Wizzywig
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La prima sensazione quando hai fra le mani Wizzywig di Ed Piskor è quella di un mattone duro da digerire. E, sfogliando il volume, le tavole ricche di vignette piene di lettering non fanno che alimentare questa idea. Così pensi "per stasera leggerò solo i primi due capitoli, proseguirò domani". Ma, immergendoti nella lettura, pagina dopo pagina, ti accorgi che le realtà dei fatti è tutt'altra e ti ritrovi così a finire il racconto tutto d'un fiato.
Il motivo è da ricercare nella prosa diretta e coinvolgente di Piskor che ti accompagna per mano lungo tutte le circa 300 pagine del volume. Con voracità vogliamo scoprire tutto, dall'inizio alla fine, della vicenda di Kevin "Boingsbam" Phenicle, un ragazzo di provincia come tanti nell'America a cavallo fra i '70 e gli '80, ma che diventerà il più grande Hacker del mondo.
Vittima del suo stesso alter ego, Boingsbam diventa pian piano un personaggio scomodo, iniziando la sua fuga per gli States con il governo alle costole. Tutto ciò, nonostante Kevin sia fondamentalmente un ragazzo buono, le cui intenzioni non sono affatto malvagie o pericolose, se consideriamo in qualche modo eticamente accettabile piratare videogame o frodare compagnie telefoniche.
Il volume è formato da 8 capitoli, ognuno suddiviso a sua volta in varie parti o episodi che spaziano temporalmente, così abbiamo interviste a vari personaggi, racconti del passato del protagonista o puntate di "Fuori controllo", la trasmissione radiofonica di Winston Smith, amico di infanzia di Kevin, che aggiorna la popolazione sulle vicende del suo amico, sul suo arresto e sulle sue condizioni di salute, cercando di diffondere una verità che il governo cerca a tutti i costi di celare.
Naturalmente, passando dagli anni '80 ai giorni nostri, Wizzywig è anche un piacevole viaggio nella società americana di quel periodo, nell'evoluzione tecnologica e, sopratutto, una sorta di storia dell'hackeraggio. Questi elementi si fondono, dunque, alla vicenda di Boingsbam rendendo interessante la lettura su più piani. Piskor è abile a mescolare l'aspetto di pura fiction al contesto storico rendendo la vicenda assolutamente credibile.
Dal punto di vista grafico, il tratto dell'autore è pulito e sottile, le figure sono leggermente caricaturali in uno stile cartoonesco vicino al'underground. Il chiaroscuro applicato dona risalto alla figure e profondità alle tavole, ammorbidisce il tratto e contribuisce a spezzare la monotonia cromatica del bianco e nero. Le tavole sono generalmente costruite su una gabbia di sei vignette, poche sono le eccezioni, ma questa schematicità è ben compensata da un'ottima regia generale che rende visivamente vivace la storia.
Ottima l'edizione cartonata Panini 9L, resa particolarmente accattivante dalla copertina in rilievo e dal dorso vintage.