Menu

Bonelli, Audace: anteprima e trailer di Sottosopra di Luca Enoch e Riccardo Crosa

  • Pubblicato in News

Come vi avevamo riporta a luglio, la Bonelli ha annunciato un volume a fumetti dal titolo Sottosopra per l'etichetta Audace scritto da Luca Enoch e disegnato da Riccardo Crosa. Sul sito dell'editore, è stata ora diffusa un'anteprima e un trailer che vi mostriamo qui di seguito e nella gallery in basso.

"In un giorno di sole, senza nessun preavviso, per tutti gli esseri viventi la gravità del pianeta si inverte. I terrestri "cadono" verso l'alto, scomparendo nel cielo. Tra i sopravvissuti, un adolescente che si unisce a un gruppo in lotta contro una setta di fanatici religiosi pronti a metter fine alla razza umana!"

Sottosopra avrà 80 pagine e uscirà in anteprima a Lucca Comics & Games.

Leggi tutto...

Dylan Dog #396 – Il suo nome era guerra, (-4 alla meteora!), recensione

1561650875564.png--il suo nome era guerra   dylan dog 396 cover

L’apocalisse si avvicina, quantomeno nel mondo cartaceo di Dylan Dog, e come il testo giovanneo prescrive, verrà anticipata da presagi, profeti ed emissari della fine. E, fra questi, la palma dei più celebri (e scenografici) ambasciatori della catastrofe va ai quattro cavalieri dell’Apocalisse: Guerra, Pestilenza, Carestia e Morte. Il riferimento ad almeno uno dei quattro cavalieri era dunque d’obbligo, tanto più che il conto alla rovescia della meteora orchestrata da Roberto Recchioni strilla in copertina un vertiginoso -4: ed il riferimento non si fa attendere, in questo Dylan Dog #396, intitolato appunto Il suo nome era guerra, scritto da Giovanni Eccher e disegnato da Luigi Siniscalchi.

Nonostante l’eco biblica del titolo, tuttavia, non ci sono cavalli né cavalieri in questa storia: la guerra rappresentata nelle pagine di questo albo è reale ed appartiene al passato dell’ispettore Carpenter, che scopriamo aver combattuto in Iraq nei reparti speciali. Quando i suoi ex-commilitoni inizieranno ad impazzire ed a compiere stragi, toccherà a lui ed a Dylan cercare di venire a capo dell’ondata di violenza scatenatasi per le strade di Londra.

1561639700756.jpg--

Eccher svolge un buon lavoro di approfondimento del personaggio di Tyron Carpenter (e in parte, di quello di Rania Rakim), ponendolo al centro di una vicenda che contribuisce a dare sostanza ad un personaggio a nostro avviso poco presente finora. Sebbene lo spunto narrativo non sia poi molto originale e la componente della condizione di reduce di Carpenter sia a nostro avviso sotto-rappresentata, la storia scorre piacevolmente fino al colpo di scena finale che promette interessanti ripercussioni negli albi a venire. Buona la gestione di Groucho, in secondo piano ma risolutivo dove la trama lo richiede.

Per quanto riguarda poi la continuity della meteora, questo albo è il primo in cui la classica autoconclusività delle storie di Dylan Dog si integra in maniera omogenea con le necessità narrative di un ciclo più ampio: sebbene il contributo alla trama della meteora in questo numero non sia enorme, le poche novità introdotte si amalgamano bene con il resto della storia, senza sequenze finali o iniziali del tutto slegate a dagli esiti posticci come negli albi precedenti.

1561639701346.jpg--

Il comparto artistico, anticipato dalle copertine sempre impeccabili di Gigi Cavenago, è affidato a Luigi Siniscalchi, che non osa particolarmente nella strutturazione delle tavole: raramente la classicissima 3x2 bonelliana viene sovvertita, con la parziale eccezione delle ultime pagine della storia che costituiscono una sequenza muta ottimamente riuscita. Quanto ai disegni, il tratto veloce ed espressionista di Siniscalchi si adatta bene ad una storia ricca di azione come questa, con un buoni risultati anche nella resa dei volti, grotteschi e contratti, di alcuni personaggi, oltre che di alcune sequenze splatter che non vi anticipiamo.

Leggi tutto...

Dylan Dog #395 - Del tempo e di altre illusioni (-5 alla meteora!), recensione

dylandog395

"Rappresentare un caos non significa affatto rappresentare caoticamente" scrive a un certo punto Luigi Pirandello nella prefazione ai Sei personaggi in cerca d’autore. Se c’è un’idea che guida questo lungo ciclo della Meteora, si tratta certamente del caos: del disordine, della catastrofe, dell’entropia massima, se si preferisce. Un caos più annunciato, promesso e pubblicizzato che effettivamente manifestato nelle pagine a fumetti del nostro caro investigatore dell’incubo, tanto più che mancano pochissimi mesi (appena cinque) all’avvento della letale meteora che ormai non ha più bisogno di presentazioni.

Per la meteora, purtroppo, bisogna ancora attendere. Ma il caos, quello sì che compare in questo Dylan Dog #395, intitolato Del tempo e di altre illusioni, scritto e disegnato da Carlo Ambrosini e toccherà all’Old boy ristabilire l’ordine in una Londra in cui passato, presente e futuro si mescolano in maniera imprevedibile.

dylandog395-1

L’albo si apre con il consueto contributo alla continuity della meteora, questo mese graficamente molto ispirato, sebbene non particolarmente ricco di contenuti, con protagonista John Ghost. Di qui, con un improvviso cambio di ambientazione, veniamo catapultati sull’isola di Stromboli nel 500 a.C., all’indomani dell’eruzione dell’omonimo vulcano (un’altra catastrofe imminente): ma non c’è da temere, perché si tratta solo di un vecchio film muto, peraltro mutilo del finale, a cui Dylan e un annoiatissimo Groucho stanno assistendo. La narrazione procede per continui salti temporali, dalla Prima Guerra Mondiale all’adolescenza di Dylan, anticipando una serie di eventi futuri significativi che non spoileriamo. Filo conduttore delle vicende è un bambino muto (esattamente come il film di inizio albo) che appare e scompare in modi misteriosi.

Il caos che arriva a dominare lo spazio e il tempo, dunque, con un Dylan impigliato fra ricordi di amori passati e tragedie future; peccato, però, che rappresentare il caos non significhi rappresentare in maniera caotica: Carlo Ambrosini affastella situazioni, eventi, ambientazioni e citazioni (visive e testuali) fra le più disparate in modo troppo caotico perché il lettore riesca a venirne a capo: per quanto le suggestioni che Ambrosini presenta siano tutte potenzialmente interessanti e mai fuori tema, l’assenza di un intreccio forte che le disciplini (complice anche il numero limitato di pagine) crea solo confusione. E, difatti, l’albo sembra chiudersi con un’amareggiata resa all’entropia.

dylandog395-2

Le mancanze narrative di questo numero, però, sono compensate da un eccellente lavoro grafico, a partire dalla maestosa copertina di Gigi Cavenago che cita il Giove e Teti di Jean-Auguste-Dominique Ingres (e che ricompare anche nell’albo). Ma la vera bravura di Ambrosini si dispiega nella struttura delle tavole, che spesso si discosta in maniera creativa dalla classica griglia bonelliana con risultati davvero riusciti: il rischio di rompere uno schema così consueto e relativamente rigido come la griglia 3x2 avrebbe potuto ingenerare confusioni nella lettura ma non è questo il caso, ed anzi le sequenze del film Stromboli sono da considerarsi le più riuscite da alcuni numeri a questa parte.

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS