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Oscar 2013: un commento sui film candidati

Sono state annunciate in settimana le candidature per i premi Oscar 2013 e la vittoria, dopo l'indecisione delle settimane precedenti sui nominati, verrà contesa da una manciata di titoli. Una cinquina Americo-centrica, se si esclude l'inglese Pirati! Briganti da strapazzo, che sorprende per le scelte "facili" rispetto alle altre edizioni (ironicamente, in un anno in cui è stato nominato per molti premi l'outsider Beasts of the Southern Wild) e lascia indietro il colosso DreamWorks e il suo Le 5 leggende, a culmine di un'annata non particolarmente felice per gli studi di Jeffrey Katzenberg. Delusione per l'anime La collina dei papaveri di Goro Miyazaki, che un posto tra i cinque forse l'avrebbe meritato, mentre il resto dei contendenti, Hotel Transylvania in testa, non poteva aspettarsi di passare un imbuto così stretto.

L'animazione, categoria omonima a parte, è rimasta a bocca asciutta, disertando persino i premi tecnici e alcuni più artistici che avrebbero potuto ospitarla: a spanne  sarebbe stato umano pensare di vedere Ribelle - The Brave nelle due categorie del sonoro - il lavoro di sulla traccia ambientale è notevole, tanto che il film è stato il primo a essere proiettata con la tecnologia Dolby Atmos, un sistema audio che utilizza un numero di casse esponenziale rispetto ai precedenti sistemi 7.1 e 5.1, e in quella per la miglior canzone (ma stenderò un velo pietoso sui sistemi di elezione di questa categoria), mentre Frankenweenie non avrebbe certo sfigurato nella sezione delle colonne sonore.

Come preannunciato dalla preview sul cinema animato del 2013, sono i film in stop-motion a farla da padrona, mostrando come questa tecnica possa riservare delle sorprese a livello di sceneggiatura non indifferenti. Nel caso di Tim Burton, poi, l'opera rappresenta il suo miglior lavoro negli ultimi dieci anni (e il fatto che sia basato su un suo mediometraggio giovanile la dice lunga su tutto lo smalto che ha perso questo regista). Quasi sicuramente verrà premiato ai Golden Globe, visto che è l'unica vera star del gruppo e i giornalisti internazionali che votano il premio hanno questo tipo di parametri di valutazione, ma ci sono comunque buone probabilità che la spunti anche agli Oscar, considerata la bontà genuina del prodotto. È un altro film a passo uno che contenderà a Burton la statuetta: ParaNorman, passato sotto silenzio in Italia, ma di qualità pregevole e in grado di fare breccia nel cuore dell'Academy grazie a una storia che mischia i b-movie alla Romero a tematiche come la xenofobia, il bullismo e l'emarginazione sociale.

Difficilmente vedremo spuntare l'ultimo candidato in stop-motion, Pirati! Briganti da strapazzo; nonostante sia un film ben fatto (ma con diverse risacche di noia), il lungometraggio della Aardman non gioca abbastanza la carta del fattore emotivo, risultando meno ruffiano e più caciarone del film Laika. Il terzo incomodo potrebbe invece rivelarsi Ralph Spaccatutto, altro film targato Disney della categoria. Ottime recensioni e incassi ragguardevoli potrebbero tuttavia non bastare per ottenere la statuetta. Di certo non sarebbe uno scandalo se l'Oscar andasse a Rich Moore e al suo gruppo.

Fanalino di coda, infine, la Pixar, quella che ha meno probabilità di vedersi premiata. La candidatura è una giusta ricompensa per la fattura discreta ma non eccezionale del suo Ribelle - The Brave, dopo un anno d'assenza come punizione per il detestabile Cars 2, croce degli appassionati dello studio e delizia del reparto merchandising. Da notare come l'indicazione dei loro assegnatari sia puramente formale: nel caso dovesse vincere salirebbe sul palco per ritirare il premio solo Mark Andrews, come già era accaduto per Ratatouille.

Conti alla mano, l'unico giù fuori dai giochi sembra essere il film Pixar; se guardiamo infatti i dati, sterili ma pur sempre indicativi di una tendenza, di Rotten Tomatoes, il più grande aggregatore di critiche e recensioni giornalistiche consegna la percentuale di "freschezza" più alta al più papabile Frankenweenie, seguono poco dietro Ralph Spaccatutto, Pirati! Briganti da strapazzo e ParaNorman, tutti con la stessa identica percentuale.

In definitiva, una gara che resta aperta e, anche se giù improntata verso una linea precisa, non grida un vincitore univoco come gli altri anni - dove il gusto della gara era pari a zero per colpa dei capolavori Pixar - dando un motivo in più per seguire la cerimonia (il cruccio maggiore degli organizzatori nelle ultime edizioni, che continuavano a perdere spettatori tra la scontatezza delle vittorie e la relativa commerciabilità dei titoli in gara).

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