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Pasquale Gennarelli

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Wonder Woman: David Finch parla della serie

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Novembre si avvicina e sono diverse le uscite calde da segnalare, tra le quali vi abbiamo già segnalato l’esordio del nuovo team creativo, composto da Meredith e David Finch, sulle pagine di Wonder Woman.
 
CBR ha colto l’occasione per scambiare due chiacchiere col disegnatore della serie, sulle sue scelte stilistiche ed il suo approccio al personaggio. “Credo che l’attuale design dell’universo New 52 rappresenti un giusto mix con il look classic. Gli shorts sono più consistenti e ciò mi piace, così come credo sia più pulita la soluzione delle due stelle rispetto al precedente outfit con più stelline”.

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La recente tendenza degli autori di comics è quella rendere i personaggi femminili sempre meno belle statuine e realizzare storie accessibili anche ad una platea femminile. In che modo ciò ha influito nella realizzazione di questa serie. “É un principio che ho sempre ben presente mentre disegno” ha dichiarato Finch. “Sono uscito negli anni ’90, l’epoca delle Bad Girl dei fumetti. Lo sfruttamento del corpo femminile è andato avanti per molto tempo e non ce ne siamo resi conti visto che i nostri fan erano tutti uomini. Adesso, guardandoci intorno alle convention, l’audience è più eterogenea”.
 
Continua David, “Un personaggio come Wonder Woman ha raggiunto una certa risonanza solo negli anni ’70 quando la televisione ci ha mostrato quanto invece sia popolare. Quindi, durante la realizzazione delle tavole ero sempre attento sia ai lettori maschi, ma anche verso il pubblico femminile il quale vuole relazionarsi con il personaggio come si fa con una persona e non con un oggetto”.

A Finch piace tanto il costume realizzato per il film di prossima uscita Batman v Superman: Dawn of Justice, nonostante le polemiche che questo ha suscitato, tacciato di essere molto simile a quello utilizzato per Xena – la principessa guerriero. “Io credo che ci siano differenze tra ciò che funziona su un albo a fumetti e ciò che vediamo sullo schermo. Come per il costume di Superman, sicuramente avrai notato che il rosso dei fumetti e diverso rispetto a quello del film. Credo che il costume di Wonder Woman sarà stupendo al cinema”.
 
Durante alcune recenti interviste, sia l’autore che la moglie Meredith hanno dichiarato di voler rendere la serie più mainstream. Scopriamo in che modo Finch voglia riuscirci. “Credo che la parola mainstream sia una parola che non renda l’idea di ciò che realmente vogliamo realizzare. Ciò che Brian [Azzarello] ha fatto sulla serie l’ha resa molto accessibile, ma non mainstream come intendo io. Di sicuro sarà più integrata all’interno dell’intero universo DC”.
 
La conclusione è lasciata alla domanda di tutte le domande… chi è più forte tra Superman e Wonder Woman. Dopo una lunga pausa Finch ammette “Non lo so. È sempre difficile rispondere a domande come questa, in alcune situazioni ho visto Batman essere più forte di Superman. Dipende tutto da dove combattono, come combattono e dal conesto…davvero, non saprei. Dovremmo chiederlo a Meredith, anche se credo che lei farà vincere Wonder Woman”.

Alan Moore: conclusa la prima stesura di Jerusalem

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alan-moore-016Secondo un post pubblicato su Facebook da Leah, la figlia di Alan Moore, l’autore ha terminato la prima stesura del suo romanzo, Jerusalem, di cui si sta parlando ormai da anni. La storia, annunciata come un racconto del piccolo borgo nativo di Moore, Northhampton, è stata così presentato al New Statesman:

"Noi viviamo le nostre vite più e più e più volte, un numero infinito di volte e, ogni volta, abbiamo esattamente gli stessi pensieri, dicendo esattamente le stesse cose, facendo esattamente le stesse cose che stavamo facendo e dicendo la prima volta. Non so se ha ancora senso parlare di un prima volta.

Ho pensato che avevo avuto questa idea perché ero un genio... È venuto fuori, invece, che i pitagorici avevano una sorta di versione di una grande ricorrenza. Basandosi sull'idea che questo universo finisce, siccome il tempo è infinito, compariranno altri universi, i quali, vista la loro natura finita, portano alla comparsa di un altro universo esattamente come questo, anche se ho difficoltà a trovare una tesi che regga scientificamente.
 
