Le 8 maggiori creazioni e opere di Jack Kirby
- Scritto da Redazione Comicus
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In occasione del centennale della nascita di Jack Kirby abbiamo pensato di stilare un elenco con alcune dei suoi più importanti lavori. Kirby, The King, è fra i prolifici fumettisti del mondo e le sue idee hanno dato vita non solo a personaggi memorabili ma anche a interi universi narrativi come quello Marvel Comics. Nel selezionare 8 creazioni e opere abbiamo riflettuto su vari aspetti, come il lavoro effettivo svolto dall'autore sulle rispettive serie. Kirby, ad esempio, ha dato vita ai Vendicatori, a Hulk, agli X-Men, tuttavia riteniamo che su questi personaggi o non abbia espresso appieno il suo potenziale o che ci abbia lavorato per un numero di albi talmente ridotto (visti i numerosi impegni) da non lasciarne un'impronta forte come in altri casi. Di seguito, dunque, trovate le 8 creazioni di Kirby per noi più importanti dall'ultima alla prima.
Di Gennaro Costanzo e Luca Tomassini
8) Kamandi
Sempre attento alla realtà sociale che si muove intorno a lui e che trasfigura nelle sue opere (basti pensare ai Forever People, versione fantascientifica degli hippies della Summer of Love, a cui affida un ruolo rilevante nella battaglia contro il despota Darkseid, commovente atto di fiducia verso le nuove generazioni da parte di un uomo quasi sessantenne), Kirby non si lascia sfuggire neanche le suggestioni della cultura del tempo e del cinema in particolare. In un periodo in cui la scena cinematografica è dominata dalle distopie stile Il Pianeta delle Scimmie e 1975: Occhi Bianchi sul Pianeta Terra, l’artista sforna una saga che non raccoglie il successo sperato ma che, come Il Quarto Mondo, diverrà un cult dopo pochi anni: Kamandi. In un futuro prossimo, su una terra distrutta dalle radiazioni, Kamandi è tra i pochi sopravvissuti al disastro nucleare e vive con il nonno in un bunker sotterraneo, alla maniera dei pochi umani sopravvissuti. Alla morte del suo unico parente, decide di affrontare il mondo di superficie, dove le cose sono decisamente cambiate: gli animali, infatti, si sono evoluti, acquisendo forma umanoide e intelligenza. Come le serie del Quarto Mondo, anche quella di Kamandi venne presto connessa all’universo DC principale, di cui è un futuro possibile. Grant Morrison gli assegnò un ruolo speciale in Final Crisis. Per celebrare il centenario della nascita di Jack Kirby, la DC ha proposto quest’anno un revival del personaggio, The Kamandi Challenge, riportandolo sotto la luce dei riflettori.
7) Mister Miracle
Mister Miracle nasce all’interno del grande affresco del Quarto Mondo, per poi prendere una strada propria. Scott Free, figlio di Izaya, Alto Padre di Nuova Genesi, viene scambiato con Orion, figlio di Darkseid di Apokolips, per suggellare la pace tra i due pianeti eternamente in lotta. Destinato all’ orfanatrofio di Granny Goodness, la terribile “nonnina” luogotenente del tiranno, viene cresciuto senza la consapevolezza delle sue vere origini. Ciò non gli impedisce di ribellarsi al regime totalitarista di Darkseid e di fuggire, evento che determina la ripresa delle ostilità con Nuova Genesi. Rifugiatosi sulla Terra, è accompagnato da sua moglie Big Barda, ex membro delle guerriere conosciute come le “Furie di Apokolips”, anch’essa ribellatosi alla dittatura di Apokolips. Sul nostro pianeta fa la conoscenza di Thaddeus Brown, conosciuto col nome di Mister Miracle, che gli insegna l’arte dell’escapismo. Alla morte del suo mentore, Scott ne assume il manto e ne diventa il successore. Coadiuvato da Barda e dal suo assistente, il nano Oberon, Scott prosegue la sua lotta contro Darkseid, non disdegnando però di collaborare spesso con i supereroi della Terra unendosi anche alla Justice League. Ispirato dalla figura del grande artista ed escapista Jim Steranko, Mister Miracle è, tra tutte le creazioni di Kirby, quella che meglio rappresenta la sua indomita aspirazione alla libertà. È uscito da poco negli States il primo numero della sua nuova serie, sceneggiata dal revisionista Tom King, premiatissimo autore di The Vision.
6) Gli Eterni
Dopo aver creato l'universo Marvel e i suoi principali eroi, Jack Kirby va alla DC Comics dove, spinto da nuovi impulsi creativi, inventa il Quarto Mondo. Tornato alla Marvel nella seconda metà degli anni '70, il Re non dimentica quelle atmosfere a lui care e crea così la saga fantascientifica degli Eterni. La serie dura 19 numeri più un annual e vede Kirby nel pieno della sua maturità artistica. L'autore scrive una storia in cui l’umanità scopre di non essere l'unica razza senziente sulla Terra e, sopratutto, che è il frutto degli esperimenti dei Celestiali, creature aliene che hanno dato vita anche agli Eterni, una sorta di Dei eterni, e ai Devianti. I primi, secondo i Celestiali, avrebbero abitato la terra, i Devianti le viscere e gli Eterni le montagne. In un ciclo epico, fra i migliori mai scritti e disegnati dall'autore, Kirby dà vita al suo ultimo capolavoro, il suo canto del cigno, prima di entrare in una fase discendente in cui realizzerà opere sicuramente valide, in special modo per la Pacific Comics, ma ben lontane dai fasti di quelle precedenti.
