essenzialmente legati alla fama degli autori chiamati a raccontarne le gesta dopo il periodo kirbyano (su tutti, la coppia Neil Gaiman e John Romita Jr., che in una miniserie del 2006 hanno adeguato i personaggi al gusto contemporaneo, attraverso un’efficace operazione di restyling), senza dimenticare che nella loro apparizione più recente, sulle pagine degli Avengers di Jason Aaron, gli Eterni sembravano addirittura essersi uccisi tra loro e destinati a un lungo oblio editoriale.

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Nei comics americani, tuttavia, sappiamo che è bene non dare mai nulla per scontato, soprattutto quando arriva il cinema a metterci lo zampino. E così, per non essere da meno della casa madre californiana, che ha garantito ai Marvel Studios tutti i mezzi necessari per rendere il film dedicato ai semidei di Kirby uno dei più importanti della Fase 4 del MCU, anche negli uffici newyorkesi della casa editrice si è pensato di rilanciare i personaggi in maniera importante, affidandoli a un team di autori di alto profilo come Kieron Gillen ed Esad Ribić.

La nuova serie inizia esattamente da dove avevamo lasciato il gruppo nella saga di Aaron e già nelle prime pagine vediamo Ikaris tornare in vita nelle vasche di rigenerazione dell’Esclusione, apprendendo dalla Macchina che lo stesso è accaduto al resto del suo popolo. Su ordine di Zuras, anche Sprite viene ripristinato, ma con fattezze diverse - tra cui un inaspettato cambio di sesso da maschio a femmina) e ricordi di molto precedenti agli eventi che ne avevano determinato la condizione di escluso (proprio quelli raccontati nella miniserie di Gaiman e Romita Jr. -. Dopo un breve intermezzo nelle strade di New York e la lotta contro un deviante, i due fanno ritorno a Olympia dove vengono informati che, nel frattempo, il loro leader è stato ucciso. L’assassino non tarda a mostrare il suo volto: si tratta del redivivo Thanos (apparentemente morto nei primi numeri dei Guardiani della Galassia di Donny Cates), la cui inattesa capacità di spostarsi attraverso la rete di trasferimento della Macchina, genera immediatamente una ridda di sospetti e accuse. Solo un complice tra gli Eterni, infatti, avrebbe potuto garantire al titano un’abilità a lui sempre preclusa.

Già da questo accenno di trama si intuisce come Gillen scelga di accantonare la solennità tecno-mitologica kirbyana - per quanto ancora parzialmente visibile nelle tavole di Ribić -, per immergere la progenie immortale dei Celestiali in una sorta di mistery fantascientifico, utile per chiamare a raccolta un po’ tutti i protagonisti delle saghe precedenti - con un’evidente predilezione per quelli coinvolti nella pellicola di Chloé Zhao - e per cercare, al contempo, di mettere in risalto la personalità e le motivazioni di ognuno di essi, in modo da facilitare la lettura a chi – magari incuriosito dalla visione del film - si sia appena avvicinato al popolo di Olympia. Nel fare questo, tuttavia, forse nel timore di apportare qualche modifica di troppo ai personaggi, l’autore inglese decide stranamente di rinunciare alla sua tipica scrittura spigliata e vivace, preferendo esprimersi attraverso testi eccessivamente sobri e rigidi, che pur se formalmente impeccabili, non riescono a suscitare vere emozioni nel lettore, neppure nei passaggi in cui viene dato spazio a una sotto-trama più “terrena”, nella quale Ikaris si erge a paladino di un giovane essere umano, destinato, in un possibile futuro, a morire per causa sua. Per di più, il mistero che si cela dietro l’identità del traditore è poco accattivante ed è portato avanti in modo lento e macchinoso, privilegiando oltremisura gli aspetti secondari della vicenda, compresi alcuni flash-back, che, benché necessari alla caratterizzazione dei vari personaggi, finiscono per appesantire ulteriormente una narrazione troppo "austera" per risultare davvero appassionante (persino negli scontri con Thanos). Un po’ lo stesso problema che, a tratti, ha afflitto la sua opera creator owned The Wicked + The Divine - pubblicata in Italia da Bao Publishing -, in cui, pur con un approccio più originale e moderno, Gillen si era già confrontato con il tema della divinità.

