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Giorgio Parma

Giorgio Parma

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Thorgal con La Gazzetta dello Sport

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Apprendiamo dal sito ufficiale di Panini Comics che durante il Napoli Comicon 2016 la casa editrice ha annunciato una nuova iniziativa editoriale in collaborazione con La Gazzetta dello Sport, che questa volta coinvolge una BD francese, Thorgal di Jean Van Hamme e Grzegorz Rosiński, pubblicato a partire da giugno ad un prezzo speciale.

"Ci spostiamo sul territorio francese per annunciare una nuova collaborazione con la Gazzetta dello Sport che da giugno porterà in edicola l'epica saga di THORGAL! Scoprite o riscoprite la saga di Rosinski e Van Hamme in 50 uscite settimanali da 64 pagine l'una all'incredibile prezzo di 2.99 euro!".

Qui gli altri annunci del Napoli Comicon. Ricordiamo che pochi giorni fa è stata rivelata una nuova iniziativa riguardante la Marvel sempre in collaborazione con il quotidiano.

Grandi cambiamenti ai vertici della Vertigo

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La DC Comics ha annunciato recentemente che la sua etichetta matura Vertigo subirà notevoli e radicali cambiamenti a livello di organico, a partire dalla rimozione di Shelly Bond dalla sua posizione di Vice Presidente e Direttore Esecutivo della linea editoriale, ruolo che ora è stato proprio eliminato. Inoltre, d'ora in poi, Jim Lee, co-publicher di DC, e Dan DiDio supervisioneranno direttamente la Vertigo.

"DC Entertainment si sta concentrando sulla Vertigo, riesaminando la direzione della etichetta editoriale di fumetti e graphic novel. L'obiettivo è quello di rimanere competitivi e acquisire nuovamente importanza nel mercato sempre in evoluzione e per portare il business a futuri successi".

"Sfortunatamente, come parte di questa ristrutturazione, la posizione di Vice Presidente e Direttore Esecutivo è stata eliminata. È stato un processo molto impegnativo e sono stati fatti molti sforzi per assicurare che tutte le decisioni venissero prese con grande cura e considerazione", ha detto la Bond.

"Abbiamo la massima fiducia nello staff editoriale corrente e non vediamo l'ora che questo team lasci la sua impronta nella storia del marchio Vertigo, sapendo che questo nuovo ordine crea una organizzazione più forte, in grado di esprimere il massimo potenziale".

La Bond era stata assunta nel 1993 da Karen Berger, diventanto prima Senior Editor e poi ereditando il ruolo di Executive Editor dalla Berger stessa nel 2013. Attualmente, la figura più importante all'interno della Vertigo è il Senior Editor Jamie S. Rich, entrato a far parte della compagnia nel marzo 2015.

(Via Newsarama)

Captain America: Civil War: recensione

  • Pubblicato in Screen

Dopo Captain America: The Winter Soldier, uno dei capitoli più belli della filmografia dei Marvel Studios finora, i fratelli Joe e Anthony Russo riprendono in mano le redini dell’eroe a stelle e strisce in questo sequel, che si colloca dopo gli eventi di Avengers: Age of Ultron, Ant-Man e tutti gli altri episodi usciti ad oggi, facendo sbocciare sul grande schermo quella Guerra Civile tra supereroi di cui si cominciava già a percepire un embrione nel secondo film sui Vendicatori. Questa intenzione è esplicitata a chiare lettere sin dal titolo, Civil War per l’appunto, che non deve però trarre in inganno lo spettatore, spesso anche lettore appassionato dei fumetti della Casa delle Idee, in quanto il richiamo allo stesso evento avvenuto nel 2006 nell’universo narrativo su carta è fortemente e dichiaratamente voluto, ma non è per nulla vincolante. L’opera si rifà solo ideologicamente al lavoro di Mark Millar e Steve McNiven, proponendo uno scontro intestino fra supereroi che vede opposte le fazioni capitanate da Steve Rogers e Tony Stark, ma non ne è un vero e proprio adattamento. È solo “liberamente tratto” da quell’opera, come hanno più volte dichiarato gli stessi registi e protagonisti.

D’altronde, abbiamo imparato ormai che il Marvel Cinematic Universe non è un adattamento del Marvel Universe, ma è proprio qualcosa di alternativo, come addirittura teorizzato dalla casa editrice, che colloca l’ambientazione delle storie narrate al cinema su Terra-199999, mentre accadono per la maggior parte su Terra-616 quelle dei fumetti. Questo non ha impedito, come ovvio, che il secondo facesse da base per il primo, permettendo di attingere fortemente al folto background di storie pubblicate, ma al contempo, la cross-impollinazione ha portato diverse novità lanciate sul grande schermo a trovare uno sviluppo anche nella continuity letteraria.