5) Thor
Ok, qualcuno obietterà che Thor non è un’invenzione di Kirby ma un dio della mitologica nordica già esistente. Giustissimo. Tuttavia, il personaggio che conosciamo è una rielaborazione in chiave moderna del dio del tuono, nonché la serie Marvel anni ’60 a cui ha collaborato per più tempo dopo i Fantastici 4 con un lungo e apprezzato ciclo. Kirby aveva già realizzato una versione di Thor negli anni ’50 per la DC, ma è solo con la versione Marvel che metterà su carta il suo grande amore per la mitologia nordica. Il sense of wonder di Kirby, la passione per dei e personaggi onnipotenti, si fonde con la sua matita che immagina mondi oltre le nuvole e fantastici. L’idea di base è quella di legare il personaggio a un terrestre, Donald Blake, facendolo innamorare dell’infermiera Jane Foster. Col tempo il Dio del Tuono sarà legato anche ad altri umani ma essenzialmente non abbandonerà mai le caratteristiche donategli da Stan Lee & Kirby. La rielaborazione del mito si incastra perfettamente con il Marvel Universe e Thor diventa un Vendicatore e uno dei personaggi cardini della Casa delle Idee.
4) New Gods
Agli inizi del 1970 Kirby lascia la Marvel, dopo che tutte le sue speranze circa un contratto che gli riconosca la paternità delle sue creazioni più il controllo creativo sono state frustrate. Stan Lee non appoggia le sue giuste rivendicazioni presso l’azienda, che propone all’artista un rinnovo di contratto irricevibile, a condizioni ancora peggiori di quello appena terminato. È la mattina del 6 marzo 1970 quando Lee riceve la fatale telefonata di Kirby, che gli comunica la sua decisione irrevocabile di lasciare la compagnia. In quella giornata le radio americane trasmettono per la prima volta il singolo “Let It Be”, singolo dei Beatles che si sono già sciolti in gran segreto. Il binomio Lee/Kirby, come la coppia McCartney/Lennon, è ormai storia. Della situazione approfitta Carmine Infantino, storico disegnatore di Flash e Batman, vecchio amico del King e redattore capo della DC Comics, che offre all’illustratore un contratto di tre anni. Kirby porterà alla DC alcune idee innovative che stava preparando per nuove serie Marvel mai realizzate. La più celebre, nonché il lavoro più ambizioso dell’artista, è la celebre Saga del Quarto Mondo, che si dipana su quattro serie: Superman’s Pal Jimmy Olsen, l’unica pre-esistente, e altre tre da lui create: New Gods, Mister Miracle e Forever People. La scommessa è quella di presentare un grandioso ed epico affresco narrativo intrecciato su quattro testate, che nelle intenzioni dell’autore sarebbero dovute essere raccolte in seguito in volumi, esperimento mai tentato prima su un comic-book. La storia rivela tutto la fascinazione di Kirby per i racconti su civiltà extraterrestri, ancestrali e segrete, che vengono improvvisamente in contatto con l’uomo moderno. Sono gli anni in cui hanno grande successo i libri di Peter Kolosimo, giornalista e scrittore fondatore della cosiddetta “fanta-archeologia”, che influenzeranno anche la successiva opera del Re, Gli Eterni, realizzata dopo il ritorno in Marvel.
Il Quarto Mondo racconta la metaforica e millenaria battaglia tra il bene, rappresentato dai Nuovi Dei di Nuova Genesi, governata da Alto Padre, e il male, incarnato da Darkseid, oscuro signore di Apokolips e dai sui servi. Nuova Genesi ed Apokolips sono due facce della stessa medaglia e dopo essere stati in guerra per millenni, hanno goduto di un periodo di tregua grazie ad un patto tra i due leaders, suggellato dallo scambio del figlio primogenito: così Orion, figlio di Darkseid, è cresciuto a Nuova Genesi diventandone il più grande guerriero, mentre Scott Free, figlio di Alto Padre, è stato allevato da Darkseid non condividendone però i propositi bellicosi e diventando il maestro dell’escapismo noto come Mister Miracle. La chiave per sconfiggere il tiranno è quella di impedire che abbia accesso alla cosiddetta “equazione dell’anti-vita”, formula che permette l’asservimento di tutte le razze senzienti, metafora dell’orrore del nazismo a cui il giovane Jack Kirby aveva assistito con i propri occhi combattendo con l’esercito americano sul fronte europeo.