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A fare le spese di questa discutibile svolta stilistica sono anche alcuni dei protagonisti che, spesso, tendono ad apparire monolitici e freddi, oltreché bloccati in un’immagine stereotipata, che, sebbene lontana dalla staticità kirbyana, riporta i personaggi a una caratterizzazione meno sofisticata rispetto a quella che ne aveva dato Gaiman. Ciò nonostante, la miniserie del 2006 rimane palesemente una delle fonti di ispirazione dello scrittore britannico, soprattutto quando nel finale il buon Kieron decide di incrinare definitivamente l’aura eroica degli Eterni, concludendo in maniera radicale l’opera di revisione iniziata quindici anni prima dal suo illustre connazionale. La stessa soluzione narrativa viene contemporaneamente utilizzata per far risuonare nel fumetto l’eco del recente lungometraggio cinematografico, grazie al parallelismo che si crea tra quello che succede nella seconda parte del film e la “ribellione” dei protagonisti nell’ultimo capitolo del fumetto, una volta appreso il terribile prezzo che l’umanità è costretta a pagare per garantire loro l’immortalità. È questo, certamente, il merito principale di Gillen che, tuttavia, si scontra non solo con il tono algido della sua sceneggiatura, ma soprattutto con la rappresentazione francamente ridicola che viene data dei Devianti e con l’ironia un po’ sbracata che di frequente contraddistingue le esternazioni della Macchina, la quale, utilizzata come voce fuori campo, avrebbe dovuto essere (assieme a varie infografiche, che richiamano apertamente quelle realizzate da Jonathan Hickman per la maggior parte delle sue opere) semplicemente un mezzo per chiarire alcuni passaggi della trama, altrimenti poco comprensibili anche a molti appassionati. Due scelte opinabili e in forte dissonanza con la narrazione principale, forse spiegabili con la difficoltà dell’autore a rinunciare del tutto ai dialoghi briosi e un po’ beffardi dei suoi lavori precedenti.

A ogni modo, è molto probabile che Gillen, di fronte alla necessità di raggiungere un equilibrio tra le versioni storiche dei personaggi e le loro controparti cinematografiche, non abbia ancora deciso quale strada percorrere, pur mostrando di sapersela cavare con astuzia quando si è presentato il problema di giustificare il cambio di sesso di alcuni di essi, per allinearli alla raffigurazione inclusiva imposta da Hollywood (oltre a Sprite, prossimamente compariranno anche le versioni femminili di Ajak e Makkari, assenti in questa prima minisaga). Gli story-arc successivi ci diranno se lo scrittore inglese sarà in grado di trovare un compromesso accettabile, ma sta di fatto che, per il momento, il vero motivo di richiamo della serie è rappresentato dal comparto grafico, dove Ribić si conferma quasi una scelta inevitabile, ogni volta che il soggetto ha a che fare con temi a carattere fantasy o fantascientifico. È lo stesso Gillen ad affermarlo nella breve intervista riportata nei corposi extra della versione absolute del volume e l'artista di Zagabria effettivamente non tradisce le aspettative, soprattutto quando il potere immaginifico dei suoi disegni viene esaltato da mirabolanti scenari abitati da figure femminili bellissime e seducenti, campioni possenti, opachi manipolatori, ma anche da un Thanos colossale, opprimente e inesorabile. Passaggi frequenti all'interno della storia, che garantiscono quel pathos pressoché irrintracciabile nella sceneggiatura.

