Menu

288°: Punisher: intervista a Jonathan Barton, Batman, Iron Man

 a cura di Valerio Coppola; testi di Valerio Coppola;
revisione testi e impaginazione di Annamaria Bajo; supervisione di Gennaro Costanzo
La rubrica Movie Comics è stata fondata da Carlo Coratelli

Punisher: War Zone. Intervista a Jonathan Barton

Aggiornato il sito ufficiale della pellicola sul Punitore, dove ora è possibile ascoltare alcuni estratti della colonna sonora e l’intera traccia del brano scritto da Rob Zombie.
Intanto, non paghi dell'intervista esclusiva alla regista Lexi Alexander da noi realizzata nelle settimane scorse, Comicus ha voluto approfondire l'aspetto militare della pellicola intervistando il sergente Jonathan Barton, consulente militare per la produzione di "Punisher: War Zone" per conto di Gunmetal Group.

Italian/English version
Intervista e traduzione a cura di Valerio Coppola
Revisione a cura di Andrea Cassola


Italian Version:

Potrebbe raccontare ai nostri lettori qualcosa della sua carriera e di come è arrivato a collaborare con produzioni cinematografiche come questa?

Beh, ho passato otto anni nel Corpo di Fanteria della Marina degli Stati Uniti con impieghi di battaglia oltreoceano. Il mio campo di interesse nei Marines sono sempre state le armi, i sistemi di armi e il combattimento urbano avanzato, dopodiché l’insegnamento di ciò che sapevo ai Marines.
Avevo degli amici che erano usciti dall’esercito e mi avevano parlato del lavorare ad Hollywood con consulenti militari professionisti, e io pensai che sarebbe stato un lavoro davvero grandioso. Venni ad Hollywood e iniziai a lavorare per quei consulenti, e dopo qualche tempo capii che avevo bisogno di reinventare il modo in cui i consulenti militari lavoravano a Hollywood. Incontrai Matt Sigloch mentre lavoravo a “J.A.G.” [“Avvocati In Divisa”, ndr], ed insieme demmo vita a Gunmetal. Nel corso degli anni ho lavorato a una gran mole di progetti davvero grandiosi, e ho sempre cercato di alzare il tiro nella resa della capacità militare sullo schermo. Ho una tecnica davvero unica e divertente per lavorare con gli attori e con i registi, così fortunatamente continuano a chiamarmi!

Il suo lavoro in questa pellicola pare essere stato molto ampio, dall’addestramento a una consulenza di tipo militare. A che livello è stata questa collaborazione? Lavorava dietro le linee o era attivamente sul set?

Entrambe le cose. Ho supervisionato la scena per l’allenamento al combattimento di Ray Stevenson a Los Angeles due mesi prima che il film andasse in produzione. Lexi Alexander voleva realizzare il Punitore più realistico di sempre, così ha spinto e combattuto per avermi dislocato in Canada in modo da potermi unire a lei e al resto della troupe durante la preproduzione, per cose come aiutarla con le sue coreografie di combattimento e uso di pistole nel film, così come per continuare l’allenamento di Ray Stevenson e allenare gli altri attori e controfigure nel maneggiare correntemente le armi. Ho dovuto supervisionare, e in alcuni casi progettare, i tipi e i modelli di pistole e delle altre armi che venivano usate da Frank Castle. Qualcuna di quelle che volevo usare non esisteva in Canada, cosicché ho dovuto contattare alcuni fabbricanti di armi negli States e fargli costruire e inviare ciò di cui avevo bisogno. Penso che l’ultimo pezzo non sia arrivato fino al giorno in cui abbiamo iniziato a far lavorare le cineprese! Dopo quello ho cambiato marcia nella fase delle riprese, in cui ogni giorno sul set aiutavo Lexi con la sua visione di un realistico Frank Castle Marine. Fidatevi di me, mai un momento di noia a lavorare sul set lungo mesi di riprese notturne in uno dei peggiori inverni canadesi da anni!

La sua consulenza è stata richiesta già al momento di stendere la versione definitiva della  sceneggiatura oppure è subentrato solo in seguito per dare forma compiuta all’azione?

Più o meno. Il primo giorno che ho incontrato Lexi e Ray, abbiamo iniziato a parlare delle scene d’azione che erano già nello script finito. Durante le seguenti settimane di allenamento, Lexi poteva apportare idee o variazioni nelle scene e spiegava cosa voleva portare in vita, e io potevo dare il mio parere su cosa avrebbe davvero potuto accadere e cosa no, e l’equipaggiamento che [il Punitore] avrebbe dovuto usare per fare il lavoro. Le ho detto di nuove armi che erano in fase di sviluppo e di come Frank Castle avrebbe potuto usarle, e lei ascoltava e si esaltava e di conseguenza le scene potevano iniziare a prendere nuove direzioni. Per esempio, durante il terzo giorno dell’allenamento di Ray, stavo insegnando il combattimento con estrazione rapida [dell’arma] e Ray volle sapere quale fosse la pistola più grossa e più forte. Gli dissi che era la Smith&Wesson modello 500, e gli mostrai un’immagine. Subito lui la volle come arma principale del Punitore, e Lexi fu d’accordo. Quando arrivai a Montreal mi passarono una nuova revisione dello script e lì c’era una scena scritta per questa pistola!

