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Priest: recensione

priest_posterHorror, western, fantascienza, thriller psicologico e familiare, tutto miscelato in un grandioso spettacolo per gli occhi e la mente. Priest si rivela essere un film sorprendente, ottimo sia nella storia, che seppure richiama vari classici del passato è intrigante e offre nuovi spunti, sia nell'aspetto visivo, con uno dei migliori 3D visti negli ultimi tempi, capace di correggere il fastidioso effetto 'scurente' tipico di questa tecnologia.

Ispirato al manhwa di Hyung Min Woo, distribuito in Italia da Jpop, la pellicola, in uscita il 15 giugno, se ne discosta presto, seguendo una sua strada che dal fumetto pesca soltanto alcuni personaggi e ambientazioni, ma riuscendo a prenderne i punti di forza rilanciandoli in una nuova veste ancora più accattivante. Protagonista della storia è un Sacerdote, un prete guerriero che la Chiesa ha impiegato nei secoli nell'epica battaglia contro i vampiri che ha visto gli uomini prevalere e le creature succhiasangue, imprigionate in alcune riserve nell'immenso deserto formatosi dopo la fine dell'apocalittico conflitto. Gli stessi uomini vivono reclusi nelle loro cupe e fumose città, dominati dalla Chiesa che tutto sa e tutto controlla. I Sacerdoti, rimasti senza uno scopo, sono costretti ad accettare lavori umili.

Tutto cambia quando viene rapita dai vampiri una ragazzina che ha una parentela con il protagonista e quest'ultimo decide di andare a salvarla insieme al fidanzato, un giovane sceriffo in stile vecchio West, sfidando il volere della Chiesa stessa, secondo cui le creature notturne non sono più un problema. Il Sacerdote dimostrerà quanto sbaglino perché una nuova guerra tra uomini e vampiri è alle porte.

Da sottolineare l'ottima interpretazione degli attori, a cominciare da uno straordinario Paul Bettany nel ruolo del protagonista, e le musiche intense ed epiche con tocchi di originalità. Altra chicca della pellicola è il prologo in cui si racconta la guerra tra uomini e vampiri: tutta la sequenza è stata realizzata in animazione con uno stile spigoloso che ricorda i disegni del manhwa.

Dipinto con toni di colore desaturati, con contrasti forti tra il buio del mondo dei vampiri e l'assolato deserto, il film mescola alla perfezione l'ambientazione western con la fantascienza, con i cavalli sostituiti da motociclette dall'aspetto più steampunk che tecnologico, e non manca l'assalto al treno carico di vampiri. Anche degli antagonisti viene offerta una visione più mostruosa di quella a cui le recenti uscite cinematografiche ci avevano abituato, dipingendoli più come degli animali evoluti che come delle creature pensanti.

La pellicola non è solo fantasia e azione: ci parla del mondo di oggi, del nostro rapporto con l'altro e con la spiritualità. "Il nostro potere non viene dalla Chiesa, ma da Dio" dicono i Sacerdoti spiegando cos'è la laicità. Dall'altra parte il capo dell'orda sostiene che "l'anima del vampiro è più pura di quella dell'uomo", e guardando cosa è stata capace di creare la Chiesa, una menzogna che a stento si regge su se stessa, non gli si può dare tutti i torti.

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