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310° (Speciale): Dead of Night, Green Arrow, Plastic Man

a cura di Valerio Coppola; testi di, Carlo Alberto Montori e Paolo Pugliese
revisione testi e impaginazione di Annamaria Bajo; supervisione di Gennaro Costanzo
La rubrica Movie Comics è stata fondata da Carlo Coratelli

In attesa del ritorno del consueto appuntamento settimanale, Movie Comics vi propone una puntata speciale con le analisi di ben tre script: Dead of Night, l'attesissimo film su Dylan Dog, Green Arrow: Escape from Supermax, la pellicola dedicata all'omonimo personaggio DC, e infine Plastic Man, sempre della premiata scuderia Warner/DC.

Buona lettura!

Dead of Night


La recensione che qui vi proponiamo si riferisce a una prima bozza dello script realizzato da Joshua Oppenheimer e Thomas Dean Donnelly e basato sul personaggio di Dylan Dog creato da Tiziano Sclavi.

Il film si apre di notte a New York, siamo all'interno di un nightclub dove incontriamo Elizabeth Ryan e la sua amica Angela, le quali stanno assistendo a un concerto di una band punk. Uscite dal locale le due ragazze in seguito si dividono ed Elizabeth fa ritorno da sola nella sua casa, dove vive con il padre, Alfred Ryan, nell'Upper East Side. Fin da subito, capiamo che qualcosa non va all'interno dell'appartamento, Elizabeth infatti dopo essere entrata nel grande salone, dove intravediamo numerose antichità provenienti da vari luoghi e da varie epoche, chiama il padre senza ricevere alcuna risposta.

L'unico rumore che la ragazza sente è quello del loro cane, un husky di nome Thor, che con le zampe raschia la porta di una stanza in cui è stato rinchiuso. Sempre più allarmata, Elizabeth sale al secondo piano dove trova il padre, con la giugulare tagliata e ormai privo di vita. Improvvisamente, si trova davanti un’enorme bestia che risponde alla descrizione di un Licantropo. Sconvolta e in preda al panico, la ragazza urla e tenta di fuggire inseguita dalla bestia, che in seguito si scontra, uccidendolo, con il cane Thor.

Riuscita a sfuggire alla bestia, per la povera e sconvolta Elizabeth arriva il momento di rispondere alle domande della polizia, i quali non credono a una sola parola della ricostruzione dei fatti descritti dalla ragazza, credendola invece o una pazza o una povera alcolizzata. In seguito, al funerale del padre, Elizabeth viene avvicinata alla fine della funzione da padre Mitchell, il quale consegna alla donna una copia della Bibbia, chiedendole di leggere il passaggio che egli ha sottolineato. Aperta la bibbia, Elizabeth vi trova all'interno uno strano biglietto da visita: "Dylan – investigatore dei non morti". Nel frattempo, uno strano becchino la osserva da poco lontano.

In un cambio di scenario, ci viene presentato l'ufficio di Dylan nel quartiere di Hell's Kitchen. Qui facciamo la conoscenza del nostro investigatore, interessato perlopiù a questioni di corna che non a eventi di stampo soprannaturale. Oltre a lui, viene presentato anche il suo assistente Marcus, il quale, ricevuta una chiamata da Elizabeth, tenta di convincere il suo principale a recarsi dalla ragazza sottolineando che questo è il primo vero caso che hanno da alcuni anni a questa parte, oltre a spingere sul fatto che a Dylan non interessa affatto aiutare la gente.

Dopo essersi recati dalla ragazza e avere ascoltato la loro storia, Dylan si autoconvince che il caso non è così importante da richiedere la loro presenza, aggiungendo che Elizabeth è una pazza, tutto ciò nonostante Marcus cerchi di convincerlo del contrario dicendo che la ragazza è seriamente in pericolo.
Dylan se ne convincerà poco dopo, visto che il povero Marcus viene (apparentemente) assassinato. In questo frangente in cui Dylan scopre il corpo senza vita dell'assistente, viene inserito un veloce flashback riguardante il passato del nostro protagonista e una ragazza misteriosa di nome Cassandra, anche lei uccisa anni addietro. Dopo questo fatto, il nostro eroe si convince che l'assassinio del padre di Elizabeth e quello di Marcus sono in qualche modo collegati. Non può essere infatti per lui una semplice coincidenza.