Si può immaginare che il personaggio su cui lavorare di più sia stato Frank Castle: il suo addestramento militare richiedeva di certo una resa dettagliata e realistica nel film. Qual è stato il suo lavoro sul Punitore? Come ha cercato di caratterizzarlo per quello che le competeva?

Di base, il mio lavoro era quello di consulente militare e allenatore in combattimenti. Dopo la mia prima settimana ho capito che avrei dovuto infilare le mani in altri dipartimenti della produzione e ritagliarmi un ruolo più energioco per essere sicuro che il personaggio del Punitore rispecchiasse la visione di Lexi. Questo significava pestare qualche piede di tanto in tanto e prendere il controllo di certi elementi in altri dipartimenti, ma Lexi mi aveva detto cosa voleva e, dannazione, sarebbe stato fatto!
Dopo la prima settimana stavo già disegnando costumi, progettando armi, inventando sostegni, allenavo non solo Ray ma anche la sua controfigura e tutti gli altri attori e stuntmen, e scrivevo e facevo provare le coreografie armate! Mi sentivo come se fossi tornato nell’esercito!

Ha offerto i suoi servizi anche per caratterizzare i criminali? E in questo caso, come li avete differenziati dal Punitore o dalle forze dell’ordine sotto il profilo della tattica?

Per questo particolare progetto, nessuno dei principali cattivi aveva una storia militare o di forze dell’ordine alle spalle, quindi io ho lavorato semplicemente sulla sicurezza delle armi e li ho aiutati ad attribuire differenti tipi di pistole ai loro personaggi. Per ogni attore, al primo giorno di allenamento con le armi, li ho fatti andare ad un tavolo pieno di fucili, pistole, lanciagranate e doppiette, e gli ho detto di prenderne uno. Ogni attore ha raccolto diversi set di armi che si integrassero con la storia alle loro spalle. A quel punto abbiamo lavorato su come ognuno di loro, calatosi nel personaggio, avrebbe provato a sparare al Punitore se li avesse seguiti. Così di base abbiamo inventado diversi stili di tiro!

Che tipo di armi sono state adoperate? Sono state usate anche armi non convenzionali o modificate, come qualche volta si è visto anche nel fumetto?

Abbiamo usato armi basate sulle necessità e sulla storia dei personaggi,e niente di costruito. Tutte le armi del Punitore esistono attualmente e sono usate nei combattimenti moderni! Il Punitore è uscito dal Vietnam, di modo che la sua arma primaria nel film è un M-4, con il quale si sarebbe sentito più a suo agio. Su di quello ho montato un minilanciagranate che usa granate termobariche per orientare le detonazioni. A quello ho poi accompagnato il revolver più potente del pianeta, un Knight’s Armament della Smith&Wesson modello 500 calibro .50, in una fondina da gamba distaccabile come appoggio!
Abbiamo creato due pistole Beretta 92f completamente automatiche per i combattimenti urbani ravvicinati.
All’inizio del film [il Punitore] usa degli MP5 della Heckler&Koch completamente automatici che porta come armi leggere sulla schiena, e per estrazioni rapide un USP compatto calibro .45 della Heckler&Koch.
Ho anche creato un piccolo coltello da combattimento machete Bolo da 13 pollici che [Casle] porta in una fondina da gamba per i combattimenti corpo a corpo.
Il risultato è stato un armamentario moderno per tempi moderni, ma in perfetto stile Punitore!

Ha mai dovuto far notare che qualche elemento previsto nella pellicola sarebbe potuto risultare irrealistico o particolarmente sopra le righe? Dal suo punto di vista qual è il livello di realismo in questo film?

Questo è di gran lunga il Punitore più realistico mai fatto. Ogni scena, ogni snodo narrativo, ogni situazione, è stato discusso e portato in uno scenario realistico. Ciò detto, stavamo ancora facendo l’adattamento di un fumetto, e Lexi poteva avere la libertà di rendere un po’ dell’azione al di là dell’usuale, perché è così che il fumetto è stato scritto. Come Marine, sono estremamente contento di come questo film ritragga bene il suo personaggio. Penso proprio che il pubblico si connetterà a questo Punitore come mai è successo prima!

