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Marvel annuncia Amazing Spider-Man: Full Circle

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Marvel Comics ha annunciato Amazing Spider-Man: Full Circle, una nuova storia che vede l'Uomo Ragno collaborare con lo S.H.I.E.L.D.

Lo sceneggiatore di Amazing Spider-Man Nick Spencer scriverà l'avventura insieme ad autori del calibro di Jonathan Hickman, Gerry Duggan, Al Ewing, Chip Zdarsky, Kelly Thompson e Jason Aaron.

Chris Bachalo, Chris Sprouse, Greg Smallwood, Michael Allred, Rachael Stott, Valerio Schiti, Cameron Stewart e Mark Bagley saranno, invece, gli artisti coinvolti.

In questa serie Peter Parker, su convocazione dello S.H.I.E.L.D., sarà impegnato in un'avventura internazionale. Il destino dell'umanità tutta dipende da lui.
Guest-starr Nick Fury, Wolverine, e Peter Porker/Spider-Ham.

Amazing Spider-Man: Full Circle #1 uscirà a ottobre. Non è stata specificata la durata della serie. Di seguito potete vedere la copertina realizzata da Rod Reis.

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Spider-Man Collection 18: la morte degli Stacy, recensione

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Fin dal suo esordio, Spider-Man è stato uno degli eroi più amati e seguiti della Marvel divenendo ben presto il portabandiera della casa editrice. Peter Parker era un eroe, ma anche un ragazzo comune e incarnava alla perfezione il concetto di “supereroe con superproblemi”.
In Amazing Fantasy 15 del 1962, albo del suo esordio, un lutto colpisce il giovane: suo zio Ben viene ucciso da un ladro che poco prima, nelle vesti di Spider-Man, aveva lasciato fuggire. Il senso di colpa è tale da motivarlo a diventare un giustiziere.

Da quel momento, la vita di Peter non sarà certo tutta rosa e fiori: non solo i problemi dovuti al suo elter ego in costume ma anche le rinunce che il suo ruolo comporta, così come la fragile salute della Zia May, le bollette da pagare, le ragazze, gli amici e tanto altro ancora rendono le vicende di Amazing Spider-Man un mix di dramma, commedia e azione.
Se i toni si erano leggermente alleggeriti con l’addio di Steve Ditko e l’arrivo di John Romita, una nuova tragedia stava per sconvolgere la vita di Peter.
Nonostante i molti drammi vissuti, la morte non aveva sfiorato più la vita del ragazzo dopo quanto accaduto a zio Ben. Così, dopo 8 anni – nel 1970 -, Stan Lee e Romita decidono di scuotere profondamente la vita del giovane eliminando per sempre il Capitano George Stacy.

Stacy era, in quel momento, un personaggio importante per la serie: padre della sua attuale ragazza Gwen, il capitano era per Peter una figura paterna, contrapposta a quella burbera di J.J. Jameson, che aveva accolto di buon grado il rapporto fra lui e sua figlia. Non solo, Stacy aveva intuito che il ragazzo fosse Spider-Man, pur conservando questa scoperta per sé.

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Nel ciclo di storie che vanno da Amazing Spider-Man 88 a ASM 92, possiamo leggere le vicende relative alla morte del personaggio giunta durante una battaglia fra Spider-Man e il Doctor Octopus. Spider-Man riesce a immobilizzare le braccia metalliche del suo nemico ma, come conseguenza di quest’azione, gli arti artificiali di Dock Ock urtano un camino riversando diverse macerie sulla strada. Il capitano Stacy morirà, travolto dai resti delle macerie, per salvare la vita a un bambino.

L’intento degli autori, coadiuvati alla matite da Gil Kane, che sostituisce Romita in quasi tutti gli albi, era non solo quello di alzare il tasso di drammaticità della serie con un colpo ad effetto, ma anche di imprimere una nuova sterzata alle dinamiche narrative per le trame successive. Spider-Man, infatti, viene additato come responsabile della morte del capitano portando Gwen ad odiare l’eroe in maschera. Un Peter, dunque, già con numerosi sensi di colpa, dovrà anche convivere col il peso dell’odio della sua ragazza. Seguiranno conseguenze che porteranno i due giovani a vivere un periodo di crisi.

