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Gennaro Costanzo

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Joe Quesada lascia la Marvel

  • Pubblicato in News

Joe Quesada, disegnatore ma soprattutto uno dei più longevi dirigenti della storia della Marvel Comics, ex redattore capo, vicepresidente esecutivo e direttore creativo della Marvel Entertainment dal 2019, ha annunciato il suo addio alla Casa delle Idee a partire dal 1° giugno 2022.

Quesada ha rilasciato una dichiarazione pubblica sui suoi account sui social media parlando nel dettaglio del suo addio e ringraziando i suoi numerosi collaboratori per i loro anni di duro lavoro.

"Quando sono entrato per la prima volta nel mondo dei fumetti, il mio obiettivo era quello di creare personaggi, storie e universi miei. Poi, un giorno la Marvel mi ha fatto un’offerta che ha cambiato il corso della mia vita. (...) Dopo oltre due decenni (è davvero passato così tanto tempo?), è giunto il momento per me di andare avanti. Come potete immaginare, l'amore che ho per l’azienda, i suoi personaggi e tutti i miei colleghi è profondo, ma c'è un nuovo entusiasmante capitolo che sta per iniziare, quindi è il momento giusto.
Nell'agosto del 2000, la Marvel mi ha affidato le chiavi dell'Universo e da allora è stata il mio più grande sostenitore. Durante quel periodo, ho avuto la grande fortuna di stare sulle spalle di giganti, nessuno è stato più grande dei miei predecessori e mentori, il miglior team editoriale del settore, la mia famiglia di coworking e i creatori più talentuosi sulla terra che riponevano la loro fiducia in me, soprattutto all'inizio, quando sembrava che vendessi biglietti per il Titanic. (...) Grazie a tutti per aver condiviso i vostri talenti e riversato il vostro cuore e la vostra anima in ogni progetto. È stato un onore lavorare con voi e spero che riusciremo a fare tutto di nuovo", ha dichiarato Quesada.

L’artista, comunque, ha dichiarato che lo rivedremo presto collaborare con la Marvel, e qualcosa è già in arrivo entro fine anno. Intanto, Quesada lavorerà sui suoi progetti, incluso un corto che sta scrivendo e dirigendo.

Il primo lavoro Marvel di Quesada è arrivato nel 1991 con una storia nel fumetto umoristico What The–!? # 13, mentre il suo primo arco narrativo è stato su X-Factor #87-90. Nel 1998, l'artista è diventato capo redattore della linea Marvel Knight, che ha rilanciato vari eroi fra cui Daredevil di cui era il disegnatore. In seguito è diventato EIC dell'intera casa editrice e nel 2010 ha assunto il ruolo di direttore creativo della Marvel Comics, ruolo che ha mantenuto per molto tempo dopo aver passato il testimone come caporedattore ad Axel Alonso nel 2011.
Nel 2019, il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha assunto il ruolo di chief creative officer di tutta la Marvel Entertainment, Marvel Comics inclusa, con Quesada che è passato al suo ruolo più recente di vicepresidente esecutivo e direttore creativo della Marvel Entertainment.

"In poche parole, Joe è uno dei creativi più influenti nei fumetti", ha dichiarato il presidente della Marvel Entertainment Dan Buckley. "Tutto quello che ha fatto, dalla disegno a matita alla progettazione, dal montaggio al brainstorming, è stato - e sarà sempre - ai massimi livelli. Negli ultimi 30 anni, mi sono considerato fortunato ad essere suo amico e collaboratore. E mentre Joe farà sempre parte della famiglia Marvel, dovremmo tutti aspettare con impazienza ciò che porterà nel mondo dopo".

"Come artista e narratore, Joe non è secondo a nessuno in ciò che ha realizzato nell'industria dei fumetti", ha aggiunto CB Cebulski, attuale EIC della Marvel Comics.

"Ci sono pochi che conoscono la Marvel Comics come Joe, e i suoi innumerevoli contributi hanno aiutato a creare personaggi e storie che non smetteranno mai di crescere ed evolversi", ha dichiarato Kevin Feige, presente e chief creative officer dei Marvel Studios. "Sono grato per la sua leadership creativa e collaborazione nel corso degli anni e gli auguro solo il meglio per il futuro".

Nessun altro, recensione: il ritorno al fumetto di R. Kikuo Johnson

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Spesso e volentieri si sente dire che per un artista la realizzazione di una seconda opera, soprattutto alla luce di un grande successo ottenuto al debutto sulle scene, sia una delle sfide più difficili. La paura del flop o del non essere all'altezza con il lavoro del proprio esordio, portano spesso al cosiddetto one-hit wonder.
Uno che di sicuro ha dovuto lottare con questa problematica è R. Kikuo Johnson. 15 sono difatti gli anni che separano il primo lavoro del fumettista da Nessun Altro, volume appena portato in Italia da Coconino Press, se si esclude infatti l'opera per bambini The Shark King.