Si è divertito a lavorare su un combattente definitivo ed estremo come Castle? Come risulta questo personaggio, con la sua etica e le sue contraddizioni, per un militare?

Il Punitore sarà sempre un simbolo del guerriero definitivo per il Corpo di Fanteria dei Marines, così come di altre branche delle forze armate. Un tipo che porta il combattimento sotto casa del nemico, e a quel punto sfonda la porta. Come Marine in prima linea non devi avere nessuna paura e avere il coraggio di lottare anche quando sei terrorizzato, per portare te stesso e i tuoi compagni a casa. Penso che il Punitore incarni il vero spirito combattivo che tutte le truppe da combattimento sentono quando entrano in un ambiente pieno di persone che vogliono fargli del male. È importante che simboli come il Punitore esistano per noi nelle forze armate e lui avrà sempre una casa nella Marina degli Stati Uniti. “Semper fi”, Frank!



English Version:

Could you tell us something about your career and how did you get to collaborating with movies productions like this one?

Well, I spent over 8 years in the United States Marine Corps infantry with combat deployments overseas.  My focus in the Marines was always weapons and weapon systems and advanced urban combat, then teaching Marines what I knew.
I had friends that had gotten out of the Corps and told me about working in Hollywood with professional military advisors, and I thought that would be a very cool job to have. I came to Hollywood and started working for those advisors as well, and after some time realized that I need to reinvent how military advisors worked in Hollywood. I met Matt Sigloch while working on “J.A.G.” and he and I started Gunmetal. Over the years I’ve worked on a ton of really great projects and always try to raise the bar in military cool-ness on screen. I have a very unique and fun technique to working with actors and directors so thankfully they keep calling!

Your work on this film seems to be wide, from training to military consulting service. What was the level of this collaboration? Did you work behind the scenes or were you an active part on the set?

Both. I supervised the stage one combat training of Ray Stevenson in Los Angeles two months before the movie even went into pre productions. Lexi Alexander wanted to make the most realistic Punisher ever, so she pushed and fought to have me relocate to Canada to join her and the rest of the crew in pre-production in order to help her with the combat choreography and gun play in the film, as well as to continue Ray Stevenson’s training and train all the other actors and stunt-men in current weapon handling.
I had to supervise, and in some cases design, the types and kinds of guns and other weapons that were being used for Frank Castle. Some of what I wanted to use didn’t exist in Canada so I had to contact weapons manufactures in the States and have them build and ship what I needed. I think the final piece didn’t arrive until the day we started rolling cameras! After that I switched gears into the filming phase where every day on set I help Lexi with her vision of a true to life Marine Frank Castle. Trust me, never a dull moment working on set for moths of night shoots in one of the worst Canadian winter in years!

Was your advice requested since the beginning of the definitive version of the script or did you get onboard later to give a proper shape to the action?

Sort of. The first day I met Lexi and Ray, we started talking through the action scenes that were already in the finished script. Over the next few weeks of training, Lexi would bring up ideas and twists in the scenes and explained what she wanted to bring to life and I would give my advice on what really would or would not happen and what weapons and equipment he might use to get that job done. I told her about new weapons being developed and how Frank Castle could use them and she would listen and get excited and consequently the scenes would start to take new directions. For example, on the 3rd day of Ray’s training I was teaching combat quick draw and Ray wanted to know what the biggest and strongest handgun was. I told him it was the Smith&Wesson model 500, and then showed him a picture. Instantly he wanted it as the Punisher’s primary weapon and Lexi agreed. When I got to Montreal they handed me a new revision of the script and there was a scene written around this gun!

We can imagine that the character you worked on most was Frank Castle: his military skills required a realistic performance in the film. What was your job on The Punisher? How did you try to portray him, according to your scopes?

Basically, my job was Military Advisor and Combat trainer. After my first week I realized that I had to get my fingers into the other departments on the show and take more of an assertive role in making sure the Punisher character fit Lexi’s vision. This meant stepping on some toes from time to time and taking control of certain elements in other departments, but Lexi had told me what she wanted and by damn, it was gonna get done!
After the first week I was designing costumes, designing weapons, inventing props, training not only Ray but his stunt double and all the other actors and stuntmen, and writing and rehearsing weapon choreography! I felt like I was back in the Corps!

Did you offer your services even to characterize the villains? If yes, how did you differentiate them by the Punisher or police forces, talking about tactics?

For this particular project none of the main bad guys had military or Law enforcement back-story so I just worked on weapons safety and helped them work different types of guns into their characters. For each actor on their first day of weapons training, I had them go to a table filled with rifles, handguns, grenade launchers, and shotguns, and told them to pick one. Every actor picked different sets of weapons that complemented their back story. We then worked on how each of them, in character, would try to shoot the Punisher if he were coming after them. So basically we invented different shooting styles!