3) Omac
La saga del Quarto Mondo, opera a cui Kirby teneva molto, non incontrò i favori del pubblico per la sua complessità inusuale, e tutte le serie che la componevano vennero chiuse prematuramente, senza che l’autore riuscisse a proporre il finale che aveva immaginato. Non molti anni più tardi, sarebbe stata considerata uno degli apici dell’opera kirbyana e ampiamente riscoperta. Kirby non si scoraggiò e continuò a proporre storie coraggiose ed innovative: l’horror sovrannaturale di The Demon, le short-stories di Spirit World e la fantascienza distopica di Kamandi. Nessuna di queste opere sarebbe diventata una favorita del pubblico, ma negli anni successivi sarebbero state considerate dei classici assoluti dalla critica. È in questa fase della sua carriera che l’artista crea OMAC, uno dei concept più interessanti dei seventies kirbyani. La serie si svolgeva in un futuro distopico, cliché irrinunciabile della fiction del periodo, in cui un uomo comune, Buddy Blank, si trasformava nel poderoso OMAC (acronimo di One Man Army Corps, l’Esercito di un Solo Uomo) dopo essersi sottoposto ad un esperimento. Controllato a distanza dal satellite senziente Brother Eye, OMAC è al servizio dei misteriosi rappresentanti senza volto dell’Agenzia di Pace Globale, per conto della quale deve proteggere un mondo che è sempre sull’orlo della distruzione, oltre che messo in pericolo dai loschi piani del malvagio Mr. Big.
Ambientata in un mondo disumanizzato dove l’umanità sembra essere ormai irrimediabilmente preda delle logiche del profitto, OMAC proponeva ai lettori dell’epoca una lucida riflessione sul costo sociale del progresso tecnologico, guardato da Kirby con fondato sospetto. L’autore anticipò tematiche che sarebbero state poi sfruttate con successo in altri ambiti, ma che non vennero comprese appieno dal pubblico, fattore che determinò la prematura chiusura della serie con l’ottavo numero. Il lettore di oggi, sfogliando le pagine di OMAC, non può che constatare con meraviglia la lucida visione del triste futuro a cui l’umanità potrebbe condannarsi da parte di un’artista nato negli anni ’10 del secolo scorso.
Omac sarebbe tornato nel 1991, in una miniserie di grande successo scritta e disegnata dalla superstar dell’epoca John Byrne, che chiuse tutti i punti lasciati in sospeso da Kirby. All’alba del nuovo secolo la creazione avveniristica del Re sarà poi al centro di The Omac Project, fodamentale miniserie di avvicinamento all’evento DC dell’estate 2005, Infinite Crisis.
2) Capitan America
Sul podio, al secondo posto, non poteva mancare quello che è, tenendo conto di tutto il suo periodo d’attività, forse il maggior successo di Kirby nonché il personaggio più celebre: Capitan America. Tuttavia, nonostante l’enorme popolarità, specie nel periodo Golden Age, il personaggio creato con Joe Simon, appare abbastanza banale nelle premesse e solo quando ripescato successivamente negli anni ’60 insieme a Stan Lee inizia ad assumere una sua tridimensionalità. Rimasto ibernato, Cap si risveglia in un mondo che non è quello in cui è cresciuto e si sentirà un uomo fuori dal tempo. L’unione coi Vendicatori gli darà una nuova missione e un nuovo ruolo nel mondo. Saranno gli autori successivi a conferire ulteriore personalità a Cap (addirittura voce critica nei confronti del governo americano) ma è indubbio che Steve Rogers è un personaggio a cui il Re sarà sempre legato: gli darà successo negli anni ’40, lo riprenderà nei ’60 e tornerà su di esso nel suo ritorno in Marvel nei ’70 con saghe quali Bombe di follia e Le Battaglie del bicentenario. Insomma, un amore mai finito per quello che, a conti fatti, è il personaggio su cui Kirby ha lavorato per più anni.
1) I Fantastici Quattro
I Fantastici Quattro di Stan Lee e Jack Kirby, il cui esordio editoriale risale al 1961, oltre a segnare la nascita della Marvel Comics, rappresentano una rivoluzione nel fumetto mondiale e americano nello specifico. Il mix d’avventura, soap opera, dramma, umorismo, sense of wonder è assolutamente inedito per l’epoca, così come la concezione dell’eroe. Reed, Sue, Johnny e Ben sono esseri umani pieni di dubbi e in balia dei propri sentimenti delle proprie emozioni.
Ma non solo, il lungo ciclo sui Fantastici Quattro oltre ad essere uno dei picchi della Marvel, è un capolavoro del fumetto e la summa del lavoro di Kirby. È qui che l’autore affinerà il proprio stile e proporrà tutta la propria poetica. Una galleria di personaggi indimenticabili oltre ai protagonisti: il Dottor Destino, Galactus, Silver Surfer, gli Inumani, gli Skull etc. È su queste pagine che viene definitivo l’universo narrativo della Casa delle Idee, terrestre e cosmologico. Una perla durata 102 albi, un must have irripetibile.