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Gli sfondi tracciati da Ribić abbracciano poco la maestosità e il gigantismo kirbyano, a favore di forme più morbide, geometrie più lineari e atmosfere più eteree - che guardano maggiormente alle opere di François Schuiten o al Moebius de L’Incal -, anche se le architetture imponenti e gli enormi macchinari presenti nelle pagine del libro mantengono quasi intatta la potenza evocativa del Re. L’unico appunto da fare all’autore croato riguarda il suo continuo andare alla ricerca di un miglioramento estetico puramente formale, che negli anni ha fatto perdere alle sue tavole un po’ di dinamicità e lo ha forzato a raffigurare qualche personaggio con espressioni innaturali o in pose eccessivamente statuarie. Un’evoluzione dello stile più che comprensibile in un pittore - lo stesso Ribić, d’altra parte, cita spesso tra i suoi punti di riferimento i maestri del Rinascimento italiano -, ma molto meno in un "narratore per immagini", che trova, tuttavia, una conferma nelle splendide copertine dei vari numeri della serie, decisamente più vicine a un’illustrazione tout court che a un’anteprima della storia all’interno dell’albo.

È nei colori, infine, che si notano le maggiori differenze rispetto al ciclo kirbyano, dato che Matthew Wilson – probabilmente d’accordo con il disegnatore croato – abbandona gli effetti psichedelici e le gradazioni intense del Re, per virare su tonalità pastello che, tuttavia, non sempre si dimostrano azzeccate. A volte, sono più fredde del dovuto e poco luminose, anche quando a dominare dovrebbe essere il blu elettrico. Inoltre, l’esteso utilizzo di sfumature violacee ci è sembrato troppo invadente e poco coerente con quanto richiesto dalla trama.

Come già annunciato nell’ultima vignetta del capitolo finale e a vedere le preview americane, Gillen, nelle storie a venire, pare voler insistere su un personaggio di peso come Thanos, esplorandone nuovamente le origini e approfondendone il legame con i suoi “cugini” terrestri. L’intenzione sembra essere quella di incastonare definitivamente gli Eterni all’interno della continuity marvelliana, coinvolgendo alcuni di essi anche in mirate operazioni di ret-con. Se l’autore inglese saprà bilanciare meglio l’ironia con i toni dark  - praticamente scontati quando c’è di mezzo il nichilista abitante di Titano -, allora la nuova collana dedicata ai semidei di Kirby potrà davvero ambire a essere un’opera da ricordare.

Chiudiamo con i dati relativi al volume Panini Comics, che raccoglie per intero la saga Solo la morte è eterna. Di esso - come accennato in precedenza - ne sono state realizzate due versioni, entrambe cartonate: una più semplice e con le dimensioni standard di un comic book, l’altra più elegante e in formato gigante. Quest’ultima oltre ai numeri da 1 a 6 delle serie Eternals, include anche lo speciale Never Die, Never Win, una sorta di dietro le quinte dove, tra le altre cose, ci viene offerto un sostanzioso assaggio (di fatto, quasi tutto il numero uno) delle matite originali di Ribić, prima dell’intervento del colorista.

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Occhio di Falco, i volumi Panini Comics disponibili

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Riceviamo e pubblichiamo:

I volumi per scoprire tutto sull’arciere che non sbaglia un colpo e la sua compagna di avventure, protagonisti della nuova serie Marvel Studios Hawkeye, dal 24 novembre su Disney+

Clint Barton è il più grande tiratore della storia, oltre ad essere uno degli eroi del gruppo degli Avengers, e lavora insieme alla sua partner, la nuova Occhio di Falco, Kate Bishop per affrontare i nemici del passato e del presente. Per chi ancora non li conoscesse, Panini Comics propone alcuni volumi fondamentali per scoprire la loro storia e cogliere ogni divertente dettaglio della nuova serie Marvel Studios Hawkeye, in streaming su Disney+ dal 24 novembre.

Clint Barton, professionista affermato. Kate Bishop, esordiente di talento. Due Occhio di Falco che si scambiano frecce e fanno squadra. Ma non come si potrebbe immaginare. Sono solo due compagni di arco. Clint ha già abbastanza da fare con un’ex ragazza, un’ex moglie, un’attuale “amica” e una rossa con l’auto dei suoi sogni. Più il palazzo che ha appena comprato, l’esercito di gangster che lo rivuole e un cane con il fiuto per gli omicidi e una fissa per la pizza. Senza dimenticare Madame Masque, un clown assassino e lo sfaticato fratello di Clint, Barney. E tutto questo solo per quanto riguarda il tempo che non trascorre con gli Avengers…

Occhio di Falco Vita normale cover

La pluripremiata serie Occhio di Falco – Vita Normale, firmata da Matt Fraction, David Aja e un gruppo di artisti incredibili, narra la quotidianità dell’arciere quando non combatte a fianco dei colleghi eroi. Un corposo volume unico che raccoglie tutte le storie della serie.