What kind of weapons have been used? Conventional or even unconventional, as sometimes seen in the comic book?

We used weapons based on need and back-story and nothing made up. All of the Punisher’s weapons currently exist and are being used in modern combat! The Punisher originated out of Vietnam, so his primary weapon in the film is an M-4 which he would feel the most comfortable with. To that I mounted a mini grenade launcher using thermo baric grenades for point detonations. I followed that up with the most powerful revolver on the planet, a Knight’s Armament/Smith&Wesson custom Model 500 .50 cal, in a breakaway leg holster as his back-up!
We created two fully automatic Beretta 92f handguns for close quarter combat.
In the opening of the film he uses ultra reliable H&K custom MP5’s in fully automatic that he carries in the small of his back, and for speed draws a H&K USP compact .45.
I also had a custom mini 13” Bolo machete combat knife created that he carries on a leg holster for hand to hand.
The result was modern weapons used in the modern time, but in full Punisher style!

Has ever occurred that you had to note that some element originally planned was unrealistic or not believable? From your point of view, what is the realism level of this movie?

This is by far the most realist Punisher ever made. Every scene, every plot point, every scenario was discussed and brought to real world scenarios. Having said that, we were still making a comic book adaptation, and Lexi was able to have freedom to make some of the action larger than life because that’s how the comic was written. As a Marine I am extremely excited about how well this movie portrays this character. I think audiences will really connect to this Punisher like never before!

Did you enjoy working on such an extreme fighter as Castle? How does this kind of character seem to a serviceman?

The Punisher will always be a symbol to the Marine Corps infantryman, as well as other branches of service, of the ultimate warrior. A guy that takes the fight to the enemy’s doorstep, then kicks his door in. As a Marine being on the front lines you have to feel no fear and have the courage to fight even when you are scared out of your mind in order to bring yourself and your buddies home. I think the Punisher embodies the true fighting spirit of what all combat troops feel when the enter a room full of people that want to do them harm. It’s important that symbols like Punisher exist for us in the military and he will always have a home with the US Marines! “Semper fi” Frank!

Kick-Ass

Nuovo aggiornamento dell'attrice Chloe Moretz sugli sviluppi del set di Londra. La giovane interprete di Hit Girl racconta di aver concluso la settimana scorsa le riprese insieme a Nicholas Cage, che interpreta suo padre. Sempre sul set di Londra, si sono inoltre svolte le riprese di alcune delle più grosse scene d'azione, motivo per cui gli attori hanno lavorato parecchio con cavi e imbracature. Dopo aver tessuto le lodi degli stuntman e dello scrittore del fumetto, Mark Millar, la Moretz ha poi raccontato di come le riprese si stiano svolgendo divise in due unità, cosicché lei stessa non ha contatti molto frequenti con gli attori Aaron Johnson (Kick-Ass) e Christopher Mintz-Plasse (Red Mist), dei quali dice comunque di aver visto i costumi di scena e di averli trovati molto efficaci. Mintz-Plasse si è comunque spostato in questi giorni sul set londinese.