Dopo il clamoroso successo di critica di Night Fisher - osannato da artisti del calibro di Craig Thompson (Blankets) - l'autore ha meditato a lungo sul suo nuovo graphic novel, scartando puntualmente tutte le idee. Si è quindi buttato letteralmente a capofitto nel mondo dell'illustrazione dove ha ottenuto sempre maggior riconoscimento, grazie soprattutto alle sue copertine per il New Yorker. Ma tanta attesa, ad ogni modo, non ha portato ad una storia epica - narrativamente parlando -, ad un setting super ricercato o ad un lavoro di ricerca storica estremamente dettagliato. Ma a un racconto intimo, piccolo e familiare.

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Al centro di Nessun Altro troviamo una famiglia disfunzionale che, dopo la morte del padre anziano, deve ritrovare il proprio equilibrio. L'uomo, malato da tempo, era accudito dalla figlia Charlene, a sua volta madre del piccolo Brandon. A loro si aggiunge Robbie, fratello della donna, musicista di ritorno dall'Australia, ignaro della morte del proprio genitore. Dopo la morte del padre, infatti, la donna si licenzia e inizia a studiare per i test di medicina in maniera ossessiva, chiudendosi al punto tale da trascurare completamente il figlio e da non avvertire nemmeno suo fratello.
L'uomo, tornato a casa, cerca a suo modo di raccogliere i pezzi della famiglia, provando a fare da guida al nipote e spronando la sorella, dovendo - contemporaneamente - trovare un punto di incontro tra il suo passato e il presente.

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Il tragico evento da cui parte il racconto di Johnson sembra sfiorare solo in superficie le persone coinvolte, ma in realtà rappresenta per loro una svolta importante. Quel padre diventato ormai quasi vestigiale nella sua esistenza, rappresentava in realtà un inaspettato collante per le vite dei suoi due figli.
Pur con i contrasti e le contraddizioni, l'uomo era per loro un punto fermo e, senza di lui, pienamente liberi, rischiano ora di andare alla deriva. Giunge dunque il momento di assumersi le proprie responsabilità e Johnson mette in scena questo piccolo dramma familiare caratterizzato da una costruzione lenta, con un intreccio lineare ma efficace nel definire il carattere dei personaggi.

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Nessun Altro è pubblicato da Coconino nel formato originale dell'opera, un cartonato orizzontale formato 22 x 17 cm in cui le tavole sono tendenzialmente costituite da 2 strisce generalmente regolari nella loro suddivisione e che concedono poche variazioni sul tema.
La carriera da illustratore, oltre a garantire a Johnson introiti maggiori rispetto a quella da fumettista, gli ha consentito di lavorare sul suo stile, non solo per catturare l'iconicità di un singolo momento ma per modellare la sua matita in una sintesi sempre più efficace. Basti guardare le tavole di Night Fisher e compararle a quelle di Nessun Altro: il tratto spesso e greve della china, le linee irregolari, i chiaro scuri molto netti, lasciano ora il posto a una tratto pulito, sottile e maggiormente regolare, a vignette rigide nella loro suddivisione e a un chiaroscuro più luminoso e delicato. Per intenderci, se prima potevamo avvicinare graficamente Johnson al sopracitato Thompson, ora siamo più dalle parti del collega illustratore Adrian Tomine.
Anche la scelta cromatica è interessante: la bicromia bianco/nero è sostituita dalla più fredda bianco/blu, come a sottolineare un distacco emotivo maggiore grazie a un colore freddo. Ci pensa, tuttavia, l'incursione dell’arancione a creare quella variazione emotiva necessaria.

Kaiju No. 8 1-2, recensione: la nuova hit del fumetto giapponese

Kaiju No. 8 1

Kaiju No. 8 è la nuova hit del fumetto giapponese. Serializzato sulla rivista digitale Shōnen Jump+ della Shūeisha, l'opera di Naoya Matsumoto è stata poi raccolta in tankōbon vendendo 90.000 copie in Giappone nella prima settimana dopo il lancio e un totale di 5 milioni per i primi 5 volumi, risultato inedito per un manga nato in digitale e senza ausilio di un anime. Forte del successo in patria, Star Comics ha organizzato in Italia una campagna senza precedenti, proponendo il numero 1 in diverse versioni e, soprattutto, addobbando per due settimane la fermata metro Porta Genova di Milano coi personaggi della serie e le prime 14 tavole del fumetto. Dopo la lettura del secondo volume, possiamo dare un giudizio più approfondito sull'opera.

