Di Grimorio vi abbiamo parlato a lungo e questo ci permette, un po' comodamente, di limitare l’introduzione, di rimandarvi ad altri articoli finora realizzati se ancora non conosceste il progetto antologico realizzato col crowdfunding sulla magia e la stregoneria, nato dalle due autrici Ariel Vittori e Laura Guglielmo, con il contributo di moltissimi altri artisti italiani e internazionali.
Quello che ci interessa invece mettere in luce in questa recensione è la bellezza di questo prodotto, che collochiamo con grande facilità tra le migliori opere presentate in occasione di Lucca Comics & Games 2016.
Tuttavia, per parlare di questo lavoro con un minimo di criterio, data l’abbondanza di materiale contenuto e la struttura complessiva dello stesso, abbiamo preferito procedere dal globale al particolare, fornendo prima un’overview del volume per poi analizzare un po’ più nel dettaglio le singole storie e illustrazioni presenti.
Infatti la debordante ricchezza e la splendida varietà artistica racchiuse a stento in questo libricino di 125 pagine provocano un effetto puramente olistico: l’armonia corale emergente ha una genesi non spiegabile suddividendo il prodotto nelle singole componenti. In Grimorio troviamo storie brevi e illustrazioni che, prese singolarmente, hanno indubbiamente un loro peso, ma la sinergia di cui godono quando si considera nel complesso la produzione è qualcosa di magico, per restare in tema. L’amalgama creatosi unendo i contributi di diversi artisti che tecnicamente e stilisticamente non possiedono necessariamente affinità, sviluppa comunque una visione d’insieme spettacolare, affascinante anche solo ad un rapido sguardo, catturando saldamente l’attenzione del lettore a partire già dal graphic design tecnico-geometrico-alchemico realizzato dalla Guglielmo.
E proprio in quanto detto risiede una delle principali vittorie delle due curatrici del progetto: la selezione accurata e meticolosa di autori e artisti del panorama fumettistico attuale tra emergenti, debuttanti e il contributo più sporadico di veterani del settore, che si è dimostrata accordata nonostante la sua eterogeneità. Non vi è una nota stonata (forse una sì, dai) in questa euritmica sinfonia.
Un volume, quindi, che ci mostra piccoli episodi, scorci di storie più grandi, di vite solo incrociate, da cui possiamo soltanto rubare un assaggio; un mix altalenante di emozioni perfettamente bilanciato, ma è in questi repentini passaggi da un universo narrativo ad un altro che emerge la forza di questo progetto.
Ma addentriamoci più approfonditamente in questo libello, analizzando innanzitutto le storie a fumetti in esso contenute.
Introduzione – The Pond-Witch di Laura Guglielmo e Ariel Vittori
In queste due storie, che rispettivamente aprono e chiudono l’antologia, troviamo per l’appunto l’invito in questo magico mondo, l’accompagnamento del lettore al principio di sospensione della realtà nella prima, mentre una nostalgica – ma non triste – chiusura nella seconda, che si limita a socchiudere la porta dietro ad un magnifico viaggio nei meandri della tradizione esoterica e della più fervida immaginazione; un viaggio visivo e mentale che vi avrà lasciato a bocca aperta. Entrambi questi lavori ricoprono quindi un ruolo fondamentale nell’intera collezione, e lo ricoprono egregiamente: la prima storia assume dei toni da epic trailer, con 4 tavole da 3 illustrazioni ciascuna realizzate dalla Guglielmo, incentrate su dettagli, su scorci suggestivi, su parziali vedute di quanto concerne l’immaginifico stregonesco (pozioni alchemiche, boschi, riti magici…) rappresentate con sapiente alternanza di palette cromatiche calde e fredde, sempre fortemente comunicative, con gradienti tonali peculiari e virati alla spettacolarità visiva. Le righe di testo scritte dalla Guglielmo, su di un’idea della co-autrice, fanno da dichiarazione d’intenti, da incipit narrativo per tutto ciò che seguirà, rivelando sin dal principio il fil rouge che sottenderà tutte le produzioni ospitate.
