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Alex Garland parla di Dredd

Intervistato da CBR, lo sceneggiatore Alex Garland ha parlato di Dredd, l'adattamento cinematografico diretto da Pete Travis, in uscita nelle sale USA in questi giorni, avendo paroledi elogio per il direttore della fotografia Anthony Dod Mantle, ma anche delle possibilità di uno o più sequel:

"Sostanzialmente il motivo per cui il film è stupendo è il lavoro compiuto dal nostro direttore della fotografia, Anthony Dod Mantle, che con la sua opera migliora enormemente tutti i film in cui è coinvolto. E la visione iniziale ovviamente appartiene a John Wagner e a Carlos Ezquerra e a tanti altri scrittori e disegnatori di 2000AD. Ma dal punto di vista della nostra versione filmata, sì, ogni cosa è rimasta fedele al progetto originale. La bizzarra bellezza dello slo-mo, la sporca brutalità della città, la funzionalità delle divise antisommossa. L’unica eccezione è stata per i veicoli che non erano motocicli. Volevo usare gli effetti visivi per aggiustare i loro particolari in post-produzione, ma veramente mancavano i soldi per farlo".

"Ho amato la fotografia ad alta velocità fin da quando ero un ragazzino. Avevo un libro con dentro una sequenza di fotogrammi presi ad alta velocità, fra i quali una mela colpita da un proiettile e un pallone mentre veniva bruciato. Trovavo le foto affascinanti e le guardavo e riguardavo continuamente. Poi, diventato adulto, mi sono interessato ai moderni documentari sulla natura, nei quali i progressi nella tecnologia delle videocamere hanno permesso magnifiche riprese di squali e balene che saltano fuori dall’acqua in ultra slow motion, etc. Ho pure sempre amato le immagini ipnotiche in tutto e per tutto (quindi Sunshine, che sostanzialmente era un’escalation di immagini del sole). Anche nei romanzi uso un immaginario psichedelico e lisergico all’interno di alcuni segmenti narrativi, nei quali ti sposti dal cuore pulsante della trama, ti perdi nelle visioni, poi ci rimani appiccicato dentro. Lo slo-mo è arrivato da un desiderio di combinare tutte queste cose e mi permette di mostrare uno specifico tema all’interno della storia, che si riferisce alla realtà contrapposta all’irrealtà, e agli estremi dell’appagamento del desiderio".

"I sequel sono essenzialmente delle fantasticherie. Sospetto che se fossero messe in atto, la fantasticheria e la realtà non combacerebbero per niente. Ma facciamolo: una specie di mash-up fra Chopper e Origins per il secondo film, uno fra Cal e Dark Judge per il terzo".

Traduzione di Dario Drago

 

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