Mad Run #3: Il Film per adulti di Superman e Big Barda nell'Action Comics di John Byrne
- Scritto da Luca Tomassini
- Pubblicato in Focus
- dimensione font riduci dimensione font aumenta la dimensione del font
- Stampa
Bentornati su Mad Run, la rubrica che non teme di immergersi nei momenti più bizzarri della storia del fumetto a stelle a strisce. Dopo aver parlato di Marvel nelle prime due puntate, stavolta faremo un salto in casa DC Comics, in un momento cruciale per la storia editoriale della Distinta Concorrenza: i favolosi anni ’80! E visto che nelle prime due puntate abbiamo rimestato decisamente nel torbido, tra segreti e tradimenti, questa volta abbiamo deciso di andare oltre le squallide storie di corna già presentate optando per un argomento più delicato: parleremo di quella volta in cui Superman e Big Barda condivisero il set di un film porno! Il tutto narratoci da un gigante dell’industria, la star indiscussa del fumetto americano degli anni ’80, un maestro della Nona Arte che siamo onorati di ospitare nella nostra rubrica: John Byrne! Spostiamo quindi le lancette dell’orologio all’anno 1986, come se avessimo a disposizione la mitica DeLorean di Ritorno al Futuro, e diamo inizio a questa puntata di Mad Run!
A metà degli anni ’80, la DC avvia un’imponente ristrutturazione del proprio parco testate e un’opera di semplificazione della convulsa continuity narrativa, ormai gravata da cinquant’anni di storie, che impedisce a nuovi ed eventuali lettori di saltare a bordo della maggior parte delle serie della casa editrice. Lo scenario del Multiverso DC, come si presentava al pubblico all’inizio del decennio, era popolato da un numero pressoché infinito di terre parallele, ciascuna popolata da versioni alternative degli eroi più popolari: su Terra 1 vivevano le versioni moderne di Batman, Superman, Wonder Woman e soci, mentre su Terra 2 venivano narrate le avventure post-belliche degli stessi eroi, riuniti nella Justice Society of America. Gli eroi delle due terre si incontravano spesso, e frequenti erano le alleanze della Justice Society con la Justice League of America di Terra 1. Questa situazione rischiava di creare confusione tra i lettori, senza contare che i fumetti DC venivano percepiti dai più come troppo classicheggianti e non al passo con i tempi, cavalcati invece con furore dalla Marvel con serie innovative come X-Men di Chris Claremont & John Byrne e Daredevil di Frank Miller. Serviva una scossa di rinnovamento, e il terremoto fu incarnato da Crisis on Infinite Earts, maxiserie di 12 numeri firmata da Marv Wolfman e George Pérez, con la quale l’editore fece piazza pulita delle infinite terre parallele e della tradizione naif derivata dalla Silver Age che ancora popolava molte delle sue testate, retaggio affascinante ma ormai anacronistico in anni in cui il cosiddetto revisionismo supereroistico cominciava a farsi largo. Quando Crisis terminò, nel marzo del 1986, il multiverso DC non esisteva più: adesso c’era una sola Terra, e della vecchia continuity era stato salvato solo ciò che funzionava. In realtà il coordinamento editoriale non fu perfetto e ci furono non poche contraddizioni, tipo la presenza dell’Hawkman pre-Crisis in una storia di Superman mentre ne debuttava la versione aggiornata nella miniserie Hawkworld, ma questa storia dovrà essere raccontata altrove. L’universo DC si presentava quindi, per la prima volta da cinque decadi, come una tabula rasa, e l’editore pensò bene di convocare i due artisti di maggior successo di quel momento, strappandoli alla concorrenza, per aggiornare le due più grandi icone del proprio catalogo. Così, mentre Frank Miller ci forniva la versione definitiva di Batman, John Byrne si mise a lavorare sul rilancio di Superman. All’epoca il passaggio di Miller e Byrne dalla Marvel e DC fece scalpore: la Casa delle Idee perdeva i due creativi sui quali aveva costruito la maggior parte dei suoi successi tra la fine degli anni ’70 e la prima metà degli anni ’80. Se Batman era un personaggio che funzionava anche prima dell’arrivo di Miller e che aveva bisogno solo di una messa a punto, ben più gravoso appariva il compito di Byrne con l’Uomo d’Acciaio.