Tornato dalla Ryan, Dylan le rivela che la bestia che l'ha assalita e che le ha ucciso il padre era secondo lui un vero lupo mannaro. Armato di una borsa con strani gingilli e gadget, facendo alcune veloci analisi scopre che il lupo mannaro era una femmina, forse sui 20 anni.

Fatta questa scoperta, l'indagatore dell'incubo si reca da Gabriel del clan Cysnos, uno dei quattro gruppi di lupi mannari presenti nella città di New York. Durante la conversazione con Gabriel, Dylan chiede informazioni su una certa Mara, un membro del clan. Questi, abbastanza contrariato, ribatte ricordando al protagonista una certa Cassandra e la sua morte. Seguendo poi alcune piste, Dylan trova Mara, ormai morta dopo essere stata torturata ferocemente. Qui Dylan affronta un ragazzo con un misterioso tatuaggio, che si rivela essere un vampiro, membro dei Trueblood.

Tornato nuovamente da Elizabeth, chiusa nella sua casa in compagnia dell'amica Angela, Dylan inizia a interrogarla facendole domande sulla vera attività del padre. Scopre così che questi era un contrabbandiere e che potrebbe essere stato assassinato per un antico artefatto, una piccola croce d'argento con alcuni rubini nel centro. Durante la conversazione Dylan nota una figura misteriosa che li osserva, saliti al piano superiore scoprono il cadavere della povera Angela. Dopo essere fuggiti, Dylan spiega a Elizabeth che ovunque ci sono esseri soprannaturali, aggiungendo che tempo fa queste creature si fidavano di lui e che per questo ha dovuto pagare un prezzo molto alto.

Dopo essersi recati al Body Shop (un locale di pezzi di ricambio per zombie) di un certo Big Al, il quale rivela all'investigatore che dietro la faccenda c'è Vargas, il capo dei Trueblood, Dylan si reca alla Morgue per riconoscere il cadavere di Marcus, che però si risveglia: si scopre così non solo che ad aggredirlo è stato uno zombie, ma che anch'egli è ora un morto che cammina, anche se non vuole rendersene conto.

Dopo altre faccende, tra cui uno scontro con lo zombie responsabile dell'attuale condizione di Marcus, e un salvataggio da parte di un personaggio che non riveliamo per paura di un possibile spoiler, il nostro eroe e Marcus si recano alla libreria pubblica dove incontrano Borelli, un vampiro italiano. Egli rivela che l'artefatto si chiama "Il cuore di Belial", e contiene al suo interno il sangue di Belial, il più potente dei non morti vissuto 500 anni prima, il quale venne sconfitto da un alleanza tra vampiri, zombie e lupi mannari. Egli spiega che Belial non può essere distrutto, ma solo contenuto e che in una notte di luna piena può essere creato ancora anche se ha bisogno di un corpo che faccia da ospite e conduttore. A Dylan e Marcus resta ora da fermare questo piano malvagio, ma non tutto è però come sembra essere…
 
Questa prima bozza della sceneggiatura di "Dead of Night", anche se basata sul personaggio di Sclavi, quasi per niente ricorda il mitico personaggio pubblicato dalla Bonelli. Il Dylan tratteggiato da Oppenheimer e Donnelly è il classico investigatore cinico con un passato appena accennato, come accennata è anche la caratterizzazione del protagonista. Scordatevi il retroterra di piccoli hobby come suonare il clarinetto o lavorare da tempo al modellino di un galeone spagnolo, o qualsiasi battuta memorabile come "Giuda ballerino!", questo non è Dylan Dog. Ma una sua copia carbone molto, molto sbiadita. Nonostante questo, e grazie anche ad alcuni dialoghi dal sapore classico ma che vanno a ritirare fuori cliché già collaudati in passato, il personaggio risulta abbastanza godibile e bisognerà vedere quali aggiunte sono state fatte ultimamente e quale modo di interpretarlo avrà Brandon Routh per apprezzarlo pienamente. Abbastanza simpatico è anche il personaggio di Marcus (che è decisamente adatto a Sam Huntington) soprattutto nella sua condizione di zombie, spunto di alcune scene divertenti che fanno da intermezzo tra le sequenze drammatiche e quelle di azione, come una seduta tra zombie che assomiglia molto a quelle degli alcolisti anonimi.

