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Paperman: intervista al regista e prime recensioni

Dopo le anticipiazioni di quest’estate, Paperman è finalmente uscito nei cinema statunitensi, allegato a Ralph Spaccatutto, la cui distribuzione è attesa in Italia per il 20 dicembre. Per l’occasione, il regista John Kahrs ha parlato con Collider del suo primo cortometraggio, che compie una vera rivoluzione nell’ibridazione tra animazione a mano e CGI.

Ambientato in una New York anni quaranta di cemento e asfalto, Paperman racconta la storia di un giovane impiegato che, innamoratosi di una ragazza al lavoro, farà di tutto per catturare la sua attenzione. Tra le fonti d’ispirazione dell’opera il regista ha citato l’Apprendista stregone, dove "Si sente il codice genetico del cartone", David Lean, Stanley Kubrick e Frank Capra. Ha poi ricordato come il germe della storia provenga dai suoi anni giovanili: "L’idea viene dal periodo in cui vivevo a New York e facevo il pendolare. Continuavo a incrociare gli sguardi con le persone e pensare “Potremmo avere una vita insieme” e poi questa persona se ne andava via per sempre e iniziavi a pensare a cosa faceva nella vita, chi era. Quello, insieme agli spazi vertiginosi, al gioco di luci e ombre degli edifici mi sembravano un’ambientazione magica per una storia d’amore".

In merito agli sviluppi del software Meander, che conferisce al disegno digitale la grana ruvida della linea a matita, Kahrs sembra ottimista: "Sto sviluppando un test di novanta secondi per provare la nuova generazione di software successive a Meander. È stato John Lasseter a chiedermi se il programma era in grado di creare un ambiente organico a colori, con alberi e fogliame. Vuole qualcosa che spinga visivamente in un’altra direzione". Anche se ammette che il test non vincola alla realizzazione di un lungometraggio: "Vedremo cosa farci. Da parte mia, credo sia una tecnica bella da guardare, ti cattura nella narrazione e non distrae".

Paperman sta dando molte soddisfazioni a Kahrs: il corto è entrato nella lista dei 57 cortometraggi nominabili agli Oscar (in molti parlano di una quasi scontata candidatura) e le recensioni sono estremamente positive. Leonard Maltin lo ha definito "L’esempio perfetto di cosa riescono a fare delle persone di talento con una buona idea", mentre il resto della stampa arriva a definirlo "perfezione cinematica".

A noi non resta che attendere il 20 dicembre per giudicare il risultato.

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