Batman

Come già anticipato la settimana scorsa, nel mese di dicembre sarà distribuita un’edizione speciale della colonna sonora di “The Dark Knight”. Sono ora state diffuse informazioni su cosa il secondo disco conterrà in più rispetto all’edizione normale. I nuovi contenuti consisteranno in dieci nuove tracce della colonna sonora, più altre quattro remixate.
Ma la notizia della settimana è sicuramente la prima intervista rilasciata dal regista Christopher Nolan dopo la lunga vacanza seguita alla fine delle riprese di "The Dark Knight". In un'intervista fiume in tre parti rilasciata al Los Angeles Times, Nolan ha spaziato dalla descrizione dettagliata della sua scena preferita, alla possibilità/opportunità di produrre un ulteriore sequel. Per quanto riguarda la prima questione, la scena descritta è quella del violento interrogatorio del Joker da parte di Batman, scena che il regista trova estremamente significativa proprio per definire il rapporto tra i protagonisti e la loro essenza come personaggi, una sorta di fulcro concettuale per tutto il film. Sulla produzione di un terzo capitolo cinematografico, invece, Nolan si è tutt'altro che sbilanciato, tenendo comunque a precisare che nell'immediato la sua preferenza va a una qualche produzione su una scala più contenuta. In particolare, la riflessione del regista su un terzo capitolo cinematografico della sua saga batmaniana dipenderebbe da due questioni (di fatto una): "Una è l'enfasi sulla storia. Qual è la storia? C'è una qualche storia che è in grado di mantenermi interessato sul piano emozionale per il paio d'anni che mi serviranno per farne un altro? Questa è la domanda cardine. Ad un livello più superficiale, devo porre la domanda: quanti buoni terzi capitoli in un franchise si possono ricordare?". Siglando quest'ultima domanda con una risata, Nolan ha poi concluso il suo pensiero sul sequel: "Mettendoci al lavoro sul secondo capitolo, ci siamo trovati di fronte alla sfida di provare a fare un secondo grande film, e neanche di quelli ce ne sono stati poi tanti. Dipende davvero tutto dalla storia. Se la storia è lì, tutto è possibile".
La lunga intervista ha toccato inoltre altri argomenti, come il travolgente successo di "The Dark Knight", che Nolan fatica a comprendere in termini quantitativi e che vorrebbe invece riuscire a saggiare in termini di apprezzamento. Il regista ha inoltre spiegato di non aver lavorato né a "Batman Begins" né a "The Dark Knight" pensando a eventuali sequel: "Davvero, lavoro solo su un unico film alla volta. Mi trovo sempre a sottolineare questa cosa. Non abbiamo mai tentato di conservare o costruire qualcosa per un sequel. Potrà sembrare improbabile a qualcuno, perché, in particolare con 'Batman Begins', il film terminava con un particolare aggancio. Ma per me quello era solo per creare eccitazione nella gente che usciva dal cinema con la sensazione che a quel punto si aveva un personaggio pronto e in azione. Volevo che la gente se ne andasse con quella sensazione in testa. Sai che è diventato Batman, nel film. È per quello che abbiamo messo il titolo alla fine. [...] Solo allora ho iniziato ad appassionarmi nel cercare di intravedere dove il personaggio sarebbe andato". Un altro argomento caro a Nolan è stato poi quello dei sottotesti politici che molti hanno voluto vedere nel suo film, sottotesti che il regista ha negato fermamente di aver voluto inserire, affermando come a suo modo di vedere ogni interpretazione è lecita, a patto che sia chiaro che essa risiede solo negli occhi di chi vede, e non è imposta da chi mette in scena il film. Altro avvenimento commentato da Nolan è l'auspicio da parte della Warner che Heath Ledger venga insignito dell'Oscar per la sua interpretazione del Joker. Su questo argomento Nolan ha spiegato come in realtà il suo unico pensiero sia stato quello di rendere giustizia all'interpretazione di Ledger per quello che gli competeva, in modo da contribuire a segnare la storia del cinema con quella grande performance, e in modo che la gente cogliesse veramente cosa l'attore voleva trasmettere: "Qualunque cosa si aggiunga a ciò, sarebbe meravigliosa".
Infine Nolan si è voluto smarcare dalla possibile intenzione della Warner di produrre un film crossover sulla JLA, seguendo la traccia di "The Avengers" dei Marvel Studios. Nolan ha infatti spiegato come il suo Batman viva in un mondo non popolato da altri supereroi, e dove ciò che fa lui è qualcosa del tutto peculiare ed estremo: in questo senso, un totale ritorno alle origini del personaggio. La presenza di altri supereroi, finirebbe inevitabilmente per deformare e avvilire ciò che è il Batman creato in queste due pellicole. Per questo motivo, addirittura, in "Batman Begins" fu coscientemente eliminata l'ispirazione di Zorro dall'origine del personaggio. A quanto pare, dunque, se in un futuro film sulla JLA Batman dovesse fare la sua parte, non sarà certo quello che abbiamo visto al cinema negli ultimi tre anni.