Considerando tale idea di dimensionalità della nostra esistenza, allora funziona. Non riesco a trovare una teoria completamente in contraddizione con uno dei principali cardini concettuali della fisica moderna e, durante la scrittura di Jerusalem, mi sono imbattuto in questa bella citazione di Albert Einstein che riassume tutto quello che sto cercando di dire ma in maniera molto eloquente e con una lunghezza inferiore a tre quarti di un milione di parole”.

L’opera è stata descritta come una versione più illuminata di Alice in Sunderland di Bryan Talbot, con uno sguardo più caleidoscopico su una città inglese, un po’ come Here di Richard Maguire. Ricalca, inoltre, i temi della grande opera incompiuta di Moore, Big Numbers, che rimane il suo unico tentativo di storia ambientata tra gli esseri umani vagamente normali.
Di seguito alcune dichiarazione rilasciate negli ultimi anni.
 
Nel 2013 Moore dichiarava al Guardian:

"Sto scrivendo attualmente l'ultimo capitolo ufficiale, sto utilizzando lo stile di Dos Passos. Dovrebbe essere finito entro la fine dell’anno o giù di lì. Non so se piacerà a qualcuno o a nessuno. Io dico che non vedo l'ora, e che mi sembra che lo stile utilizzato sia del calibro di Iain Sinclair e Michael Moorcock, pionieri diventati centrali nella cultura letteraria”.

Jerusalem non ha ancora un editore, ma siamo sicuri che, al di là del tempo necessario, quando finalmente sarà pubblicato avrà un enorme successo.

Guinness: la collezione di comics più grande al mondo

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Si chiama Bob Bretall e per gli amanti del nostro settore è l’uomo più invidiato! Secondo la British media, infatti, i suoi 94.628 albi a fumetti rappresentano la più grande collezione di comics al mondo.

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L’uomo, 52 anni, originario di Mission Viejo, California, ha iniziato la sua raccolta all’età di 8 anni, nel 1970, acquistando Amazing Spider-Man #88 e da quel momento non si è fermato più. Ogni mese la sua lista della spesa prevede l’acquisto di ben 140 albi. Secondo una stima approssimativa, il peso di questa collezione è di circa 16.800 libbre, l’equivalente del peso di 118 uomini adulti.
   
Intervistato da Guinness circa il valore monetario della sua collezione, Bretall ha risposto: "Non mi piace sottolineare gli aspetti monetari della mia raccolta. Ci si focalizza troppo su quanti dollari vale un albo piuttosto che concentrarsi sulle storie e sui personaggi. Io non lo faccio per soldi e non cerco di considerarlo come un investimento e non voglio ricavere soldi. Ho un lavoro regolare col quale riesco tranquillamente ad andare avanti. Non ho alcuna intenzione di vendere nessuno dei miei fumetti, lascio che i miei figli, quando diventerà la loro eredità, a che fare ciò che reputano la cosa giusta (anche se spero che alcuni di questi li conservino come ricordo)".

Via CBR.

Captain America #25: primo sguardo

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ATTENZIONE: La seguente news potrebbe contenere SPOILER!

Durante questa pazza estate sono state diverse le news che hanno fatto tremare i polsi ai fan degli eroi targati Marvel. Si sono susseguite, infatti, anticipazioni che preannunciano stravolgimenti per il nucleo principale del team degli Avengers. Il nuovo Dio del Tuono sarà donna, Iron Man avrà una nuova armatura (e non solo), mentre uno Steve Rogers ormai privo del siero del Super Soldato sarà rimpiazzato dal suo fidato amico, Sam Wilson, meglio conosciuto come Falcon.

Da qualche giorno sono disponibili alcune tavole non letterate di Captain America #25, oltre alla cover ufficiale dell’albo e le diverse variant. Al timone della serie troviamo lo scrittore Rick Remender, vero artefice del rilancio del Capitano, affiancato alle matite da Stuart Immonen e Carlos Pacheco. Le cover, invece, sono state realizzate da Steve McNiven, Adam Hughes, John Tyler Christopher e Kalman Andrasofszky.

Arnim Zola e il suo esercito hanno invaso Manhattan, aiutato dal subdolo Teschio Rosso. Due dei più acerrimi nemici di Capitan America si sono uniti, mentre Steve Rogers è ormai un uomo distrutto. Privato del siero Super Soldato che gli conferiva la sua forza, adesso deve fare affidamento sui suoi alleati se vuole avere una possibilità di sventare il folle piano dei due nemici! Intanto, durante questa estrema resistenza assisteremo alla nascita di un nuovo Capitan America, in attesa che l'attesissimo All-New Captain America #1 esordisca il prossimo novembre.

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