Prezzo: € 59,00
Pagine: 560
Rilegatura: Cartonato con sovracover
Formato: cm 18,3x27,7
Interni: A colori
Distribuzione: Fumetteria, online

Occhio di Falco Occhi di Falco cover

Ci sono due Occhio di Falco in città e trovare un equilibrio tra diverse generazioni può essere impegnativo. Presente e passato entrano in collisione quando Kate Bishop e Clint Barton devono affrontare una sfida che metterà in discussione tutto ciò che sanno del proprio ruolo di eroi arcieri. Jeff Lemire e Ramón Pérez raccolgono il testimone da Matt Fraction e David Aja e proseguono una narrazione innovativa e appassionante delle avventure di Occhio di Falco. E Occhio di Falco.

Uscita: 9 dicembre
Prezzo: € 29,00
Pagine: 256
Rilegatura: Cartonato
Formato: cm 18.3x27.7
Interni: A colori
Distribuzione: Libreria, fumetteria, online

Marvel Verse Occhio di Falco cover

Marvel-Verse: Clint Barton & Kate Bishop – Occhio di Falco è il punto di partenza ideale per fare la conoscenza dei due eroi. In un volumetto di agile formato, una selezione delle migliori storie e tante risposte a tutte le domande, tra cui la principale: come mai ci sono ben due Occhio di Falco?


Prezzo:
€ 9,90
Pagine: 120
Rilegatura: Brossurato
Formato: cm 15x23
Interni: A colori
Distribuzione: Libreria, fumetteria, online

Occhio di Falco Si mira a Ovest cover

E se anche voi vi sarete ormai affezionati a Kate Bishop, nel formato Marvel Young Adult le sue avventure proseguono in solitaria con la prima serie dedicata alla nuova Occhio di Falco. In Occhio di Falco: Kate Bishop e Occhio di Falco: Si mira a Ovest, Kate Bishop è decisa a tenere in piedi la sua agenzia investigativa e niente e nessuno potrà fermarla. Cavarsela da sola non sarebbe un problema, se non fosse per i clienti che continuano a chiederle dove sia il “vero” Occhio di Falco. Energica, agguerrita e con un senso dell’umorismo tutto suo, quando Kate si mette in testa qualcosa, centra sempre il bersaglio!


Prezzo:
€ 9,90
Pagine: 272 e 224
Rilegatura: Brossurato
Formato: cm 15x23
Interni: A colori
Distribuzione: Fumetteria, libreria online

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Sweet Tooth - Il Ritorno, recensione: nel futuro della distopia di Jeff Lemire

Sweet Tooth Il Ritorno

Invitato sul set della trasposizione televisiva tratta dalla sua apprezzata serie a fumetti Sweet Tooth, Jeff Lemire ha potuto toccare con mano come la sua idea originale potesse essere ripresa e declinata per un nuovo pubblico, in un mondo che improvvisamente si trova a fare i conti con una pandemia diversa a quella descritta nella sua opera perché tristemente reale. Difficile pensare che l’autore canadese non avrebbe rimesso mano ad uno dei suoi lavori più celebrati, in un momento in cui la comunità internazionale si trova ad affrontare uno scenario di cui la serie sembra essere stata, col senno del poi, un’allegoria premonitrice.