Viene inevitabile inoltre, dopo questa prima premessa, far notare il forse scontato paragone con un’altra “guerra civile” tra supereroi, questa volta della concorrenza, Batman e Superman, come visto nel film Dawn of Justice. Sebbene entrambi abbiano un apparato di scontro ideologico approfondito e ben strutturato, migliore comunque in questo film Marvel, oltre alla componente meramente action, il confronto risulta tuttavia fortemente pendente dalla parte del Capitano, lasciando con l’amaro in bocca il lavoro di Zack Snyder. Questa impietosa disamina però, dovrebbe tenere conto anche del fatto che l’alchimia che si osserva in Civil War tra i personaggi, le dinamiche interpersonali, l’architettura della trama e la struttura nel suo insieme, è frutto di anni e anni di rodaggio, di fidelizzazione dello spettatore, di coinvolgimento emotivo, portato avanti in grossa parte anche dall’ironia tipica della produzione Marvel, che BvS non poteva vantare. Portare sul grande schermo così tanti personaggi come in questo nuovo capitolo diretto dai fratelli Russo richiede esperienza e capacità di gestire alla pari tutte le parti in gioco, ma anche affiatamento tra i personaggi stessi, una presa sul pubblico continuativa, cosa che BvS non aveva e non poteva avere, data la sua natura di starting point.

Ma ora concentriamoci sulla pellicola in esame, questo Civil War con cui la Marvel assesta un nuovo colpo vincente, riprendendosi dal non proprio brillantissimo Age of Ultron e rimanendo sulla falsa riga di un successo come Winter Soldier. Un thriller psicologico e ideologico, che va a sostituire la componente politica dell’ultimo capitolo della saga, proponendo una lotta tra ideali, una rivalità che mette in gioco l’affetto e l’amicizia che i personaggi hanno duramente costruito nel corso dei film precedenti; uno scontro forte ed entusiasmante, ricco di pathos e dramma, che trova in Steve e Tony i due araldi rappresentativi di tale conflitto.

Descriviamo brevemente la trama qui di seguito perché ci teniamo a non spoilerare nulla, anzi, ad invogliarvi caldamente ad andare a vedere questa gran bella pellicola per scoprire da soli la storia. Possiamo dirvi che, in un rimestarsi dei diversi background dei personaggi, che si intrecciano in maniera sorprendente e inaspettata, i protagonisti dovranno fare i conti con i "danni collaterali" causati dalle loro azioni non regolamentate, che hanno causato la morte di numerosi civili nei diversi tentativi di salvare il mondo. Dopo Sokovia e l'evento che da inizio a questo capitolo, il gruppo degli Avengers viene posto sotto il diretto controllo di un comitato delle Nazioni Unite che vigilerà e autorizzerà le missioni degli eroi. Ma non tutti sono d'accordo con questa delibera, Steve Rogers in primis. A questa situazione già precaria si aggiunge il ritorno del Soldato d'Inverno e di una macchinazione ordita da Zemo ai danni del mondo intero, finalizzata alla distruzione del super gruppo.

Ma veniamo al succo della questione: lo scontro civile tra gli eroi del MCU e la rivalità tra i diretti interessati. Captain America contro Iron Man, Pantera Nera contro Bucky e altre relazioni vendicative che non possiamo svelarvi. L'impronta che i registi danno all'intera struttura della pellicola è basata sui sentimenti forti e intensi che regolano le meccaniche interattive: amore, odio, amicizia, vendetta, crudeltà, rabbia, orgoglio, vengono mischiati con sapienza e maestria dagli scrittori. Le figure dubbiose, incerte, amletiche che popolano questo film sono sensibilmente umane, tutte, senza eccezione. È qui che sta la forza dei Russo: sono drammi umani quelli che vivono questi supereroi, che non vengono necessariamente esasperati per renderli oltremodo patetici o addirittura biblici, come in casa DC sembrano non avere ancora capito. Non sono dei quelli che il pubblico vuole vedere; devono essere sovrumani nella giusta misura, negli scontri, nelle scene d'azione fisiche, negli effetti speciali strabilianti, nella spettacolarità. Ma è poi la natura umana a colpire direttamente il pubblico e la diversità nella sua accezione più vicina a noi, alla nostra condizione esistenziale, alla nostra vita, magari anche alle nostre esperienze. Ed è per questo che Spider-Man è uscito molto bene da questo lavoro, e se continueranno su questa riga il prossimo film sarà davvero quello che tutti i fan sognavano.