Quello che non convince però è la storia, piena dei soliti luoghi comuni del genere horror, e con il solito piano riguardante una potente creatura vissuta decenni prima che è ora il caso di far tornare. I due sceneggiatori provano in tutti i modi a far ingranare la storia, e se nella prima parte alcuni impianti narrativi funzionano alquanto bene (i clan dei lupi mannari di New York e altri aspetti di questo tipo), instillando qualche curiosità sullo sviluppo della trama, dalla parte centrale della sceneggiatura in poi molti eventi e "colpi di scena" appaiono decisamente telefonati e alquanto raffazzonati con cose decisamente già viste, come il sacrificio finale da parte di un personaggio di cui non riveliamo l'identità e che non sappiamo se sia stato inserito o meno nella versione finale dello script.

Insomma, speriamo decisamente che da questa bozza vi siano state molte modifiche da parte del regista Kevin Munroe e degli sceneggiatori, perché elementi per farne un buon film ce ne potrebbero essere tanti, basta sforzarsi un po’ di più.

Green Arrow: Escape from Supermax

"Green Arrow: Escape From Supermax" è il titolo della sceneggiatura firmata dall’emergente Justin Marks per il probabile esordio cinematografico dell’arciere Freccia Verde, con una storia che – a differenza di altre pellicole supereroistiche – non racconta le origini dell’eroe, ma lo catapulta già formato in una congiura che lo porterà in carcere e lo costringerà ad agire senza ricorrere al suo alter ego mascherato.

Tutto ha inizio a Star City, dove un misterioso aggressore armato di arco e frecce penetra nella base della task force governativa Checkmate, assassinando diverse guardie ed il loro comandante Thaleb Beni Khalid. Intercettata una comunicazione radio della polizia, giunge sul posto l’arciere mascherato Green Arrow/Freccia Verde, ma viene colpito alle spalle perdendo i sensi. Quando si riprende, il vigilante si ritrova in una stanza della base accanto al cadavere del colonnello Khalid. Dopo aver realizzato di essere stato incastrato, l’eroe si dà alla fuga inseguito da agenti S.W.A.T, ma viene arrestato e smascherato nella centrale di polizia, con l’imputazione di omicidio multiplo. I mass media riportano subito la notizia dell’arresto del Freccia Verde e della sua identità segreta, quella del giovane miliardario filantropo Oliver Queen. Il movente dell’omicidio viene trovato nelle precedenti dichiarazioni in tv di Khalid, il quale aveva il compito di fermare le attività dei vigilanti intercettando proprio l’arciere.
Processato per direttissima, Oliver Queen viene condannato all’ergastolo, da scontare – per le sue particolari abilità – nel SuperMax, ovvero un penitenziario di massima sicurezza per supercriminali, la cui ubicazione è segreta.
Oliver nomina amministratore delegato della sua società il suo avvocato e amico Hackett, prima di venire deportato in carcere: esso è un lager iper-tecnologico guidato dalla glaciale Amanda Waller, dove i diritti civili sono stati sistematicamente cancellati. Grazie ad un sistema modulare a funzionamento idraulico, ogni giorno il carcere cambia configurazione di celle e corridoi per disorientare i detenuti i quali, oltre ad una sorveglianza 24 ore al giorno, sono sottoposti a somministrazioni di immuno-soppressori per azzerare i poteri sovrumani, e a impianti di chip sottocutanei aventi funzione tracciante e di elettroshock.
L’arrivo di Oliver viene accompagnato dalla rivelazione della sua identità di supereroe e, nel secondo giorno di detenzione, fa la conoscenza del ladro teleporta Split che gli spiega il funzionamento del carcere e la divisione dei detenuti in tre fasce: gli umani come lui, i meta-umani e i geni criminali; arrivato in sala mensa, Oliver viene aggredito da altri tre detenuti, ma grazie alle sue abilità fisiche, riesce a sbaragliare gli avversari. Il risultato sarà essere messo in isolamento per sei settimane nel Black Hole, un reparto con celle ermetiche senza illuminazione.

