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Le 5 leggende: le cause del flop

Dopo un primo settimana non esaltante in termini di incassi, Le 5 leggende sta continuando la sua corsa in un maniera lenta e zoppicante. Molti addetti ai lavori si sono dunque chiesti cosa non abbia funzionato nel film, tra cui il sito AWN. La risposta, per quanto scontata rimane la solita: la storia.

Il regista del film, Peter Ramsey, non ha un retroterra in tal senso: illustratore artista degli storyboard per film come Minority Report , Fight Club e Independence Day, ha al suo attivo un unico lavoro come capo del reparto storia, quello che si preoccupava di rafforzare la trama, le dinamiche tra i personaggi e il generale andamento narrativo del film, su Mostri contro alieni. Sa dove posizione la cinepresa e come allestire una scena, ma la storia non sembra il suo punto forte. Lo puntualizza anche Rotten Tomatoes, l’aggregatore di recensioni che misura il polso dei critici, i quali hanno criticato maggiormente lo scarso storytelling del film.

A livello comunicativo è stato fatto uno sforzo per vedere il film al più ampio target demografico possibile, invece che focalizzarsi su un solo pubblico: si sprecano le dichiarazioni di produttori e regista nell’affermare come il film sia “per tutti”. Un Babbo Natale con l’accento russo, pieno di tatuaggi e simile a un boss mafioso, difficilmente può corrispondere con l’immagine che i bambini più piccoli hanno del personaggio.
Si ha come l’impressione che, nonostante il materiale di base fosse solido (comunque stravolto nell’adattamento, a detta di Joyce), l’idea di fare il film sia venuta dal reparto di marketing piuttosto che da una reale spinta creativa del regista.

Al momento, le entrate sono ferme a una cinquantina di milioni di dollari, che diventano poco più di un centinaio se sommati agli introiti internazionali. A fronte di un budget dichiarato di 160 milioni, il film non può propriamente dirsi un successo. Certo, non si giudica un film dall’andamento del primo finesettimana d’apertura, ma gli incassi difficilmente aumenteranno con l’avvicinarsi delle festività, considerando che le nuove uscite cannibalizzeranno la pellicola, lasciando ben poco spazio al cartone DreamWorks. Nel tempo, tra le vendite dei diritti televisivi, l’home video e il merchandising, parte delle perdite verranno riassorbite, ma sarà difficile trarne dei profitti.

Oltre all’inesperienza del regista, il sito AWN punta il dito proprio contro il budget troppo alto, ricordando che capolavori relativamente recenti come La città incantata sono costati l’equivalente di trenta milioni di dollari, ritornando al discorso iniziale: storia, storia, storia.

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