Iron Man

Altro regista, altra lunga intervista. Parlando con il sito AintItCool.com, Jon Favreau ha spiegato diffusamente gli sviluppi di "Iron Man 2": "Justin (Theroux, lo sceneggiatore, ndr) ha quasi ultimato la prima bozza dello script. E noi stiamo facendo gli storyboard e creando delle animazioni per le scene d'azione. Stiamo iniziando a fare qualche perlustrazione per le location, e progettando qualche set, e ci stiamo facendo un'idea [...] di quali tecniche useremo. La cosa migliore è di mischiare e unire il meglio di tutto. Io sono tutt'altro che un purista di un unico stile. Credo che si dovrebbe usare la tecnica che meglio racconta la storia in un dato momento". A tal proposito, Favreau ha anche avuto modo di confrontarsi con il lavoro fatto in IMAX su "The Dark Knight", spiegando come quella tecnica, che presa a sé è il massimo e che nel film di Christopher Nolan ha funzionato benissimo, avrebbe invece delle difficoltà ad esprimere le proprie potenzialità in una pellicola ad alto tasso di CGI come quelle di Iron Man, poiché un protagonista dell'azione in computer grafica difficilmente si integrerebbe in maniera organica con una ripresa ad alta definizione ("The Dark Knight" è in buona parte in presa diretta). L'intento di Favreau, comunque, è quello di assorbire qualunque cosa sia utile dalle varie tecniche cinematografiche, inclusi gli ultimi progressi dell'animazione.
In seguito, prima di passare a discutere del futuro, il regista si è soffermato sulla sua idea di come deve essere reso Tony Stark: "Penso che in Tony Stark ci sia una qualità molto da James Bond, che però James Bond sembra aver perso nel tempo e nessuno recupera. Di fatto, c'è un umorismo di fondo. [...] Molto del nostro tempo è impiegato a differenziarci da 'The Dark Knight' e da quel franchise. Nei toni, nel casting, nella maniera in cui presentiamo l'azione. Proprio perché ci sono così tante similitudini di base". Favreau ha poi spiegato come questo umorismo di fondo dato al personaggio sia stato in larga misura un apporto di Robert Downey Jr., che è stato in grado di contribuire in maniera determinante a stabilire la cifra e il tono del franchise. La discussione si è poi spostata maggiormente su "Iron Man 2" e su alcuni elementi che caratterizzeranno la pellicola. In primo luogo, l'integrazione nella continuity cinematografica della Marvel sarà fondamentale: "Dovrà culminare in 'The Avengers', nel quale, anche se non lo dirigerò, sarò coinvolto come produttore esecutivo. E mi sentirei davvero frustrato se ciò che di buono abbiamo fatto in 'Iron Man' e, si spera, in 'Iron Man 2', non fosse valorizzato in 'The Avengers'". Per questo stesso motivo ci sarà un abbondante coordinamento con le altre pellicole Marvel in produzione ("Thor" e "The First Avenger: Captain America"): "Sarò un po' più coinvolto ora in quello che si farà con gli altri film. [...] Anche perché la storia di Howard Stark (il padre di Tony, ndr) è in qualche modo collegata. C'è una qualche relazione tra il padre di Tony e quello che stava succedendo nella Seconda Guerra Mondiale, nel Marvel Universe, e lo S.H.I.E.L.D., così stiamo provando a stendere un filo comune in modo che quando tutto avrà luogo dovrà sembrare come se fosse l'ovvia conclusione". Favreau ha poi spiegato come la sfida più grande sia integrare Thor, soprattutto dal punto di vista dell'atmosfera del film, e che la Marvel è molto attenta su questo frangente. Un altro elemento che potrebbe poi facilitare questa organicità tra le varie pellicole è il recente accordo della Marvel con i Raleigh Studios, che permetterebbe alla produzione materiale delle pellicole di essere a stretto contatto e ai vari registi, attori e professionisti coinvolti di potersi più facilmente interfacciare.
Più nello specifico di "Iron Man 2", poi, il regista affronta in particolare due questioni, ossia il problema dell'alcolismo di Tony Stark, e, inevitabilmente, il capitolo villain: "Useremo di sicuro la questione dell'alcol, ma l'alcol non è il lato oscuro, non penso. Credo che la dipendenza sia qualcosa che si usa per anestetizzare sé stessi quando si ha a che fare con qualcosa di più profondo. E se pensate ai programmi in dodici passi, che sono probabilmente il modo più efficace di affrontare una dipendenza, vedete che riservano davvero poco tempo nel trattare l'effettiva cosa da cui sei dipendente: cioè la sostanza. La maggior parte dei passi porta a concentrarsi sulla propria salute spirituale e a scavare a fondo in ciò che c'è dietro la dipendenza. [...] La questione è scoprire quali sono i problemi che Tony Stark sta affrontando che lo portano a bere, ad andare a donne, a fuggire e correre in qualunque maniera. Ed è questo che è irresistibile quando hai uno come Robert, che sa davvero maneggiare questo tipo di storyline. Naturalmente non è che si vuole appesantire il film. Per la maggior parte, intendo mantenere il tono che abbiamo avuto con il primo". Riguardo la seconda questione, infine, il regista ha specificato che rispetto al fumetto si sta "tentando di trovare un villain e degli archi narrativi che si applichino al contesto da Guerra Fredda in cui Iron Man fu presentato, ma che allo stesso tempo possano funzionare anche con le faccende odierne. [Si cerca] cosa rende omaggio alla tradizione e cosa non sembra ridicolo quando arriva nel film".
Nel frattempo, la stampa inizia ad occuparsi dei dietro le quinte che hanno determinato l'abbandono del franchise da parte di Terrence Howard. La rivista Entertainment Weekly riporta alcune indiscrezioni filtrate dalla produzione (senza tuttavia citare fonti precise) secondo le quali Howard e la Marvel sarebbero entrati in rotta per due ordini di motivi: da una parte, il compenso astronomico dell'attore (più alto di quello riconosciuto a tutti gli altri interpreti, Gwyneth Paltrow e Downey Jr. compresi); dall'altro la scarsa soddisfazione con cui Jon Favreau e i produttori avrebbero percepito la performance di Howard, che li avrebbe portati a tagliare ampiamente e a rigirare più volte le sue scene. Se Favreau non ha voluto commentare questa notizia, il commento dello staff di Howard è stato laconico: "Terrence ha avuto un'esperienza tremenda lavorando ad 'Iron Man'".