Dietro l’arresto dell’eroe c’è il potente uomo d’affari Marcus Cross che, interessato alla società dell’eroe, lo incastra corrompendo sia il giudice per la condanna sia lo stesso Hackett, da tempo in combutta con lui. Hackett però scopre che la sua delega gli permette solo atti di ordinaria amministrazione sulla società Queen e non la vendita, a meno che il legittimo proprietario non sia più in vita; a tal proposito convoca l’arciere fuorilegge Merlyn, nemesi di Green Arrow e vero responsabile dell’attacco a Checkmate, ingaggiandolo di nuovo per uccidere Oliver.
Intanto nel SuperMax, Oliver formula un piano di fuga: mercanteggiando con Tarrant, un uomo che trasforma i propri tatuaggi in cose reali, riesce ad assemblare un primitivo driver che fa poi avere a Djinn, un mutante in grado di interfacciarsi con i sistemi informatici. Tramite il driver, Djinn penetra nei computer del carcere facendo saltare tutti i sistemi di sicurezza. Mentre il carcere è nel caos, Oliver riesce ad evadere insieme ad altri detenuti, tra i quali c’è la mutaforma Gemini, ma durante la fuga vengono intercettati da Merlyn, trasferito in gran segreto nel SuperMax grazie ad un ufficiale corrotto. Riuscito ad avere la meglio sulla sua nemesi, Oliver trova una via di uscita dalla struttura del SuperMax, scoprendo così la sua ubicazione: l’Antartide.

In un ambiente ostile e ghiacciato, i fuggitivi riescono a depistare i loro inseguitori grazie a veloci motoslitte, venendo ritenuti morti dopo l’esplosione di un avamposto di Checkmate nel quale si erano rifugiati. Tempo dopo, nascosto in un container, Oliver arriva nel porto di Star City in compagnia di Gemini, contattando subito Hackett che però avverte le autorità. L’incontro-trappola nella Centrale della metropolitana fallisce grazie all’abilità di Oliver ed all’aiuto di Gemini, dopo uno spettacolare inseguimento per le strade trafficate della città. Raggiunto un rifugio segreto ed indossato il suo costume, Oliver raggiunge l’appartamento di Hackett: il confronto tra i due è drammatico, con uno scontro tra l’eroe, l’amico e le sue guardie del corpo che viene interrotto dall’arrivo di Checkmate.
Tre settimane dopo, pressato da Cross, Hackett riesce ad ottenere un colloquio nel SuperMax con Oliver, intimandogli di cedergli la sua compagnia, ma le fattezze dell’eroe cambiano rivelando l’identità di Gemini. Il vero Oliver entra nella sala in compagnia di agenti federali e dà il suo addio ad un Hackett incredulo mentre viene portato via in manette. Sostituito dalla mutaforma, l’eroe aveva infatti raccolto in clandestinità varie prove, tra le quali la confessione di Merlyn, consegnandole poi alle autorità ed ai giornali.
I mass media denunciano la direzione del carcere Supermax per ripetute violazioni dei diritti umani nei confronti dei detenuti, mentre agenti federali raggiungono l’ufficio di Cross il quale, prima di essere arrestato, decide di suicidarsi.
Dopo aver ringraziato Gemini, Oliver fa entrare in sala sua figlia, Rouge, promettendole che si prenderà cura sia di lei che della bambina.

Questa sceneggiatura risulta deludente e limitata per idee narrative, caratterizzazione dei personaggi ed espressione delle potenzialità di Green Arrow/Freccia Verde.
Il personaggio è stato improntato sulla falsariga della sua versione televisiva (vista nel telefilm Smallville), piuttosto che quella dei fumetti: non il guascone ironico al quale siamo stati abituati né la sua versione più adulta creata da Mike Grell nella miniserie I Cacciatori dall’Arco Lungo, bensì una sorta di Ethan Hunt (Tom Cruise in "Mission Impossible") cazzuto ed autoctono, le cui origini sono liquidate in brevi flashback frammentari ed inseriti in alcuni punti strategici della storia.

