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Lo Hobbit arriva al cinema: l’universo di Tolkien fra letteratura e grande schermo

Comunicato stampa:

Lo Hobbit arriva al cinema:

l’universo di Tolkien fra letteratura e grande schermo

lohDieci anni fa, l’universo fantastico partorito dalla fantasia dello scrittore John Ronald Reuel Tolkien veniva ricreato al cinema dal regista Peter Jackson con una delle saghe cinematografiche di maggior successo di tutti i tempi: Il signore degli anelli. Nei tre film della saga, accolti dagli elogi della critica e ricompensati con un totale di diciassette premi Oscar, Peter Jackson riproponeva in immagini l’epica storia raccontata da Tolkien nel suo romanzo più famoso: il lungo e avventuroso viaggio della compagnia dell’anello, guidata dal saggio stregone Gandalf, attraverso la Terra di Mezzo, e in particolare la missione dello hobbit Frodo Baggins, incaricato di distruggere l’anello del potere ereditato da suo zio Bilbo.

A distanza di quasi un decennio (l’ultimo film della trilogia, Il ritorno del re, uscì nelle sale nel 2003), i sorprendenti personaggi creati da Tolkien torneranno sul grande schermo con una nuova trilogia ispirata all’opera del celebre scrittore inglese. Giovedì 13 dicembre, infatti, arriverà al cinema Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato, primo capitolo dell’adattamento di Peter Jackson del romanzo Lo Hobbit, al quale faranno seguito altre due pellicole, Lo Hobbit – La desolazione di Smaug e Lo Hobbit – Andata e ritorno. Ambientato sempre nella Terra di Mezzo, Lo Hobbit racconta vicende antecedenti rispetto a quelle narrate ne Il signore degli anelli: al centro del romanzo e del film vi è infatti il viaggio di Bilbo Baggins, lo zio di Frodo, insieme alla compagnia di tredici nani di Thorin Scudodiquercia. Aiutati e consigliati da Gandalf il Grigio, Bilbo e la compagnia dei nani affronteranno numerosi pericoli allo scopo di raggiungere la Montagna Solitaria e recuperare l’antico tesoro dei nani, custodito dal perfido drago Smaug.

Peter Jackson e i suoi sceneggiatori, tuttavia, non si sono limitati a trasporre in questi tre film la storia de Lo Hobbit, ma hanno scelto di adottare una prospettiva più ampia, prendendo del materiale anche da altri libri di Tolkien, in modo da ricostruire nel dettaglio tutti gli eventi che porteranno, ne Il signore degli anelli, allo scontro definitivo tra le forze del bene e l’Oscuro Signore Sauron. Ne Lo Hobbit, infatti, assisteremo anche alle indagini di Gandalf e del Bianco Consiglio sulle sorti dell’anello e sul Negromante, una misteriosa figura riemersa all’improvviso dall’ombra, che potrebbe costituire un fatale pericolo per l’intera Terra di Mezzo.

Uno dei segreti dello straordinario fascino dell’immaginario fantasy evocato da Tolkien nei suoi romanzi risiede probabilmente nell’operazione di sincretismo culturale attuata dallo scrittore, nonché dalla sua profonda conoscenza della storia, della mitologia e del folklore. Tolkien era un professore di filologia germanica, nonché un formidabile esperto di culture antiche, e ne Lo Hobbit e Il signore degli anelli riuscì a far confluire elementi molto eterogenei, recuperati dalle discipline di cui si occupava nonché dai suoi studi accademici. L’ambizione di Tolkien, in questo senso, è stata appunto la costruzione di un vero e proprio apparato mitologico ideato ex-novo prendendo spunto dai miti nordici e celtici, rivisitati però in chiave originale e con contorni fantastici. Questa autentica cosmogonia inventata da Tolkien è esposta in uno dei suoi libri, Il Silmarillion, una sorta di “manuale” che permette di conoscere a fondo la storia della Terra di Mezzo, a partire dalle sue origini.

Nella letteratura di Tolkien, dunque, è possibile rintracciare echi delle saghe nordiche e germaniche, in particolare la saga dei Völsungar e la vicenda di Sigfrido (anche in quel caso è presente l’elemento simbolico di un anello magico), ma anche elementi del repertorio delle fiabe del Nord Europa, della religione, dei poemi epici e dei poemi cavallereschi; soprattutto Beowulf, un antico poema in versi al quale Tolkien si era dedicato con estremo interesse. E ancora, gli studiosi dello scrittore hanno ritrovato nelle sue opere riferimenti al teatro di William Shakespeare, alla filosofia classica e alla narrativa medievale, ma anche a romanzi più moderni (un esempio è l’influenza esercitata su Tolkien da un autore inglese dell’Ottocento, William Morris).

Già alla loro pubblicazione, nel 1937 per Lo Hobbit e nel 1955 per Il signore degli anelli, i romanzi di Tolkien divennero degli immediati classici, in grado di coinvolgere ed emozionare lettori di ogni età; i romanzi di Tolkien furono considerati da subito dei titoli di culto, e contribuirono a ridefinire i canoni del genere fantasy, dando vita ad un’infinità di tentativi di imitazione e di libri che, in una misura o nell’altra, si sono ispirati all’universo tolkeniano e alla sua capacità di ricostruire un “mondo a parte”, frutto della fantasia di chi scrive. Ad esempio la saga di Shannara, firmata da Terry Brooks e inaugurata nel 1977 dal libro La spada di Shannara, presenta moltissimi debiti nei confronti de Il signore degli anelli, così come altre fortunate serie di narrativa fantasy pubblicate negli ultimi trent’anni, incluse le avventure dell’amatissimo maghetto Harry Potter, siglate dalla scrittrice J.K. Rowling. Oggi più che mai, anche in virtù del perfezionamento degli effetti speciali digitali e alle nuove potenzialità del cinema, il fantasy si è affermato come uno dei generi di punta dell’intrattenimento cinematografico (basti pensare ai record di incassi stabiliti proprio da Il signore degli anelli e dalla saga di Harry Potter); e Lo Hobbit, il cui esordio sugli schermi è ormai imminente, si prepara a darcene una nuova, entusiasmante dimostrazione.

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