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Jake Gyllenhaal svilupperà un film tratto da Fun Home di Alison Bechdel

  • Pubblicato in Screen

Il sito The Stage riporta che l'attore Jake Gyllenhaal (Spider-Man: Far From Home) sta sviluppando un adattamento cinematografico di Fun Home, autobiografia a fumetti di Alison Bechdel. Secondo quanto riferito, Gyllenhaal produrrà il film con la sua Nine Stories Productions. L'attore dovrebbe interpretare Bruce, il padre della protagonista.

The Stage collega questo adattamento cinematografico alla produzione teatrale di Broadway del 2015, che è stata scritta da Lisa Kron con le musiche di Jeanine Tesori.

Fun Home, pubblicato in Italia da Rizzoli, racconta il difficile rapporto dell'autrice con il padre e della loro omosessualità. L'opera ha vinto, tra le altre cose, un Eisner Award nel 2006 ed è stata inserita tra i bestseller dal New York Times. Nel 2014 il libro è stato al centro della cronaca perché vietato in alcuni college americani in quanto, a detta dei censori, promuoveva tematiche gay e pornografiche.

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Pen Award: Nel Gaiman, Art Spiegelman e Alison Bechdel sostengono Charlie Hebdo

  • Pubblicato in News

A distanza di quattro mesi dai drammatici fatti che il 7 gennaio scorso hanno travolto la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo, durante i quali 12 persone hanno perso la vita, continua la polemica sulla condotta tenuta dai vignettisti della rivista e il delicato tema della libertà di parola.

Circa un mese fa, infatti, sei scrittori, tra cui Peter Carey, Rachel Kushner e Teju Cole, hanno reso pubblico che non avrebbero partecipato alla serata di gala presso il PEN American Center, in segno di protesta nei confronti dell'assegnazione di un premio "per la libertà di espressione" a Charlie Hebdo, in quanto considerano la rivista colpevole di intolleranza culturale e islamofobia.

Dopo le dichiarazioni rilasciate al NY Times Sunday dal presidente del PEN Andrew Solomon, e dal direttore esecutivo, Suzanne Nossel, nella quale veniva rimarcato che il valore di Charlie Hebdo non risiede tanto nella natura spesso offensiva delle loro vignette, beffarde nei confronti del profeta Maometto ed altri esponenti, ma "nella loro intrepida forza d'animo espressa nel pattugliare il perimetro esterno della libertà di parola", sono stati nominati nuovi scrittori che parteciperanno all'evento tra cui nomi noti agli amanti dei comics, ovvero Neil Gaiman, Art Spiegelman e Alison Bechdel.

Chiudono il sestetto di autori nominati George Packer, Azar Nafisi e Alain Mabanckou, un romanziere franco-congolese, che presenterà ufficialmente il premio.

"Il premio PEN a Charlie Hebdo è per il coraggio. Il coraggio di lavorare dopo il bombardamento degli uffici del 2011, il coraggio di far uscire la rivista a dispetto dell'omicidio", ha dichiarato Gaiman in un'email al Times. "Se non possiamo applaudire, allora tanto vale andare a casa...sarò orgoglioso di essere ospitare al gala nella notte di martedì".

(Via artsbeat)

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Fun Home

Fun Home – una tragicommedia familiareQuando il padre di Alison Bechdel era ancora vivo, il loro rapporto non poteva certo essere considerato idilliaco.

Bruce Bechdel, così ampolloso nei modi, dai gusti antiquati, appassionato e colto lettore, perfezionista ed emotivamente distaccato, certo non fu né un marito né un padre modello.

Tutti i membri della famiglia Bechdel, per sopperire a questa mancanza di dimostrazioni di affetto, trovarono rifugio nell’arte. Chi leggeva, chi suonava, chi disegnava, chi recitava, ognuno aveva trovato un mondo alternativo nel quale vivere.

Bruce Bechdel muore all’età di 44 anni e non si capirà mai se per volontà propria o come vittima di un incidente (fu investito da un camion).
Con quella morte ogni tentativo di dialogo e di apertura nei confronti del genitore è stata cancellata e Alison, anni dopo, decide di mettersi davanti al computer e al tavolo da disegno tentando di analizzare il relazione avuta con il padre.

Fun Home è il risultato di questa analisi.

La stuttura della storia non è lineare ma sembra seguire i ricordi dell’autrice in ordine sparso a seconda di come questi sorgono nella memoria.
Ogni capitolo approfondisce un aspetto diverso del rapporto padre-figlia, descrivendo ed illustrando al lettore vari tasselli dell’intera vicenda ma approfondendone aspetti differenti, partendo dai più banali fino ai più importanti.
Nel farlo l’autrice utilizza numerosi accostamenti letterari adattissimi nel descrivere la vita del genitore che vive i propri sentimenti nel mondo delle parole scritte (siano esse lette nei romanzi o esternate nelle lettere scritte alla moglie o alla figlia al college).
Questa completa apatia, unita ad un’omosessualità mai pienamente confessata alla famiglia, sono il fulcro dell’intero racconto e l’autrice, senza mai giustificare il genitore, cerca di accettarne il carattere e di comprenderlo in una maniera più profonda.

Grazie all’autrice, quindi, scopriamo che l’intera vita di Bruce si è svolta in un territorio di pochi chilometri quadrati, che il carattere del padre, così apparentemente riservato, si rifletteva nei gusti vittoriani con il quale aveva ristrutturato ed arredato sia la vecchia casa colonica e l’impresa di pompe funebri di famiglia o che i gusti sessuali del genitore non erano poi così nascosti come potevano apparire ad occhi estranei.

Il carico emotivo del racconto cresce di pagina in pagina raggiungendo l'apice nell’ultimo capitolo quando, con un parallelismo all’Ulisse di James Joyce, l’autrice ed il proprio padre riescono ad trovare un punto di raccordo emotivo proprio nella loro diversità sessuale; questo incontro resterà come un epitaffio nella memoria dell’autrice che poco dopo ritroverà il padre in una bara.

Fun Home non è una lettura facile; molte sono le citazioni letterarie: dal Grande Gatsby di  Francis Scott Fitzgerald, a James Joyce e Oscar Wilde, Jerome Salinger, Marcel Proust e William Faulkner; l’autrice utilizza il mito di Icaro e del padre Dedalo per aprire e chiudere il racconto e medita sul suicidio attraverso gli scritti di Camus ma riesce abilmente a rendere la lettura per nulla pesante utilizzando un linguaggio colloquiale e per nulla accademico che, accostato alle vignette dallo stile semplice ed efficace, consentono ai pensieri di fuoriuscire dalle pagine per essere percepiti in maniera cristallina.
Le parole e le immagini dipinte dall’autrice formano un memoir unico, non a caso premiato come Best Book of the Year 2006 dalla rivista “Time”.

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