La trama principale è abbastanza lineare e scontata, troppo poco realistica per elementi narrativi (in controcorrente con la tendenza tracciata da film come “Iron Man” e “Il Cavaliere Oscuro”), con svariati buchi logici e sviluppi convenzionali già visti altrove, a cominciare dalla sua stessa sinossi: una sorta di Conte di Montecristo supereroistico.
Nello script, i personaggi e la congiura vengono introdotti e descritti in maniera sommaria, per poi fare spazio alla detenzione e la fuga dal supercarcere, che costituisce il nucleo narrativo del film. La dimensione carceraria è forse la cosa migliore della sceneggiatura, suggerendo una sorta di girone dantesco hi-tech dal quale è impossibile uscire: le incredibili misure coercitive di sicurezza descritte con minuziosità rendono a prima vista intrigante il tema della fuga, ma la sua ideazione si rivela ben presto una facile sequela di escamotage narrativi, dove anziché sfruttare gli elementi già presenti, lo sceneggiatore ne crea di nuovi per l’occasione, tirando fuori dal cilindro svariati personaggi superumani i cui poteri sono parte del piano di fuga.

Tutto ciò attesta una scrittura approssimativa, con molti passaggi forzati e gratuiti, mentre dialoghi – davvero ridotti all’osso – hanno toni sensazionalistici e fin troppo sopra le righe, nei quali vengono inserite poche frasi che fanno luce sulle motivazioni dei personaggi anziché suggerirle con uno schema narrativo più dettagliato e meno frettoloso.
Per quanto riguarda i protagonisti, registriamo una totale mancanza di approfondimento psicologico, con caratterizzazioni elementari e lievemente abbozzate secondo rigidi stereotipi che sviliscono i personaggi stessi rispetto ai fumetti.

Concludendo, si ha la forte impressione che questa sia la storia di un sequel piuttosto che del primo film su Freccia Verde e non riusciamo a capire né i motivi di questa decisione né tanto meno la scelta dello sceneggiatore, magari talentuoso, ma sicuramente senza esperienza.
Un personaggio come Freccia Verde merita sicuramente un trattamento migliore rispetto a questo script.

Paolo Pugliese

Plastic Man

Nel 1996 Andy e Larry Wachoski realizzarono uno script basato sul personaggio DC Plastic Man, del quale è stato detto che se fosse stato trasposto su pellicola all'epoca sarebbe stato il film più costoso della storia. Circa un anno fa il produttore Joel Silver dichiarò che "Plastic Man" sarebbe stato il prossimo film dei fratelli Wachoski, previsto per il Natale 2009. Dato che da allora non ci sono state novità a riguardo, in attesa di ulteriori sviluppi vi proponiamo una recensione dello script.

La sequenza iniziale ci proietta all'interno di un laboratorio scientifico osservato in soggettiva dal punto di vista di un topo, al quale una donna in camice inietta con una siringa una strano liquido blu; lo scienziato lascia per errore cadere al suolo l'animale, che a sorpresa rimbalza.
Il topo ne approfitta per scappare e seguiamo la sua fuga attraverso le tubature, la cui oscurità si trasforma sullo schermo nella tenda di una cabina per le fototessere dalla quale esce Daniel O'Brien, che preleva le sue foto mentre prova a voce alta degli impacciati tentativi per salutare una certa Susan.

È mattina, e la dottoressa Susan Bright (la donna vista nel laboratorio) esce di casa in evidente ritardo, raggiungendo frettolosamente la sua automobile, dove ad attenderla c'è O'Brien. I due si salutano dimostrando di conoscersi molto bene; dai loro dialoghi capiamo che tra loro c'è stata una relazione in passato ai tempi della scuola, ma si sono dovuti separare prendendo strade differenti: Susan era interessata ad effettuare ricerche sulle nanomacchine che O'Brien, ambientalista convinto, non approvava. In questi anni di lontananza, lui però non ha mai però smesso di seguire gli studi dell’amica.
I due si congedano, ma O'Brien ora ha il cartellino che era attaccato al camice di Susan, rubato di nascosto durante un abbraccio, che riesce a contraffare inserendo la sua fototessera.

