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Francesco Borgoglio

Francesco Borgoglio

Speederman 2-3

Secondo e terzo volume per le avventure di un improbabile e quanto mai sconclusionato supereroe: Speederman. La bravura di Enrique V.Vegas è dirompente, autore completo a cui si devono testi e disegni della scanzonata parodia della massima icona Marvel.
L’elemento più divertente e accattivante di questo fumetto è senza dubbio quello grafico, i “testoni” dell’autore spagnolo sono deliziosi, paffuti mocciosi che pare giochino e si divertano un sacco a fare i supereroi e i super-cattivi.
Nel secondo albo le trasposizioni de la Gatta Nera e di Mary Jane (“Maria Giovanna”)  si contendono la palma del personaggio più spassoso  con l’interpretazione di Vegas de il Fenomeno (“Super Massiccio”).
Nel terzo sono i Vendicatori a catalizzare l’attenzione e il sorriso del lettore, ma il cammeo di Devil (“Diavoletto Difensore”) vale da solo l’albo.

Il nerbo e il ritmo delle vignette è incalzante e le trovate non si dimostrano da meno. L’esito di alcune gag particolarmente ispirate è esilarante.
L’unico dubbio? Il punto debole di questo fumetto è parte della sua stessa forza, ossia la parodia dell’Universo Marvel. Difficilmente un lettore lontano da questi personaggi e da queste ambientazioni potrà venire coinvolto appieno e gustarsi fino in fondo le vicende di questi “speciali” supereroi.

L’Anna Kournikova

RECENSIONE IN ANTEPRIMA

Una famosa tennista russa come titolo, un’ammaliante bionda in copertina e il lettore ha capito, per forza, no? No. Per nulla.
Si assapora e si gode di questo fumetto sin dalla sua presentazione, dall’aspetto e dalla aspettativa invitanti, volendo giocare anche noi un po’ con il lettore e facendo il verso a questa idea, L’ Anna Kournikova di Michele Monteleone e Stefano Marsiglia.
Si legge e si ammira la copertina convinti di andare a leggere una certa storia e dopo pochissime pagine se ne trova dentro una completamente diversa.
Ogni racconto e romanzo che si rispetti lavora anche su questo meccanismo, il titolo e il suo involucro di cartone non dovrebbero mai svelare nulla del contenuto, solo indurre il lettore alla curiosità e “attrarlo nella trappola”, accendere il desiderio di conoscere e comprare il libro.

L’AK, la cosiddetta “Anna Kournikova”, nel gergo dei giocatori di poker è la mano in cui asso e re (“kappa”), vengono serviti come prime due carte a un giocatore, una premessa “bellissima” come la tennista russa, ma che come questa non vince mai.  Questo delizioso incipit introduce il protagonista della storia, Orlando Serpieri, detto “il Giacchetta”, per l’abito da cui non si separa mai, come un altro personaggio dei fumetti, un certo Indagatore dell’Incubo a cui Orlando assomiglierebbe vagamente nell’aspetto, se non fosse così sciupato e divorato da anni di amarezze e sconfitte, non solo al tavolo da gioco.
L’ Anna Kournikova parla di un perdente incallito che si imbatte nel classico  colpo di fortuna che potrebbe cambiarne completamente il corso e il significato della sua vita. Il colpo di fortuna è pennellato in copertina da un inedito Roberto Recchioni ed è la provocante prostituta russa, Natasha, che con una valigetta piena di soldi, portata via a un suo cliente assassinato “tra le sue braccia”, si imbatte per caso in Orlando chiedendogli aiuto.
Dietro quei soldi che farebbero gola a chiunque e soprattutto a uno squattrinato perseguitato dai debiti come il protagonista, si celano le trame e gli affari sporchi dei due più potenti boss della Capitale, l’Ignavo e la Iena. Il Giacchetta finisce dunque nel più grosso guaio della sua vita che al contempo può rivelarsi la sua più grande rivincita; sono le carte migliori che abbia mai avuto, per citare il personaggio, ma nella mano più pericolosa di sempre.

L’ Anna Kournikova è un avvincente noir metropolitano che si fa divorare letteralmente dalla prima pagina.
Gli ingredienti e la ricetta sembrano ordinari e abusati come nei più comuni piatti tradizionali, che a detta dei grandi cuochi, però, sono anche i più difficili da realizzare perché alla fine possano risultare davvero riusciti e appettitosi: proprio come questo fumetto.
Da plauso le tavole di un ispiratissimo Marco Digloria, capace di un tratto e di una espressività dirompente, ruvido ed elegante insieme, bianco e nero ideale per questa vicenda. Benvenuta Villain Comics.

Kepher al capolinea: la risposta degli autori

  • Pubblicato in News

KepherGli autori Roberto Cardinale e Stefano Nocilli hanno inviato alla nostra attenzione la seguente mail, redatta dal loro avvocato, che qui sotto pubblichiamo, per smentire quanto scritto dalla Star Comics a proposito dei motivi della conclusione della serie come vi abbiamo da poco messo al corrente

La vicenda sembra dunque alquanto più intricata. Appena emergeranno nuove indiscrezioni vi daremo tutti i dettagli al riguardo. Stay tuned.

