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Orfani 12 - Rock 'n' Roll

Recensione in anteprima. L'albo sarà in edicola dal 16 settembre 2014.

E alla fine è giunto il momento della resa dei conti. Quello fra Ringo e Jonas in un albo che li vede contrapposti nel passato e nel presente e che, in sintesi, è tutto incentrato su questo scontro. Alla fine ne rimarrà uno solo, e anche se l'esito appare alquanto scontato, come direbbe qualcuno "quello che conta è il viaggio". Ma sopratutto, Orfani 12 "chiude una porta per aprire un portone". Le conseguenze della ribellione di Ringo sono devastanti e l'intero mondo è in rivolta. Conseguenze che, ad ogni modo, vedremo solo nella seconda stagione della serie. Con quest'albo si conclude una vicenda che ha tenuto compagnia al lettore per un anno e che ha messo al centro di tutto i personaggi. Se dunque l'universo narrativo creato da Roberto Recchioni ed Emiliano Mammucari non è giunto al termine, quello che è terminato è la vicenda degli Orfani. Abbiamo conosciuto i protagonisti della storia, ci siamo appassionati alle loro vicissitudini, abbiamo riso e sofferto con loro e, ad uno ad uno, li abbiamo visto morire. Perché, come ha sempre affermato Recchioni, Orfani è un dramma shakespeariano, in cui sono i personaggi al centro della scena, in cui la storia è in funzione loro e non viceversa.

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Alla fine del viaggio, possiamo confermare quanto di positivo avevamo intravisto 12 mesi fa: ci troviamo dinanzi ad una serie che segna un'importante tappa per il fumetto popolare italiano, un fumetto carico di aspettative che non certo ha deluso. Orfani è l'opera più matura e consapevole di Recchioni, che esagera senza strafare. Sembrerebbe una contraddizione in termini ma è indubbio che la serie sia tanto ricca di elementi, colpi di scena, capovolgimenti di fronte e quant'altro, quanto pulita, lineare efficace e diretta. Recchioni non si perde in pedanteria alcuna, carica la sua opera senza appesantirla, rende fluido un intreccio ricco di avvenimenti, basato su due linee temporali. Una saga complessa, stratificata, ma altrettanto godibile e piacevole. E questo è un lavoro che solo uno sceneggiatore nel pieno della sua maturità può fare. Ma non solo. Orfani è un fumetto contemporaneo e moderno, nel linguaggio e nello stile, che guarda oltreoceano.
E Orfani è "americano" nel senso fumettistico del termine senza, citando Renato Carosone, la sindrome del "Tu vuò fa l'americano", ovvero scimmiottare senza successo un modello. Un tentativo di patacca, insomma.
Orfani è per il lettore colmo di stereotipi "Io leggo la Vertigo, per questo non mi avvicino ai Bonelli che sono vecchi". Che sia chiaro, è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Molti fumetti americani se la sognano la qualità di un Bonelli medio. Ma il punto non è questo. L'innovazione di Orfani è quella di portare un linguaggio differente (che non significa per forza migliore) nel fumetto Bonelli. Facendolo bene. Ma, sopratutto, inserendosi nella tradizione dell'editore milanese.

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Dal punto di vista grafico, l'intera serie è stata di altissimo profilo, sia per quanto riguarda le matite che i colori e, naturalmente, non fa eccezione quest'ultimo numero disegnato dal creatore stesso della serie: Emiliano Mammucari. La sua prova, coadiuvata dai colori di Annalisa Leoni, chiude degnamente la saga e conferisce quel giusto tono di epicità e spettacolarità.

Se le trame vengono tutte chiuse, le ultime tavole aprono scenari inquietanti nonché interessanti e rendono l'attesa per la prossima stagione davvero alta. Perché, ricordate, "Non non facciamo cadaveri... noi facciamo la rivoluzione!".

Dati del volume

  • Editore: Sergio Bonelli Editore
  • Autori: Testi di Roberto Recchioni, disegni di Emiliano Mammucari, colori di Annalisa Leoni
  • Formato: 17x26 cm, brossurato, 98 pp, colori
  • Prezzo: 4,50€
  • Voto della redazione: 8
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