Ci spostiamo ai laboratori Argon, un imponente complesso industriale situato in una zona annerita da fumo e fiamme, pesantemente inquinata dai vapori e dagli scarichi tossici delle fabbriche. Al di sopra degli edifici si staglia la Argon Tower: al suo interno ci sono gli uffici, un vero e proprio tempio dedicato a Icarus Argon, con statue del suo fisico possente, copertine di giornali che lo ritraggono appese alle pareti, coppe e onorificenze varie. Poppy, la moglie di Icarus, percorre il corridoio sui suoi tacchi vertiginosi, ostentando un aspetto perfetto il cui merito è visibilmente da imputare a un abbondante utilizzo di cosmetici e chirurgia estetica. La donna raggiunge nella sua stanza il marito, un omino scheletrico costretto sulla sedia a rotelle, ormai l'ombra dell'uomo possente e sexy raffigurato nei trofei visti precedentemente.
Icarus ha forti aspettative sugli esperimenti della dottoressa O'Brien, i cui risultati potrebbero donargli nuovamente il fisico di un tempo, salvandogli la vita.

Intanto Susan si è resa conto di aver perso il badge che le permetteva di entrare ai laboratori e intuisce che O'Brien potrebbe averglielo rubato per introdursi di nascosto e opporsi agli esperimenti sugli animali; la donna allerta D.T.Sim e Doby, i due addetti della security delle industrie Argon.
O'Brien intanto si è già introdotto nei laboratori, indossando occhiali scuri e un paio di grossi baffi, e libera i topi tenuti prigionieri, ma viene sorpreso da Poppy e Icarus Argon, che lo stordiscono e gli somministrano il siero in via di sperimentazione. Il macchinario però esplode, lasciando O'Brien libero di fuggire dal laboratorio grazie ai nuovi poteri che hanno reso il suo corpo in grado di allungarsi.

D.T.Sim e Doby cercano di catturare O'Brien, ma Plastic Man riesce a sbarazzarsi facilmente dei suoi inseguitori, così Argon ordina ai suoi due scagnozzi di continuare a spiare l'uomo senza fargli alcun male. O'Brien si reca a casa di Susan raccontandole l'accaduto, e dopo aver fatto i controlli medici necessari, si trasferisce nel suo appartamento, dove un po' alla volta scopre i vantaggi e gli svantaggi del suo nuovo corpo. I due continuano a litigare, rinnovando i dissapori del passato: Susan pensa che la trasformazione in Plastic Man sia la giusta punizione per chi ha cercato di fermare il progresso, ma O'Brien è fermamente convinto di aver contribuito a salvare il mondo.

Icarus rapisce Susan costringendola a concentrare tutte le sue forse sull'esperimento, mentre Sim riesce a prelevare un campione del liquido contenuto nell'organismo di O'Brien. Plastic Man si introduce così di soppiatto, grazie al suo corpo trasformista, all'interno degli stabilimenti Argon, così da liberare la sua compagna; prima di potersi ricongiungere con lei però, dovrà affrontare un Icarus entrato in possesso dei suoi stessi poteri, in uno scontro incredibile combattuto a suon di mosse possibili solo per i loro corpi potenziati.

Lo script dei fratelli Wachoski reinterpreta il personaggio di Plastic Man, caratterizzando fortemente lo spirito ecologista racchiuso nelle sue origini, fino a farlo diventare un elemento fondamentale, per il protagonista e anche per l'intero film, che acquista così un evidente messaggio ambientalista.
Plastic Man non ha una propria serie regolare a fumetti, ma appare con frequenza nelle storie della Justice League col ruolo del mattacchione del compagnia: in questa versione cinematografica O'Brien non differisce particolarmente dagli altri supereroi visti al cinema, sfoggiando una personalità addirittura piuttosto seria (anche se impacciata) a causa dell'impegno a favore dell'ambiente, per diventare poi più brillante una volta entrato in possesso del corpo gommoso.