In The Pond-Witch troviamo invece un vero e proprio fumetto, la storia di un’affascinante strega vincolata ad uno stagno e di un uomo che la renderà immensamente felice regalandole la possibilità di vedere il mondo. La sceneggiatrice profonde innocenza e delicatezza con grande eleganza, senza scadere nel banale o nel mieloso, accompagnando i pennelli usati da Ariel con un tratto spazzolato ai bordi, fortemente materico seppur digitale, che tuttavia dona un alone etereo e mistico all’intero prodotto, basato su colori caldi ed emotivamente influenti.
Unsistered di Greta Xella e Loris De Marco
La squisitezza prima di tutto grafica, ma non di meno narrativa, della produzione di Greta Xella è una costante, e difatti in questa delicata storia, tra le più lunghe dell’intero volume, la si vede emergere chiaramente, come d’altronde avrete potuto constatare dalla cover variant da lei realizzata sui colori di Walter Baiamonte, che trovate qui. Due giovanissime amiche, Vera e Cornelia, profondamente legate, che devono affrontare una sfida imposta loro dal proprio mentore, sviluppando l’amore che provano l’una per l’altra, approfondendo la loro conoscenza e l’accettazione reciproca. Una storia semplice, rappresentata con una grazia accentuata dalle eccellenti scelte cromatiche di Loris De Marco, che sinergicamente accompagnano l’incredibile tenerezza delle figure della giovane artista.
Fascinatio di Noemi De Maio
Una storia breve, senza dialoghi, se si eccettua la presenza di un’onomatopea e un sussulto… ma che splendore. Disegni maturi, layout accattivante e originale, character desing affascinante per dei colossali giganti senza orbite e colori notturni. Un mix fuori dall’ordinario, un’opera di un’artista emergente, Noemi De Maio, che condensa in poche tavole tanto potenziale artistico da stupire. Fascinazione è appunto il termine adatto.
Rame e Malachite di Mirko Failoni e Laura Guglielmo
Altra storia scritta da Laura Guglielmo, che si mostra in grado di spaziare tra diversi stili narrativi, sempre mantenendo una padronanza dei tempi e dei temi, rimanendo essenziale e concisa, senza perdersi in fronzoli e virtuosismi pleonastici. Un artigiano e il suo incontenibile desiderio di diventare una Maestro nell'intagliare le pietre, che lo spingerà a servire la Signora del Colle del Rame, non rendendosi conto di quale sia il vero amore della sua vita. I disegni di Mirko Failoni sono tra i più realistici dell’intero volume, tavole composte da illustrazioni più che da vignette tradizionali, impostate a mo’ di artwork in stile epic fantasy, con una cura formidabile per il dettaglio, per la posa, per l’atmosfera e le inquadrature. I colori caldi che spaziano dal fuoco delle fucine al verde del rame e della malachite, mishiandosi al blu della notte, non possono che completare egregiamente il lavoro. Qui sotto trovate una tavola della storia.
In Her Eyes di Laura Vivacqua
Una delle storie meno autoconclusive è In Her Eyes di Laura Vivacqua. Nelle poche pagine, viene tratteggiato l’inizio di un’avventura che potrebbe essere sviluppata su tutte le pagine del volume. Un trapianto oculare, la luce dopo la cecità, gli occhi di una strega. Pochi elementi, dialoghi freschi, veloci, giovanili. La fine che non è altro che un potente inizio, ma il resto sarà lasciato alla mente del lettore, a meno che l’autrice non voglia continuarlo in futuro. Le tavole acquarellate, i colori tenui, delicati e sfumati, i tratti fluenti e i giochi sulle ombre accompagnano armoniosamente questo breve racconto.
Bharya di Martina Batelli
Martina Batelli ha uno stile immediatamente riconoscibile, caratterizzato da baldi uomini nerboruti, fortemente influenzata dalla produzione nipponica, che tuttavia sfoggia una padronanza tecnica non indifferente nelle proporzioni e nella resa anatomica, sebbene ci sia un’esaltazione muscolare a tratti eccessiva. Il character design è accattivante, l’espressività è figlia della tradizione artistica contemporanea del Sol Levante, sebbene vi siano numerosi aspetti più occidentali (nella “sposa” soprattutto) che si amalgamano senza frizioni interne con il resto. La composizione è interessante in quanto non tradizionale, interpenetrata nelle sue componenti strutturali, con un mix molto promettente, che esalta la trama di per sé scorrevole. Lo stile della Batelli si è evoluto molto negli ultimi tempi, migliorando a ritmi impressionanti. Tenetela d’occhio.