Quello che poi ci è piaciuto molto è che, dopo l'ottimo lavoro su Winter Soldier, la sceneggiatura è ancora una volta non banale e scontata, ma ricca di plot twist e colpi di scena. Soprattutto il finale, quando emergono i veri piani di Zemo, reso significativo dall'ottima prova di Daniel Brühl, ci si accorge che il nemico è più vicino di quanto crediamo alla vittoria, ma i registi non scelgono la via facile, quella meno tortuosa e più semplice, che porterebbe ad uno scontro frontale entusiasmante ma sterile, già visto, fine a se stesso. No, puntano sul dare un'ulteriore colpo letale alla psiche dei personaggi principali, sul giocarsela sul piano sentimentale e relazionale, sulla rabbia accecante, sulla vendetta e sul dolore mai sopito e nuovamente rivangato. Una scelta davvero azzeccata che porta alla conclusione magistrale di questa Guerra Civile.

I fratelli Russo gestiscono ottimamente il vasto parco di personaggi meglio di quanto fatto da Joss Whedon negli Avengers. Ancora si sente la natura di supporting character di alcuni dei personaggi presenti, inseriti per esigenza di trama più che per approfondimento, ma sono tutte figure che ormai abbiamo imparato a conoscere, che sappiamo già come agiscono e che impariamo man mano a comprendere sempre più.

Parlando delle new entry, ottimo lo Spider-Man di Tom Holland, che finalmente dà vita al personaggio classico che tutti amano, all'Uomo Ragno giovane, inesperto, alle prime armi, spiritoso, impreciso, a tratti infantile e un po' buffone, che cerca di barcamenarsi in una vita più grande di lui, facendo i conti con dei poteri che ancora non sa ben sfruttare ma che comprende di dover utilizzare per il bene altrui. Ottima anche l'interpretazione dell'attore, azzeccato nel ruolo e diretto e scritturato molto bene dagli autori. Meravigliose e divertentissime le scene con Downey Jr., tra le più belle di tutta la filmografia del MCU.
Tra i nuovi ingressi anche un maestoso Pantera Nera, che si dimostra essere una spalla portante del film e a cui viene conferito un ruolo di tutto rispetto, tra i più importanti, e che fa nascere una nuova leggenda nell'universo cinematografico Marvel.
L'Ant-Man di Paul Rudd diverte e sorprende con una delle scene più imponenti, è il caso di dire, di tutti i film finora.

Visione ancora una volta si dimostra uno dei personaggi più interessanti del gruppo, con grande profondità di ragionamento e dialoghi sempre molto incisivi, drammatici. Il rapporto con Wanda comincia ad essere indagato un po' più a fondo, con delle belle scene che coinvolgono i due personaggi. Poteva invece essere migliorato il rapporto tra Steve e Sharon, l'altra "coppia" fortemente legata a livello sentimentale del film. Sono significative e rilevanti a livello di trama le scene che li vedono coinvolti ma a livello di approfondimento della relazione c'è ancora da lavorare.

Un'altra cosa da far notare, tuttavia, è che se metti Robert Downey Jr. In un film dedicato a Cap con un ruolo così importante, rischia di rubare la scena a tutti, compreso l'ideale protagonista della pellicola, che d'altro canto in questa pellicola si difende bene e tiene testa a uno dei più carismatici attori della scuderia Marvel. Anzi, siamo di fronte forse al migliore Cap visto finora, conferma che i Russo con lui ci sanno proprio fare. Il rapporto con il compagno Bucky è forte, intenso, intriso di una forte bromance, come direbbero gli anglofoni, e la prova di Sebastian Stan rimane coerente al ruolo, sempre adattissimo al personaggio.
A fare da contraltare all'eroe a stelle e strisce troviamo però un Tony Stark provato, pieno di rimorsi, irascibile, stanco, segnato nell'animo da tutto ciò che finora ha forgiato la sua figura e profondamente interessato dagli sviluppi della trama principale, a livello personale e familiare.

E Cap i Russo lo sanno fare agire anche in maniera perfetta: sia tatticamente che strategicamente, le coreografie d'azione sono magnifiche per questo supersoldato che viene gestito finalmente come tale; i team up sul campo di battaglia sono poi ben amalgamati e sfruttano al meglio le combo tra le diverse tecniche di combattimento e i differenti poteri. Le battaglie sono epiche, gli effetti speciali si integrano benissimo e rendono ancora più memorabile e cinetico il tutto. Volano botte da orbi senza esclusione di colpi, soprattutto tra i Vendicatori, che non si risparmiano. Un vero scontro come quelli che si leggono sui fumetti della Casa delle Idee, una rappresentazione live action fedele e ipnotica che riporta alla mente le splash-page più dinamiche, le vignette più cinematografiche e teatrali e le scene più epiche dei comics americani, con forti omaggi alle tavole di Steve Mcniven.