La storia si preoccupa nella prima parte di presentare tutti i personaggi in sequenze che riescono a caratterizzarli in modo efficace; una volta effettuata la trasformazione poi il protagonista è coinvolto in una scena d'azione piuttosto concitata, ha il tempo di rilassarsi scoprendo tutti i suoi poteri nelle sequenze più leggere della pellicola per poi introdursi nella base del nemico e affrontare il combattimento finale, che sulla carta promette scene molto spettacolari.
Dal punto di vista della regia, lo script suggerisce molti accorgimenti ispirati, come la sequenza in soggettiva dal punto di vista del topo o le transizioni tra una scena e l'altra che nella maggior parte dei casi dovrebbero essere effettuate zoomando su un oggetto o un particolare del primo ambiente che è presente poi anche nel secondo.

I personaggi sembrano essere prelevati direttamente dalla Golden Age dei fumetti dei supereroi, con cattivi sopra le righe sia per l'atteggiamento che nell'aspetto fisico, la coppia di scagnozzi composta da un basso ometto che fuma il sigaro e il suo imponente compagno silenzioso, reporter televisivi sensazionalisti… La sensazione principale che si ha leggendo il copione è che i Wachoski abbiano voluto recuperare atmosfere scanzonate e personaggi privi di sfumature di grigio, prelevati direttamente dai comics degli anni '40.
Anche l'umorismo e certe scelte chiaramente assurde (O'Brien che cambia la sua fototessera con un pennarello, e che poi si introduce nei laboratori camuffandosi con occhiali e baffi finti, ecc) sembrano voler richiamare più un cartone animato che un film dal vivo con pretese di realismo. Si potrebbe ipotizzare che i Wachoski vogliano proseguire il discorso iniziato con Speed Racer, realizzando film che non hanno il timore di allontanarsi dalla realtà in tutte le sue forme, per avvicinarsi sempre di più alle scelte e all'estetica dei cartoni animati; per vedere se questa volontà riuscirà poi a trovare un effettiva messa in scena soddisfacente, non ci rimane che sperare che il progetto entri in produzione e raggiunga le sale cinematografiche.
L'unico dubbio è sulla scelta del protagonista che, secondo le dichiarazioni trapelate, i due autori vorrebbero fosse Keanu Reeves, forse non particolarmente indicato per un ruolo che richiede una certa ironia, assente nell'attore principale di "Matrix".

Carlo Alberto Montori

Le news di queste settimane


PROSSIMAMENTE SUGLI SCHERMI

Push cinema: USA 06/02/2009, Italia 17/04/2009
Coraline cinema: USA 06/02/2009, Italia 01/07/2009
Yattâmancinema: Giappone 07/03/2009
Watchmen cinema: USA 06/03/2009, Italia 06/03/2009
Dragonball cinema: USA 08/03/2009, Italia 10/04/2009
I Racconti del Vascello Nerohome video: USA 24/03/2009, Italia 05/05/2009
X-Men Origins: Wolverine cinema: USA 01/05/2009, Italia 30/04/2009
Transformers: Revenge of The Fallen - cinema: USA 26/06/2009
Lucky Lukecinema: Francia 21/10/2009
Sherlock Holmes cinema: USA 25/12/2009
Kick-Ass cinema: USA 2009
Red Sonjacinema: USA 2009
Dead of Nightcinema: USA 2009
Scott Pilgrim cinema: USA 2009
Iron Man 2 cinema: USA 07/05/2010
Jonah Hex cinema: USA 06/08/2010
Green Lantern cinema: USA 17/12/2010
Sin City 2 cinema: USA 2010
Conan cinema: USA 2010
Y The Last Man cinema: USA 2010
Torso – cinema: USA 2010
Tintin cinema: USA 2010
Magdalena – cinema: USA 2010
The Witchblade – cinema: USA 2010
Spider-Man 4 cinema: USA 06/05/2011
Thor cinema: USA 17/06/2011
The First Avenger: Captain America cinema: USA 22/07/2011
The Losers cinema: USA 2011
Preacher cinema: USA 2011
The Avengers
cinema: USA 04/05/2012


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Redazione Comicus
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