Walpurgisnacht di Jade “ELK64” Mosch
Jade Mosch è un'illustratrice sensazionale, prima tra le “guest star” ospitate nel volume ad apparire in ordine di pubblicazione. I suoi acquerelli rapiscono lo spettatore con un senso di evanescenza e impalpabilità. La sinuosità delle figure, rappresentate con tratti quasi privi di soluzione di continuità, la potenza visiva incantevole di alcune tavole della sua Notte delle Streghe e l’attenzione all’uso del colore e alle scelte tonali, alle variazioni sul tema rimanendo nel medesimo intorno cromatico, danno vita ad alcune tra le pagine più belle dell’intero volume, ne trovate un'esempio qui sotto. Un’ottima scelta d’ospite che impreziosisce ulteriormente il prodotto.
Stromholm di Brandon Graham
Brandon Graham è il secondo ospite a realizzare una storia a fumetti per Grimorio, e direi che come autore non necessita di alcuna presentazione. Tuttavia le sue due tavole risultano nettamente sottotono, e passano quasi in secondo piano dopo la splash page contenente la splendida illustrazione realizzata da Fabio Mancini, che vi abbiamo mostrato in anteprima qui, e prima della storia della Bruni. Un prodotto che ancora risulta narrato mediante didascalie come in Prophet, in cui si intravede soltanto di sfuggita il disegno del nudo maturato dagli anni nel fumetto erotico, in cui non emerge tutta questa "alternatività" autoriale a cui ci ha abituato, ma che soprattutto sembra non essere conclusa, non trovare un termine. Tutta la storia rimanda ad una figura che non viene mostrata mai completamente, una donna avvolta nel mistero, quindi globalmente l’effetto conferito va anche al passo con una soluzione narrativa come il finale aperto, ma forse qui tale scelta è un po' troppo tirata. Forse questa è l’unica nota stonata, male amalgamata con il resto, ma che rapidamente lascia posto ad altro.
Dancing Plague di Eleonora Bruni
La Piaga del ballo, fenomeno di isteria di massa realmente accaduto e replicatosi più volte nel corso della storia, non necessita giustamente di dialoghi, come rappresentato da Eleonora Bruni nella sua eponima storia. Passiamo dalla Strasburgo del 1518, primo avvenimento testimoniato storicamente del fenomeno, ad una trasposizione magicamente pop, una sfrenata “piaga” di ballo collettivo scaturita da una allegra streghetta che tingerà il mondo di colori accesi e sfavillanti, trasformando i giovani ballerini in adorabili mostriciattoli, anche se non tutti saranno contenti di questo cambiamento. Il look eighties, cartoonesco, con figure morbide e colori piatti, solo leggermente ombreggiati, segna la produzione più scanzonata del volume, che mette subito il buonumore. Una bella prova, che tramite la narrazione a immagini fa a meno di tutto il superfluo che una descrizione sia didascalica che a balloon avrebbe potuto aggiungere, rimanendo comunque tra i lavori più intrinsecamente fumettistici tra quelli presenti.
Crows di Monica Sangermano
Monica Sangermano esordisce (a livello di pubblicazione commerciale) sulle pagine di Grimorio con una storia sui corvi e la loro mistica duplice natura, portatori di tenebra e di luce, dimostrando sin dalla sua prima pubblicazione di essere un’artista che definire promettente è un eufemismo. Una prova sicuramente matura dal punto di vista artistico, tavole dal layout compositivo semplice ma ben congegnato, ma sono le illustrazioni ad essere un cuore pulsante di rara potenza visiva. I giochi di luce ed ombre, resi con variazioni sulla medesima paletta cromatica scura e limitata, le figure fluide, innaturali e irreali, le composizioni flessuose e liquide anche in questo caso rendono ottimamente senza l’apporto di dialoghi. Unica considerazione: il font adottato per la breve introduzione non regge gli accenti e a quanto pare il livello correttivo contenente gli stessi deve essere slittato leggermene in alto, andando a finire sulla riga precedente, ma potremmo sbagliarci a riguardo. Insieme a Noemi De Maio, rappresenta una rivelazione artistica di cui ci piacerebbe vedere presto altro materiale.
