La storica rivista di casa Panini passa dalla quindicinalità alla mensilità e si rinnova con un nuovo nome, Amazing Spider-Man (ex Spider-Man, ex L’Uomo Ragno), ma restano invariati gli autori e la linea narrativa del personaggio.
All’alba di "Spider-Island", la città New York si ritrova ad affrontare i propri demoni, mentre l’ormai ex-fidanzata di Peter, Carlie, è impegnata a investigare su una serie di suicidi, apparentemente non legati tra di loro. Dan Slott riporta in scena uno dei classici antagonista dell’eroe, nella sua versione aggiornata ai tempi, Adrian Toomes, ora a capo di una gang dotata della tecnologia dell'Avvoltoio e che si rivela una gradita presenza dopo molti cattivi creati ex-novo (non tutti riuscitissimi).
La storia non presenta grandi spunti e si collocherebbe nel filone delle avventure auto-conclusive che nulla lasciano al lettore, se non fosse per l’uso che lo scrittore fa di Carlie, la quale inizia a essere sfruttata a dovere, paradossalmente, solo ora che la sua relazione con Peter è finita. La sequenza finale dalla saga, infatti, pianta dei semi per sviluppi futuri che ricordano le dinamiche pre-“Soltanto un altro giorno”. In tono con questo aggiornamento dell’Avvoltoio, la svolta tecno-fantascientifica della ragnatela magnetica lascia il tempo che trova e, per di più, snatura il personaggio facendolo diventare una sorta di Iron Man dei poveri (come fatto notare da altri commentatori americani). Positiva, se non l’altro, la mano da abile mestierante di Slott che mette ordine alle fila del discorsi in due numeri, dando luogo ad una storia compatta, dal ritmo sostenuto e priva di tempi morti.
La continuità stilistica su una serie come Amazing Spider-Man è uno dei punti dolenti e le scelte fatte fino a ora hanno prestato il fianco a diverse critiche. Giuseppe Camuncoli si colloca in questa scia negativa: ha un buon senso della narrazione, ma è poco indicato per un personaggio urbano come Peter. Uno scarso senso del design (anche se si ignora il grado di libertà lasciato all’artista, che sicuramente avrà dovuto conformarsi con dei limiti imposti dall’alto), che lo porta a realizzare dei costumi generici e senza guizzi particolari e una certa rigidità nelle scene di conversazione, che non brillano per soluzioni innovative, inficiano sulla leggibilità del numero.
La matita emiliana è più a suo agio nelle scene di lotta, apprezzabili, ma si sente tra le pagine la mancanza di chine che conferiscano al tratto un senso di forte corporeità e volumetria. Con Klaus Janson, fumettista che ha visto giorni migliori e più nelle corde di gente come John Romita Jr., Camuncoli non ha ancora trovato la lunghezza d’onda ideale: spesso i personaggi perdono di spessore, acquistando in incisività, ma è un’incisività forzata e fuori fase e viene da rimpiangere quando l’artista si inchiostrava da solo. A tutto ciò si aggiungono i colori di Frank D’Armata, il quale mette in campo una schiera di cromatismi impostati su di un unico timbro (principalmente tonalità cianotiche, mischiate con impasti di grigio come fondo): niente di azzardato, ma il tutto è ben amalgamato alle tavole.
Il riempitivo tratto da Web of Spider-Man del 2009 (Tobin & Scherberger) è in linea con la mediocrità dell’albo, che riesce tuttavia a guadagnare qualche punto grazie al primo numero della miniserie Spider-Man & The Secret Wars, in grado di ridicolizzare e mettere in risalto la pochezza narrativa del cross-over degli anni ottanta Guerre Segrete attraverso un approccio bambinesco in termine di scrittura e disegno.
Ultima nota sul cambio di titolo: in linea generale la scelta del titolo originale risulterebbe accettabile, considerando che spesso i lettori (o gli spettatori) preferiscono la nomenclatura originale di un’opera rispetto alle imbarazzanti traduzioni che stuprano il senso in favore di qualche scialbo gioco di parole, tuttavia il cambio attuato in questo caso oltre a non essere filologicamente corretto (perché togliere il “the”?), sembra una mossa dettata da un esigenza di mercato più che da una reale necessità di fedeltà al materiale. È il fenomeno che in linguistica si chiama “prestito di lusso”, parole straniere ma già presenti nel vocabolario italiano, che assumono una connotazione specifica: “fine settimana” non rende abbastanza l’accezione festosa di “week-end”, così come “Spider-Man”, e “Uomo Ragno” prima di lui, probabilmente non rendevano abbastanza.
Profitti (e ciò sembra confermato anche dall'uscita della verione Variant con cover metallizzata al prezzo maggiorato di € 5,50).