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Giorgio Parma

Giorgio Parma

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Ordinata la seconda stagione di Lucifer

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Il 27 ottobre è andato in onda su Premium Action il primo episodio della prima stagione di Lucifer, lo show televisivo della FOX liberamente ispirato alla serie a fumetti omonima scritta da Mike Carey, in prima visione assoluta in italiano. Negli States tuttavia è già cominciata la seconda stagione, arrivata ormai al sesto episodio.

Apprendiamo ora che David Madden della Fox Broadcasting Company ha annunciato la realizzazione di una nuova stagione completa di 22 episodi complessivi per quanto riguarda il serial.

Lucifer si è dimostrato essere un perfido piacere, un compagno perfetto per Gotham, e non possiamo essere più felici di ordinare questi nove episodi aggiuntivi. Vorremmo ringraziare Tom Ellis, Lauren German e l'intero cast, che hanno riempito questi personaggi di fascino, umorismo e una gran dose di umanità".

Lucifer va in onda il giovedì sera su Premium Action.

L’approdo

Si parte con il mettere via le cose più preziose, indispensabili: un ritratto di famiglia e qualche vestito, in una modesta valigia da viaggio. Si salutano dolorosamente gli affetti più cari, la propria vita con tanto sacrificio costruita, e si parte, alla ricerca si un futuro migliore, di nuove prospettive e nuovi orizzonti, per poter ricominciare lontano dall'orrore, dalla guerra, dal terrore, dalla morte. Così comincia il viaggio del migrante senza nome in L'approdo di Shaun Tan, pluripremiato autore di fama internazionale, sempre intento a sfornare un gioiello narrativo dopo l'altro, che viene nuovamente pubblicato in Italia da Tunué con questo lavoro risalente al 2006, dopo una prima pubblicazione italiana della Elliot nel 2008.

In quest'opera, viene rappresentata la travagliata e drammatica ordinaria epopea di un profugo, di un essere umano costretto a fuggire da un orrido e terribile mostro tentacolare, rappresentante un agente esterno tanto malvagio quanto generico, ad indicare le molteplici cause di una fuga, per approdare, per l'appunto, ad una nuova esistenza, ad un nuovo ciclo di sacrifici per poter permettere alla propria famiglia di raggiungere una condizione sociale meno precaria, più confortante e sicura. Un'epopea, dicevamo, che non ha nulla di omerico o di fastoso, ma è costellata da piccole cose, piccoli drammi, piccoli gesti di altruismo. Un titanismo che trova la sua eroicità nello stoicismo umano, nella perseveranza e nel sacrificio penoso ma inevitabile che impregna una simile transizione.

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Non servono parole per questa narrazione: sarebbero superflue e condannerebbero all'uso di un linguaggio specifico, che ridurrebbe la generalizzazione ad una casistica singolare, contrariamente a quello che sembra essere il volere dell’autore. Non c'è lingua per non contestualizzare, non ci sono segni comprensibili se non quelli universali, intuitivi, gestuali e figurativi. Non ci sono città reali, solo virtuosismi immaginari, rappresentazioni di molteplici realtà possibili. Anche la contingenza temporale non è così importante, in quanto vi confluiscono aspetti di epoche diverse, realmente ispirati da materiale di archivio che l’autore ha consultato come documentazione, sebbene rimanga prevalente un affascinante look d’inizio ‘900.

Ma in questa astrazione generalizzante non c'è per nulla omologazione, non c'è perdita d'identità, smarrimento e amalgama di entità distinte. Ognuno mantiene la sua personalità, la sua unicità, il suo io, come magnificamente rappresentato in seconda e terza di copertina, con la serie di dettagliatissimi ritratti di numerosi migranti.
Le storie sono tante, sono diverse. I passati sono differenti e le ferite pure. Ma la condizione umana è la medesima, la sfida da affrontare la stessa, il futuro a cui mirare pure. E così il protagonista di questo viaggio disegnato non è che uno dei molti personaggi che possiamo incontrare nel corso della nostra esistenza e nel corso del romanzo grafico stesso, come il reduce di guerra o la ragazza al termine del volume.

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Le nostre esistenze si intrecciano e lo fanno in maniera intensa. Ci incontriamo spesso inconsapevoli dei passati finora vissuti dagli altri, pensando che siamo stati gli unici a soffrire, che solo noi abbiamo patito le pene dell’inferno. Ma Tan ci suggerisce che chiunque può essere un esule, un migrante in fuga da qualcosa, in un momento o nell’altro della propria esistenza, con i propri drammi personali, e la voglia di superarli, di reagire e di andare oltre, di non fermarsi di fronte alle avversità.
Shaun Tan realizza un’opera meravigliosamente maestosa, analitica, che con l’ausilio unicamente di tavole profondamente sequenziali, che scansionano nei minimi dettagli il procedere di attività minimali, gestuali e squisitamente ordinarie,  alternate a quadri di un’imponenza impressionante, dà vita ad un racconto di rara bellezza, che deborda ampiamente dalla semplice categoria di fumetto.