Nel film ci sono due scene post credits, ma alla proiezione stampa ne abbiamo vista una sola. Quella da noi visionata non è che sia poi così entusiasmante ed essenziale, si limita a concludere la trama con un po' più di completezza, ma sinceramente non si capisce la necessità di doverla porre dopo i titoli di coda, se non per il fatto che probabilmente darà spunto per il film in solitaria su Black Panther, ma poteva essere benissimo inserita prima dei credits. Confidiamo nella seconda.

Tirando le somme possiamo dire che questo film è semplicemente uno dei migliori, se non il migliore, dei Marvel Studios ad ora. Un film toccante, emozionante e con il classico humour made in Marvel che segna la cifra stilistica della major. I fratelli Russo si preparano il terreno per Infinity War a livello di personaggi, ma non c'è alcun riferimento galattico a minacce future, non in un film così "terreno" e umano come questo. Nell'attesa di vedere come saranno i prossimi due Avengers, non possiamo che gioire per questa nuova perla dei cinecomic, che alza ancora una volta l'asticella della qualità di storytelling e cinematografica della premiata ditta della Casa delle Idee.

Captain America: Civil War è un film realizzato dai Marvel Studios ed è diretto da Anthony e Joe Russo su sceneggiatura di Christopher Markus e Stephen McFeely. Nel cast all-star troviamo Chris Evans (Captain America), Robert Downey Jr. (Iron Man), Chadwick Boseman (Black Panther), Frank Grillo (Crossbones), Scarlett Johansson (Black Widow), Sebastian Stan (Winter Soldier), Anthony Mackie (Falcon), Elizabeth Olsen (Scarlet Witch), Tom Holland (Spider-Man) e Daniel Brühl (Baron Zemo), Jeremy Renner (Hawkeye), Paul Bettany (Vision), William Hurt (Generale Ross) e Paul Rudd (Ant-Man). Il film uscirà nelle sale americane il 6 maggio 2016, il 4 in Italia.

Anteprima John Doe con Roberto Recchioni a Games Academy Milano Piola

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Apprendiamo dalla pagina Facebook di Games Academy Milano Piola che giovedì 28 aprile alle ore 18 si terrà in negozio in Viale Gran Sasso 38 a Milano, un incontro di presentazione del nuovo volume Bao Publishing John Doe, che raccoglie la ristampa del fumetto creato da Roberto Recchioni, che sarà presente all'evento. La nuova edizione in 6 volumi cartonati sarà disponibile proprio dal 28 aprile nelle fumetterie, con cover inedite di Massimo Carnevale. Michele Foschini, Direttore Editoriale BAO Publishing, sarà presente come moderatore durante la presentazione dell'opera.

La versione definitiva di questo fumetto realizzato da Recchioni e Lorenzo Bartoli sarà presentata in anteprima al Napoli Comicon, avrà ben 416 pagine e sarà venduta al prezzo di 20€; oltre alla nuova veste grafica ed editoriale, la casa editrice ha optato per un nuovo lettering e per una rimasterizzazione dei dialoghi, oltre all'inclusione di numerosi extra e dietro le quinte, con commento dell'autore. Di seguito trovate una anteprima delle prime tavole del volume e il comunicato ufficiale della Bao. Dal 28 aprile sarà disponibile in tutte le librerie e fumetterie.

"BAO Publishing è lieta di annunciare l'edizione assoluta di John Doe, serie innovativa e originalissima, creata dal compianto Lorenzo Bartoli e dall'allora giovanissimo Roberto Recchioni, che apparve nelle edicole italiane agli inizi degli anni Duemila ed è già un classico moderno.

Uno dei titoli che più hanno influenzato la scena del fumetto popolare italiano, la storia di John, umano al servizio della Morte e dei quattro cavalieri dell'Apocalisse, è ora riproposta da BAO Publishing in sei volumi da quattro episodi ciascuno contenti la prima stagione, con nuovo lettering, e e dialoghi rimasterizzati per le storie di Recchioni, più una sezione di extra e dietro le quinte con il commento dello stesso autore.

"John Doe negli anni Zero ha segnato un momento generazionale importante" racconta Roberto Recchioni "visto che un gran numero di sceneggiatori e disegnatori è partito da quella serie. Rispetto ai bonellidi che l'avevano preceduto, non si cercò di sfidare la Bonelli sul suo territorio, ma si tentò di fare qualcosa che in termini di linguaggio e contenuto fosse completamente diverso".
"L'importanza della nuova edizione" continua l'autore "è in primo luogo per ricordare la bravura di Lorenzo Bartoli, co-creatore della serie... E poi perché John è un personaggio figo! Ha avuto una grande valenza per me, ma anche per i lettori."

Le copertine, inedite, sono di Massimo Carnevale".

Qui trovate il link dell'evento.

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