Sfera, recensione: L’arte come legame e come ricerca
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AlbHey Longo ha esordito per Bao Publishing nel 2016 con La quarta variazione e ora, il giovanissimo autore torinese, torna in libreria con Sfera, graphic novel che in parte rappresenta l’evoluzione del suo primo libro, per tematiche, e in parte se ne discosta per messa in atto.
La storia ruota intorno a Damiano e Chiara, due giovani giornalisti che si incontrano a un festival di cinema per conto delle rispettive testate. Il primo è impegnato in una ricerca sui fenomeni paranormali legati ad esperienze extracorporee e abilità extrasensoriali e telecinetiche. Questo tema è dovuto allo sviluppo improvviso di un “super-potere” che gli permette di creare delle sfere nere di vetro di dimensioni e durata variabili. La seconda, invece, è una giovane ragazza laureata all’Accademia d’Arte che, accantonato il sogno di diventare un’artista, si è ritrovata nel mondo del giornalismo per poter vivere grazie ad un lavoro stabile e tranquillo. Ha un cruccio però: quel sogno non è mai svanito e si interroga spesso se questa sia la scelta giusta, data la sua insoddisfazione. Mentre i due chiacchierano e fanno amicizia, accade qualcosa. Damiano fa vedere il proprio potere a Chiara innescando nel giovane un’idea, ovvero quella di usare l’abilità per divenire artisti, così da sfruttare quella dote al servizio del sogno della ragazza.
AlbHey Longo scrive un’opera lineare, pulita e semplice. Quella semplicità funzionale che mette in risalto molto bene i temi che vuole affrontare, senza girarci intorno, pur con l’escamotage del superpotere. Amicizia, crescita e responsabilità sono i focus su cui ruota tutto. C’è un qualcosa, però, che diviene il cuore pulsante della narrazione: la ricerca. Se già nel precedente libro era evidente questo tema, in Sfera è affrontato in maniera diversa e inserendo variabili di vita reale nuove. Anche la critica, o per meglio dire, riflessione dello stato attuale del concetto di Arte, viene riproposto in modo differente e sapiente.
I dialoghi sono fluidi e realistici e non appaiono mai ostentati o statici e riflettono dubbi ed interrogativi sulle nostre scelte, sull’accantonare le passioni per qualcosa di diverso ma stabile, visto in due modi diversi secondo i punti di vista dei protagonisti.
In Sfera non troviamo solo un’evoluzione nei temi e nella narrazione, ma anche sul versante artistico/visivo. Il tratto migliorato, più pulito e meno “grezzo”, ma pur sempre caratteristico, assume nuovo valore grazie alla colorazione. Dopo l’esperienza nel ruolo di colorista sul webcomic Sappy, insieme a Capitan Artiglio e Oscarito sulla piattaforma online Wilder, troviamo il fumettista più sicuro di sé. Questo dona a Sfera un'arma in più per sottolineare e valorizzare l’espressività dei primi piani e rendere più fresche le sequenze, donando un mood diverso e accattivante in perfetta linea con il contesto artistico narrato.
L’edizione Bao è un cartonato 17x24 cm con inserti lucidi (le sfere) in copertina. È disponibile anche una variant cover disegnata da Nova Sin.