Partiamo dal termine "kaiju" che, notoriamente, indica tutti quei mostri giganti della fantascienza giapponese di cui Godzilla ne è il capostipite. Nel mondo di Kaiju No. 8, questi esseri giganteschi appaiono con regolarità tanto da giustificare l'esistenza di un'intera organizzazione militare, la Japan Defense Force, che ha il compito di eliminarli. Complementari a loro, troviamo anche una squadra di pulizia che smaltisce le carcasse dei mostri. Ed è qui che lavora Hibino Kafka, 32enne il cui sogno è di entrare nella Japan Defense Force dove lavora Mina Ashiro, sua amica d'infanzia e personalità di spicco all'interno dell'organizzazione. Due eventi chiave cambieranno la vita di Hibino: il primo, è la conoscenza con il 18enne Leno Ichikawa, che lo incoraggerà a tentare per un'ultima volta l'ammissione al corpo militare. Il secondo evento, ben più determinante, è quando un yoju (mostro più piccolo che segue i kaiju) entra nel corpo di Hibino trasformandolo a sua volta in un mostro molto potente che verrà classificato come Kaiju No. 8. Da questo momento, l'uomo può trasformarsi a piacimento e combattere contro altri bestioni, tuttavia Hibino tiene celato il suo segreto a pochi intimi mentre, nel frattempo, entra a far parte come recluta della Japan Defense Force.

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Trovare i motivi per cui un'opera come Kaiju No. 8 riesca ad avere un successo così eclatante non è semplice: la serie non presenta tratti particolarmente originali per uno shōnen, ma sicuramente si fa apprezzare per diversi motivi. Partiamo dal protagonista. Hibino Kafka, innanzitutto, è un 32enne, ed è insolito per uno shōnen avere un protagonista così grande. E, infatti, Matsumoto compensa con una serie di personaggi giovani, fra cui il già citato Leno e le varie matricole con cui supererà l'ammissione per la Japan Defense Force fra cui l'abilissima Kikoru Shinomiya. Questo rende il manga molto trasversale, capace di parlare sia ai 30enni che ai più giovani. In generale, l'opera risulta molto corale e i diversi personaggi hanno grande spazio e un'ottima caratterizzazione. Il protagonista risulta impacciato e simpatico, ma con un gran curva d’apprendimento e un potenziale d'attacco post-trasformazione notevole.

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Altro aspetto fondamentale è la trama con il suo intreccio narrativo: dopo un inizio forse troppo spedito, con qualche passaggio un po' forzato e sbrigativo, Matsumoto ci mostra una costruzione solida e ben cadenzata, in special modo a partire dal volume 2, con un gran potenziale tutto da scoprire. Perché se quanto visto finora risulta appassionante, sicuramente a tener vivo l'interesse sono tutte le sottotrame che mostrano una visione ampia che potrebbe nascondere diverse sorprese. Una base solida su cui l'autore può creare qualcosa di interessante e duraturo, sperando che non la vanifichi col passare del tempo.

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Anche lo stile grafico di Matsumoto non presenta particolari novità o tratti distintivi ma, come per la trama, anche qui ci troviamo davanti a un lavoro solido e decisamente valido. La tavole risultano molto dettagliate e l'autore è in grado di alternare i vari registri della storia sempre in maniera efficace. Le tavole hanno una costruzione varia ma che premia sempre la leggibilità, anche nelle scene d'azione più concitate non si perde mai il focus ed è sempre chiaro quello che sta avvenendo. Il character design è notevole e il tratto del fumettista è pulito e piacevole, capace di rendere sia i momenti più intimi e quelli comici, sia quelli più action e dinamici.

Kaiju No. 8 si dimostra uno shōnen solido e divertente, con potenzialità che potrebbero fargli fare quel salto di qualità tale da giustificare il suo successo, che potrebbe quintuplicarsi con l'arrivo di una serie anime. Già da ora, comunque, si dimostra una lettura pienamente soddisfacente e con la giusta personalità.

George Pérez ha annunciato di aver un cancro terminale

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Come vi avevamo riportato a inizio 2019, George Pérez aveva annunciato il suo ritiro dal mondo dei fumetti a causa dei suoi problemi di salute. L'artista, 67 anni, ha comunicato ieri su Facebook una notizia ancora più triste. Perez, infatti, ha reso noto di avere un cancro al pancres al terzo stadio e di voler rinunciare alle cure per poter trascorrere il tempo che gli rimane, probabilmente 6-12 mesi, insieme ai suoi familiari.