Sweet Toothdi cui abbiamo parlato recentemente in occasione della ristampa targata Panini Comics – ci portava in un futuro prossimo, in cui l’umanità è stata decimata da una pandemia scoppiata improvvisamente, causando il collasso della civiltà. Sette anni dopo, il mondo è testimone della comparsa di una nuova razza di ibridi, metà uomini e metà animali. Questi esseri sembrano essere immuni al contagio, e diventano subito preda di cacciatori senza scrupoli che vogliono catturarli per venderli come cavie a scienziati intenzionati a vivisezionarli per motivi di studio. Tra gli ibridi troviamo Gus, il protagonista della storia, orfano metà bambino e metà cervo che vive nei boschi del Nebraska. Insieme al misterioso Jepperd, uomo della provvidenza che lo salva da un gruppo di bracconieri che stavano per catturarlo, Gus vive un’epopea on the road che sarà un vero e proprio viaggio di formazione, dall’epilogo malinconico.

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Lemire aveva dato alla sua opera una chiusura perfetta, quindi l’idea stessa di un possibile sequel era piuttosto complicata da seguire. L’autore è ricorso ad un escamotage narrativo, quello di spostare il racconto trecento anni dopo gli eventi narrati nella serie originale. In questo futuro distopico di un futuro distopico, una razza umana quasi estinta sopravvive in una sparuta comunità che vive sotto un bunker. Il gruppo di sopravvissuti conduce un’esistenza stanca e rassegnata, tanto per la propria situazione quanto per la teocrazia esercitata dal Padre, l’autoproclamatosi leader della comunità che vive circondato da milizie e servitori in una residenza avvolta dal mistero. Misteriose, infatti, sono le sparizioni di molti dei bambini del villaggio che sembrano collegate alle losche attività che si svolgono nel palazzo. Incapace di ribellarsi al regime del Padre, la comunità confida nella profezia di un salvatore ibrido che li libererà e riporterà la specie umana in superficie. E in effetti, a loro insaputa, quell’ibrido è già nato. Si chiama Gus, come il bambino cervo della serie originale con cui non sembra però avere alcun legame, e vive in gran segreto nel palazzo del Padre. Cresciuto in un ambiente rigido e chiuso da cui è impossibile evadere, Gus non ha ricordi del suo passato anche se ha spesso visioni che sembrano ricordi di una vita precedente. La sua naturale passione per la verità lo porterà a scoprire il terribile segreto custodito nel palazzo del Padre e a ribellarsi, regalando una nuova chance di vita e di libertà al gruppo di sopravvissuti.

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Leggendo Sweet Tooth – Il Ritorno si intuisce facilmente il motivo per cui Jeff Lemire ha ripreso in mano una delle sue opere più celebri, peraltro già perfettamente compiuta: la necessità di dare un messaggio di speranza ad un mondo che sta affrontando una pandemia tremendamente reale. Se la collana originale voleva essere da monito ad un’umanità che si stava perdendo, questa nuova uscita vuole essere un auspicio di superamento del momento più buio affrontato dall’umanità stessa negli ultimi decenni. L’autore si spinge oltre, suggerendo un’uscita dalla crisi che non riguardi solo un gruppo sociale ma l'intera popolazione nel suo complesso. L’allegoria del mondo nuovo che aspetta in superficie tanto gli umani quanto gli ibridi è emblematica in tal senso.

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La storia perde il dinamismo della serie originale, il viaggio on the road con la dinamica padre-figlio ricca di echi de La Strada di Cormac McCarthy, optando per una unità di luogo rappresentata essenzialmente dal bunker sotterraneo. Ciò non toglie la possibilità ad un narratore sopraffino come Lemire di sorprendere il lettore con twist di sceneggiatura che lo faranno sobbalzare sulla sedia. Come nella collana originale, Lemire si assume anche l’onere delle matite oltre a quello dei testi. Conosciamo ormai molto bene il suo stile semplice ma non grossolano, memore delle origini indie dell’artista, il suo tratto grezzo ma non dozzinale, fortemente empatico, antitesi della spettacolarità ma proprio per questo capace come pochi di trasmettere emozioni che vanno dritte al cuore del lettore.

Panini Comics propone Sweet Tooth – Il Ritorno nella sua ormai consolidata linea di cartonati "Black Label" dedicata alle proposte DC Comics d’autore, un formato di prestigio per un’opera che farà felici i fan della serie originale, ma che potrebbe spiazzare i nuovi lettori ignari degli avvenimenti precedentemente narrati.

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