Spider-Man 4

Secondo l'Hollywood Reporter, una nuova sceneggiatura per "Spider-Man 4" starebbe per essere affidata allo scrittore David Lindsay-Abaire, che si troverebbe vicino a firmare un contratto con Columbia Pictures. Nel 2007 Lindsay-Abaire ha vinto un premio Pulitzer per la sua opera tearale "Rabbit Hole". Attualmente, una prima sceneggiatura per il prossimo film sul tessiragnatele è stata realizzata da James Vanderbilt, mentre sul fronte del cast e della troupe sono per ora confermati i ritorni di Sam Raimi alla regia e di Tobey Maguire nei panni del protagonista. Conferme sono invece attese per Kirsten Dunst, la quale ancora non è la sicura interprete di Mary Jane Watson.

Torso

Il produttore Bill Mechanic, che attualmente gestisce la produzione dell’adattamento cinematografico di Torso, l’opera di Brian Michael Bendis e Marc Andreyko, è finalmente tornato a parlare della pellicola dopo lungo tempo. Confermando quanto trapelato quasi tre anni fa, Mechanic ha dichiarato come questo progetto sarà il maggior lavoro per il regista David Fincher nel corso del 2009, annunciando allo stesso tempo che le riprese potrebbero avere inizio proprio in quell’anno. Il produttore si è inoltre sbilanciato nel definire “probabilmente vere” le recenti notizie secondo cui ad interpretare il protagonista Eliot Ness potrebbe essere l’attore Matt Damon. A onta dei fan duri e puri, invece, pare che lo sceneggiatore Ehren Kruger abbia rimaneggiato la storia originale in non trascurabile misura, tanto che anche il titolo della pellicola potrebbe essere differente da quello del fumetto.

Tintin

Dopo l'abbandono del progetto "Tintin" da parte della Universal, Paramount Pictures, Steven Spielberg e Peter Jackson dovevano trovare un altro partner che finanziasse la produzione. Il Los Angeles Times riporta ora che una soluzione potrebbe essere vicina, in quanto la Sony potrebbe finanziare metà della prima pellicola, il cui costo si aggirerà intorno ai 130 milioni di dollari. Il progetto complessivo di adattamento del fumetto belga prevede infatti tre pellicole in 3D realizzate in motion capture; almeno due di queste dovrebbero essere dirette rispettivamente da Spielberg e Jackson.

Coraline

Il regista Henry Selick ha rilasciato un'intervista sul suo lavoro di adattamento di "Coraline", il romanzo scritto da Neil Gaiman e illustrato da Dave McKean sul viaggio pauroso e fantastico della giovane protagonista in un mondo doppio e opposto rispetto al suo. All'intervista si è accompagnata la proiezione di due scene della pellicola, girata in parte in stop motion e in parte in parte in 3D in modo da rendere la differenza tra i due mondi: "Cercavo sempre di rendere l'equivalente di Dorothy de 'Il Mago Di Oz', che slittava da un mondo in bianco e nero a uno a colori. [Il 3D] sarebbe perfetto per Coraline, una ragazzina che nella sua vita si sente confinata, senza spazio per respirare, un po' troppo bidimensionale. Quando attraversa il passaggio magico, trova un posto in cui può respirare. Non è una cosa decorativa. È parte della nostra storia". Il regista ha poi spiegato come, nella miglior tradizione di film per bambini, a partire da quelli Disney, ci sia un sottofondo horror, che in questo caso si spinge però a livelli un po' più profondi del solito: "Coraline è un racconto davvero sinistro, spaventoso. Non è per bambini troppo piccoli. Di solito dico per bambini coraggiosi dagli 8 agli 80 anni". Selick ha poi rassicurato sull'aderenza al libro, da lui molto amato, raccontando di come i cambiamenti intervenuti siano più che altro di ordine tecnico, come la variazione dei tempi di una scena nel passaggio dal medium libro al medium cinema. Per le stesse ragioni, un cambiamento importante, ma sempre teso a rispettare l'essenza del libro, è stata l'introduzione di un altro personaggio, Wybie.
Vi mostriamo inoltre, qui accanto, un'immagine del modellino dell'Altro Padre (nella sua versione tramutata).