Si trattava di aggiornare la mitologia di un personaggio che, nella sua versione cartacea, non aveva saputo sfruttare il grande successo del lungometraggio di Richard Donner a lui dedicato nel 1978. Potendo contare sulla grande interpretazione dell’indimenticabile Christopher Reeve, il film ci aveva regalato un Superman più realistico e meno caricaturale di quello che i lettori dell’epoca ancora potevano trovare sulle pagine dei comic book, ancora alle prese con le esagerazioni di una Silver Age ormai lontana nel tempo, tra città in bottiglia e cani volanti. L’Uomo d’Acciaio di Reeve era un Superman con le sue debolezze e non onnipotente, profondamente ancorato al suo retaggio umano. Byrne tenne conto degli elementi di novità introdotti dal film e li portò nella sua versione, convinto del fatto che nel 1986 un eroe invincibile non interessasse più a nessuno. Così l’artista britannico presentò al pubblico un eroe con le sue vulnerabilità, simboleggiate dall’iconico costume che, a differenza del passato, finiva spesso in brandelli durante gli scontri più cruenti. Byrne stabilì inoltre che Kal-El era l’unico sopravvissuto della distrutta Krypton: vennero così eliminati dal “canone” del personaggio tutti gli altri profughi del suo pianeta natale, da Supergirl, al cane Krypto fino alla città in bottiglia di Kandor, allo scopo di amplificare il senso di solitudine dell’Uomo d’Acciaio. Le innovazioni introdotte dall’autore furono numerose, brillanti e attuali, a partire dal nuovo ruolo di Lex Luthor, non più semplice genio del male ma luciferino e tipico tycoon dell’era reaganiana, magnate dall’apparenza rispettabile ma dai non pochi scheletri nell’armadio. Il Superman di Byrne è un capolavoro che meriterebbe un'analisi a parte, la versione moderna e definitiva del personaggio che ha costituito la base per venticinque anni di storie, fino al reboot New 52 del 2011: quindi a quale titolo, direte voi, dobbiamo la sua presenza in questa puntata di Mad Run? Beh, come molti di voi ricorderanno, Big John era colui che aveva dedicato un episodio (esilarante) di Fantastic Four al tentativo di She-Hulk di riappropriarsi di una sua foto in topless “rubata”, ma basterebbe pensare al personaggio di Aurora in Alpha Flight, timida e sessuofoba insegnante nella sua identità borghese quanto sfrontata e disinibita nella sua veste di supereroina. Ogni tanto Byrne inseriva nelle sue storie qualche particolare un po’ piccante, per la gioia di noi fan all’epoca adolescenti. Ma quella volta che rese Superman il protagonista di un film pornografico si superò!
Il tutto venne raccontato in una storia in due parti contenuta in Action Comics 592 e 593 di settembre e ottobre 1987.
Byrne aveva rinarrato le origini di Superman nella miniserie di sei numeri The Man Of Steel, per poi proseguire la sua opera di rinnovamento del personaggio su due mensili, il nuovissimo Superman e la classica Action Comics. Se il primo costituiva la sede primaria delle trame intessute dall’autore, il secondo presentava ogni mese un team-up diverso tra l’Uomo d’Acciaio e un protagonista del rinnovato Universo DC post-Crisis. Nel nostro caso, l’ultimo figlio di Krypton incontrava Mister Miracle e Big Barda, due tra le più famose creazioni di Jack Kirby, ideate per la sua celeberrima Saga del Quarto Mondo. Mister Miracle era Scott Free, l’artista della fuga fuggito da Apokolips e dal regno di terrore del suo sovrano, Darkseid. Barda, temibile guerriera e generale delle truppe di Darkseid, aveva tradito il tiranno dopo aver incontrato Scott ed essersene innamorata. Entrambi avevano trovato rifugio sulla Terra, dove erano convolati a giuste nozze. Scott, inoltre, aveva anche trovato il tempo di unirsi alla più recente incarnazione della Justice League of America.
La storia si apre con una smarrita Barda in visita a Metropolis. La guerriera si trova casualmente a Suicide Slum, la zona più degradata della città, tra prostitute e protettori. La situazione che si presenta alla supereroina è un incrocio tra i set de I Guerrieri della Notte, New Jack City e Boogie Nights. La donna è incredula per lo squallore che si presenta ai suoi occhi.
Uno scippatore commette l’errore madornale di rubare la borsa di Barda, che contiene la sua bacchetta del potere, arma potentissima originaria di Apokolips. Ma prima che possa essere raggiunto da Barda, che si è gettata al suo inseguimento, il ladro viene catturato dai tentacoli di un essere mostruoso. Quando la donna sopraggiunge, il delinquente è già cadavere: neanche il tempo di capire il da farsi e viene colpita da un raggio sparato dalla sua stessa arma.
Uno strano essere verde, compiaciuto, si avvicina sogghignando all’eroina svenuta.
Stesso destino subisce Superman poco dopo, giunto sul posto dopo aver captato una forte aura energetica provenire da lì. L’alieno si rivela essere un nativo di Apokolips dal nome quanto mai appropriato, Repellente. Consigliere di Darkseid durante gli anni giovanili di quest’ultimo, era stato in seguito esiliato dal despota per le sue inclinazioni oscene e perverse. C’è da considerare che essere giudicati impresentabili e banditi da un tiranno dello spazio che annovera la tortura come suo interesse principale è una bella impresa. Il tipo ha le capacità di corrompere psichicamente le persone, sottomettendole alla sua volontà. Il genere di potere che piacerebbe ad Harvey Weinstein, anche se, al contrario dell’ex boss della Miramax, Repellente ha il buon gusto di non accogliere le sue vittime in accappatoio in una stanza d’albergo. In ogni caso, l’alieno sa bene come utilizzarlo con Barda: costringe la malcapitata ad indossare un costume che lascia ben poco all’immaginazione e a lanciarsi in una danza sexy, filmandola.
