Multiversity 1
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Il Multiverso è un artificio narrativo che la DC Comics ha introdotto nel 1961 con l'albo Flash 123 e la storia "Flash di due mondi" ed è diventato, col tempo, qualcosa di narrativamente ingestibile tanto da essere eliminato poco più di venti anni dopo. La sua dipartita, però, è stata solo temporanea. Sì, perché il Multiverso non è solo un semplice espediente narrativo, è un vero e proprio concetto, un aspetto della realtà stessa che ci circonda.
Lo sceneggiatore Grant Morrison è colui che più di tutti ha esplorato questo concetto metafisico negli ultimi anni, partendo fin dal suo ciclo su JLA per passare a Crisi Finale e Action Comics. E chiudere il discorso con quest'opera. Multiversity, miniserie in otto parti di cui la RW Lion ha pubblicato il primo capitolo, costituisce la summa finale del suo pensiero non solo sul Multiverso, ma sulla stessa magia della narrativa seriale a fumetti. Quando qualcuno bussa alla porta di Nix Uotan, ultimo Monitor esistente, la multirealtà entra in pericolo a causa di un'oscura minaccia. Per sconfiggerla vengono radunati alcuni tra i più grandi eroi delle 52 terre parallele, i quali ignorano però che il loro peggiore nemico... è colui che sta leggendo le loro storie!
Anche se è solo il primo capitolo, e un quadro completo ancora deve emergere, Morrison vuole celebrare con Multiversity l'intero medium fumettistico, capace di stupire ancora a più di un secolo dalla sua nascita. Un mezzo narrativo che è cresciuto, si è evoluto, ma non ha mai perso la sua magia, dove non ci stupiamo nel veder interagire superuomini, scimmie e conigli parlanti od occhi volanti. Una celebrazione che non può tuttavia limitarsi solo ai personaggi della DC Comics e infatti, pur con nomi e aspetti alterati per evitare problemi di diritti, Morrison omaggia anche la Marvel e la Image, ma non parodiando i loro universi narrativi, bensì rendendoli parte di un qualcosa di più ampio. Un unicum che, coeso, contribuisce a fronteggiare l'oscurità (ovvero l'ignoranza, il pregiudizio, quella parte di umanità che non legge).
Parte fondamentale di questa realtà, per lo sceneggiatore scozzese, siamo proprio noi: anche i lettori sono componenti del Multiverso, perché diventano tutt'uno con la storia che leggono, contribuiscono (con le loro recensioni, le chiacchierate con gli amici) a farla uscire dalle pagine disegnate e farla diventare parte della multirealtà. In un cerchio continuo che si perpetua, storia dopo storia dopo storia.
Messa giù così sembra più un'opera filosofica che un fumetto. Non è così: Multiversity è soprattutto questo, un'opera che ognuno di noi "vivisezionerà" a modo suo e che alla fine ci lascerà qualcosa.
La parte grafica di questo primo numero è affidata a Ivan Reis, il quale compie un eccellente lavoro nel dare vita alle visioni oniriche di Morrison e a far interagire alla perfezione personaggi così diversi tra loro, sia dal punto di vista caratteriale che anatomico. Ogni pagina dunque è alla fine come una parte di un unico quadro che contribuisce a dare vita alla Multiversità.
E tu, che stai leggendo questa recensione, non senti qualcuno che sta bussando alla tua porta?