Dal punto di vista artistico, le tavole sono delle opere d’arte tratteggiate a matita con una perizia e un realismo, così meticolose e curate che non basta un’osservazione prolungata per godersele appieno, bisogna ritornarci, più e più volte, per ammirare e stupirsi ogni volta di più di quanto il genio artistico di Tan sia difficilmente eguagliabile. Anche la struttura delle tavole è di una bellezza incredibile, con soluzioni spesso tradizionali ma molto rapide nella scansione delle sequenze, e splash pages che potrebbero essere esposte in un museo. Un tripudio di dettagli e immaginazione, accostata ad una profonda conoscenza personale della realtà e del fenomeno narrato, considerando che anche il padre di Tan migrò nel 1960 dalla Malesia all'Australia, oltre a reali testimonianze di profughi di varia nazionalità ed epoche.

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Tunué confeziona in maniera impeccabile un gioiello che quanto mai nella nostra contingenza temporale rappresenta un vademecum comportamentale ed esistenziale nei confronti di un fenomeno intrinsecamente presente nella storia dell’umanità, che purtroppo ultimamente è sempre più una problematica con cui fare i conti, ma, rigorosamente, senza mai perdere la nostra splendida umanità. Capolavoro.

Comincia la produzione di Defenders di Netflix: prime immagini dal set

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La produzione dell'attesissimo crossover tra i diversi show nati dalla collaborazione tra Marvel e Netflix, intitolato The Defenders, è cominciata in questi giorni a New York. Sul set della serie televisiva troveremo Krysten Ritter nei panni di Jessica Jones, Charlie Cox in quelli di Daredevil, Mike Colter in quelli di Luke Cage e Finn Jones in quelli di Iron Fist. Nella gallery in basso potete vedere le prime immagini dal set. (Via Coming Soon)

Ad opporsi a questo team di eroi ci sarà Sigourney Weaver nei panni del main villain dello show, che ancora non si sa di preciso che ruolo incarnerà, ma di seguito trovate le parole di Charlie Cox nel descrivere la gioia nel poter lavorare a fianco di un'attrice di quel calibro.

"Quando è salita sul palco con noi al New York Comic Con, volevo dire 'A Hell's Kitchen, nessuno può sentirti urlare'. Non credo ci sia nulla di meglio di Sigourney Weaver. Credo che siamo davvero fortunati nel poter lavorare con lei. È una testimonianza di quanto show come Daredevil, Luke Cage e Jessica Jones abbiano una qualità tale da poter attrarre persone del suo calibro, il che è estremamente eccitante per noi. Non vedo l'ora di leggere lo script e andare in scena con lei. È una di quelle esperienze che ricorderò per tutta la mia carriera", ha dichiarato al San Antonio Current.

In aggiunta, Marvel ha confermato che sia Deborah Ann Woll (Karen Page) che Simone Missick (Misty Knight) faranno parte della serie TV, che sarà gestita dagli showrunner di Daredevil Marco Ramirez e Doug Petrie, mentre S.J. Clarkson (Jessica Jones) è stato scelto come regista per i primi due episodi dello show. La serie sarà composta da 8 episodi e arriverà nel 2017, insieme a Iron Fist e The Punisher.

In arrivo il live-action Disney di Biancaneve

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Apprendiamo da THR che la Disney è al lavoro su di un adattamento live-action di Biancaneve, il cui script sarà affidato alla sceneggiatrice Erin Cressida Wilson (La ragazza del treno), che attualmente è ancora in trattative con la major.

Il film espanderà quanto visto nel classico cartone animato del 1937, introducendo nuove canzoni affidate ai compositori Benj Pasek e Justin Paul, che hanno realizzato recentemente le musiche di La La Land. Marc Platt produrrà la pellicola, oltre a Mary Poppins Returns.

Ricordiamo che Disney ha già realizzato live-action come Maleficent, The Jungle Book e Cinderella alcuni dei quali si sono dimostrati dei successi al botteghino. A marzo uscirà invece Beauty and the Beast, tratto dall'omonima fiaba, con Emma Watson come protagonista. Tra i futuri progetti live-action troviamo anche Mulan per il 2018, The Lion King su regia di Jon Favreau e Aladdin per la regia di Guy Ritchie.

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