Eh si, perché Repellente ha pensato bene di riciclarsi sulla Terra come impresario nell’industria dell’home video a luci rosse.
Nel frattempo Mister Miracle rincasa, in compagnia del suo amico e assistente, il nano Oberon.
Al posto di Barda, trova un ospite decisamente sgradito: il sovrano di Apokolips in persona, il malvagio Darkseid.
Scott sta per attaccare il suo acerrimo nemico, dedito a sorseggiare un drink in salotto, ma questi lo ferma. Gli porge un vhs, acquistato dai suoi agenti in una zona malfamata della città, che è sicuro che Mister Miracle troverà di suo interesse. La tavola successiva è un capolavoro di arte sequenziale: Scott e Oberon riconoscono Barda nel filmato, anche se pesantemente truccata, ma restano di stucco davanti al contenuto… un tantino osé, come suggerisce il malizioso Byrne.
Sconvolto, il buon Scott Free si lancia alla volta di Suicide Slum seguendo la dritta del suo eterno avversario. La cosa fantastica è che l’incarnazione del male stesso abbia trovato il tempo, tra una devastazione e l’altra, di andare ad avvertire uno dei suoi peggiori nemici dei pericoli che sta correndo la moglie e, non trovandolo, di accomodarsi sulla sua poltrona a bere un whisky. Diavolo di un Byrne!
Diventiamo quindi testimoni della lotta contro il tempo di Mister Miracle, che deve scoprire dove si trovi Barda prima che possa accadere qualcosa di realmente irreparabile. E farà bene a sbrigarsi perché Grossman, il produttore degli “assoli” di successo della povera e soggiogata supereroina, ha in mente di accoppiarla col nuovo “stallone” della sua scuderia: l’altrettanto sottomesso Superman, piegato dal controllo psichico di Repellente!
Scott si imbatte in qualche ostacolo durante la sua corsa contro il tempo: arrivato a Suicide Slum, viene aggredito da una gang di delinquenti che lo stordiscono, lo chiudono in un sacco, e lo sigillano con una fiamma ossidrica in un cassonetto dell’immondizia. Una trappola degna di Houdini per il Maestro dell’ escapismo!
Nella vignetta successiva, Mister Miracle è già fuggito e sta correndo sui tetti verso la sua meta. Una trappola che sembrava mortale era solo una scocciatura per l’Artista della fuga. La cosa più divertente è che una banda di malintenzionati avesse a disposizione l’armamentario per una trappola del genere. Mah!
Nel frattempo, sul set del film per adulti con protagonisti Superman e Barda, non tutto fila come dovrebbe. Grossman si lamenta della scarso “sex appeal” dell’Uomo d’Acciaio, a suo dire troppo legnoso: Repellente capisce che Supes sta opponendo resistenza al suo potere grazie alla sua forte fibra morale, quindi tenta il tutto per tutto e aumenta l’intensità del suo controllo.
Proprio mentre Superman sembra cedere e comincia a baciare appassionatamente una discinta Barda, Mister Miracle interrompe le riprese facendo irruzione dal lucernario!
Il set diventa un parapiglia: Scott Free si lancia all’inseguimento di Repellente, che gli scaglia contro il mostro dai tentacoli mollicci che avevamo visto in apertura della saga. Scott viene salvato da Barda, ormai ristabilitasi, che senza fatica fa a pezzi la mostruosità natia dei pozzi neri di Apokolips. Superman insegue Repellente nelle fogne (il posto giusto per un tipo così) ma il laido alieno, piuttosto che farsi catturare, preferisce suicidarsi facendosi esplodere vicino ad una conduttura di gas. L'Uomo d'Acciaio raggiunge i suoi alleati e li informa sull’infausto destino di Repellente, l’Harvey Weinstein venuto dallo spazio. È il momento dei saluti: ma Superman confida a Barda che gli sembra di ricordare che era successo davvero qualcosa tra di loro, quando erano sotto l’influsso dell’alieno. Barda lo interrompe, suggerendogli che è meglio lasciare le cose così. La storia si conclude con un infastidito Mister Miracle che si accomiata da Superman in compagnia della moglie ritrovata.
Quindi Superman non è mai stato davvero il protagonista di un film per adulti, grazie all’intervento provvidenziale di Mister Miracle ma chissà, qualche foto di scena piccante in compagnia di Barda un giorno potrebbe saltare fuori, tra un reboot e l’altro dell’ Universo DC. Con buona pace del povero Scott Free.
È tutto per questa puntata di Mad Run e mi raccomando, non fatevi beccare in atteggiamenti compromettenti con la moglie di un vostro amico, o quantomeno assicuratevi che l’appartamento non abbia il luceranario: in ogni caso, la scusa del controllo mentale non reggerebbe!
Scrivete a Comicus.it o lasciate un commento sulla nostra pagina Facebook per segnalarci una Mad Run da recuperare!
Fino ad allora…
HEY, HO, LET’S GO!