Come Pietra di Veronica “Veci” Carratello
Di Veronica Carratello siamo stati tra i primi a recensire Freezer, il suo volume edito per Bao Publishing, riconoscendo subito il potenziale artistico della giovane autrice, che ha anche realizzato le illustrazioni dei quadri appesi al Gran Bao Hotel a Lucca. In Grimorio si cimenta con una delusione d’amore di una strega teenager, che non ci penserà due volte a farla pagare al traditore. Ritroviamo quindi il tratto semplice ma fortemente espressivo, diventato la cifra stilistica dell’artista, che anche in questo lavoro si accorda egregiamente con le tonalità leggere e divertenti del narrato.
Bussarono alla porta di Sumi e Laura Guglielmo
Se non conoscete Sumiti Collina, è definitivamente l’ora di rimediare. La sua produzione spazia dalla pixel art ai videogame, passando per splendidi libri illustrati con lavori che sembrano quasi estratti da favole medievali o dai manoscritti bizantini, mantenendone la non dettagliata considerazione della prospettiva e del rigore anatomico, purgandoli tuttavia dell’eccessiva rigidezza e della freddezza comunicativa, che invece trovano spicco nelle opere della giovane artista. Un look fiabesco della migliore tradizione illustrativa, con figure femminili snelle, affusolate, ma mai spigolose, flessuose ed eteree, quasi sacrali a tratti, rappresentate in pose che sembrano passi di danza, composizioni continue quasi floreali, auree nella loro armonicità. La crudeltà della storia della Guglielmo, che porta alla condanna di un'innocente pulzella, in questo caso fornisce un netto contrasto con i disegni, lasciando spiazzato il lettore.
Comet di Freddie Tanto
Altro autore alla sua prima pubblicazione è Freddie Tanto, che porta le streghe nello spazio, dopo un breve incipit che pone le sue radici nell’infausto Processo di Salem, fornendoci una personale teoria della genesi delle comete. Un breve racconto che si dirama narrativamente in maniera molto lineare, ma graficamente sceglie soluzioni del tutto non banali, mescolando il lettering con il disegno, come nella sovrimpressione di numeri e coordinate ai disegni, aggiungendo in parte anche motivi geometrici e vettoriali che ben si accoppiano con il graphic desing della curatrice del progetto. Character ed environmental desing sono molto promettenti, sia nella definizione dei volti, minimali e non realistici ma profondamente espressivi, che nello sviluppo dell’architettura della prigione delle streghe. Una storia dalle tinte cupe, con nuance scure di grigio, alternate al bianco e al nero, con pennelli digitali che a tratti emulano delle pennellate, a tratti il pastello a cera su carta ruvida, con l’effetto sfumato dovuto alla texture di vuoti e pieni tipica di quello stile di colorazione, che rende imprecisi e indefiniti i contorni, contribuendo perfettamente al mood generale trasmesso dall’opera, giocando con il contrasto ottico in modo esaltante, soprattutto nella conclusione.
Neve di Silvia Vanni
A Silvia Vanni abbiamo appena dedicato una puntata della nostra rubrica IllustrART, quindi non possiamo far altro che ripetere esattamente quello che abbiamo detto nell’articolo. Si cimenta in questa antologia con una storia amara, con protagonista una giovane candida strega di nome Neve, unico caldo bagliore infuocato in una fredda landa innevata, che suo malgrado si trova vittima della paura e dell’incomprensione popolana. Le figure delicatissime, soft, le forme morbide associate ai colori tenui che giocano sul contrasto caldo-freddo proprio come la dicotomia intrinseca nella protagonista riempiono la storia di magia.