Superman

Intervistato da IESB.net, l'attore Brandon Routh è tornato sugli ultimi sviluppi del progetto cinematografico su Superman, personaggio a cui lui per ultimo, nel 2006, prestò le fattezze. Routh ha raccontato di non essere a conoscenza di alcun preciso sviluppo della vicenda, e che nonostante recentemente il presidente della DC Paul Levitz abbia auspicato un suo ritorno sui cieli di Metropolis, questa ipotesi al momento è del tutto aerea. Nei vari contatti con la Warner Bros., infatti, tutto ciò che l'attore è riuscito a sapere è che lo studio sta mettendo mano al progetto, senza però poter capire esattamente cosa questo significhi. L'attore si è comunque detto più che felice al pensiero di riprendere il ruolo di Clark Kent/Superman, se gli verrà proposto. Routh ha poi commentato anche l'intenzione espressa dalla Warner di rilanciare il personaggio con un reboot dalle tinte maggiormente oscure e introspettive, sulla falsa riga del successo di "The Dark Knight": "Non credo che il personaggio dovrebbe essere necessariamente più oscuro. Penso che in 'Superman Returns', in certo qual modo, sia oscuro – emozionalmente oscuro – e penso che il film nella sua interezza fosse leggermente dark. [...] Non so quanto più oscuro lo si vorrebbe rendere. Alzi il livello, metti un antagonista più oscuro: penso che questo sia un modo di farlo. Ma non penso che Superman in sé abbia bisogno di essere più dark. In fondo lui ha un conflitto interiore: come può Superman essere parte del mondo? E deve fare sacrifici per essere parte di quel mondo? [...] Questi sono tutti luoghi oscuri da esplorare. Ma io non penso che Superman dovrebbe essere oscuro e rimuginante, non è la sua natura". Infine, un ultimo accenno è stato fatto alla tanto chiacchierata eventualità che il prossimo villain possa essere Brainiac: "Penso che sarebbe di sicuro interessante, penso si possano fare un sacco di cose con Brainiac. [...] So che la DC sta lavorando su una storyline su Brainiac per la quale sono molto eccitati, e credo che combinare i due livelli e avere un flusso tra fumetti e film sarebbe una cosa carina. Penso proprio che ci sarebbero un sacco di cose interessanti che si possono fare con Brainiac: controllare la gente, controllare la tecnologia… un sacco di cose".
Infine, in una brevissima intervista a Empireonline.com Mark Millar è tornato sulla sua idea di rilancio cinematografico per Superman, facendo capire come il suo progetto di otto ore divise in tre film che narrino la vita di Kal-El dalla nascita su Krypton agli ultimi giorni sulla Terra sotto un sole rosso non sia ancora naufragato davanti a un rifiuto della Warner Bros.

Brevi

- In una recente intervista, le attrici Mailn Akerman e Carla Gugino, che in "Watchmen" interpretano rispettivamente di Laurie Juspeczyk e Sally Jupiter, hanno parlato del rapporto madre-figlia tra i loro due personaggi, sottolineando come la loro relazione sia tesa in conseguenza dell'imposizione da parte della madre dell'eredità di Silk Spectre.

- L'Hollywood Reporter dà notizia dell'avvenuto acquisto da parte della Universal dei diritti di Villains, fumetto evidentemente incentrato su dei supercattivi, edito da Viper Comics e creato da Adam Cogan e Ryan Cody. La Universal ha affidato lo script a Matt Jennison e Brent Strickland, già autori di una sceneggiatura su Wonder Woman.

- La Paramount Pictures ha opzionato i diritti del graphic novel Agnes Quill: An Anthology Of Mysteries, di Dave Roman. Agnes Quill narra le avventure dell'omonima giovane protagonista che, in grado di comunicare con i morti, risolve misteri e affronta avventure inquietanti. Per dirigere la pellicola è stato messo sotto contratto Thor Freudenthal, mentre la sceneggiatura è in mano a Evan Spiliotopoulous.

- Parlando con il sito IESB.net, Brandon Routh, che in "Dead of Night", l'adattamento hollywoodiano di Dylan Dog diretto da Kevin Munroe, interpreterà il protagonista, ha raccontato che si stanno facendo le rifiniture finali sullo script e che le riprese potrebbero avere inizio nel mese di gennaio.

- Nuove foto dal set di "Sherlock Holmes", l'adattamento dell'omonimo fumetto di Lionel Wigram diretto da Guy Richie e interpretato da Robert Downey Jr. (Sherlock Holmes) e Jude Law (Dr. Watson).
   
  
  
  
 
  

- Al suo debutto la settimana scorsa in versione homevideo, "The Incredible Hulk" si è piazzato alla testa di diverse classifiche di vendita americane.

- Diffuse immagini tratte dalla puntata di "Smallville" intitolata "Abyss".
  
  
  

Le news di questa settimana


Movie Comics, la più longeva rubrica di Comicus.it, con notizie, gossip, anteprime, dai set sparsi per il mondo dove vengono girati i film e i telefilm tratti dai fumetti.



Redazione Comicus
Torna in alto