Spett. Comicus

Formulo la presente per incarico dei Sigg.ri Roberto Cardinale e Stefano Nocilli, autori della serie Kepher, per smentire categoricamente quanto contenuto nel sito della casa editrice Star Comics, a proposito delle ragioni di quella interruzione.

Le ragioni che hanno indotto l’interruzione della serie sono altre, e più complesse e saranno da parte degli autori portate al vaglio delle competenti autorità.

Gli autori precisano che non vi è stato alcun “decorso di termini”, ma che si è dovuto a una decisione unilateralmente assunta dalla casa editrice, sulla cui fondatezza sussistono pesanti dubbi.

Tanto dovevasi per l’opportuna chiarezza.

Assai distintamente.


Avv.Enrica M.Zanin

Pantera Nera: Giungla Urbana

Il nuovo “uomo senza paura” non è un diavolo ma una pantera e il suo colore è il nero e non il rosso. Pantera Nera: Giungla Urbana raccoglie il primo ciclo della testata Black Panther: The Man Without Fear che eredita appellativo  e numerazione da Daredevil: The Man Without Fear; tocca ora infatti a T’Challa sorvegliare e proteggere Hell’s Kitchen al posto di Matt Murdock.
Shadowland ha segnato una svolta e un segno indelebile nell’animo di Devil che sente il bisogno di abbandonare il suo ruolo e la sua città per ritrovare se stesso e ridare senso e direttive alla propria vita; ma il custode di Hell’s Kitchen non può abbandonare il suo quartiere al proprio destino e chiede a Pantera Nera di sostituirlo degnamente. L’ex sovrano del Wakanda accetta, anch’esso provato da una dura guerra vinta a caro prezzo per difendere il proprio paese dalla minaccia portata dal diabolico Dottor Destino. La decisione di Pantera è dettata dal desiderio di mettersi alla prova, di mostrare a se stesso di essere ancora degno di indossare quel costume nero e rappresentare ancora un simbolo inconfondibile per il proprio paese e per il resto del mondo.
Il volume  racconta questa sfida difficile, affrontata da un re africano che rinuncia al suo rango e alla formidabile tecnologia del proprio paese; sotto la falsa identità di Mr. Okonkwo diventa il gestore di una tavola calda a Hell’s Kitchen di giorno e il suo nero angelo custode di notte.
Il compito si fa ancora più arduo perché il caratteristico quartiere di Manhattan ha un nuovo boss della mala, in ascesa: Vlad, detto “l’impalatore”, come il personaggio storico che fornì a Bram Stoker lo spunto per il suo "Dracula", un criminale di origine rumena, capace di una violenza spietata e soprattutto dotato del potere di trasformare la materia in energia.

Il racconto David Liss parte in sordina; è lento e prevedibile, la storia manca di tonicità e soprattutto di presa. Dal secondo episodio della serie originale, però, il ritmo cambia; entrano in scena Luke Cage nonché altri personaggi di spicco del Marvel Universe, comincia a emergere la torbida vita familiare di Vlad e il personaggio principale acquista spessore e peso.
La storia, da blando fumetto supereroistico,  si coagula e guizza su un doppio binario narrativo, noir e fanta-horror.
Il primo elemento è garantito dall’apparizione in scena di un misterioso serial killer che minaccia lo stesso Vlad e la sua famiglia, mentre il secondo viene introdotto attraverso il personaggio della folle dottoressa Holman e dei suoi raccapriccianti esperimenti su cavie umane che colpiscono uno dei giovani dipendenti del ristorante gestito da T’Challa.
Il fumetto, dunque, evolve, prende corpo e cattura il lettore.
A rafforzare ulteriormente la trama contribuisce la caparbietà e il carattere che Liss riesce a infondere al protagonista che rifiuta l’aiuto e il supporto prima della potentissima moglie (Tempesta degli X-Men) e poi di Luke Cage e Spider-Man.
L’ex sovrano del Wakanda (il paese africano tra i più tecnologici e ricchi della Terra) non risulta affatto un pesce fuor d’acqua perso nei vicoli bui di New York. Al posto del giustiziere rosso, l’autore ve ne sostituisce uno nero come la notte, quasi che venga spontaneo, almeno esteticamente, il richiamo a un certo supereroe di casa a Gotham City.
E come Devil e Batman, come l’essenza stessa del vigilante mascherato, Pantera Nera è solo e deciso a restare tale per dimostrarsi degno dell’eredità di Matt Murdock, per affermare il suo onore e coraggio e guadagnarsi il rispetto dell’intera comunità non solo supereroistica, ma soprattutto criminale.

Quando scivola fra le dita l’ultima pagina del corposo volume si è ripagati della storia creata da Liss e disegnata da uno straordinario Francesco Francavilla, coadiuvato nel quarto e negli ultimi due episodi da Jefte Palo. Il disegnatore italiano non tentenna mai, la qualità del suo tratto è tale sin dall’inizio, a differenza della verve dello scrittore americano e sono le sue tavole raffinate la molla che sprona alla lettura e a superare il farraginoso esordio. Ulteriore piacere a fine libro, sono lo spettacolo grafico, ancora tutto made in Italy, delle cover degli albi originali, realizzate da Simone Bianchi.

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