I Viandanti di Giopota
Nel caso de I Viandanti, non siamo di fronte ad una storia a fumetti, è vero, ma neanche ad un singola illustrazione, essendo un quadrittico, e questo ci porta ad includere comunque il prodotto in questa analisi. Si tratta di quattro “schede” relative ad altrettanti distinti personaggi, due maschili e due femminili, che rappresentano una sorta di descrizione sintetica a mo' di presentazione condensata della figura in esame. Troviamo quindi la figura del mago o della strega, attorniata dall’oggettistica e dalle caratteristiche peculiari che Giopota ha associato ad essa. Il layout compositivo è ben studiato, fornendo il giusto spazio ad ogni elemento e anche lo studio dietro ogni singola produzione non è da poco, se si osserva il grado di dettaglio con cui sono stati concepiti oggetti e personaggi. Il tratto è molto piacevole, sciolto e delicato, fluido, che ricorda le produzioni fantastiche dello Studio Ghibli, sebbene fortemente influenzate da uno stile profondamente europeo, da illustrazione per fiabe.
Villus di Tessa Black
Questa storia, completamente priva di dialoghi, è realizzata dall’artista canadese Tessa Black gestendo in maniera allucinante il bianco e il nero nelle tavole. L’artista gioca con il buio e la luce, invertendo il ruolo dei due colori a suo piacimento, abbagliando con il bianco candore della carta lucida e inghiottendo il lettore con il nero più denso. Una prova davvero eccezionale nella padronanza della bicromia e dell’effetto ottico risultante, espandendo la potenza visiva del prodotto con inquadrature non ortodosse, da dietro, dall’alto, non centrate sulle figure, con una trama non lineare e misteriosa, suggestiva nella sua follia profondamente alternativa.
Passando alle illustrazioni, trattarle tutte risulterebbe improponibile, in quanto servirebbero interi paragrafi anche solo per cominciare. Nel volume si spazia da contributi realizzati da istituzioni in materia come Isabella Mazzanti, con la sua magnifica Dinner Party (che trovate qui sotto), alle sensuali streghe di Romina Moranelli, al già citato Sabbath di Mancini che troneggia al centro del volume, alla tenerezza della streghetta di Morena Forza, al magico rito di iniziazione di Federica Frenna, al nascondino in pastello nero su carta ruvida immerso diagonalmente in un mare di bianco di Atrid Lucchesi, al divertente e dettagliato catalogo commerciale per streghe della bravissima Susanna Rumiz, al piccolo gioiello illustrativo che è Les Bruixes di Julia Sardà, altra guest star d’eccellenza, al delicato contributo stile art nouveau di Alice Girlanda.
Questo sostanzialmente è Grimorio. Una produzione artistica nata da menti giovani, da artisti, con una notorietà più o meno sviluppata, che lascia basiti per eccezionalità. Non tutto è propriamente perfetto, anche se le pecche si concentrano sul versante editoriale.
Si riscontrano problematiche nell’indicizzazione dei diversi lavori, che segue una scansione della foliazione che non è riportata quasi mai sulle singole pagine, con anche alcuni errori di attribuzione delle durate delle storie (quella di Graham non dura 12 pagine così come quella della Bruni non dura 1). Risulta difficile l’attribuzione della paternità di un’opera: sono presenti i nomi del team creativo ma non le mansioni svolte da ciascuno. Altra piccola critica relativa all’impaginazione potrebbe essere mossa all’eccessivo accorpamento del materiale, alla mancata separazione dei diversi prodotti, che se alla fine contribuisce ad amalgamare meglio il tutto, riducendo la foliazione totale e di conseguenza il costo complessivo della stampa, risulta un po' soffocante per tutte le chicche presenti nel libro.
Ma se si considera il lavoro mastodontico del gestire più di 25 autori, e l’inesperienza editoriale delle due curatrici che si sono messe in gioco con grande intraprendenza e bravura, risultano solo delle inezie, che vengono facilmente perdonate, ma che possono essere eliminate nelle successive produzioni della Attaccapanni Press, tipo il progetto sulla Melagrana...
Grimorio è quindi un'autoproduzione che non ha nulla da invidiare all’editoria nazionale o internazionale (anzi), che ridefinisce il canone qualitativo di un progetto crowdfunding, alzando l’asticella a livelli ancora inesplorati, imponendone una nuova definizione, soprattutto per il pubblico italiano. Se veramente volete cimentarvi con il crowdfunding, questa è la vetta da conquistare. Deal with it.