Nonostante il tono sia fortemente drammatico, gli autori narrano il tutto senza indugiare troppo con una rappresentazione eccessiva e patetica, smorzando il tutto con molta azione e con un’apparizione – abbastanza superflua – dell’Uomo Ghiaccio.

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Il tono drammatico sarà maggiore, però, nel secondo ciclo del volume che propone Amazing Spider-Man 121 e 122 con la nota morte di Gwen Stacy.
Sono passati tre anni e Lee, Romita e Kane, insieme a Gerry Conway e a Roy Thomas, decidono di compiere qualcosa di impensabile fino a quel momento: uccidere la ragazza del protagonista. Una storia che cambierà per sempre il fumetto americano segnando la fine dell’era dell’innocenza. Un delitto commesso a più mani, con gli autori che per anni si sono rimbalzati la responsabilità, come raccontato in questo vecchio articolo.

La vicenda parte in quarta con un Harry Osborn sofferente a causa dalla sua dipendenza dalla droga. Ma il peggio sta per arrivare, Norman Osborn ricorda di essere Goblin, dopo anni di offuscamento mentale, così cattura Gwen per vendicarsi di Peter e la getta dal George Washington Bridge. La ragazza morirà, probabilmente a causa del contraccolpo ricevuto dalla ragnatela lanciata da Spider-Man stesso per salvarla. Completamente fuori di sé, l’eroe affronterà in seguito Goblin che resterà ucciso dal suo stesso aliante (almeno momentaneamente, il personaggio tornerà dopo oltre 20 anni).

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La storia è un classico e raggiunge non solo una forte carica emotiva, ma anche uno degli apici qualitativi di Amazing Spider-Man.
Sulle motivazioni dell’uccisione di Gwen si è discusso a lungo: probabilmente si voleva una nuova morte ad effetto per mostrare che tutto poteva accadere, ma questo non basta. È probabile che gli autori volessero dare un’ulteriore svolta a Peter Parker e alla serie di Spider-Man, ma che, soprattutto, ritenessero Gwen un personaggio fin troppo perfettino e poco interessante. In particolare, sembra che la ragazza non sia mai particolarmente piaciuta a Romita: nota era, infatti, la sua predilezione per Mary Jane, a cui aveva dato le fattezze. D’altro avviso Lee che, invece, voleva far sposare i due giovani. Fatto sta che l’ultima tavola di Amazing Spider-Man 122 è emblematica in tal senso.
Mary Jane si trova nell’appartamento di Peter che, dopo la lotta con Goblin, arriva a casa affranto. La ragazza cerca di consolare l’amico che la caccia via offendendola profondamente dandole, in sintesi, dalla frivola. Mary Jane, d’altronde, fino a quel momento era stata delineata come una ragazza allegra e spensierata, ma proprio da questa tavola possiamo vedere la sua trasformazione nel personaggio che amiamo. La ragazza, infatti, decide di restare ugualmente accanto a Peter, in una scena che mostra tutta l’umanità di questi personaggi.

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Spider-Man Collection 18: la morte degli Stacy è sicuramente un must have per chi non ha mai letto questo ciclo classico di storie, o per chi vuole averne un’edizione cartonata degna. Peccato solo per l’assenza di Amazing Spider-Man 123, un epilogo in cui viene mostrato il funerale di Gwen.

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Spider-Man: Far From Home: la recensione del film

  • Pubblicato in Screen

“Vedrai Peter, la gente di questi tempi ha bisogno di credere. Credere a qualsiasi cosa”. (Quentin Beck).