Ecco il messaggio tradotto:

"Da George ai suoi fan, agli amici e alla famiglia allargata, leggete qui di seguito. Questa pagina servirà come luogo per connettersi con George e ricevere aggiornamenti. Per favore, rispettate la privacy di George e della sua famiglia in questo momento difficile e scrivete SOLO attraverso questo viale.
Grazie e leggi quanto segue:

A tutti i miei fan, amici e famiglia allargata,
È piuttosto difficile credere che siano passati quasi tre anni da quando ho ufficialmente annunciato il mio ritiro dalla produzione di fumetti a causa dei miei problemi di vista e di altre infermità causate principalmente dal mio diabete. All'epoca ero lusingato e onorato dal numero di tributi e testimonianze fattemi dai miei fan e colleghi. Le belle parole dette in quelle occasioni erano così commoventi che scherzavo dicendo "l'unica cosa che mancava a quelle dimostrazioni ero io che giacevo in una bara". »
Era divertente all'epoca, pensavo. Ora, non tanto.

Il 29 novembre ho ricevuto conferma che, dopo essere stato sottoposto a intervento chirurgico per un blocco al fegato, ho scoperto di avere un cancro al pancreas al terzo stadio. È chirurgicamente inoperabile e la mia aspettativa di vita stimata è compresa tra 6 mesi e un anno. Mi è stata data la possibilità di fare chemioterapia e/o radioterapia, ma dopo aver soppesato tutte le variabili e valutato quanto dei miei giorni rimanenti sarebbe stato divorato dalle visite del medico, dalle cure, dai soggiorni ospedalieri e avendo a che fare con la burocrazia spesso stressante e frustrante del sistema medico, ho optato per lasciare che la natura faccia il suo corso godendomi tutto il tempo che mi rimane il più possibile con la mia bellissima moglie da oltre 40 anni, la mia famiglia, i miei amici e i miei fan.
Da quando ho ricevuto la mia diagnosi e la mia prognosi, chi è nella mia cerchia ristretta mi ha dato tanto amore, sostegno e aiuto, sia pratico che emotivo. Mi hanno dato pace.

Ci saranno alcune questioni di lavoro di cui occuparsi prima che me ne vada. Mi sto già organizzando con il mio agente per rimborsare i soldi pagati per gli schizzi che non riesco più a finire. E siccome, pur avendo un solo occhio funzionante, posso ancora firmare il mio nome, spero di coordinare un ultimo firmacopie per facilitare il mio passaggio. Spero anche di riuscire a fare un'ultima apparizione pubblica in cui poter essere fotografato con il maggior numero possibile dei miei fan, a condizione di poter abbracciare ognuno di loro. Voglio solo potervi dire addio con sorrisi oltre che con lacrime.

So che molti di voi avranno domande o commenti da fare, e piuttosto che alimentare il fuoco della speculazione e di una cattiva comunicazione ben intenzionata ma potenzialmente dannosa, tornerò nell'arena dei social media dando vita ad un nuovo profilo Facebook dove fan e amici possono comunicare direttamente con me o con il mio rappresentante designato per aggiornamenti e chiarimenti.
Per richieste da parte dei media e della stampa, si prega di utilizzare anche i recapiti presenti nella pagina. Vi prego di rispettare la privacy di mia moglie e della mia famiglia in questo momento e di usare la pagina Facebook piuttosto che contattarci attraverso altri canali.
Potrei non essere in grado di rispondere così velocemente come vorrei, poiché cercherò di ottenere più piacere possibile dall'esterno nel tempo concessomi, ma farò del mio meglio. Anche le belle parole sarebbero molto apprezzate. Più dettagli seguiranno una volta che tutto sarà operativo.

Beh, per ora è tutto. Questo non è un messaggio che mi è piaciuto scrivere, soprattutto durante le festività ma, stranamente, sento lo spirito natalizio più ora che in molti anni. Forse è perché probabilmente sarà l'ultimo. O forse perché sono avvolto dalle braccia amorevoli di tanti che mi amano tanto quanto io amo loro. È molto edificante sentirsi dire che hai condotto una bella vita, che hai portato gioia in così tante vite e che lascerai questo mondo un posto migliore perché ne hai fatto parte. Parafrasando Lou Gehrig: "Alcuni possono pensare che abbia avuto una brutto break, ma oggi mi sento l'uomo più fortunato sulla faccia della Terra. »
Prendetevi cura di voi e grazie.

George Perez
7 dicembre 2021"

La Redazione tutta di Comicus abbraccia virtualmente e ringrazia di cuore il grande George Pérez per tutti i bei momenti trascorsi insieme nel corso di questi decenni in cui, con la sua immensa arte, ha allietato le nostre giornate.

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