Alla fine degli anni ’90 Spider-Man non viveva il suo miglior momento editoriale, per questo motivo la Marvel decise di rilanciare il personaggio chiudendo tutte le sue testate e ripartendo da 1. Una soluzione che oggi è praticamente la norma considerando che viene applicata dall’editore in maniera ciclica, ma che all’epoca rappresentava una rarità.
Il rilancio venne affidato al cartoonist canadese John Byrne autore della criticatissima Spider-Man: Chapter One, maxi-saga in 12 capitoli che avrebbe dovuto riaggiornare le origini del personaggio come avvenuto un decennio prima con Superman, ma in maniera meno drastica. A Byrne venne affidata soprattutto l’ammiraglia Amazing Spider-Man a cui si affiancava la complementare Peter Parker: Spider-Man di Howard Mackie e John Romita Jr., le cui trame erano spesso intrecciate a doppio filo.
A completare il parco testate dell’Uomo Ragno, venne lanciata una collana dal titolo Webspinners: Tales of Spider-Man che proponeva, sullo stile della concorrente Batman: Legends of the Dark Knight della DC Comics, cicli scritti e disegnati di volta in volta da autori diversi e ambientati in varie epoche della storia del Ragno. Il successo di Webspinners non fu clamoroso, tanto che la Marvel la chiuse dopo 18 numeri, ma al suo interno sono state proposte – fra alti e bassi – alcune piccole gemme. Panini Comics, che pubblicò originariamente questa serie sul quindicinale de L’Uomo Ragno, ha ora raccolto la serie in due volumi della collana da libreria Spider-Man Collection dai titoli La materia di cui sono fatti i sogni e Forse sognare…, il primo pubblicato a gennaio 2019, il secondo pubblicato nello stesso mese del 2020 e di cui vi parliamo nel dettaglio in questo articolo.
Il volume, che contiene come il precedente 9 albi totali, si apre con quella che è certamente la storia più celebre della collana, un arco narrativo di 3 numeri scritti da Paul Jenkins e disegnati da Sean Phillips e J.G. Jones. La storia, molto introspettiva, mette al centro dei riflettori il Camaleonte (Dmitri Smerdyakov), ovvero il primo villain in assoluto di Spider-Man creato da Stan Lee e Steve Ditko. Scoperta l’identità del suo nemico, Dmitri si intrufola nella vita di Peter Parker, sostituendosi letteralmente a lui, e minaccia di uccidere sua moglie Mary Jane sul George Washington Bridge (lo stesso ponte su cui Goblin portò Gwen Stacy). Arrivato sul luogo, Peter scopre che il suo nemico è solo - non ha con sé MJ - e che sta puntando una pistola alla sua stessa testa. Con una confusa dichiarazione di affetto per Spider-Man, in un momento molto intenso che sovrappone diversi stati emotivi, il Camaleonte si getta dal ponte suicidandosi.
Nella terza storia del ciclo, lo sceneggiatore e J.G. Jones - che qui prende il posto di Phillips - viaggiano all’interno della mente e della coscienza di Peter ripercorrendo la sua storia e i suoi momenti più tragici in un episodio che ricevette, all’epoca, il plauso di pubblico e critica. Il lavoro di Jenkins piacque così tanto da convincere la Marvel a promuovere il sempre più lanciato sceneggiatore a scrivere regolarmente la testata Peter Parker: Spider-Man. In questa storia, in particolare, lo scrittore inglese dimostra la sua sensibilità e la sua affinità col personaggio, aspetto che confermerà negli anni a seguire.
Sean Phillips e J.G. Jones sono autori di una buonissima prova, seppur il tratto di entrambi appaia ancora un po’ grezzo in alcuni frangenti e non ancora pienamente elaborato e raffinato come quello attuale. A spiccare è sopratutto il lavoro di Jones nella sopracitata Forse sognare… che dà anche il titolo al volume. Qui il disegnatore si libera spesso delle gabbie fisse per realizzare soluzioni visive molto interessanti.
Dopo il primo ciclo di tre episodi, il volume prosegue con altre 3 storie composte da 2 albi ciascuna. Si parte da Tanti anni prima… di Howard Mackie e Graham Nolan. La vicenda trasporta Spider-Man e il suo nemico Carnage/Cletus Kasady nella zona negativa in cui il Ragno si alleerà con un gruppo di ribelli contro il tiranno Blastaar. La storia vuole essere un traino alla serie animata Spider-Man Unlimited in cui l’Uomo Ragno si ritrovava sulla Contro-Terra con un nuovo costume. Il cartone andò in onda su Fox da ottobre 1999 a marzo 2001 e durò solo 13 episodi, restando senza un finale. Ad ogni modo, la storia di Mackie e Nolan risulta molto godibile e divertente e corredata da un ottimo comportato artistico.
Si prosegue con Blackout di Rurik Tyler, una classicissima storia in cui Spider-Man affronta il suo storico nemico Avvoltoio che ha pianificato dei blackout - per l’appunto - in zone strategiche della città per compiere indisturbato alcuni grossi furti. Senza infamia e senza lode.
Più interessante invece è l’ultima avventura, intitolata Eroe del popolo, che vede all’opera il classico duo di autori Tom DeFalco e Ron Frenz. Ambientata nel periodo prima del matrimonio fra Peter Parker e Mary Jane, la storia vede Silver Sable arruolare Spider-Man per difendere il monarca del Belgriun dai ribelli che vogliono rovesciare la sua dittatura. Nonostante Spider-Man non sia entusiasta nel difendere un oppressore del popolo, non può ignorare che in gioco c’è anche la vita dell’innocente figlia del monarca e che nel paese c’è il Sinistro Sindacato, capeggiato dal Doctor Octopus, che fa il doppio gioco con i ribelli. Una storia dal sapore classico, molto ben costruita e disegnata.
Spider-Man Collection: Forse sognare… è un volume rivolto principalmente ai lettori di vecchia data dell’Uomo Ragno e che, unito al precedente La materia di cui sono fatti i sogni, offre la possibilità di avere in edizione cartonata tutta la serie Webspinners: Tales of Spider-Man apparsa sul quindicinale Panini Comics una ventina d’anni fa. La qualità della proposta, comunque, è sufficiente per essere goduta anche dai nuovi lettori, purché abbiano una certa dimestichezza con la storia dell’Uomo Ragno. Qualche articolo di approfondimento, o di “orientamento”, sarebbe stato certamente utile in quest'ottica.
Dal punto di vista della confezione, il volume ha la qualità classica delle proposte da libreria dell’editore, laddove pecca è nella cura editoriale: per l’occasione, la Panini ha infatti adottato la stessa traduzione realizzata all’epoca della prima pubblicazione di Webspinners, e ciò è assolutamente normale, se non fosse per la presenza di refusi (che potevano essere qui corretti) e di didascalie con annotazioni che andavano decisamente aggiornate. Per fare un esempio, in alcune storie si leggono note che rimandano a pagine dell’albo originale in cui è stata presentata la storia per la prima volta 20 anni fa, indecifrabili per chi non ha in mano la copia del fumetto dell’epoca. Piccole disattenzioni che nulla tolgono alle storie, ma che potevano essere evitate con poco.