Oltre a chiudere brillantemente la Fase Tre del progetto Marvel Cinematic Studios, Spider-Man: Far From Home introduce nell’universo cinematografico concepito da Kevin Feige e soci alcuni elementi di straordinaria attualità. Il film diretto da Jon Watts, che lo faccia consapevolmente o no, racconta la difficoltà di questi nostri tempi moderni nel decifrare la realtà che si palesa davanti agli occhi e nel distinguere il vero dal falso. L’epoca del massimo sviluppo dei mezzi di comunicazione è purtroppo anche quella della maggiore diffusione di falsità spacciate per verità assolute.

Per incarnare questo paradosso, ovviamente attraverso la lente pop di un cinecomic, viene estratto dalla straordinaria galleria dei nemici di Spider-Man una delle migliori creazioni di Stan Lee e Steve Ditko: Mysterio, il Maestro delle Illusioni, al secolo Quentin Beck. Interpretato da un Jake Gyllenhaal in ottima forma, Beck si presenta al duo di ex agenti S.H.I.E.L.D. Nick Fury (Samuel L. Jackson) e Maria Hill (Cobie Smoulders) come un esule di una terra parallela, giunto sulla nostra per evitarne la distruzione da parte delle creature chiamate “Elementari”, furie della natura che hanno devastato il suo pianeta uccidendo i suoi cari. In un mondo che sta ancora piangendo la morte di Tony Stark e dove gli Avengers si devono ancora riorganizzare dopo le perdite patite durante lo scontro finale con Thanos, Fury non ha altra scelta che chiamare in soccorso il ragazzino designato da Stark come suo erede spirituale: Peter Parker, Spider-Man. Peccato però che il nipote preferito di Zia May sia impegnato con la sua classe in una gita in Europa, e abbia come unico pensiero la conquista della bella MJ.

Diretto con mano sicura da Jon Watts, alla sua seconda prova con le vicende cinematografiche dell’amichevole Uomo Ragno di quartiere, Spider-Man: Far From Home non rinuncia ai toni da teen comedy della pellicola precedente, alzando però il livello della spettacolarità (straordinaria la sequenza che strizza l’occhio a classici di Stan Lee & John Romita come The Madness of Mysterio e To Squash a Spider!).

Tom Holland si candida ad essere la versione definitiva di Peter Parker, di cui incarna con disarmante spontaneità la purezza d’animo. Ottimo tutto il cast di contorno: Jake Gyllenhaal offre una prova più che convincente come Mysterio, regalandogli spessore ed ambiguità, ed è un’aggiunta importante alla galleria di villains del MCU. Rispetto ad Homecoming acquista importanza la MJ interpretata da Zendaya: definita dall’attrice come una rivisitazione del classico character di Mary Jane Watson, il personaggio prende però una strada del tutto nuova grazie all’interpretazione brillante e carismatica della giovane diva.

Segnalazione d’obbligo per le due scene post-credit: la prima è fan service allo stato puro e vede un ritorno direttamente da un’era precedente dei cinecomic, oltre a portare avanti il discorso della manipolazione della realtà di cui parlavamo in apertura. La seconda getta una luce del tutto nuova su un personaggio centrale del Marvel Cinematic Universe e ne scuote le fondamenta. Di nuovo, molto di quello che abbiamo visto finora potrebbe non essere ciò che sembra.
La scena in cui le pene d’amore di Peter vengono sublimate sulle note di Stella Stai di Umberto Tozziall’arrivo a Venezia, per quanto surreale, è invece simpaticamente vera.

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J.J. Abrams e Sara Pichelli a lavoro su una mini di Spider-Man

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Svelato il mistero dietro i teaser di Spider-Man degli ultimi giorni. La Marvel ha annunciato (via NY Times) pochi minuti fa, infatti, che il regista J.J. Abrams (Star Wars: Il risveglio della forza) sta scrivendo una nuova miniserie di Spider-Man al fianco di suo figlio Henry.

La serie limitata debutterà a settembre e vedrà alle matite l'artista Sara Pichelli e l'esordio di un nuovo criminale di nome Cadaver.

Di seguito potete vedere la cover di Spider-Man #1 realizzata da Olivier Coipel.

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