Natsume degli Spiriti 1 (Planet Fantasy 10)
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Natsume Yuujinchou, questo il vero titolo di Natsume degli Spiriti, significa letteralmente Il Libro (Taccuino nella traduzione italiana proposta da Panini) degli Amici di Natsume, ed è una delle opere più belle scritte da Yuki Midorikawa, mangaka molto prolifica con parecchie serie brevi all’attivo e quasi tutte di stampo shōjo, ossia con un target prevalentemente femminile. Questo manga invece è tutt’altro che una serie breve, consta di 17 volumi in corso di pubblicazione, e non è neanche uno shōjo. Natsume infatti è una bellissima storia di amicizia, un po’ insolita magari, ma in grado di trasmettere molto al lettore e di coinvolgerlo anche sentimentalmente (e in questo si sente molto la mano e l’abilità di una scrittrice di shōjo).
Sin dalla sua infanzia Natsume Takashi è in grado di vedere gli Yokai, spiriti folkloristici della tradizione giapponese, grazie al grande potere spirituale che risiede in lui, ereditato dalla nonna Reiko. Tuttavia proprio questa particolarità del protagonista lo porta a essere emarginato e a soffrire di solitudine per gran parte della sua vita in quanto le altre persone, non potendo vedere gli spiriti, lo ritenevano un folle o quantomeno un disadattato in cerca di attenzioni. I suoi genitori morirono subito dopo la sua nascita e per questo Natsume venne affidato di volta in volta a suoi parenti. Gli Yokai perseguitano il ragazzo per via di uno strano manufatto di cui è in possesso, ossia un taccuino ereditato dalla nonna in cui sono rappresentati strani scarabocchi che solo Natsume riesce a leggere; sono i nomi degli spiriti sconfitti o in qualche modo assoggettati da Reiko che, dopo averli sfidati, li costringeva a siglare la loro sottomissione. Reiko avrebbe potuto poi richiamarli in qualunque momento e usufruire del loro aiuto incondizionatamente. Natsume viene informato del potere di questo libricino dal potente spirito Madara, il quale accetta di proteggere il protagonista nel suo viaggio, dando così inizio alla sua avventura per restituire il nome a ciascuno spirito contenuto nel taccuino, ma dovrà fare i conti anche con potenti spiriti per nulla contenti di avere a che fare con gli esseri umani, soprattutto con chi detiene il loro nome.
La sensei Midorikawa opta per una scrittura episodica di questa storia, realizzando dei brevi capitoli autoconclusivi di 40-50 pagine che propongono un’unica avventura di Natsume con un particolare spirito a cui, al termine, restituirà il nome. Ottimo sotto certi aspetti, tuttavia si possono riscontrare delle noie in questo metodo impiegato, come per esempio la presenza all'inizio di ogni capitolo di 2 o tre pagine introduttive che riassumono gli eventi iniziali del manga e che dopo un po’ risultano ripetitive e superflue. In questo modo però il protagonista viene fatto evolvere gradualmente per mezzo di incontri finalizzati a farlo maturare e a fargli superare progressivamente la solitudine che lo attanaglia familiarizzando e facendo amicizia con esseri umani e spiriti indiscriminatamente.
Natsume degli Spiriti è in fondo una storia di amicizia e solitudine e dell’importanza della gentilezza e della compressione in qualunque rapporto umano, e anche sovrannaturale perché no. Ed è principalmente il modo con cui viene scritto e disegnato questo manga che ci permette di percepire fortemente questi aspetti così ostentati e banalizzati la maggior parte delle volte ma che qui prendono vita e permeano le magnifiche pagine sapientemente realizzate dalla mangaka. Lo stile dolce, delicato e anche raffinato dei migliori shōjo applicato ad uno slice of life avventuroso e più incentrato sull’amicizia che sull’amore rende l’opera davvero affascinante; i legami che nascono tra il protagonista e gli altri personaggi sono ben costruiti e molto intensi tali da suscitare forti emozioni nel lettore, complice anche la brevità di questi episodi autoconclusivi che condensano il tutto senza consentire futili e riempitive divagazioni superficiali che spesso siamo costretti a sorbirci tanto per allungare il brodo. Una densità e una brevità che non lasciano sazio il lettore che sarà invogliato a continuare la lettura nei volumi seguenti.
La forza motrice di questo manga è proprio la gentilezza e la spiccata sensibilità del protagonista, doti quasi sovrannaturali e ingenue che ammantano l’opera di un’aura fiabesca e che mista ai paesaggi campestri, idilliaci e quasi arcadici donano un’atmosfera eterea alle vicende facendo assaporare la tradizione giapponese in un modo molto sentito.
La notevole differenza tra il comportamento di Reiko, che per superare la sua grande solitudine conseguente al ripudio dei suoi simili cercava rifugio nel mondo spirituale trovando nella sfida l’unico modo di relazionarsi agli spiriti, e il comportamento amichevole e simpatico, nel senso originario greco del termine, del nipote che trova nell’ascolto e nell’aiuto disinteressato del prossimo la sua raison d'être, costituiscono una dicotomia essenziale e vitale per l’opera.
Dal punto di vista prettamente artistico le tavole sono realizzate prevalentemente da Yuki Midorikawa sebbene sia affiancata da altre due disegnatrici di derivazione shōjo e dalla sorella che la aiutano portare a termine i capitoli in tempo per la scadenza dettata dall’editore. Il tratto è molto delicato, sottile e diafano e accentua la femminilità e la dolcezza dei tratti somatici dei personaggi, chiari stilemi bishōnen tipici dell’ambiente di formazione dell’autrice. Le tavole sono configurate in modo diverso a seconda della necessità ossia si alternano pagine con una elevata presenza di dialoghi dal tempo di lettura elevato a pagine invece in cui domina il bianco e in cui si intravedono a malapena i contorni delle figure che conferiscono elevata teatralità e impatto visivo alla scena. Gli yokai sono molto ben caratterizzati, sia graficamente che psicologicamente ma spesso questa ultima parte viene sottintesa per lasciarla trasparire dal disegno. Spesso infatti i monologhi interiori dei personaggi, che in altri manga verrebbero utilizzati per definire i pensieri e lo stato d’animo, qui invece vengono evitati in quanto il tratto grafico dell’abile mangaka basta e avanza per questo scopo.
Unica pecca che riscontro è la presenza di 10 quartini contenenti curiosità e note varie posti a lato di alcune pagine e che distolgono l’attenzione dalle stesse, facendo perdere di continuità alla narrazione (molto meglio leggerle a volume terminato).
L’edizione della Panini non è particolarmente ricercata ma per il prezzo proposto per quest’opera è più che degna. La promozione del primo numero a € 1,99 lo rende inoltre un acquisto obbligato per tutti gli amanti delle buone letture.
Natsume degli Spiriti è un’opera che va assaporata lentamente, un episodio alla volta; la sensei Midorikawa riesce magistralmente a restituire la serenità al lettore alla fine di ogni capitolo dopo averlo commosso, in un'altalena di emozioni preziosa che non è per niente di facile realizzazione. Una storia soprannaturale e misteriosa che fa da cornice a una più profonda ricerca di amore, comprensione e amicizia che lasciano tutt'altro che indifferente il lettore.